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3. IL TESSUTO PRODUTTIVO DELLA PROVINCIA DI PAVIA

3.1 L A DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE

Tra gli indicatori maggiormente significativi dello stato dell’economia di una provincia, il rapporto tra imprese nate e imprese cessate nell’arco di un anno è, senza dubbio, quello seguito e studiato con più attenzione dalle Camere di Commercio, in quanto dinamica raffigurativa dello sviluppo del tessuto produttivo del territorio.

A Pavia, la capacità di fare impresa misura ancora, all’inizio del 2012, più di 9 imprese ogni 100 abitanti1, con una demografia che, però, chiude “in rosso” il bilancio dello stock delle imprese registrate alla Camera di Commercio al termine del 2012, con una variazione negativa rispetto alla stessa data del 2011, pari allo 0,2%2. Un valore ancora prossimo allo zero a testimonianza di un sistema economico che cerca di resistere alla recessione ma che contemporaneamente denuncia, nel confronto della serie storica dei tassi di crescita demografici delle imprese locali, la negatività del dato, essendo il secondo peggior risultato dal 2006, vicino, dopo due anni di recupero, a quello del 2009, l’anno peggiore della crisi.

Nel corso dell’anno, sono state 3.3103le aziende che hanno alzato bandiera bianca di fronte alla crisi nella provincia di Pavia, quasi 10 chiusure al giorno, con un incremento, rispetto al 2011, pari a +2,8%. Una situazione peraltro non compensata dalle nuove nascite, che hanno raggiunto appena le 3.209 unità, il valore più basso degli ultimi 8 anni, con una variazione, anno su anno, negativa di oltre tre punti percentuali. Le due

1 Il dato della popolazione è disponibile solo al 01/01/2012.

2 Il dato non include le cessazioni d’ufficio.

3 3.600 incluse le cessazioni d’ufficio.

Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati Movimprese

opposte tendenze di queste dinamiche demografiche han fatto sì che il saldo globale imprenditoriale pavese tornasse, alla fine del 2012 e dopo un periodo di rafforzamento, in territorio negativo, con meno 101 unità4. Le cancellazioni d’ufficio5, ovvero quelle relative ad imprese ormai non operative da più di tre anni, rappresentano nella nostra provincia un ruolo da sempre rilevante nel determinare il saldo sfavorevole, a causa del significativo peso che in genere registrano sul totale delle cessate, che è per il 2012 pari ad oltre l’8% (una quota superiore a quella già consistente osservata nel 2011 del 6,2%).

Al netto quindi delle cessazioni d’ufficio e delle variazioni di forma giuridica e/o attività economica intervenute nell’anno, al 31 dicembre scorso lo stock complessivo delle imprese esistenti a Pavia ammontava a 49.793 unità.

Nel contesto nazionale la demografia imprenditoriale non ha registrato un andamento omogeneo. In tale confronto, la nostra provincia si colloca, insieme a Reggio Emilia, nella seconda parte (62° posto) della graduatoria per tasso di crescita imprenditoriale per provincia, guidata da Roma e Milano, che evidenziano, per l’anno di riferimento, tassi di crescita molto positivi (rispettivamente +1,9% e +1,7%) e che vede in coda almeno una decina di province gravate da pesanti segni di restringimento del proprio tessuto imprenditoriale, con tassi negativi anche di oltre un punto percentuale.

Il tessuto imprenditoriale pavese, dunque, spunta performances più negative di quello complessivo italiano e lombardo che, benché in contrazione rispetto all’anno precedente, in media, hanno dimostrato maggiore resistenza alle difficoltà del periodo registrando per il 2012, seppur lievi, variazioni positive, pari rispettivamente a +0,31% e +0,60%.

Il grafico seguente mette tuttavia in risalto un deterioramento generalizzato del sistema imprenditoriale, caratterizzato, negli ultimi otto anni, da un andamento negativo, più o meno accentuato ma continuo, che

4 391 incluse le cessazioni d’ufficio.

5 A partire dal 2005, in applicazione del D.P.R. 247 del 23/07/2004 e successiva circolare n° 3585/C del Ministero delle Attività Produttive, le Camere di Commercio possono procedere alla cancellazione d’ufficio dal Registro delle Imprese di aziende non più operative da almeno tre anni. Tale procedura comporta, per ogni periodo analizzato, un numero di cessazioni che deve essere attribuito a decisioni di intervento amministrativo finalizzate a regolarizzare la posizione di imprese non più operative: si tratta dunque di fenomeni di mortalità imprenditoriale che non sono intervenuti nel corso dell’intervallo temporale considerato, ma che risalgono ad almeno tre anni prima. Per delineare processi di demografia imprenditoriale maggiormente rispondenti a dinamiche economiche reali, si procede ricostruendo i valori di flusso depurandoli, per quanto possibile, dei suddetti fattori amministrativi.

Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati Movimprese

ha rallentato, se non addirittura frenato, il saldo demografico provinciale, regionale e nazionale, con un’unica eccezione per l’anno 2010, rivelatosi purtroppo solo un bagliore di ripresa subito smentito dai dati successivi. A fronte di alcune realtà imprenditoriali che sono addirittura riuscite a migliorare le proprie posizioni e a rafforzarsi anche in assenza di vere politiche di sostegno, infatti, molte di più non ce l’hanno fatta e, con loro, si sono persi migliaia di posti di lavoro oltre a competenze e tradizioni importanti.

In ambito regionale lo sviluppo delle imprese pavesi, seppur in territorio negativo, ottiene risultati migliori rispetto a quello di altre province che soffrono soprattutto, rispetto al 2011, per l’alto tasso di mortalità delle proprie aziende non controbilanciato da un’altrettanta elevata natalità che si attesta su valori più contenuti di quella passata.

Elaborazione Ufficio Studi Statistica - Dati Movimprese Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia su dati Movimprese

In provincia, le imprese attive sono invece complessivamente pari a 44.592 a fine 2012, con una diminuzione di -317 unità rispetto alla stessa data dell’anno precedente, che in termini percentuali si traduce in una variazione del -0,7%. Anche in questo caso Pavia viene penalizzata proprio dall’elevato numero di cessazioni, registrando un tasso di mortalità pari al 7,2% che vanifica il discreto tasso di natalità (6,4%).

Analizzando infine l’andamento trimestrale si osserva che il saldo globale dell’anno “sconta” quelli negativi del primo e dell’ultimo trimestre chiusisi con perdite che i risultati del secondo e terzo trimestre non sono riusciti ad annullare.

Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Pavia - Dati Movimprese

Infine, le imprese in crisi conclamata, a fine 2012, sono circa 2.700, di cui oltre 2.000 in

“scioglimento o liquidazione” (+0,6% rispetto allo scorso anno) e 680 circa sottoposte a procedure concorsuali (+1,8% rispetto al 2011).