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Quindi oltre ai derivati energetici avremo i derivati assicurativi.

Questi strumenti usati da compagnie assicurative e non solo sono utilizzati per coprirsi dal rischio assicurativo; Un singolo individuo per essere coperto dall’esborso di patrimonio derivante dal rischio di morte, incidente, incendio, calamità naturale stipula delle polizza assicurative, riversando il rischio dell’accadimento sull’assicurazione che da parte sua per accollarsi la variabilità dell’evento chiede un premio. Anche le stesse assicurazioni che sopportano il rischio cedutogli dal contraente hanno l’esigenza di coprirsi da tale rischio, in quanto al momento del verificarsi dell’evento devono coprire finanziariamente i danni provocati dall’evento stesso.

Il metodo utilizzato dalla maggior parte delle compagnie assicurative è quello della ri- assicurazione che consta nel trasferire i rischi ad un’altra compagnia assicurativa che a sua volta pretende una remunerazione per il rischio che si accolla. Tra compagnie di assicurazione il fenomeno della ri-assicurazione è molto diffuso e riguarda per lo più interi rami (categorie) di rischio che vengono appunto trasferite da una compagnia all’altra.

Questa è la metodologia di copertura più diffusa e più funzionale, ma quale assicurazione si prenderebbe in carico un rischio legato a calamità naturali?

Questo tipo di rischio è sicuramente il meno probabile ma quello che comporta certamente il maggior esborso di liquidità da parte della assicurazione stessa quindi è difficilmente trasferibile tra compagnie in quanto nessuna accetterà mai di prendersi in carico un rischio cosi potenzialmente devastante.

Per coprirsi da questo tipo di rischi, in America negli ultimi decenni visto il continuo cambiamento del tempo e visto i numerosi disastri provocati da uragani, si è deciso di immettere nel mercato CBOT (Chicago Board of Trade) la più semplice forma di copertura in strumenti derivati quale il futures che però non ha riscosso molto successo perché non di largo respiro e indirizzata ad investitori professionali.

Il mercato OTC ha proposto dei C-BOND (Catastrophe Bond) trasferendo cosi il rischio in tutto o in parte al mercato degli investitori, piccoli o grandi che siano, che decidono di diversificare il loro portafoglio (questi titoli sono slegati dall’andamento del mercato) e che acquistando questi C-BOND diminuiscono l’esborso delle compagnie

assicurative. Questi strumenti invece sono stati accolti meglio dal mercato, anche perché rivolti ad un pubblico più ampio.

I C-BOND sono obbligazioni che di norma hanno un rendimento più alto di quello di un obbligazione assimilabile presente nel mercato in quanto l’investitore accetta il rischio di perdita totale o parziale del capitale investito e degli interessi maturati, questi prodotti sono emessi da una sussidiaria della compagnia principale di assicurazione e consentono al portatore di ricevere un extra-rendimento assumendosi il rischio di extra- perdite da parte dell’assicurazione, questo rischio viene remunerato attraverso il tasso cedolare che incorpora un risk premium:

Tasso cedolare = LIBOR + spread

dove lo spread rappresenta il risk premium e il LIBOR19come tasso di riferimento.

Lo spread è calcolato sommando la perdita attesa in quantità pari al rischio percentuale di ogni C-BOND e un margine percentuale associato a questi tipi di prodotti:

spread = [(perdita catastrofale attesa) + margine] * (1/n° di C-BOND emessi) %

Tutto il volume finanziario reperito tramite l’emissione dei C-BOND non può essere utilizzato dalla compagnia assicurativa in quanto deve essere destinato a riserva per la copertura del verificarsi dell’evento catastrofale.

I C-BOND possono essere di due tipi a seconda del contratto stipulato che prevede il rischio da parte dell’investitore di perdere, in caso di accadimento dell’evento, solo gli interessi maturati sul titolo o anche l’intero capitale versato.

In questa maniera gli interessi e/o il capitale entrano, in qualche modo, a far parte del patrimonio dell’assicurazione in quanto l’investitore perderà tutto il suo investimento al verificarsi dell’evento, un patrimonio separato utilizzato esclusivamente per indennizzare gli assicurati al verificarsi dell’evento catastrofale e non disponibile per

19Il LIBOR, il London interbank offered rate, ovvero il tasso di interesse interbancario quotato sul

mercato londinese. Con questo tasso vengono calcolti la maggior parte dei calcoli di interessi delle operazioni di prestiti e non del mondo finanziario.

effettuare investimenti o supportare la normale attività della compagnia (pagare gli stipendi, acquistare cancelleria, pagare fornitori).

Se per esempio la compagnia di assicurazione vuole coprirsi dal rischio catastrofale dell’uragano che si potrebbe abbattere sulla Florida che porterebbe ad un esborso di 20 milioni di dollari ed è disposta a pagarne solo 15, gli altri 5 li dovrà per forza di cose reperire sul mercato. Se colloca nel mercato C-BOND per 5 milioni di dollari e l’esborso finale derivante dalla catastrofe fosse 18 milioni di dollari la compagnia avrebbe un esborso di 15 milioni di dollari (già preventivati) e gli investitori perderebbero il capitale e/o gli interessi fino alla copertura dei 3 milioni di dollari rimanenti.

I c-bond sono presenti in molti portafogli di investitori più o meno specializzati e più o meno istituzionali e questo perché portano con se un rischio basso che si verifichi l’evento associato però ad un rendimento più alto di quello del mercato inoltre sono completamente slegati dalle dinamiche dei mercati finanziari globali, sono un prodotto a se il cui andamento dipende solamente dal verificarsi della catastrofe e quindi non influenzabile.

Questo porta a una correlazione, con gli altri titoli detenuti in portafoglio, vicina allo zero e quindi un perfetto prodotto per diversificare il portafoglio stesso. Inoltre il loro rischio può essere completamente diversificato visto il loro nullo rischio sistematico.

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