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La deroga al principio del trattamento della nazione più favorita nell’accordo

imposizioni. Problemi di arbitrarietà e giustificazione.

630 Cfr. R. H

OWSE - E. TUERK, The WTO Impact on Internal Regulations - A Case Study of the Canada-

EC Asbestos Dispute, in G. DE BÚRCA - J. SCOTT, The EU and the WTO - Legal and Constitutional Issues, 2001, pp. 325 - 326.

631 M. B

ENEDETTI - S. QUINTILI, I Principi Sovranazionali sull’Esercizio del Potere Discrezionale delle

Autorità Nazionali, in I Limiti Globali ed Europei alla Disciplina Nazionale dei Servizi, a cura di S.

BATTINI - G. VESPERINI, Milano, 2004, p. 200.

632 Cfr. R. H

OWSE - E. TUERK, The WTO Impact on Internal Regulations - A Case Study of the Canada-

EC Asbestos Dispute, in G. DE BÚRCA - J. SCOTT, The EU and the WTO - Legal and Constitutional

Issues, 2001, pp. 325 - 326.

633 Cfr. par. 6.449 del Panel Report reso il 10 novembre 2004, caso U.S. Gambling - Antigua e Barbados,

nel quale è stato precisato che, con riguardo alle eccezioni di cui all’art. XIV GATS, “a measure must:

(a) fall within the scope of one of the recognized exceptions set out in paragraphs (a) to (e) of Article XIV in order to enjoy provisional justification; and (b) meet the requirements of the introductory provisions of Article XIV, the so-called chapeau” (traduzione libera: “una misura deve: a) cadere all’interno di una delle eccezioni tipizzate dai paragrafi da a) ad e) dell’art. XIV e b) avere i requisiti previsti della parte introduttiva dell’art. XIV, c.d. requisiti cappello”). La decisione è disponibile su www.wto.org.

634 I requisiti in parola vengono comunemente definiti “chapeau” dallo stesso Dispute Settlement Body del

WTO, sia per quanto concerne l’accordo GATT (art. XX), sia per quanto concerne l’accordo GATS (art. XIV).

L’art. XIV dell’accordo GATS prevede che “fermo restando l’obbligo di non applicare i provvedimenti in maniera da causare discriminazioni arbitrarie o ingiustificate tra paesi dove vigono condizioni analoghe, ovvero restrizioni dissimulate agli scambi di servizi, nulla di quanto contenuto nel presente Accordo è inteso ad impedire l’adozione o l’applicazione da parte dei Membri di misure: […] e) incompatibili con l’articolo II [leggasi, clausola della nazione più favorita], purché il trattamento differenziato risulti da un accordo contro la doppia imposizione o da disposizioni contro la doppia imposizione contenute in altri accordi o convenzioni internazionali dai quali il Membro sia vincolato”. Ai sensi di tale disposizione è possibile che i membri del WTO deroghino all’applicazione del trattamento della nazione più favorita quando il trattamento differenziato nella fornitura internazionale di servizi, diretta o indiretta che sia, dipenda dall’applicazione di disposizioni presenti nelle convenzioni contro le doppie imposizioni sottoscritte reciprocamente dai membri del WTO. In altre parole, il trattamento fiscale applicato nello Stato A ad operatori economici provenienti da diversi Stati membri del WTO può essere legittimamente “discriminatorio”, qualora ciò derivi dall’applicazione di diverse convenzioni contro le doppie imposizioni sottoscritte dallo Stato A.

Tuttavia, affinché si possa derogare al principio di non-discriminazione di cui all’art. II GATS, è necessario che, oltre alla presenza di un’eccezione tipizzata nell’art. XIV GATS, si rinvengano i due requisiti cappello: la giustificabilità e la non arbitrarietà della discriminazione, da intendersi come discriminazione necessaria e ragionevole. Infatti, anche se la sottoscrizione del GATS non priva i Membri del WTO della libertà di decidere come esercitare ed allocare il proprio potere impositivo, ciò non li legittima ad agire in modo da violare irragionevolmente ed arbitrariamente la libera concorrenza tra servizi ed operatori economici in ragione del paese di origine degli stessi635.

635 Cfr. quanto dichiarato dall’Appellate Body nel proprio Report del 4 ottobre 1996, caso Japan - Taxes

on Alcoholic Beverages, anche se con riguardo all’obbligo del trattamento nazionale nell’ambito del

GATT. In particolare, si veda pag. 16: “Article III obliges Members of the WTO to provide equality of

competitive conditions for imported products in relation to domestic products […] it is irrelevant that "the trade effects" of the tax differential between imported and domestic products, as reflected in the volumes of imports, are insignificant or even non-existent; Article III protects expectations not of any particular trade volume but rather of the equal competitive relationship between imported and domestic products” (traduzione libera: “l’art. III obbliga i Membri del WTO a fornire uguali condizioni concorrenziali tra beni importati e prodotti nazionali […] è irrilevante che «gli effetti commerciali» del differenziale fiscale tra beni importati e nazionali, come riflesso nel volume delle importazioni, siano

La valutazione dovrà quindi seguire tre distinti momenti:

(i) verificare che la misura sia discriminatoria e consista in una delle eccezioni previste all’art. XIV GATS, ed in particolare, per quanto qui interessa, dall’art. XIV lett. e) GATS;

(ii) verificare che la discriminazione sia necessaria, in ragione dell’interesse che si intende perseguire e

(iii) verificare che la discriminazione sia ragionevole, anche in termini di proporzionalità tra beneficio per il Membro che se ne avvale e sacrificio per coloro che sono discriminati636.

L’esame dovrà essere condotto tenendo conto della giurisprudenza del Dispute Settlement Body del WTO in materia di Eccezioni Generali, formatasi principalmente in ambito GATT ed in particolare di quella che, a far data dal 1996, ha imposto il c.d. “chapeaux test” per vagliare la ragionevolezza e necessità delle eccezioni discriminatorie637. Infatti, l’art. XX GATT, sebbene con alcune distinzioni, ricalca in l’impostazione dell’art. XIV GATS ed, in particolare, i requisiti cappello e la previsione di un numerus clausus di eccezioni possibili al principio di non-discriminazione, sia nell’accezione di clausola della nazione più favorita, sia nell’accezione di obbligo del trattamento nazionale. Pertanto, “given the textual similarity between Article XX of the GATT 1994 and Article XIV of the GATS, and the similar purposes that both Articles are designed to serve, we consider that GATT/WTO jurisprudence in relation to the former may be relevant and useful in the interpretation of the latter”638. E ciò anche se l’eccezione di cui alla lettera e) art. XIV GATS non trova alcuna rispondenze nell’accordo GATT.

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insignificanti o addirittura non-esistenti; l’art. III protegge le aspettative non ad particolare volume di affari ma piuttosto ad un rapporto concorrenziale equo tra beni importati e beni nazionali”). La

decisione è disponibile su http://www.worldtradelaw.net/reports/wtoab/japan-alcohol(ab).pdf. Si veda anche H. HORN - J. WEILER, EC-Asbestos European Communities - Measures Affecting Asbestos and

Asbestos-Containing Products, in World Trade Review, 2004, pp. 129 e ss..

636 Cfr. F. O

RTINO, From “Non-Discrimination” to “Reasonableness”: a Paradigm Shift in International

Economic Law?, in Jean Monnet Working Paper, 1/05, pp. 16 - 17.

637 Si veda Appellate Body Report reso nella causa U.S. - Standards for Reformulated and Conventional

Gasoline, WT/DS2/R, disponibile su http://www.wto.org/english/tratop_e/dispu_e/cases_e/ds2_e.htm.

638 Cfr. par. 6.448 del Panel Report reso il 10 novembre 2004, caso U.S. Gambling - Antigua e Barbados,

disponibile su www.wto.org; traduzione libera: “Data la somiglianza testuale tra l’art. XX del GATT del

1994 e l’art. XIV del GATS, nonchè la comunanza degli scopi che i sue articoli perseguono, consideriamo che la giurisprudenza relativa al primo, possa avere rilevanza anche per quanto riguarda l’interpretazione del secondo”.

V.2.a. L’esistenza di una misura discriminatoria quale effetto dell’eccezione

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