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IL Diario spirituale del noviziato

Nel documento DIARIO E PENSIERI (pagine 33-76)

(12 settem bre 1936 - 3 0 luglio 1937)

Notes particolare dei propositi delle meditazioni fatte...

durante il noviziato 1936 - [19]371

4. [dedica]

A te don Bosco santo / padre e maestro / sostegno e guida della mia vocazione / questi propositi di giovanile entusiasmo / dedico e consa­

cro / affinché tu, / che facesti santo Domenico Savio, / me pure guidi / sul monte eccelso della perfezione religiosa e salesiana.

5o [prim a m età d i settem bre 1936]

settembre 1936.

12 [settembre]. Il più spesso possibile avrò sul mio labbro il dolcissimo nome di Maria.

1 Tutta questa sezione è stata omessa da don Eugenio Valentini, dal momento che il notes si limita a registrare giorno per giorno i propositi presi al termine della meditazione, che molte volte si ripetono alla lettera, perfino col ricorso alle vir­

golette di richiamo. Rappresenta tuttavia una fase assai significativa nel percorso di don Quadrio verso la santità, scandendo con tenacia inflessibile i propositi, le mancanze e i piccoli passi in avanti nel combattere soprattutto il proprio difetto fondamentale, la coscienza della propria superiorità e l’istinto di primeggiare. Don Valentini riprenderà il diario a partire dal 5 agosto 1940, al ritorno di don Quadrio a Ivrea, in occasione degli esercizi spirituali in preparazione alla seconda professio­

ne triennale (Mod. 23).

13 [settembre]. Mi recherò quanto più sovente sarà possibile ai piedi dell’altare, e con vera insistenza chiederò a Gesù che mi faccia risusci­

tare ad una nuova vita di sincera e di profonda umiltà.

Vilior fiam quam factus suum?

14 [settembre]. Lo stesso di ieri.

15 [settembre]. Farò bene tutte le mie visite, specialmente quella pri­

ma di mezzo-giorno.

6. [seconda m età d i settem bre 1936]

16 [settembre]. Il più spesso possibile, ma sopra tutto quando mi riu­

scisse bene qualche cosa, mi ricorderò di questo pensiero: «Chi sono io?».2 3 «L’ultimo, il peggiore di tutti», obbrobrium populi et abiectio plebis.4

17 [settembre]. Il più spesso possibile durante la giornata, anche nel­

le visite, e specialmente quando mi riuscisse bene qualche cosa, mi richiamerò alla mente questo pensiero: «Chi sono io? Quis sum ego, Domine? L’ultimo, il peggiore di tutti; obbrobrium hominum et abie­

ctio plebis!».

18 [settembre]. Starò attento a ricordare5 spesso durante la giornata, nelle visite, e specialmente nella scuola, o quando si parla di cose di scuola, questo pensiero: «Chi sono io?». «... l’ultimo, il peggiore di tutti... obbrobrium hominum etabiectoplebis!».

2 (2 Re 6,22).

3 Resta lontano il richiamo a Plauto: Quis ego sum saltem, si non sum Sosia? Te interrogo. Ubi ego Sosia nolim esse, tu esto sane Sosia (Anfitrione 438-439).

4 La citazione originaria, che appare spesso altrove, suona: Ego autem sum ver- mis, et non homo; obbrobrium hominum et abiectio plebis (Gb 25, 6).

5 Nell originale, corretto su: ricordarmi.

19 [settembre]. Praticherò più spesso il precedente proposito.

20 [settembre]. Ripeterò molto più sovente, e più spesso mi ricorde­

rò di questo pensiero: «Chi sono io?».

21 [settembre]. Ogni-qualvolta dovrò trattare con i miei superiori e dovrò parlare con i miei compagni, mi ricorderò sempre del pensiero:

«Chi sono io?».

22 [settembre]. Lo stesso che ieri.

23 [settembre]. Non lascerò passar ora della giornata senza ricordarmi di questo pensiero: «Chi sono io?». Voglio assolutamente ricordarme­

ne. Qualora mi accorgessi di non averlo praticato, per penitenza pro­

porrò di recarmi una volta in chiesa al più presto possibile, e là me ne ricorderò e farò un breve esame di coscienza. Ogni volta che me ne dimenticherò, farò una visita appena potrò.

24 [settembre]. Onorerò Maria santissima ausiliatrice col ripetere il più sovente possibile la giaculatoria: Maria Auxilium6..., ed ogni volta che la dirò, mi ricorderò pure di questo pensiero: «Chi sei tu?

L’ultimo, il peggiore di tutti: obbrobrium hominum et abiectio plebis».

25 [settembre]. Avrò sempre avanti agli occhi la croce di Gesù Cristo;

ed infine delle mie occupazioni, e quando mi riuscisse bene qualche cosa altro, mi umilierò pensando che i miei peccati furono la cagione dei patimenti di Gesù.

26 [settembre]. Riponendo ogni mia speranza in Maria, pensando il più sovente possibile a lei, mi sforzerò di riuscire ad aver nemmeno un sentimento di compiacenza dopo le mie occupazioni.

27 [settembre]. Come ieri.

6 Nell’originale: Ausilium.

28 [settembre]. Farò ogni mia azione con rettitudine d’intenzione.

Perciò, prima e durante il mio studio e le ore di scuola, prima di fare e mentre faccio le occupazioni, prima e durante le ricreazioni, passeg­

giando, metterò e rinnoverò sovente F intenzione di non far niente per far piacere ai miei superiori, ma tutto e solo per Gesù.

29 [settembre]. Farò ogni mia azione sotto lo sguardo di Gesù, rinno­

vando ad ogni minima cosa l’intenzione [di] farla solo ed unicamente per piacere a lui.

30 [settembre]. Esercizio della buona morte.

Virtù-, corrispondenza alla vocazione con un desiderio grande e gene­

roso della perfezione.

Vizio: odio al peccato.

Patroni: angelo custode e Domenico Savio.

Fioretto: la morte ma non peccati.7

Dice san Francesco [di Sales]: «Odiate i vostri falli con odio tranquil­

lo, senza dispetto, turbamento. E non sarà forse assai di ricavarne un santo abbassamento, conoscendo la nostra miseria?».8

7 San Giovanni Bosco, Vita del venerabile Domenico Savio allievo dell’oratorio di san Francesco di Sales, Torino, 1934, società editrice internazionale, p. 14.

8 Un testo che si dimostra assai vicino e che fornisce anche una spiegazione alla massima è quello che si ritrova in: Filotea, parte 3, cap. 9: la dolcezza verso noi stessi. «Uno dei metodi più efficaci per conseguire la dolcezza è quello di esercitarla verso se stessi, non indispettendosi mai contro di sé e contro le proprie imperfezio­

ni. E vero che la ragione richiede che quando commettiamo errori ne siamo dispia­

ciuti e rammaricati, ma non che ne proviamo un dispiacere distruttivo e disperato, carico di dispetto e di collera. E in questo molti sbagliano grossolanamente perché si mettono in collera, poi si infuriano perché si sono infuriati, diventano tristi per­

ché si sono rattristati, e si indispettiscono perché si sono indispettiti. In tal modo conservano il cuore come frutta candita a bagno nella collera: può anche sembrare che la seconda collera elimini la prima, ma in realtà è soltanto per fare spazio maggiore alla seconda, alla prima occasione. C’è di più: queste collere e amarezze contro se stessi portano all’orgoglio e sono soltanto espressione di amor proprio, che si tormenta e si inquieta per le imperfezioni. Il dispiacere che dobbiamo avere per le nostre mancanze deve essere sereno, ponderato e fermo; un giudice punisce molto meglio i colpevoli quando emette sentenze ragionevoli in ispinto di serenità, che

quan-7. [prima metà di ottobre 1936]

[ottobre 1936].

3 [ottobre]. Farò ogni mio dovere ed occupazione sotto lo sguardo ed alla presenza di Gesù e di Maria, rinnovando ad ogni benché minima azione l’intenzione di farla per piacere a Dio solo.

4 [ottobre]. Metterò più impegno e più buona volontà nel praticare il medesimo proposito di ieri.

5 [ottobre]. Continuerò più che mi sia possibile, durante le mie azioni, occupazioni, ricreazioni, ed anche nelle cose più piccole, degli intimi colloqui di Gesù; gli protesterò di voler far niente per comparire, o per i superiori, ma tutto e solo per piacere a lui.

6 [ottobre]. Per sollevarmi dalla mia tiepidezza voglio praticare più spesso e con maggior fervore il proposito di ieri.

7 [ottobre]. Lo stesso.

8 [ottobre]. Mi sforzerò di avere in tutte le mie azioni dei colloqui con Gesù, ripetendo sovente di volerle fare unicamente per piacere a lui. Voglio a qualunque costo farlo (con l’aiuto di Dio) anche quando ne provo disgusto, freddezza, ringraziando di cuore il Signore che mi tolga ogni consolazione spirituale.

9 [ottobre]. Lo stesso.

do procede con aggressività e passione. In tal caso non punirebbe le colpe secondo la loro natura, ma secondo la propria passione. Allo stesso modo noi puniamo molto meglio noi stessi se usiamo correzioni serene e ponderate e non aspre, precipitose e colleriche; tanto più che queste correzioni fatte con irruenza non sono proporzio­

nate alle nostre colpe ma alle nostre inclinazioni».

10 [ottobre]. Come ieri.

11 [ottobre]. Nunc coepi:9 sì, con la grazia di Dio voglio veramente cominciare. In tutte le mie azioni ripeterò a Gesù di volerle fare unicamente per piacere a lui, e non per soddisfare il mio orgoglio.

12 [ottobre]. Ogni qual volta dovrò incominciare una azione anche minima, e durante il compimento della stessa ripeterò a Gesù: Tutto per te, niente né per soddisfare il mio orgoglio, né per gli uomini, né così a caso.

13 [ottobre]. Lo stesso.

14 [ottobre]. Lo praticherò specialmente recitando Vactiones.10

15 [ottobre]. Mi sforzerò continuamente, comincerò da capo quante volte sarà necessario, ma coll’aiuto di Dio, voglio riuscire ad offerire ogni mia azione a Gesù.

8. [seconda m età d i ottobre 1936]

16 [ottobre]. In unione con la mia cara madre, voglio quest’oggi riu­

scire non solo ad offrire ogni mia azione a Gesù al principio di essa,

9 Scriveva san Josemaria Escrivà de Balaguer: «Nunc coepi, ora comincio! Que­

sta frase mi risuonava nella mente mentre pregavo di fronte alla bellissima statua di santa Teresa che fronteggia il monastero de la Encarnación ad Avila, che la ritrae mentre lascia il monastero per iniziare la sua grande riforma (uno di quegli eventi che in una ipotetica storia spirituale del mondo contano assai più di battaglie e accordi commerciali)». «Nunc coepi! adesso comincio! è il grido dell’anima inna­

morata che, in ogni momento, tanto se è stata fedele quanto se le è mancata gene­

rosità, rinnova il suo desiderio di servire, di amare con tutta lealtà il nostro Dio».

10 Incipit della preghiera recitata prima di iniziare ogni azione: Actiones nostras, quaesumus Domine, aspirando praeveni, et adiuvando prosequere: ut cuncta nostra orario a te semper incipiat et per te coepta finiatur (nel Rituale romanum Pauli V Pont. Max, p. 1826).

ma anche a rinnovare spesso quest’intenzione durante il suo compi­

mento. Per ricordarmi meglio, fisso qui, le principali azioni: levata, meditazione, ogni ora di studio, ogni volta che entro in chiesa, andan­

do in refettorio, ed ogni volta che piglierò una vivanda, ad ogni ora di scuola, e frequentemente durante essa, prima dell’occupazione e nel farla, specialmente quando pensassi al sig. assistente, cominciando la ricreazione, prima di passeggiare, prima della conferenza.

17 [ottobre]. Lo stesso.

18 [ottobre]. Come ieri.

19 [ottobre]. Cercherò di ricordarmi molto più sovente, non solo di offrire ogni mia azione al Signore, ma di ripetere spesso quest’offerta anche nelle cose più piccole, e durante il compimento di esse.

20 [ottobre]. Farò proprio tutto il possibile, per offrire ogni mia azio­

ne a Gesù, e di farla in unione con lui, rinnovando spesso l’intenzione di piacere a lui solo.

21 [ottobre]. Lo stesso voglio fare con rinnovato, anzi con raddoppia­

to ardore, e con la massima diligenza. 22 23 24

22 [ottobre]. Ego dixi: nunc coepi. Se coll’aiuto di Dio, anzi se Dio si è degnato di farmi fare qualche progresso, da questo momento, con rinnovato ardore voglio non solo offrire ogni mia azione a Gesù, ma voglio riuscire a ripetere il più sovente possibile: Tutto per te, o Gesù.

Niente né per me, né per gli uomini. Inoltre voglio provarmi a cercare ogni giorno almeno tre umiliazioni.

23 [ottobre]. Lo stesso.

24 [ottobre]. Con maggior intensità, con più frequenza, con più ardo­

re, prima di ogni mia azione, durante il suo compimento, voglio con l’aiuto di Maria offrire ogni cosa a Gesù, dicendogli: Tutto, tutto per Gesù. In ogni visita mi esaminerò se l’ho praticato.

25 [ottobre]. Lo stesso.

26 [ottobre]. Prima dello studio, prima di ogni ora di scuola, prima delle pratiche di pietà, prima delle occupazioni, prima delle ricrea­

zioni, prima di andare in refettorio, prima di mettermi a passeggiare, offrirò queste azioni a Gesù; nelleseguire qualche comando farò lo stesso; e spessissimo durante le azioni precedenti ripeterò a Gesù: Tut­

to per te, niente per me, niente per chi mi guarda.

27 [ottobre]. Nunc coepi: lo stesso.

28 [ottobre]. Oltre al fare con rinnovato ardore ciò che di sopra ho promesso, voglio cercare due umiliazioni, se non altro col frequentare i due compagni con cui ho meno famigliarietà.

29 [ottobre]. Lo stesso.

30 [ottobre]. Attenendomi all’orologio della passione, e soprattutto ricordando sovente il sitio11 di Gesù in croce, voglio coll’aiuto suo riuscire a praticare interamente il proposito del giorno 26.

31 [ottobre]. Lo stesso, controllandomi in ogni visita.

9. [prima metà di novembre 1936]

Novembre [1936].

1-2-3 [novembre]. Lo stesso.

4 [novembre]. Con l’aiuto di Dio, voglio quest’oggi non fare alcuna benché minima azione, senza offrirla prima a Gesù.

11 Gv 19,28.

5 [novembre]. Lo stesso.

Esercizio della buona morte.

Virtù: imparare a far bene le pratiche di pietà, specialmente la confes­

sione settimanale, la meditazione, l’esame di coscienza, e le preghiere in comune.

Difetto: fuggire i difetti di corpo: trascuratezza, sudiceria, sgarbatez­

za; ricercatezza, ambizione, scompostezza nelle preghiere.

Patroni: tutti i santi, e le anime del purgatorio, specialmente i confra­

telli defunti.

6 novembre: Incipit vita novaV

Continuerò il mio proposito di far tutto per Gesù, fino almeno ad un’altra settimana.

Oggi, pensando che questo sia l’ultimo giorno di mia vita, voglio con l’aiuto del sacro Cuore, fare ogni cosa “con impero”, ossia offrirò ogni cosa a Gesù non solo, ma stabilendo da ogni ambiente il filo magico di don [Andrea] Beltrami, che deve costantemente unirmi col taber­

nacolo. In tutte le mie visite mi controllerò seriamente.12 13

7 [novembre]. Farò tutto per Gesù, praticando diligentemente «la giornata ad onore di Maria santissima».

12 Reminiscenza indiretta potrebbe essere firtizio dell’opera dantesca omoni­

ma: «In quella parte del libro della mia memoria dinanzi alla quale poco si po­

trebbe leggere, si trova una rubrica la quale dice Incipit vita nova. Sotto la quale rubrica io trovo scritte le parole le quali è mio intendimento d’asemplare in questo libello, e se non tutte, almeno la loro sentenzia» (Dante Alighieri, Vita nuova I 1).

13 «Le gioie più soavi piovevano nel cuore di Andrea allorché, prostrato avanti al santissimo sacramento vi passava le ore immobile, come astratto dai sensi, e nella più alta contemplazione. Pareva che l’anima, abbandonato il corpo, volasse nel santo tabernacolo, a stringersi nel bacio di amore col suo celeste amante. Gesù, velato nell’ostia santa era il centro della sua vita, l’anima delle sue azioni. Lavo­

rando, ricreandosi, passeggiando, aveva sempre il pensiero rivolto colà; e, potendo, volgeva anche la persona verso la chiesa, il santo altare. L’augusto mistero di nostra fede fu ognora... il polo a cui l’anima sua, quasi una calamita, sempre stava rivolta;

il centro della sua gravitazione spirituale; il perno di ogni movimento» (Giulio Barberis, Memorie e cenni biografici del sacerdote salesiano don Andrea Beltrami, San Benigno canavese 1912, seconda edizione, Scuola tipografica don Bosco, p. 433).

8 [novembre]. Lo stesso.

9 [novembre]. Prima di ogni azione, occupazione, ecc. offrirò tutto al Signore, ed almeno tre volte nel compimento di ognuna di esse, ripeterò l’offerta.

10 [novembre], fino a mezzogiorno.

Devo offrire al Signore queste azioni: le pratiche di pietà, le tre ore di scuola, le tre visite o quattro, l’occupazione, le due refezioni, ri­

creazioni ed il passeggiare (in tutto almeno tredici volte). Inoltre, ogni qual volta riceverò un comando da qualche superiore, farò lo stesso prontamente. In tutte queste azioni poi, rinnoverò l’offerta almeno tre volte, e, specialmente nelle azioni che durano più tempo, anche più spesso.

In tutto almeno quarantacinque volte prima di mezzogiorno.

Volte in cui mi sono dimenticalo]: una volta passeggiando, nella co­

lazione, in una visita.

Dopo mezzogiorno.

La ricreazione, lo studio e la scuola di musica, le due ore di scuola, le piccole visite, l’occupazione, la conferenza, le brevi ricreazioni, la cena, l’occupazione, le preghiere, il riposo. In ognuna di queste azioni ripeterò l’offerta almeno tre volte.

11 [novembre]. Come ieri, ripetendo però ad ogni azione sopraccen­

nata quattro volte l’offerta.

Sono mancato: qualche volta nelle ore di scuola (quattro), nelle visite (tre), passeggiando (una), durante la conferenza (due).

12 [novembre]. Ripeterò l’offerta diligentemente quattro volte in ogni azione sopra indicata.

13-14-15 [novembre]. Ripeterò l’offerta cinque volte.

10. [seconda metà di novembre 1936]

18 [novembre]. Ego dixi: nunc coepi: Voglio assolutamente quest’oggi riuscire, con l’aiuto di Dio, a finirla una buona volta con questo bene­

detto difetto: offrirò le azioni a Gesù dicendo: Niente per il mio or­

goglio; niente per chi mi guarda; tutto per piacere a te solo. Ripeterò quest’offerta cinque volte precise in ognuna delle seguenti azioni: stu­

dio, pratiche] di pietà, colazione, occupazione, visita e il passeggiare, ciascuna delle tre ore di scuola, visita e passeggiare, pranzo (trentacin- que volte più l’offerta prima di ogni azione).

Visita e ricreazione, studio e scuola di musica, ognuna delle due ore di scuola, occupazione e visita, passeggiare, lettura e benedizione, con­

ferenza e studio, cena, occupazione, passeggiare e preghiere, riposo (cinquanta).

19-20 [novembre]. Lo stesso

21 [novembre]. Amplius, Domine A Voglio riuscire quest’oggi ad of­

frire tutte le azioni sopra indicate non meno di sei volte, usando, per ricordarmi, tutte le industrie che il Signore mi ha suggerito nei giorni passati.

22 [novembre]. Lo stesso.

23 [novembre]. Lo stesso.

24 [novembre]. Con l’aiuto di Maria voglio assolutamente riuscire a praticare il precedente proposito. Userò tutti i mezzi che potrò, e in ogni visita mi farò un breve controllo.14 15

26 [novembre]. Sono per entrar nello studio, ove si corre alla perfezio­

ne. Quest’oggi, per allenarmi, farò una prova: voglio assolutamente

14 Amplius lava me Domine (Sai 51 (50),3).

15 Per il giorno 25 novembre non è presente nell’originale nessuna annotazio­

ne.

offrire ogni mia azione a Gesù, ripetendo poi l’offerta sei volte precise in ogni azione.

27 [novembre]. Lo stesso.

28 [novembre]. Ripeterò l’offerta sette volte almeno.

Novena dell’Immacolata.

I. Comincerò ad esaminarmi sui pensieri contro l’umiltà, e partico­

larmente riguardo alla presunzione, alla compiacenza, alla stima di me stesso.

IL Farò ogni giorno alcune piccole mortificazioni, in modo da poterle presentare in un bel mazzo a Maria, nella sua festa.

III. Farò benexmdL visita in ogni ricreazione, facendola servire come controllo di ogni mia azione.

IV. Mi sforzerò di praticare ciò che don [Andrea] Beltrami stabilì nella «giornata ad onore di Maria santissima».16

16 «Godeva che si sapesse e si conoscesse da tutti, che egli era così divoto della Madonna, per avere in ogni occasione maggiore libertà di parlare in lode ed in esaltazione di Maria. Il che faceva assai di frequente, con una dolcezza insieme e veemenza di affetto che mostrava di parlare proprio col cuore sulle labbra. Come soldato di Maria dormiva col rosario al braccio, oppure pendente al collo. Varie volte volendo ottenerne qualche grazia singolare, le scriveva una letterina che po­

neva poi ai piedi della sua statua. Sera proposto di promuovere la divozione di lei con narrare esempi, secondo la raccomandazione lasciata dal venerabile nostro padre don Giovanni Bosco. Ad imitazione di san Stanislao Kostka e di san Gio­

vanni Berchmans erasi fatta una raccolta di esempi e di titoli onorifici per celebrare meglio le glorie della Vergine. Chiamavaia sua madre, suo aiuto, sua protettrice.

Diceva che con la divozione a Maria egli era sicuro della salute, della sua perseve­

ranza nella vocazione, e di ottenere dal sacro Cuore di Gesù ciò che voleva» (Giulio Barberis, Memorie e cenni biografici del sacerdote salesiano don Andrea Beltrami, o.c., pp. 445-446, e cf. anche le pp. seguenti).

Ego dixi: nunc coepi.

29 [novembre]. Nutrirò sovente nell’anima mia i più bassi sentimenti di me stesso, considerando che da me solo, sono quel che ero ventanni fa, ossia nulla; e che perciò il verme della terra, il granello di sabbia, l’atomo di polvere è infinitamente a me superiore.

30 [novembre]. Oltre a questo penserò anche che da me stesso ho nulla, per cui debba stimarmi ed insuperbirmi.

11. [P rim a m età d i dicem bre 1936]

Dicembre [1936].

1 [dicembre]. Soventi volte, almeno una volta per ogni azione princi­

pale, penserò che: Nihil sum! Nihil habeoF In ogni visita poi mi esa­

minerò cercando di conoscere se nei pensieri ho commesso qualche atto di superbia.

2 [dicembre]. Esercizio della buona morte.

Virtù', studiare assiduamente in che consiste la vita religiosa, propo­

nendosi una confidenza illimitata col direttore spirituale.

Difetto: fuggire con fortezza d’animo ogni rispetto umano, lavoran­

do per acquistare un carattere virile, schietto, generoso, (sacrificato), costante, attivo.

Patroni: Gesù Bambino, l’Immacolata, don Beltrami.17 18

17 Vago richiamo a Sai 69 (68), 30: ego sum pauper et dolens salus tua Deus suscepit me.

18 Don Andrea Beltrami era visto da don Quadrio come un esempio di gioiosa sopportazione per amore della malattia, in riparazione dei peccati. «Le sue medi­

tazioni erano profonde, specialmente nel pensare a Gesù crocifisso; nella sua con­

templazione passava ore ed ore. La sua umiltà facendogli parere delitti le minime

templazione passava ore ed ore. La sua umiltà facendogli parere delitti le minime

Nel documento DIARIO E PENSIERI (pagine 33-76)

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