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Dimensione esterna

Nel documento Il sistema di sicurezza civile italiano (pagine 51-55)

3. Aspetti istituzionali

3.3 Dimensione esterna

Nel corso degli ultimi vent’anni la cooperazione e l’assistenza reciproca tra gli stati membri dell’UE è aumentata considerevolmente, sia in rela-zione alle crisi transfrontaliere sia in situazioni di emergenza riguardanti un solo Paese dell’Unione.

Ciò è dovuto anche al ruolo centrale svolto dalla stessa Unione

Euro-38 Caterina Rizzo et al., “Response to the 2009 Influenza A(H1N1) Pandemic in Italy”, cit.

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pea, la cui azione è cresciuta sia in termini di competenze che di risorse fi-nanziarie39. Ad esempio, dalla sua istituzione nel 2001 il meccanismo Eu-ropeo di Protezione Civile è stato attivato circa 150 volte per rispondere a gravi crisi, attivando il sostegno non solo degli stati membri dell’UE ma anche di Islanda, Liechtenstein, Macedonia e Norvegia40. Si tratta di uno strumento volto a facilitare la cooperazione in materia di protezione civi-le, a fornire un’adeguata preparazione alle crisi e le capacità per rispon-dere in modo efficace a catastrofi all’interno e all’esterno dell’Unione.

Con l’entrata in vigore nel 2009 del Trattato di Lisbona, viene inol-tre istituita la cosiddetta “clausola di solidarietà” inserita all’Art. 222 del TFUE che stabilisce che “L’Unione e gli Stati membri agiscono congiunta-mente in uno spirito di solidarietà qualora uno Stato membro sia oggetto di un attacco terroristico o sia vittima di una calamità naturale o provoca-ta dall’uomo”. Al 2014, la clausola di solidarietà non è mai sprovoca-taprovoca-ta attivaprovoca-ta. La clausola è un buon esempio del fatto che, attualmente, l’assistenza uma-nitaria dovrebbe essere regolata dal diritto internazionale convenzionale perché, a meno che gli Stati non siano vincolati da disposizioni specifiche di un trattato, una norma di diritto internazionale consuetudinario che copra tutte le situazioni di disastri naturali al momento non esiste41.

Considerando più da vicino la dimensione esterna del sistema di pro-tezione civile in Italia, si può affermare che esso è caratterizzato da un approccio multilaterale e bilaterale, in linea con la tradizionale politica estera e di sicurezza italiana – essendo l’Italia membro del Consiglio d’Eu-ropa, dell’UE, della NATO, dell’OSCE e delle Nazioni Unite. Attraverso il Dipartimento della Protezione Civile l’Italia partecipa al Meccanismo Eu-ropeo di Protezione Civile. Inoltre, l’Italia prende parte a numerose inizia-tive europee ed internazionali riguardanti il miglioramento e l’attuazione di politiche specifiche relative alla sicurezza civile, quali l’organizzazione di attività di formazione, scambi tra esperti ed esercitazioni congiunte42.

39 Per una panoramica degli sviluppi verificatisi in questo campo negli anni 2000 si veda Stefan Olsson, Crisis Management in the European Union. Cooperation in the Face of Emergencies, Berlin and Heidelberg, Springer, 2009. Per un’analisi completa della gestione europea delle crisi si veda Ronald Arjen Boin, Magnus Ekengren, Mark Rhinard, The Eu-ropean Union as Crisis Manager. Patterns and Prospects, Cambridge, Cambridge University Press, 2013.

40 Commissione Europea, The Community Mechanism for Civil Protection, http://ec.eu-ropa.eu/echo/policies/disaster_response/mechanism_en.htm.

41 Natalino Ronzitti, “Conclusions”, in Andrea De Guttry, Marco Gestri, Gabriella Ven-turini (eds), International Disaster Response Law, The Hague, T.M.C. Asser Press, 2012, p.

706.42 In alcuni casi, la cooperazione bilaterale ha portato a delle attività di ricerca con-giunte. Ad esempio, il progetto INTERREG IIIB ha prodotto un manuale (in italiano e

fran-AspettiistituzionAli

Ad esempio, il Dipartimento della Protezione Civile è stato coinvolto nel progetto “Strengthening the National Strategy for Forest Fire Fighting”

(Rafforzamento della strategia nazionale per il contrasto agli incendi bo-schivi) in Libano, con lo scopo di rafforzare le capacità locali libanesi per la prevenzione e la previsione di incendi.

In ragione della sua posizione nel Mediterraneo l’Italia ha istituito e promosso programmi e forme di partenariato con i Paesi vicini, tra cui ad esempio43:

• Progetto PICRIT: co-finanziato dal Programma ALCOTRA 2007-2013, volto a trovare misure efficaci per affrontare i rischi naturali che colpiscono le aree transfrontaliere di Italia e Francia, potenziando l’efficacia dei sistemi di protezione civile e gestione delle emergenze nazionali, con particolare attenzione alla sicurezza delle Infrastrutture Critiche Europee nella regione.

• Force d’Intervention Rapide Européenne (F.I.R.E. 4) è un progetto di cooperazione, promosso nel quadro del Meccanismo Europeo di Protezione Civile, tra i Paesi del Mediterraneo che sono chiamati ad affrontare tipologie di rischio analoghe. Nato nel 2007, su proposta congiunta di Francia, Italia, Portogallo e Spagna, F.I.R.E.

4 è volto a migliorare la prevenzione delle catastrofi naturali e la cooperazione nel settore tra gruppi di diversi Paesi europei.

L’obiettivo è garantire una migliore protezione dei cittadini europei attraverso lo sviluppo di una risposta rapida dell’UE di fronte a tutti i rischi legati alle catastrofi naturali. Nel febbraio 2008, il Comitato direttivo del F.I.R.E. 4 ha deciso di includere la Grecia nel progetto, per cui l’iniziativa è oggi conosciuta come F.I.R.E. 5.

• EUROMED Programme for Prevention, Preparedness and Response to Natural and Man-made Disasters (PPRD-South EUROMED) ha l’obiettivo di sviluppare e rafforzare la qualità dei servizi di protezione civile nella regione euro-mediterranea attraverso una forma di cooperazione istituzionale sia tra l’UE e i Paesi partner del Mediterraneo che tra gli stessi partner mediterranei.

• Adriatic-Ionian Initiative (AII): l’AII organizza diverse tavole

cese) sulla metodologia comune per la rilevazione dei danni causati da calamità naturali o disastri causati dall’uomo. Per maggiori informazioni si veda Dipartimento della Prote-zione Civile, Progetto DAMAGE: Développement d’Actions pour le Marketing et la Gestion Post Événements, 2006, http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_pub.wp?con-tentId=PUB137.

43 ACRIMAS, D2.1 Report on Current CM Framework, April 2012, http://www.acrimas.

eu/attachments/article/111/D2.1_ACRIMAS_Report_on_CM_Framework_v2-1.pdf.

IlsIstemadIsIcurezzacIvIleItalIano

rotonde per rafforzare la cooperazione transfrontaliera in materia di protezione dell’ambiente e da incendi44.

L’Italia ha inoltre concluso una serie di accordi di cooperazione bilate-rale e/o patti di cooperazione tecnica in materia di protezione civile con Albania, Bosnia-Erzegovina, Bielorussia, Bulgaria, Croazia, Cipro, Francia, Germania, Malta, Macedonia, Montenegro, Russia, Serbia, Sovrano Mili-tare Ordine di Malta (SMOM) e la Confederazione Svizzera, nonché con Paesi extraeuropei quali Argentina, Algeria, Armenia, Azerbaijan, Cina, Indonesia, Marocco, Emirati Arabi Uniti e Venezuela.

Anche comuni, province e regioni italiani possono stabilire progetti di cooperazione transfrontaliera con l’obiettivo di potenziare le attività di preparazione e risposta focalizzate su aree geografiche specifiche. Ad esempio, la Regione Autonoma della Valle d’Aosta ha partecipato al Pro-gramma ALCOTRA 2007-2013 con 13 progetti che comprendono il moni-toraggio di eventi sismici, rischi tecnologici e minacce NBCR45.

In generale gli accordi stabiliti dall’Italia, che posso avvenire in for-me diverse (trattato, for-memorandum, protocollo, scambio epistolare, etc.), promuovono lo sviluppo di programmi e progetti comuni, nonché assi-stenza reciproca in caso di calamità. Ad esempio, quando nel 2007 l’Ita-lia è stata colpita da incendi boschivi di forte intensità, Francia e Spagna hanno contribuito alla risposta alla crisi con l’invio di aerei Canadair (si veda Tabella 3).

44 Adriatic Ionian Initiaitive (AII), Environment, Protection Against Fire, http://www.

aii-ps.org/index.php/activities/environment-protection-against-fire.

45 Regione Autonoma della Valle d’Aosta, 13 nuovi progetti di cooperazione transfronta-liera, 3 dicembre 2012, http://appweb.regione.vda.it/dbweb/comunicati.nsf/elenconoti-zie_ita/9185decfddb4f883c1257ac900329439.

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