• Non ci sono risultati.

2.2 LA RISTORAZIONE COME PRODOTTO TURISTICO

2.3.3 LA DIMENSIONE SOCIAL

Le caratteristiche della commestibilità e della capacità nutritiva non sono le uniche a definire ciò che viene considerato cibo: nel terzo millennio, vi si accompagnano una carica simbolica e una valenza sociale.

Il saggista Enzo Bianchi (2010), sottolinea come il mangiare sia un atto di riunione e allo stesso tempo un bisogno strettamente personale ed individuale. Egli descrive la tavola di casa o la tavola di un ristorante, come un luogo della condivisione e della convivialità, dove pensieri, idee, sapori e gusti vengono scambiati dai commensali seduti a quella stessa tavola.

L’interesse verso il mondo della ristorazione e più in generale nei confronti dell’alimentazione, diventa sempre più ampio e, grazie alle innumerevoli soluzioni generate dalla rete internet, sprona chi vive il cibo come passione a condividere esperienze personali e suggerimenti preziosi con altri utenti. Questa cultura diventa in tal modo narrazione online, fatta di testi, video, immagini e suoni condivisi dalla comunità web formata da consumatori e produttori, clienti e ristoratori.

Infatti, se il cibo è il fulcro di un momento sociale e il ristorante è il tempio dove esso viene condiviso, internet funge da confessionale, dove riversare le proprie impressioni positive e negative su ciò che si è mangiato, sul locale scelto e su altri piccoli particolari che sono stati notati durante il servizio generale.

Il grande successo generato da food-blogger e da social network tematici va a sostegno di tutto ciò. Questi strumenti tecnologici vengono tuttora utilizzati da milioni di amanti del buon cibo, riunendoli in community e facendoli conversare fra loro: una rete di relazioni di fiducia e condivisione che basano la propria forza sul passaparola elettronico.

Per quanto riguarda i blog nel campo dell’enogastronomia, ne esistono alcuni curati da professionisti ed esperti, altri gestiti da semplici appassionati. Fra questi si ritrovano blog che suggeriscono ricette culinarie e riportano esperienze personali dei food- blogger, altri che trattano di prodotti tipici dell’enogastronomia con determinati consigli su come associare il buon cibo al vino giusto e così via. Nonostante alcuni risultino di

32

dubbia qualità, non è da sottovalutare la risonanza che un post può avere in rete: la notorietà del blogger potrebbe risultare lesiva, qualora postasse una recensione negativa di un dato locale, influenzando successivamente le scelte del consumatore-follower. All’interno della classifica dei food-blog italiani più visitati creata da BlogItalia.it, troviamo al 10° posto un blog di ricette (Il cavoletto di Bruxelles), al 18° posto un blog sulla cucina tipica italiana (Anice&Cannella) e al 51° posto un blog di cucina e viaggi gastronomici (Il pranzo di Babette) (Blog Italia, 2015).

Spostando l’attenzione sui social network, è naturale sottolineare la dinamicità interna ad essi: il flusso di informazioni raffigura per l’offerta una ricca fonte di notizie da cui estrapolare le mode e i trend e isolare i profili dei trend-setter e degli opinion leader in grado di esercitare un alto livello di influenza sugli altri utenti, per poi usarli come leva per promuovere prodotti e facilitare la conoscenza reciproca fra domanda e offerta. Tra i social più utilizzati e con un alto impatto emozionale, c’è senza dubbio Instagram: questo social rappresenta un ottimo mezzo di comunicazione visiva e, attraverso l’utilizzo dei giusti hashtag per archiviare e organizzare i contenuti multimediali, è un’interessante opportunità per diffondere maggiormente la cultura del cibo. Questo strumento si basa su un programma di photo-editing che permette agli utenti di scattare fotografie a diversi soggetti e modificarle grazie ad una serie di filtri fotografici. L’applicazione, lanciata nel 2010, ha avuto un successo inimmaginabile ed è riuscita in soli 5 anni ad ottenere l’iscrizione di 400 mila utenti attivi in tutto il mondo. Facendo riferimento al concetto della ristorazione 2.0, intesa come declinazione del web 2.0 nell’ambito del servizio ristorativo, è interessante scoprire come questo social media sia il mezzo attraverso il quale sono state condivise 160 milioni di foto categorizzate con l’hashtag #Food.

Domanda e offerta ristorativa usano Instagram per presentarsi alla comunità attraverso foto di piatti e cibi: oltre a postare le immagini, vi è la possibilità di lasciare un commento e di leggere quelli lasciati da altri utenti web. (Figure 2.7)

33

(Fonte: Instagram.com)

Dall’analisi delle figure precedenti si evince come tale strumento possa essere di grande aiuto ad un ristorante nel definire la propria identità online attraverso immagini e video: Per coinvolgere il consumatore e renderlo protagonista di fronte allo schermo, il ristorante potrà usare il social media per inserire le immagini dei piatti di stagione, le foto dello staff e le video-ricette eseguite dallo chef: creerà in tal modo una rete di potenziali clienti che saranno invogliati dai contenuti multimediali postati, a recarsi nel locale e provare personalmente la cucina e perché no, a scattare qualche foto.

Un altro photo-network da annotare è FoodSpotting e qui il tema principale è l’enogastronomia. La community internazionale composta da quasi 800 mila utenti, condivide istantanee di cibo in tutte le sue forme: piatti di cucina italiana, grigliate di carne argentina, street food orientali e tanto altro. Questa piattaforma social permette la geo-localizzazione dei piatti, riuscendo a miscelare le attività online con quelle “onland” degli utenti che sono sempre più spinti ad informare la rete sulla frequentazione di loro locali pubblici e ristoranti preferiti. Questa applicazione è pensata in un’ottica mobile friendly, in conformità alle caratteristiche del nuovo viaggiatore post-moderno: attraverso una mappa multimediale e una selezione di filtri (posizione geografica, upload più recenti, upload migliori, etc..), apparirà agli occhi dell’utente web un menù fotografico composto e commentato direttamente dai clienti che hanno fruito di un pasto nel locale selezionato attraverso la fotografia.

34

invogliare i clienti a prenotare un tavolo. (Figura 2.8)

Figura 2.8 – Estratto della homepage di FoodSpotting

(Fonte: www.foodspotting.com)

Trovare il giusto connubio fra la dimensione istituzionale del ristorante e la dimensione sociale, coordinata tramite un social network, un blog o una piattaforma dove appostare la propria recensione, può fare la differenza. Gli utenti 2.0 rappresentano oggigiorno una fonte affidabile e fidata e la comunità segue e si lascia influenzare da loro: le persone grazie a strumenti tecnologici sempre più avanzati possono informarsi ed interagire durante tutto l’anno, valutando i commenti e rispondendo a loro volta con il loro pensiero (Milano e Tapinassi, 2013).

35

I SITI DI RATING NELLA RISTORAZIONE

Premessa

“All’interno di uno spazio in costruzione, liquido e in continua trasformazione, si trovano rappresentazioni virtuali di luoghi fisici che si adattano alla natura sintetica dello spazio internet, diventando freddi ed intricanti database numerici” (Cadioli, 2011). Il mondo della ristorazione online risulta agli occhi del turista post-moderno come un insieme di classifiche e recensioni che trovano nei siti di rating la sua massima espressione. Affidandosi ad un passaparola elettronico che corre su binari tracciati da altri utenti web, il turista 2.0 si lascia influenzare da un commento lasciato da un viaggiatore che ha condiviso in rete la sua gratificante esperienza gourmet o il suo malcontento per le aspettative tradite.

Documenti correlati