2. Impact investing: inquadramento generale
2.4. Dimensioni e caratteristiche del mercato internazionale
La dimensione del mercato internazionale dell’impact investing, che assume modalità molteplici e diversi gradi di intensità, non avendo una definizione univoca e universalmente riconosciuta e acquisendo connotazioni molto diverse in termini sia di strumenti finanziari che
organizzazioni internazionali e i network specifici di questo settore presentano stime anche molto diverse tra loro. Il GIIN (Global Impact Investing Network), nell’indagine del 202067 rivolta agli investitori ad impatto e aggiornataannualmente da ormai quattro anni, afferma che i soggetti che rispondono alla loro intervista semi-strutturata gestiscono complessivamente 404 miliardi di dollari americani (USD) nel mercato della finanza a impatto, che amministrano con variegate asset allocation in diversi settori e regioni del mondo e mediante strumenti finanziari diversi. La metà degli investimenti è indirizzata ai mercati emergenti e i soggetti che hanno risposto all’intervista sono 294 in tutto il mondo. Si tratta di organizzazioni differenti (gestori di fondi, banche, fondazioni, famiglie, fondi pensione) e con provenienze variegate, anche se, principalmente concentrati in Canada e negli USA (Figura7). Gli investitori che hanno partecipato a tutte le indagini proposte dal GIIN hanno registrato complessivamente un tasso di crescita nell’ammontare di capitale investito nel mercato dell’impact investing di circa il 17% annuo (Compounded Averag e Growth Rate - CAGR68) negli ultimi quattro anni (2015-2019). Questa crescita non è avvenuta in maniera uniforme: i Paesi che investono maggiormente in questa strategia di investimento sono quelli dell’Asia centrale e meridionale e dell’Africa settentrionale e i settori in maggiore espansione sono le aree di impatto dell’housing sociale, dell’innovazione tecnologica e della sanità ed igiene.
67The GIIN (2020). Annual Impact Investor Survey.
68https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/cagr-259.htm. “Il tasso annuo di crescita composto, più
comunemente noto come CAGR dall’acronimo Compounded Average Growth Rate, rappresenta la crescita percentuale media di una grandezza in un lasso di tempo. Dato per esempio il fatturato X di un’azienda all’anno
t1 e il fatturato Y di un’azienda nell’anno tn, il CAGR dei ricavi indica la crescita percentuale media annua dei
ricavi. Può essere per esempio applicata per calcolare il capitale finale che si realizza quando si investe in un’obbligazione a reddito fisso per un numero di anni. Va evidenziato che il risultato che questa formula fornisce è decimale, quindi per ottenere la variazione percentuale bisognerà moltiplicare il tutto per 100.”
Figura7: Asset Under Management sull' impact investing. Fonte: The GIIN (2020), The annual
investor survey
La medesima organizzazione (GIIN), con una metodologia di stima differente, aveva, nel 2018 all’interno del report “Sizing the Impact Investing Market”, stimato il mercato in maniera diversa, affermando che l’ammontare complessivo di attività finanziarie investite nel mercato dell’impact investing fosse pari a 502 miliardi di dollari USD. Questa stima è stata effettuata aggregando i dati di più di 1300 impact investor nel mondo, con un approccio multistakeholder. Il GIIN definisce questa stima come “the most rigorous analysis to date of the current size and composition of the impact investing market”69.
Nei report GIIN, i dati sull’Europa sono suddivisi considerando insieme i Paesi dell’Europa centrale, meridionale e settentrionale mentre i Paesi l’Europa orientale sono uniti con parte dell’Asia e non sono state elaborate analisi specifiche del fenomeno dell’impact investing per l’intera Europa.
I settori in cui vengono collocate la maggior parte delle risorse finanziarie sono le energie rinnovabili, la microfinanza e gli altri servizi finanziari (ad esclusione della microfinanza). La maggior parte degli investitori (51%) sono gestori di fondi for profit.
Per quanto riguarda il caso specifico europeo, una delle fonti di dati più attendibile è sicuramente l’EUROSIF, che nel 2018 stimava complessivamente il mercato dell’impact
investing europeo incirca 180 miliardi di euro, con un tasso di crescita (CAGR) del 5% annuo rispetto al 2017.
Sia l’EUROSIF che il GIIN effettuano le stime di mercato sulla base delle indagini che conducono con gli investitori, le quali dipendono anche dalle reti di contatti che queste organizzazioni hanno e dal tasso di risposta degli attori di mercato. Consideratala soggettività delle metodologie e dei soggetti coinvolti nelle indagini, i risultati non possono essere ritenuti né esaustivi e precisi nella stima complessiva del mercato dell’impact investing né confrontabili. Non è possibile quindi affermare che il tasso di crescita dell’Europa (5%) sia inferiore rispetto a quello globale (17%) in quanto le stime sono state probabilmente eseguite su soggetti differenti. Molti degli intervistati dell’EUROSIF sono i soci delle organizzazioni nazionali che compongono questa rete e non rientrano tra gli impact investor elencati dal sistema Impact Base del GIIN. Anche le stime di asset under management prodotte dalle due organizzazioni riguardo l’Europa appaiono molto diverse.
A questo panorama si aggiunga il fatto che non esiste un quadro normativo di riferimento che definisca puntualmente queste forme di investimento e che ponga degli obblighi ai finanziatori che si considerano impact investor, per cui tutte le stime prodotte attualmente si basano su autodichiarazioni degli investitori stessi e sulla definizione del fenomeno adottata dal soggetto specifico che effettua la raccolta dati.
Inoltre, come sottolineato precedentemente, il fenomeno dell’impact investing comprende forme di impresa, di strumenti finanziari e di aree di impatto molto variegate e che cambiano di Paese in Paese, quindi anche le metodologie di rilevazione dell’ampiezza del mercato devono considerare il contesto specifico. Ad esempio, in Paesi bancocentrici e particolarmente orientati all’investimento in strumenti obbligazionari piuttosto che azionari le stime del mercato dell’impact investing dovrebbero concentrarsi maggiormente sugli strumenti di debito e su forme di investimento che hanno realmente attecchito nel singolo Paese, mentre in altri contesti la componente azionaria e dei fondi di investimento venture capital, private debt e private equity è molto più rilevante. Infatti, nei mercati finanziari la rilevanza delle banche o degli altri intermediari finanziari varia nelle diverse giurisdizioni e dipende dal grado di sviluppo del sistema finanziario70. Nei mercati finanziari ampiamente sviluppati, come quello degli USA, l’attivo patrimoniale complessivo degli intermediari non bancari rappresenta circa il 62% del totale dei mercati finanziari mentre in Paesi
70Signorini L., Non-Bank Finance: opportunities and risks Speech by the Deputy Governor of the Bank of Italy.
economicamente sviluppati ma con mercati finanziari meno in espansione, come quello italiano, il sistema non bancario rappresenta una percentuale inferiore al 30% del totale dell’attivo patrimoniale complessivo del mercato finanziario71.
L’unico elemento su cui concordano tutte le organizzazioni internazionali e i lavori di ricerca prodotti è il fatto che l’impact investing sia un fenomeno in enorme crescita ed espansione e che stia suscitando interesse anche in tutti gli intermediari finanziari tradizionali, che cominiciano ad essere obbligati a confrontarsi con queste tematiche per rispondere alle nuove sfide del futuro e alle richieste dei loro clienti.