• Non ci sono risultati.

Direttore Generale per il Mercato del Ministero dello Sviluppo Economico

51

R

accolgo spesso e con piacere i contributi dalle persone che sono più esperte di me nei settori che sono chiamato a regolare. Ho piacere a lavorare con passione presso il Ministero, come Direttore per la concorrenza e, quindi, tutti i temi che riguardano la regolazione mi affascinano, anche se il mondo della sanità è oggettivamente uno dei più complicati da gestire.

Il Prof. Ricciardi, in “Pillole per una Sanità sostenibile”, ha sostanzialmente annunciato che in Italia sta arrivando una tempesta perfetta, cosa che io condivido in pieno. Ogni tempesta, come ri-corda ancora il prof. Ricciardi, è sempre preceduta da segnali deboli, spesso impercettibili, che però possono annunciare disastri che, a volte, sono – anche se non evitabili – perlomeno in parte gestibili.

E quali sono sostanzialmente questi segnali della tempesta perfetta?

Intanto, la volontà del nostro Sistema Sanitario Nazionale (decentrato a livello regionale), ormai risalente agli inizi degli anni Duemila, di operare senza vincoli di bilancio: ci sono strutture sani-tarie, ma anche alcune regioni, che ormai si trovano ad affrontare deficit strutturali che potranno essere ripianati solo nel lungo periodo.

E quali sono le idee che il Prof. Ricciardi giustamente propone?

In primo luogo, la prevenzione, l’attività seria di prevenzione delle malattie potrebbe aiutare ad evitare tutta una serie di casistiche di cure che sono spesso molto lunghe e molto onerose.

E poi un’assistenza primaria di qualità.

Anche a mio parere, il tema fondamentale del nostro Paese è la mancanza di un’assistenza medica di base: e questo è un tema importantissimo.

Voglio raccontare un’esperienza: in un sistema come il nostro, che pone l’universalità dell’assi-stenza sanitaria come principio cardine, a mio parere assolutamente condivisibile, e che ci permette di essere all’avanguardia rispetto a tantissime altre realtà istituzionali e paesi del nostro contesto storico e sociale, a volte si riscontrano circostanze incredibili.

Questo anno, poco dopo le festività natalizie, ho dovuto accompagnare un parente in ospedale, nel corso della notte. In uno dei tanti pronto soccorso del nostro territorio – che non menzionerò

52

per ragioni di riservatezza – sono stato fino alle quattro e mezza del mattino, in condizioni onesta-mente penose.

Le condizioni in cui ci siamo trovati non permettevano la permanenza e, giunti al mattino, il mio parente, anziano, si è visto costretto a firmare la liberatoria per uscire, non potendo restare ad aspettare in barella per più tempo.

Quello sarebbe stato il destino di chi, come nel mio caso, avrebbe dovuto ricevere assistenza, dopo essersi speso per il nostro Paese, dopo una vita intera di dedizione alla famiglia, dopo aver lavorato, contribuito alle spese del nostro sistema: se ad anni 84 ti rivolgi ad un pronto soccorso in Italia, il tuo destino è di restare sul lettino in attesa per tre giorni.

E tra l’altro non sarebbe stato l’unico caso.

Queste sono le condizioni in cui il nostro sistema sani-tario ormai è arrivato.

Quindi, voglio dire, ci sono delle condizioni di disequi-librio strutturale e gestionale ormai non più sostenibili, che a volte causano condizioni di non adeguata assistenza. Io credo che invece migliorare l’assistenza medica di base possa essere il primo ed il più importante passo per evitare che i nostri ospedali, soprattutto quelli con prima assistenza, vengano a trovarsi in situazioni non gestibili.

Naturalmente tengo a precisare che il lavoro dei me-dici presso queste strutture meriterebbe una medaglia al valore civile, affrontando ogni genere di difficoltà. Bisogna permettere a questi eroi di ottenere con-dizioni di lavoro sostenibili, come è necessario che sia in un Paese civile.

Un altro tema da porre all’attenzione è il disequilibrio strutturale tra i diversi territori del nostro Paese.

Quindi abbiamo non solo un disequilibrio strutturale, ma abbiamo anche un disequilibrio che fa sì che moltissime delle risorse economiche destinate alla Sanità non vengano allocate efficiente-mente su tutto il territorio: fermo restando le competenze istituzionali di altre Amministrazioni diverse da quella cui appartengo, appare opportuno avviare una riflessione più ampia e che porti ad una revisione del sistema di assistenza e di prestazione dei servizi.

SICUREZZA DELLE CURE E RESPONSABILITÀ DEGLI OPERATORI LA LEGGE 24/2017 NEI PRIMI DUE ANNI DI APPLICAZIONE PARTE I IL RUOLO DELLE ISTIUTOZIONI

Un altro tema da porre all’attenzione è il disequilibrio strutturale tra i diversi territori del nostro Paese. Quindi abbiamo non solo un disequilibrio strutturale, ma abbiamo anche un disequilibrio che fa sì che moltissime delle risorse economiche destinate alla Sanità non vengano allocate efficientemente su tutto il territorio

53

Noi abbiamo un compito molto importante adesso.

Questa è stata, a mio parere, una legge molto importante, che ha inserito novità e principi rile-vantissimi: il rafforzamento del diritto alla salute, nuove previsioni in materia di responsabilità per la struttura ospedaliera ma anche per gli esercenti le professioni sanitarie.

E poi, la disciplina sui Fondi di riserva e di garanzia.

Diversi mesi fa le strutture tecniche del Ministero hanno prodotto un primo schema di decreto, condividendolo con le altre Amministrazioni interessate e con le principali associazioni rappresen-tative di interessi nel settore.

Il cambio di Governo, data la complessità dei temi trattati, ha richiesto un ulteriore approfondimento. Vi posso però comunicare che proprio nel corso della prossima settimana ci sarà un incontro importante al Ministero dello sviluppo economico, con la convocazione anche delle altre Ammini-strazioni interessate e delle principali associazioni rappresentative, per promuovere un ulteriore confronto, al fine di definire l’ultima versione dei decreti attuativi, ormai elaborati da tempo.

Abbiamo ampiamente rappresentato il perimetro di questa complessità.

Io credo che si debba andare verso un sistema di maggiore equilibrio dell’intero settore. Attraverso quali modalità? Sicuramente una modalità importante è il governo del rischio. Cioè, quello che introduce sostanzialmente la Legge Gelli sono principi attraverso i quali il ri-schio non può essere più demandato, anche lì, ad una gestione pressoché schizofrenica.

Io onestamente sarei stato per un passaggio più rigido, accompagnato da un congruo periodo transitorio, verso una forma di copertura assicurativa di natura tradizionale.

Vi confesso che temo che nella gestione operativa delle singole realtà possano non essere sempre reperibili le adeguate professionalità per la gestione dei rischi. Invece, il sistema duale previsto dalla legge che, come funzionari dello Stato naturalmente ed assolutamente osserveremo, a mio parere, rischia di tenere in piedi un sistema misto la cui opportunità, nel lungo periodo, stento a vedere.

Il mio parere: sarebbe stato meglio, sia pure ripeto con un sufficiente periodo transitorio, tenta-re di passatenta-re definitivamente a forme di copertura diverse.

Sicuramente l’obiettivo della legge è importante.

L’obiettivo primario è quello della tutela del paziente. Però si riconosce nel contempo una libertà di azione, sia dell’esercente la professione che della struttura sanitaria, e anche questi mi sembrano principi di civiltà molto, molto importanti.

L’ATTUAZIONE DELLA LEGGE 24/2017 PER UN SISTEMA DI EQUILIBRIO DEL SETTORE MARIO FIORENTINO

54

In ultimo, io credo che le Aziende ospedaliere e le Strutture Sanitarie dovranno dotarsi – è pre-visto nella legge istitutiva naturalmente, ma lo prevediamo soprattutto nei decreti attuativi – della figura di un responsabile, di un risk manager, che possa assolutamente coordinare le varie compe-tenze che ci sono nel settore. Che non sono soltanto quelle mediche in senso stretto, ma sono anche quelle della gestione dell’organizzazione.

Per coordinarle occorre istituire queste strutture all’interno di ogni singola Azienda ospedaliera, e probabilmente con un forte coordinamento a livello regionale, per fare sì che attraverso l’analisi dei dati e dei rischi si possa arrivare ad una migliore gestione, più razionale e sicuramente meno disorganica di quello che è avvenuto fino ad oggi. n SICUREZZA DELLE CURE E RESPONSABILITÀ DEGLI OPERATORI LA LEGGE 24/2017 NEI PRIMI DUE ANNI DI APPLICAZIONE

RIFLESSIONI SULL’IMPATTO DELLA LEGGE 24/2017