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Direzione Sociosanitaria

PARTE B – AGENZIE DI TUTELA DELLA SALUTE (ATS)

P. 7 RETE REGIONALE PER LA PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE

B.2.5 Direzione Sociosanitaria

Alla Direzione Sociosanitaria afferiscono i seguenti Dipartimenti/articolazioni territoriali e alla stessa compete lo sviluppo delle relazioni con i rappresentanti degli Enti locali.

B.2.5.1 Dipartimento della Programmazione per l’Integrazione delle Prestazioni Sociosanitarie con quelle Sociali

Il Dipartimento della programmazione per l’integrazione delle prestazioni sociosanitarie con quelle sociali (Dipartimento PIPSS) rappresenta un elemento innovativo nell’organizzazione delle ATS e punta a rafforzare il ruolo dell’Agenzia rispetto alla promozione dell’integrazione dei servizi sanitario, sociosanitario e sociale e a favorire la realizzazione di reti sussidiarie di supporto.

Il Dipartimento opera di concerto con il Dipartimento programmazione, accreditamento, acquisto delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie (Dipartimento PAAPSS), e con il Dipartimento di cure primarie,

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nell’ambito del governo della domanda, dando attuazione alle linee di indirizzo ed alla programmazione locale della ATS, nell’ambito del governo dei percorsi e delle strutture di presa in carico.

Il riferimento per i dipartimenti è la Direzione Strategica, con una prevalente afferenza alla Direzione Sociosanitaria per il Dipartimento PIPSS e di Cure Primarie, in relazione alle specifiche attività di raccordo con la rete sociale e di definizione dei percorsi integrati di presa in carico.

Lo strumento della negoziazione con le strutture sanitarie e sociosanitarie può costituire una leva efficace per responsabilizzare gli erogatori nella realizzazione del percorso di cura integrato multidisciplinare, della continuità delle cure, dell'appropriatezza della presa in carico.

La negoziazione viene, pertanto, condotta dal Dipartimento PAAPSS in stretto raccordo con il Dipartimento PIPSS, al fine di dare attuazione ai percorsi di integrazione, di continuità delle cure, di presa in carico e accessibilità.

L’integrazione è un processo che richiede la valutazione dei bisogni della persona e del suo contesto familiare, la realizzazione di adeguati percorsi assistenziali, attraverso modelli organizzativi che assicurino una erogazione tempestiva, appropriata e coordinata degli interventi sanitari, sociosanitari e sociali, previsti per la persona presa in carico, attraverso la creazione di reti di unità d’offerta. .

Il Dipartimento PIPSS assicura la funzione di governo del percorso di presa in carico della persona in tutta la rete dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali.

Il presupposto per lo svolgimento delle attività del Dipartimento è che sia garantita, all’interno del Dipartimento o in altra articolazione dell’Agenzia, la funzione di rilevazione e analisi dei dati epidemiologici, assicurando una gestione coordinata dei diverse fonti informative disponibili, nonché l’elaborazione di analisi integrate dei bisogni orientate, in particolare, alla programmazione territoriale.

Premesso che ogni ATS adotta l’organizzazione interna più idonea alla propria realtà territoriale, vanno quindi ricondotte al Dipartimento PIPSS diverse funzioni:

1. Funzione di raccordo tra il sistema sociosanitario nel suo complesso ed il sistema sociale.

Il Dipartimento svolge la funzione di raccordo con il territorio coordinando la programmazione sociosanitaria con la programmazione e sociale e definendo e verificando la realizzazione degli interventi secondo percorsi e processi condivisi.

Le azioni di sistema introdotte nell’arco della X legislatura, sia nel sistema sociale sia su quello sociosanitario, hanno consentito un’evoluzione in linea con la riforma dettata dalla l.r. 23/2015, fondata sulla presa in carico globale della persona; ciò in un articolato complesso di risposte ai bisogni della persona e della famiglia all’interno di una reta d’offerta consolidata (rete delle strutture accreditate) costituente il primo pilastro del welfare e dall’insieme di risposte integrate, flessibili e modulabili governate dal sistema di voucher che trova il suo fondamento nell’istituzione, con la DGR n. 116/2013, del Fondo regionale a sostegno della famiglia e dei suoi componenti fragili in ambito sociosanitario e nell’istituzione delle politiche di reddito di autonomia e di inclusione, in ambito sociale.

L’attuale sistema sociosanitario, pertanto, oggi risulta costituito da unità d’offerta standardizzate con propri requisiti oltre che da misure flessibili e modulabili in relazione all’intensità del bisogno della persona remunerabili anche attraverso il sistema dei voucher.

Per tale funzione di coordinamento, si avvale di una cabina di regia con funzioni consultive ed opera con gli Uffici di Piano ed i Sindaci del territorio al fine di realizzare le seguenti azioni:

 analisi dei bisogni e individuazione delle risorse disponibili, sia in termini di servizi/unità d’offerta pubbliche e private accreditate e a contratto, sia in termini di risorse economiche nell’ambito istituzionale e, eventualmente, extraistituzionale;

 promozione e il sostegno del lavoro di rete fra i diversi attori del territorio, compresi associazioni di categoria, associazioni di terzo settore e volontariato, terzo settore, ecc.;

 individuazione di modelli di intervento per lo sviluppo di un approccio integrato in ordine alla valutazione e alla presa in carico dei bisogni da realizzarsi anche attraverso l’integrazione di risorse e strumenti;

 monitoraggio di modelli di intervento integrati attraverso strumenti condivisi;

 istituzione e gestione di tavoli tematici.

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2. Funzione di coordinamento e monitoraggio delle progettualità innovative nell’ambito dell’offerta di servizi di integrazione tra le reti sociosanitaria e sociale.

Nell’ambito della programmazione regionale, il Dipartimento promuove, sviluppa e monitora le progettualità finalizzate ad assicurare la continuità assistenziale e l’appropriata collocazione delle persone, in particolare dei soggetti fragili, all’interno delle reti di servizi, sia nell’ambito del sostegno della famiglia e dei suoi componenti fragili, delle dipendenze, della salute mentale e di altre fragilità.

Il Dipartimento promuove, inoltre, modelli innovativi di presa in carico in grado di integrare le diverse risposte ai bisogni complessi degli utenti fragili.

3. Funzione di governo della presa in carico e dei percorsi assistenziali.

Il Dipartimento promuove e adotta protocolli e procedure per il governo della presa in carico e per assicurare la continuità assistenziale in tutta la filiera dei servizi, al fine di integrare le prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali nei percorsi di assistenza, cura e riabilitazione, assicurando la libera scelta tra i vari erogatori (ASST e privati accreditati).

Nell’ambito del governo della presa in carico definisce, in accordo con le indicazioni regionali, i criteri e le modalità di attuazione della valutazione multidimensionale e personalizzata del bisogno e secondo il principio di appropriatezza e garanzia della continuità assistenziale da parte degli erogatori pubblici e privati, monitorandone gli esiti.

In raccordo con il Dipartimento di Cure Primarie e con il Dipartimento PAAPSS, promuove la continuità assistenziale attraverso la definizione di percorsi finalizzati a tutelare la persona fragile, che si avvalgono di protocolli per le dimissioni protette e dell’individuazioni di reti (RICCA, reti di patologia, compresa l’area della NPI reti cure palliative, ecc.)..

Sulla scorta dei dati epidemiologici e dell’analisi dei bisogni, attua il governo della domanda, identificando i target di popolazione prioritari e definendo le modalità di presa in carico delle persone fragili da parte degli enti erogatori, anche in modo proattivo.

Assicura l’integrazione anche attraverso l’adozione di sistemi informativi orientati alla gestione dei percorsi e alla condivisione delle fonti (sanitarie, sociosanitarie e sociali) per una migliore identificazione dei bisogni e dei servizi utilizzati dai singoli target di utenti.

Promuove, inoltre, iniziative formative e informative nell’ottica di sviluppare, nel sistema, una cultura volta a superare la frammentarietà dei percorsi.

Il Dipartimento interviene direttamente nella gestione di eventuali casi complessi, che non trovino percorsi adeguati all’interno delle reti degli erogatori, individuando le soluzioni più appropriate e monitorandone l’attuazione.

Si ritiene opportuno, in tale parte evidenziare come la l.r. 23/2015 con specifico riguardo al Dipartimento PIPSS prevede, esplicitamente, la possibilità di attivare una “cabina di regia con funzioni consultive rispetto alle attività del dipartimento, la cui composizione è determinata dal Direttore generale dell’ATS secondo le linee guida stabilite dalla giunta regionale anche al fine di risolvere le situazioni di criticità di natura sociosanitaria riscontrate nel territorio di propria competenza”.

Si evidenzia, al riguardo e fermo restando il fatto che la valutazione delle criticità sul territorio di competenza necessariamente rinvia ad una valutazione della stessa ATS che l’eventuale costituzione della suddetta cabina di regia, coordinata dal Direttore sociosanitario deve necessariamente prevedere, oltre alla presenza del direttore del Dipartimento PIPSS:

 dei responsabili che, per materia, il Direttore generale della ATS ritiene opportuno individuare;

 i Direttori sociosanitari delle ASST;

 i rappresentanti dei gestori delle Unità d’Offerta/servizi interessati alle tematiche oggetto della cabina di regia;

 i rappresentanti degli Enti locali/rappresentanti conferenza o assemblea distrettuale;

 coordinatori/responsabili Uffici di Piano .

A titolo meramente indicativo si rileva che le singole ATS, nel quadro della loro autonomia organizzativa, verifichino l’opportunità di avviare, nell’ambito della cabina di regia anche attraverso sotto gruppi, lo sviluppo di aree specifiche che la l.r. 23/2015 pone al centro dell’interesse del sistema quali:

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 l’area della presa in carico delle persone anziane non autosufficienti;

 l’area della presa in carico delle disabilità nell’area dell’età evolutiva anche con riferimento alle problematiche relative ai disturbi dello spettro autistico;

 l’area delle disabilità in età adulta con riferimento anche alle malattie neurodegenerative.

Risulta evidente che la definizione della dimensione territoriale di tale cabina di regia è lasciata alla valutazione del Direttore generale dell’ATS in ragione delle specificità territoriale che lo stesso rilevasse.

Il Dipartimento opera per dare piena attuazione al modello sopradescritto anche avvalendosi dei Distretti della ATS.

B.2.5.2 Conferenza dei sindaci

La conferenza dei sindaci è composta dai sindaci, o loro delegati, dei comuni compresi nel territorio delle ATS e si articola in:

a. l’assemblea dei sindaci del distretto;

b. l’assemblea dei sindaci dell’ambito distrettuale.

Le conferenze dei sindaci, in particolare:

a) formulano, nell’ambito della programmazione territoriale dell’ATS di competenza, proposte per l’organizzazione territoriale dell'attività sociosanitaria e socioassistenziale, con l’espressione di un parere sulle linee guida per l’integrazione sociosanitaria e sociale. Partecipano inoltre alla definizione dei piani sociosanitari territoriali all’interno delle cabine di regia di cui all’articolo 6, comma 6, lettera f) della l.r. n. 33/2009;

b) partecipano alla verifica dello stato di attuazione dei programmi e dei progetti di competenza delle ATS con particolare riferimento a quelli relativi alle ASST;

c) promuovono l’integrazione delle prestazioni e/o delle funzioni sociali, con le funzioni e/o le prestazioni dell’offerta sanitaria e sociosanitaria;

d) esprimono il proprio parere sulla finalizzazione e sulla distribuzione territoriale delle risorse finanziarie.

Per l'esercizio delle sue funzioni la conferenza dei sindaci si avvale del consiglio di rappresentanza dei sindaci eletto dalla conferenza stessa.

L’assemblea dei sindaci del distretto, anche con l’ausilio delle sue articolazioni per ambiti distrettuali svolge altresì le funzioni del comitato dei sindaci del distretto.

B.2.6. Distretti

In attuazione a quanto previsto dal testo vigente dell’art. 7 bis della l.r.33/09 e s.m. e i., i distretti, afferenti gerarchicamente alla direzione generale, dipendono funzionalmente al Dipartimento della programmazione per l’integrazione delle prestazioni sociosanitarie con quelle sociali.

Sono infatti i distretti che contribuiscono, con autonomia economica-finanziaria nell’ambito delle risorse assegnate, alle funzioni definite dal comma 5 di detto articolo, che comprendono attività prioritariamente garantite dal Dipartimento della programmazione per l’integrazione delle prestazioni sociosanitarie con quelle sociali, quali: analisi e governo della domanda del territorio di competenza, informazione, educazione e orientamento dell’utenza, promozione della salute.

I distretti della ATS, che partecipano alla cabina di regia, danno inoltre attuazione, sul territorio di propria competenza, alle ulteriori funzioni del Dipartimento della programmazione per l’integrazione delle prestazioni sociosanitarie con quelle sociali, interagendo con tutti i soggetti erogatori e con il coinvolgimento, per i servizi di competenza, degli altri attori presenti sul territorio (uffici di piano e sindaci, associazioni di categoria, associazioni di volontariato, terzo settore, ecc.), al fine di realizzare la rete d’offerta territoriale atta ad assicurare la funzione di governo del percorso di presa in carico della persona nei servizi sanitari, sociosanitari e sociali.

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In ogni ATS il numero dei distretti corrisponde al numero delle ASST afferenti, secondo un modello organizzativo che deve tener conto delle caratteristiche di ciascun territorio, in base alle indicazioni del comma 2 del citato articolo 7 bis.

Laddove le caratteristiche territoriali lo permettano, ovvero in presenza di un’area territoriale omogenea, ben integrata e caratterizzata da adeguati collegamenti interni e rilevanti interdipendenze funzionali (presenza di una rete di servizi sanitari e sociosanitari con un bacino di utenza interdistrettuale), il modello organizzativo può prevedere l’individuazione di un unico responsabile per più distretti.

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