SULL’ORGANISMO
3.4 Disapprovazione sociale e percezione del rischio
Come visto nei capitoli precedenti, la cannabis è la sostanza illecita più utilizzata in Europa, negli Stati Uniti e nel resto del mondo (EMCDDA, 2016; SAMSHA, 2015; Johnston LD et al., 2015). Il primo uso avviene di solito nel periodo dell’ado- lescenza (Chen CY et al., 2009; King KM et al., 2007; Kandel DB et al., 1992) e studi prospettici hanno dimostrato che l’uso di cannabis in adolescenza è associato ad importanti effetti nel breve e nel lungo periodo (Volkow ND et al., 2016; Feeney KE et al., 2016, Peyret E et al., 2014; Lynskey M et al., 2000).
Come esplicitato nel capitolo precedente, l’uso di cannabis in adolescenza può tro- vare origine in molteplici fattori (individuali, famigliari, ambientali, ecc.) che vanno dall’uso di droghe da parte dei genitori (Fergusson DM et al., 1998), il controllo dei genitori sul soggetto (Pilgrim CC et al., 2006; Hill KG et al., 2005), l’ambiente famigliare (Burt SA et al., 2004; Fergusson DM et al., 1994), tratti di personalità (Krueger RF et al., 2002; Cloninger CR et al., 1993), ecc. Questi fattori esprimono molto bene le differenze individuali nell’uso di cannabis.
Tuttavia, esistono altri fattori a livello di popolazione, come quelli legati all’ambito scolastico, al vicinato, al periodo storico, che possono avere la loro significativa influenza sull’uso di sostanze, e di cannabis in particolare (Galea S et al., 2009; Wells JE et al., 2009). E’ quindi importante prendere in considerazione anche que- sta tipologia di fattori considerato come cambia l’uso di cannabis nel tempo, fermi restando i fattori di rischi individuali.
Le stime epidemiologiche americane indicano che l’uso di cannabis tra gli adole- scenti ha storicamente raggiunto un picco alla fine degli anni ’70, è quindi diminuito in maniera importante durante gli anni ’80 per poi risalire negli anni ’90 e riprendere a ridursi e poi ad aumentare successivamente (Johnston LD et al., 2015). Un mec- canismo alla base dell’aumento e della diminuzione della prevalenza dell’uso di cannabis nella popolazione risiede anche nelle norme sociali che riguardano l’uso stesso, come l’attitudine alla disapprovazione o approvazione sociale. A livello in- dividuale, infatti, la disapprovazione dell’uso di cannabis e la percezione delle
norme sociali rispetto all’uso giocano un ruolo importante nello spiegare l’uso di sostanze (Wells JE et al., 2009; Baranowski T et al., 1997). Infatti, le percezioni degli individui possono essere influenzate da errati processi di valutazione (es. i consumatori adolescenti di sostanze possono riferire che la comunità ha norme per- missive mentre adolescenti della stessa comunità che non consumano sostanze po- tranno dire il contrario (Nurco DN et al., 1996; Dembo R et al., 1986). In pratica, l’ampio contesto sociale in cui si trovano i giovani può influenzare i comportamenti come l’uso di cannabis in aggiunta ai fattori individuali, famigliari, ambientali, ecc. In linea con questa tesi, diversi studi condotti su adulti bevitori hanno indicato che le norme sociali presenti nel gruppo, nel vicinato e sul posto di lavoro possono pre- dire il consumo individuale di alcol, anche dopo il controllo dei fattori di rischio individuali (Ahern J et al., 2008; Barrientos-Gutierrez T et al., 2007).
Ad esprimere bene cosa si intenda per disapprovazione sociale si ricorda lo studio di Johnson BD et al. (2008) in cui si evidenziava che i consumatori di cannabis erano trattenuti dal consumo della sostanza nei frangenti in cui temevano di essere stigmatizzati da famigliari, conoscenti, amici e colleghi. L’interesse per le opinioni di questi gruppi risultava più forte della paura di essere identificati e arrestati dalle forze dell’ordine (Johnson BD et al., 2008).
Negli ultimi 10 anni, sempre più ricercatori si sono dedicati allo studio degli effetti delle norme sociali a livello di gruppo e di popolazione sull’uso di sostanze (Roditis ML et al., 2016; Salvy SJ et al., 2014; Eisenberg ME et al., 2014; Keyes KM et al., 2011; Nicitopoulos KP et al., 2010; LaBrie JW et al., 2010).
Il ruolo della disapprovazione sociale sull’uso di cannabis
Tra i lavori più importanti sia per numerosità campionaria, sia per estensione del periodo di osservazione, è da ricordare il lavoro di Keyes KM e colleghi (2011). Attraverso questionari anonimi, in questo studio, sono stati osservati i consumi di sostanze e le relative attitudini di 986.003 adolescenti dall’età di 13 anni all’età di 19 anni, dislocati in scuole superiori americane aderenti alla biennale indagine Mo- nitoring The Future, dal 1976 al 2006.
Come variabili di controllo a livello individuale, agli studenti è stato chiesto se di- sapprovassero “l’uso occasionale di cannabis”, “quanti amici fumassero cannabis”
e “quanto fosse difficile entrare in contatto con la cannabis”. A livello di popola- zione, invece, sono state create due misure aggregate di disapprovazione, una per valutare le norme a seconda del periodo (anno) e una per valutare le norme a se- conda della coorte.
La figura sottostante mostra il trend dell’uso di cannabis e la disapprovazione so- ciale per età, periodo e coorte. Per i trend per periodo e coorte, è stata utilizzata la coorte dei 19enni (12th grade) in quanto quella più completa (dal 1976). I trend per i grade 8th e 10th mostravano un prevalenza d’uso di cannabis più bassa e una di- sapprovazione sciale più alta. Infatti, per il gruppo del 13enni, l’uso di cannabis nell’ultimo anno era del 10,1% (il più basso) con una disapprovazione sociale molto alta (87,9%) rispetto a tutte le altre età. Per quanto riguarda il periodo, l’uso di can- nabis è stato più alto nel 1978 (51,8%) quando la disapprovazione sociale era al minimo (43%); nel 1992, l’uso è stato più basso (14,5%) quando la disapprovazione sociale era alta (86,3%). I trend specifici di coorte hanno mostrato una simile rela- zione inversa tra uso di cannabis e disapprovazione sociale, sia per età che per pe- riodo.
Figura 1 – % di uso di cannabis nell’ultimo anno e percentuale di disapprovazione sociale dell’uso di cannabis per età, periodo di osservazione (solo grade 12*) e coorte di nascita (solo grade 12*) tra gli adolescenti degli Stati Uniti, 1976-2006 (Keyes KM et al., 2011).
Lo studio di Keyes KM e colleghi (2011) ha documentato che gli adolescenti che crescono in coorti a basso grado di disapprovazione sociale rispetto all’uso di can- nabis hanno maggiori probabilità di usare cannabis, a prescindere dal livello di di- sapprovazione a livello individuale, della percezione delle norme sociali e della di- sponibilità percepita. La disapprovazione sociale tra le coorti, definita a livello della popolazione attraverso un modello multi-livello, rimane un forte fattore di rischio. Questi risultati sono in linea con precedenti studi di coorte sull’attitudine all’uso di droghe, che però si riferivano a periodi successivi a quelli della scuola superiore (Johnston LD, 2009). Dallo studio di Keynes KM si evince che ad influenzare l’uso di cannabis negli adolescenti siano sia i coetanei (medesima coorte), sia le influenze socio-economiche (come le politiche o i cambiamenti normativi): le norme aggre- gate misurate a livello di gruppo forniscono forza esplicativa per predire l’uso di cannabis al di sopra delle attitudini individuali e della personale percezione delle norme.
La ricerca sociologica ha documentato già da tempo che gli individui sono forte- mente influenzati dalle norme (Cullen FT, 1983; Durkheim E, 1938) e che la pres- sione sociale verso la conformità del gruppo influenza l’acquisizione di norme e la decisione di adottare certi comportamenti una volta che le norme sono interiorizzate (. La forza collettiva e coesiva delle società e delle comunità (definita anche come “efficacia collettiva” – Kawachi I et al., 2000; Sampson JR et al., 1997) per influen- zare i comportamenti individuali è stata documentata anche per una serie di out- come di tipo sanitario (Kawachi I et al., 2000). Questi risultati indicano che le coorti di nascita possono essere concettualizzate come “agenzie collettive” a livello strut- turale (Alwin DF et al., 2007), con specifiche (come ad esempio l’accettazione dell’uso di cannabis) che non hanno analoghi esatti a livello individuale.
Un’interessante aggiunta di informazioni sul ruolo della disapprovazione sociale rispetto all’uso di droghe viene fornita da Eisenberg ME e colleghi (2014). Il gruppo di lavoro ha esaminato il ruolo delle norme sociali ingiuntive (ciò che pensiamo le altre persone approvino o disapprovino, Reno R et al., 1993) e delle norme sociali descrittive (le nostre percezioni su come le persone si comportano realmente in una data situazione, indipendentemente dal fatto che il comportamento sia approvato o
sono stati raccolti dall’International Youth Development Study e hanno coinvolto 2.248 studenti (51,2% femmine) tra Stat Uniti e Australia, seguiti quindi per 2 anni. Utilizzando una regressione logistica multi-livello, i risultati hanno evidenziato che entrambi i tipi di norme sono predittive dell’uso di cannabis. In particolare, però, risulta siano le norme descrittive ad avere un peso maggiore (Eisenber ME et al., 2014). Pertanto, confermando l’importanza delle norme sociali sull’uso di cannabis tra gli adolescenti, è importante tenere a mente che non solo la percezione di ciò che gli altri pensano ma ancora di più la percezione di ciò che gli altri fanno sono fattori importanti che possono predire o meno l’uso di cannabis. Ciò risulta parti- colarmente importante, quindi, quando si parla di legalizzare l’uso di una sostanza e dei conseguenti comportamenti che la popolazione adotta a seguito della varia- zione della norma giuridica.
L’influenza delle norme sociali secondo l’età
In merito all’influenza da parte dei coetanei, interessanti risultati sono stati ottenuti da Salvy SJ e colleghi (2014) che hanno evidenziato l’influenza sociale prossimale e distale sul consumo di alcol e sull’uso di cannabis tra gli adolescenti delle scuole medie. Vari lavori avevano già mostrato che i coetanei giocano un ruolo importante nel contribuire sia all’inizio di uso di droghe, sia all’incremento dell’uso durante l’adolescenza (Kelly AB et al., 2012; Trucco EM et al., 2011; Simons-Morton BG et al., 2010). Questi studi si basano sulla percezione delle norme che suggerisce che i giovani sovrastimano l’uso di droghe e alcol da parte dei propri coetanei (Page RM et al., 2002; Borsari B et al., 2003; Neighbors C et al., 2007; Pedersen ER et al., 2013b). Studi con adolescenti e studenti al college suggeriscono che queste per- cezioni sovrastimate contribuiscano a rendere l’uso di alcol e droghe più comune e socialmente accettabile e, di conseguenza, influenzano l’uso di droghe da parte dei giovani (Olds RS et al., 2005; Perkins HW et al., 2005; D’Amico EJ, 2006; Primack BA et al., 2007). Per altro, queste osservazioni sono coerenti con quelle provenienti da altre studi condotti su altri comportamenti a rischio, come il fumo (Zhang L et al., 2000; Etcheverry PE et al., 2008) o i comportamenti sessuali non protetti (Baker SA et al., 1988; Fisher TD, 2007, 2009).
Salvy SJ definisce le norme come influenze sociali “distali” rispetto all’individuo, che hanno su di lui un’influenza “alla lontana” sui suoi comportamenti; mentre l’es- sere in compagnia di qualcuno che consuma droghe (tra cui cannabis) o avere un amico che consuma vengono definite come influenze “prossimali”. Secondo gli au- tori, entrambe le tipologie di influenze esercitano un ruolo importante sull’uso di alcol e di altre droghe in adolescenza ma con alcune differenze. Analizzando un campione di 11.667 adolescenti tra gli 11 e i 13 anni presenti in 16 scuole della California del Sud dal 2008 al 2012, sono stati esaminati in 5 turnate (una all’anno) gli effetti indipendenti e combinati della percezione delle norme, dell’uso da parte di un amico e dell’essere alla presenza di qualcuno che usa droghe sull’uso di alcol e droghe, utilizzando un modello di regressione degli effetti fissi.
I risultati dello studio hanno evidenziato che per la cannabis, tutti e tre i tipi di influenza sociale erano associati con l’uso della sostanza ma con una variabilità dipendente dall’età del soggetto. Infatti, l’influenza delle norme (influenza distale) diveniva meno forte all’aumentare dell’età del giovane mentre il consumo da parte di un amico o l’essere in compagnia di qualcuno che consuma cannabis (influenza prossimale) avevano un’influenza minore durante la giovinezza e aumentavano all’aumentare dell’età. Quanto emerso da questa ricerca risulta di particolare im- portanza nella definizione delle strategie di prevenzione dell’uso di alcol e droghe nella popolazione. Infatti, volendo orientarsi verso una prevenzione sempre più pre- coce, sarà importante mantenere delle norme sociali orientate alla disapprovazione dell’uso di alcol e droghe ed impegnarsi affinché ciò venga percepito quanto prima dai giovani studenti poiché in età più avanzata, ciò potrebbe non avere più lo stesso effetto e dovranno prediligersi forme di intervento/prevenzione basate sulle abilità di rifiuto, sull’apprendimento di strategie efficaci alla gestione dello stress, sulla fornitura di opportunità di divertimento alternative all’uso di droghe, ecc. (Salvy SJ et al., 2014).
Risultati simili, ma riferiti ad una popolazione un po’ più adulta, erano stati indivi- duati da Arbour-Nicitopoulos KP e colleghi e da LaBrie JW e colleghi, entrambi nel 2010.
Lo studio di Nicitopoulos KP (2010), cha ha visto coinvolti 1.203 studenti univer- sitari, voleva analizzare, attraverso questionari anonimi, l’uso effettivo e l’uso per- cepito in una popolazione di studenti canadesi e mettere a confronto i risultati ri- scontrati con i coetanei americani. I risultati hanno messo inevidenza che, in questa specifica popolazione, la cannabis era la seconda sostanza utilizzata (13,5%) dopo l’alcol (65,8%), a pari merito con il tabacco (13,5%).
Tabella 1 – Regressione logistica predittiva dell’uso di cannabis (Nicitopoulos KP et al., 2010).
Riguardo le norme sociali, in generale, i rispondenti pensavano invece che gli stu- denti canadesi consumassero tutte e tre le sostanze. Pertanto, era evidente come le norme percepite fossero predittori significativi dell’uso in quanto gli studenti erano più propensi a consumare alcol, cannabis o tabacco se pensavano che anche i coe- tanei lo facevano. Questi risultati hanno trovato similitudini con quelli riferiti alla popolazione degli studenti universitari americani.
Lo studio di LaBrie JW et al. (2010) si proponeva di valutare la relazione tra norme ingiuntive (ciò che pensiamo le altre persone approvino o disapprovino, Reno RR et al., 1993) e uso di cannabis in 3.753 studenti (61% femmine) provenienti da due campus della costa occidentale. In particolare, il lavoro voleva stabilire l’esistenza di dispercezioni tra le norme ingiuntive percepite dagli studenti e l’effettiva disap- provazione sociale tra costoro e, quindi, l’effetto sulla prevalenza d’uso di cannabis. I risultati della ricerca hanno evidenziato che effettivamente gli studenti sovrasti- mano il grado di approvazione dell’uso di cannabis da parte degli studenti. In par- ticolare, credere che gli amici e i genitori approvino l’uso di cannabis è risultato essere un fattore predittivo sia dell’approvazione sia dell’uso di cannabis nel sog- getto. Alla luce di quanto sopra riportato, è importante prendere in considerazione
le dispercezioni che anche i giovani adulti possono avere rispetto all’uso di alcol e droghe in quanto ciò può influenzare negativamente la prevalenza dell’effettivo uso di queste sostanze in quella popolazione (Nicitopoulos KP et al., 2010; LaBrie JW et al., 2010).
L’influenza delle norme sociali e dell’esposizione a messaggi pro-cannabis sull’uso tra gli adolescenti
La percezione del rischio rispetto all’uso di cannabis è diminuita notevolmente tra gli adolescenti negli ultimi 10 anni, passando da un 34% nel 2006 ad un 17% nel 2014 (SAMSHA, 2015). Secondo Thompson L e colleghi (2015), i social media sono una sede chiave per lo scambio di informazioni sulla cannabis, in particolare tra gli adolescenti che di tali social media fanno ampio uso. Ad esempio, tra il 2012 ed il 2013, più adolescenti che adulti avevano postato messaggi sulla cannabis sul social network “Twitter” e la maggior parte di questi messaggi rifletteva un’attitu- dine favorevole al consumo della sostanza (Thompson L et al., 2015). L’accettabi- lità sociale e la percezione dei rischi e dei benefici, inclusa la condivisione attiva delle credenza sui social media, sono importanti predittori delle scelte sui compor- tamenti di salute (Ennett ST et al., 2008; Alexander C et al., 2001; Song AV et al., 2009; Rodriguez D et al., 2007; Halpern-Felsher BL et al., 2004).
Lo studio di Roditis ML (2016) ha esaminato e messo a confronto la percezione della prevalenza d’uso, dell’approvazione sociale e dei rischi/benefici legati all’uso di cannabis e fino a che punto questi fattori fossero associati con l’effettivo uso di cannabis. Tali informazioni risultano importanti al fine di definire messaggi educa- tivi efficaci, soprattutto in un contesto sociale e normativo in cui l’uso di cannabis sta aumentando la propria popolarità e in cui ci si sta muovendo da un uso illegale delle droghe ad un uso ricreativo della cannabis consentito dalla legge (Lyman R et al, 2014). Lo studio ha analizzato un campione di 786 studenti fra i 14 e i 19 anni (63,3% femmine; 36.7% maschi; età media 16,1; di diversa etnia) provenienti da 10 scuole della California e rappresentative della popolazione scolastica di tutto lo Stato.
I risultati hanno evidenziato che la percezione delle norme sociali (disapprovazione sociale), dei rischi sanitari e sociali legati all’uso di cannabis e l’età erano tutti as- sociati con l’uso di cannabis. Gli individui che riferivano l’uso da parte di amici avevano il 27% delle probabilità in più di usare sostanza; individui che riferivano di aver visto messaggi pro-cannabis sui social media avevano il 6% delle probabilità in più di usare cannabis. Inoltre, maggiore la percezione dei rischi sanitari e sociali, minore la probabilità di usare cannabis. Infine, per ogni anno di aumento dell’età, è stato registrato un aumento del 6% delle probabilità di usare cannabis (Roditis ML et al., 2016).
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