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In letteratura esistono numerosi studi, in pazienti con CM, in cui l’uptake di [18F]- FDG (in termini di SUVmax e SUVmean) è stato correlato con diversi fattori clinico- patologici, come la variante istologica, il parametro (T), il grading, lo stato dei recettori ormonali (ER e PgR), l’espressione di HER2 e lo stato linfonodale. La maggior parte dei lavori ha però portato a risultati non univoci la cui interpretazione è ancora controversa89-91, probabilmente perché antecedenti alla classificazione in sottotipi molecolari del CM e quindi realizzati senza tener conto delle varianti molecolari e genetiche.

La XII International Breast Cancer Conference ha indicato come il CM possa essere suddiviso in cinque sottogruppi molecolari in accordo con le diverse combinazioni d’espressione dei recettori per estrogeni e progesterone (ER, PR), di HER2 e della proteina Ki-67. Questa classificazione molecolare è stata anche sostenuta ed aggiornata nella XIII St Gallen Internetional Breast Cancer Conference del 201326 e nella St Gallen Consensus Conference del 2015 sulla terapia primaria del tumore della mammella in fase iniziale28.

40 Questa nuova classificazione è stata suggerita dalla consapevolezza dell’esistenza di una certa variabilità genetica all’interno del carcinoma duttale infiltrante, variabilità che dà origine a diversi sottotipi molecolari che a loro volta possono essere inseriti in diversi algoritmi di trattamento, in particolare per quanto riguarda la scelta del protocollo chemioterapico.

Al momento della realizzazione di questo studio, sebbene la suddivisione del carcinoma infiltrante della mammella in sottotipi molecolari sia stata introdotta dal 2012, solo due lavori avevano ricercato una correlazione fra questi ed i vari parametri metabolici semiquantitativi PET/TC99,126.

In uno di questi due studi99 gli autori hanno valutato un gruppo eterogeneo di pazienti affette da variante lobulare o duttale invasiva di carcinoma della mammella (includendo il IV stadio) ed usando il SUVmax dual time come unica misura semiquantitativa.

Il gruppo di Yoon126 invece ha studiato 43 pazienti affette da carcinoma duttale infiltrante della mammella diffuso o localmente avanzato cercando di correlare il SUVmax ed il SUVmean con i vari sottotipi molecolari.

La ricerca di una correlazione fra i parametri metabolici semiquantitativi PET/TC ed i vari sottotipi molecolari di carcinoma duttale infiltrante della mammella potrebbe essere utile per predire la risposta alla chemioterapia e conseguentemente portare ad un approccio terapeutico personalizzato (per esempio chemioterapia prima dell’intervento chirurgico).

Lo scopo di questo lavoro è stato quello di studiare un gruppo omogeneo di pazienti con carcinoma duttale infiltrante della mammella, escludendo sia quelle con carcinoma infiammatorio che quelle che presentavano metastasi a distanza; in questa polpolazione abbiamo valutato alcuni parametri semiquantitativi in particolare il TLG, il MTV e lo SBUR ricercando un loro possibile ruolo come indicatori prognostici in base al diverso sottotipo molecolare, preferendo il MTV ed il TLG al SUVmax ed al SUVmean perché considerati indicatori più validi della valutazione del metabolismo glucidico nell’intero volume della lesione piuttosto che in un voxel all’interno della lesione96,97

.

I risultati ottenuti mostrano un incremento significativo del TLG nelle pazienti triplo- negative rispetto a tutte le altre varianti molecolari, eccetto che per HER2+. Inoltre il TLG è risultato uno strumento di valutazione più affidabile, rispetto al SUVmax, al SUVmean e allo SBUR nella differenziazione tra il sottotipo molecolare Luminal A e quello triplo negativo (con differente prognosi). Pertanto il TLG può essere considerato un parametro semiquantitativo utile per differenziare i sottotipo molecolare triplo negativo dai sottotipi Luminal impiegando un imaging di tipo metabolico, utilizzando un cut-off pari a 21.7 (sensibilità e specificità rispettivamente del 80% e del 63%).

È noto che l’iperespressione di HER 2 è correlata con l’aumentata aggressività tumorale e quindi con una prognosi peggiore127, infatti sia il sottotipo molecolare HER2+ che il luminal B-HER2+ hanno una maggiore incidenza di metastasi cerebrali, epatiche, ossee e polmonari.128

41 In letteratura esistono risultati discordanti a riguardo della correlazione fra l’espressione di HER2 e l’uptake di [18

F]-FDG nel carcinoma infiltrante della mammella. Alcuni studi hanno riscontrato un incremento dell’attività metabolica di [18F]-FDG nelle lesioni HER2+91,99,126, mentre nel presente studio, così come in altri, non è stata riscontrata nessuna correlazione significativa fra l’iperespressione di HER2 (sia come parametro molecolare indipendente che inserito all’interno di una sottocategoria molecolare Luminal B-HER2+ o Luminal B-HER2-) ed i vari parametri semiquantitativi PET/TC (SUVmax, SUVmean e TLG)94,127,129,130. Nel presente studio, l’esclusione di pazienti M+ (allo scopo di creare un gruppo più omogeneo possibile da sottoporre all’analisi dei dati) ha determinato l’inclusione di solo 16 pazienti con iperespressione di HER2 e questo ha determinato l’introduzione di un errore, sia per la scarsa casistica HER2+ studiata, sia perché le pazienti HER2+ presentavano probabilmente un comportamento biologico di malattia meno aggressivo. Un altro fattore di confondimento può essere dovuto al metodo impiegato per la definizione dello stato di positività (come detto esistono varie tecniche per la valutazione dell’iper-espressione di HER2). Livelli borderline di espressione di HER2 (come gli ICH 2+ che mostrano una colorazione circonferenziale di membrana incompleta e/o lieve/debole come intensità in più del 10% delle cellule o completa in < del 10% delle cellule) devono essere sottoposti al test di FISH per classificare le neoplasie come HER2+ o HER2- ed attualmente non tutti gli studi analizzati hanno fatto uso della FISH per l’ulteriore valutazione dello stato di HER294,131 ed in quelli in cui questo è stato fatto, sono stati inclusi nella stessa categoria d’espressione (HER2+) i carcinomi positivi alla FISH risultati sia ICH3+ che ICH 2+ comportando l’inclusione nella stessa categoria, di neoplasie con livelli di espressione di HER2 diversi (compresa fra il 10% ed il 30% delle cellule)91,99,126,130,132,133.

In questo studio, nessuna correlazione statisticamente significativa è stata riscontrata fra i diversi livelli di espressione di HER2 (perfino fra quelle neoplasie classificate ICH0/1+, quindi HER2- e quelle ICH3+ ,quindi HER2+) ed i parametri metabolici semiquantitativi PET.

La mancanza di correlazione fra parametri PET semiquantitativi ed HER2 può essere spiegato dal fatto che sottotipi molecolari diversi di tumore mammario usano diversi substrati metabolici.

Uno studio di Choi et al.134 ha identificato differenti patterns d’espressione di proteine legate al metabolismo nei vari sottotipi molecolari di carcinoma della mammella. L’aumentata espressione di HIF-1α, IGF-1 e MIF è stata notata nei sottotipi molecolari di carcinoma mammario HER2+ così come è stata dimostrata una più alta espressione di proteine legate al metabolismo della glutammina135, che rappresenta l’amminoacido più importante nel plasma ed è una fonte addizionale di energia per le cellule tumorali soprattutto quando l’energia derivante dalla glicolisi è scarsa136. Quindi è possibile pensare che la variabilità dell’uptake di [18F]-FDG da parte dei diversi sottotipi molecolari di carcinoma duttale infiltrante della mammella sia legata alla loro diversa espressione proteica.

42 L’impiego del SUVmax e del SUVmean presenta una serie di limiti in termini di quantificazione dell’uptake tumorale di [18

F]-FDG, il maggiore fra i quali è legato al fatto che entrambi i parametri non tengono conto del fisiologico uptake da parte del tessuto mammario sano (considerato come attività di fondo). È facile infatti notare come donne in post-menopausa (che non ricevono la terapia ormonale sostitutiva) presentano valori più bassi di SUV rispetto a quelli riscontrati in donne in età fertile137 e che le mammelle più dense presentano gradienti di captazione maggiori rispetto a quelle con componente ghiandolare meno rappresentata. Per ovviare a questo problema, si è introdotto nel presente studio, il parametro metabolico SBUR che ha il vantaggio di essere corretto per la diversa densità mammaria e lo stato ormonale.

In questo lavoro però, contrariamente a quanto evidenziato da altri studi, nessuno dei parametri metabolici semiquantitativi ha mostrato una significativa differenza in relazione allo stato post menopausale, compreso lo SBUR che non si è dimostrato utile nell’evidenziare una correlazione fra l’uptake di [18

F]-FDG ed i diversi sottotipi molecolari di CM (tabella 2).

È stata inoltre ricercata una possibile correlazione tra il parametro T, il parametro N, l’espressione dei PgR e della proteina Ki-67 ed i paramentri metabolici concludendo però che, se una correlazione esiste, questa è piuttosto debole senza un significativo impatto clinico 91,94,126,127,130-132,138,139.

Ovviamente fra i limiti di questo studio c’è un limitato numero di pazienti, dovuto alla necessità di reclutare una popolazione di pazienti omogenea, escludendo quelle con un carcinoma invasivo metastatico; inoltre sia il reclutamento delle pazienti che l’esecuzione degli esami di imaging sono avvenuti in tre centri diversi. Quest’ultimo limite è però compensato dall’impiego degli stessi metodi immunoistochimici, calibrazioni e degli stessi parametri di acquisizione e segmentazione automatica delle immagini.

In futuro lo studio potrebbe essere perfezionato aumentando il numero dei pazienti e acquisendo le immagini PET/TC con le pazienti in posizione prona, questo perché, sebbene ad oggi non sia stato dimostrato nessun vantaggio nell’identificazione delle lesioni primitive mammarie, tale tecnica potrebbe migliorare la valutazione dei parametri metabolici semiquantitativi140.

Concludendo, si può affermare che le differenze riscontrate nei parametri metabolici semi-quantitativi fra i diversi sottotipi molecolari di carcinoma duttale infiltrante della mammella confermano l’idea che vi sia una correlazione fra i vari fenotipi molecolari e quelli metabolici.

In particolare, i valori di TLG si sono mostrati più affidabili dei valori sia di SUVmax che di SUVmean nel distinguere fra pazienti triplo-negative e tutti gli altri sottotipi molecolari. Lo stato di HER2 non sembra influenzare l’uptake di [18F]-FDG nei carcinomi duttali invasivi non metastatici della mammella.

L’impiego del parametro SBUR, nell’intento di correggere l’uptake di [18

F]-FDG per la fisiologica attività di fondo della mammella, non ha dimostrato nessun vantaggio nella valutazione comparativa dei diversi sottotipi molecolari.

43 Ulteriori studi saranno necessari per valutare l’attività metabolica in relazione ai vari fenotipi molecolari.

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