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Questo studio ha permesso di evidenziare gli effetti del midazolam e del sufentanil sui volatili a vari dosaggi e nelle loro combinazioni.

Per quanto riguarda la frequenza respiratoria e cardiaca, tale studio ha permesso di valutare le alterazioni reali del farmaco rispetto allo stato basale dei soggetti (calcolate secondo le formule espresse precedentemente [120]), in più ha permesso di evidenziare i cambiamenti comportamentali dei soggetti in seguito ad una premedicazione per via IM. Tutti i tipi di protocollo hanno determinato un aumento della frequenza respiratoria rispetto alla frequenza basale e alla frequenza registrata al tempo T0.

Rispetto gli altri protocolli il midazolam (a 2 mg/kg) ha determinato un lieve aumento della frequenza respiratoria nei primi 10 minuti e successivamente una diminuzione irregolare, al dosaggio più basso, invece (1 mg/kg) ha mantenuto la frequenza respiratoria vicino alla frequenza di T0 ma sempre leggermente superiore. Il sufentanil (a 100 µg/kg) e la combinazione di midazolam (1mg/kg) e sufentanil (20 µg/kg) hanno determinato un aumento della frequenza maggiore rispetto agli altri protocolli, con un picco massimo nei primi 15 minuti (circa dell’80% per midazolam (1mg/kg) e sufentanil (20 µg/kg) e di circa il 70% per sufentanil (a 100 µg/kg) rispetto al tempo T0).

A circa 1 ora dalla somministrazione dei farmaci, il midazolam (1 mg/kg e 2 mg/kg) e la combinazione midazolam (1mg/kg) e sufentanil (20 µg/kg) hanno diminuito lievemente la frequenza respiratoria rispetto a T0.

Il midazolam (2 mg/kg) e sufentanil (100 µg/kg) hanno determinato una frequenza respiratoria più elevata rispetto al tempo iniziale ma costante, che è aumentata gradualmente (picco massimo a 75 minuti, del 70 % rispetto a T0).

Come riportato anche negli animali da compagnia la somministrazione di sufentanil (solo e in combinazione con midazolam) ha provocato aumento della frequenza respiratoria. Nei mammiferi questo effetto è secondario alla diminuzione della capacità funzionale residua che si verifica in conseguenza dell’effetto di miorilassamento dei muscoli intercostali (torace di legno); la polipnea che si ha è quindi compensatoria e necessaria per mantenere un adeguato volume minuto.

Nei volatili la polipnea compensatoria viene determinata da un aumento dell’attività meccanica di tutti gli apparati toracici e addominali coinvolti nella respirazione, in quanto mancano di diaframma e la struttura polmonare è immobile.

STUDIO CLINICO

85

Poiché nel presente studio non è stata effettuata una valutazione della spirometria né una valutazione degli scambi gassosi ematici (mediante emogasanalisi arterioso) non è possibile indicare con certezza la causa dell’aumento della frequenza respiratoria che è stata registrata dopo la premedicazione. Ulteriori studi sono quindi auspicabili per verificare i reali effetti sulla respirazione di tali farmaci nella specie aviaria.

Mentre il sufentanil (20 µg/kg) non ha alterato in modo evidente la frequenza cardiaca rispetto a T0, il sufentanil (100 µg/kg) ha determinato un aumento del 25 % circa della frequenza cardiaca rispetto al tempo T0 nei primi 10 minuti.

Il midazolam (1mg/kg) ha determinato una diminuzione della frequenza cardiaca rispetto a T0 (picco massimo fino al 40%) in maniera non graduale e incostante, ma associato con sufentanil (20 µg/kg) ha determinato una diminuzione della frequenza cardiaca nei primi 15 minuti di circa il 45 % che ha raggiunto livelli simili alla frequenza basale, successivamente la frequenza si stabilizzava a livelli più alti rispetto quella basale. Il midazolam (2 mg/kg) ha determinato una diminuzione della frequenza cardiaca del 40 % rispetto al tempo T0, riduzione che si è mantenuta per tutta la durata della sedazione; in associazione con il sufentanil (100 µg/kg) ha determinato una diminuzione graduale e costante della frequenza cardiaca rispetto al T0 (fino al 50 % rispetto alla frequenza iniziale al tempo T0) raggiungendo livelli intermedi tra gli effetti del midazolam (2mg/kg) e la combinazione midazolam (1 mg/kg) e sufentanil (20 µg/kg).

Riassumendo il sufentanil da solo ha provocato un aumento della frequenza cardiaca, il midazolam alla dose maggiore da solo e in combinazione ha provocato una diminuzione marcata della frequenza cardiaca, mentre alla dose minore ha provocato una diminuzione lieve della FC.

Il meccanismo per cui, in seguito alla somministrazione di oppioidi, si può avere aumento della FC è relativo ad una fase compensatoria per diminuzione improvvisa della pressione arteriosa. Nello studio da noi effettuato l’aumento della FC è stato probabilmente secondario ad una fase eccitatoria e disforica. Infatti i soggetti dei gruppi con solo sufentanil sono quelli che non hanno dimostrato sedazione e hanno avuto i maggiori effetti collaterali (aumento risposta stimoli uditivi, disforia, agitazione e sbattimento ali, reattività aumentata alle manipolazioni).

La massima sedazione è stata ottenuta con l’associazione midazolam (2 mg/kg) e sufentanil (100 µg/kg) in quanto i soggetti presentavano disinteresse per l’ambiente esterno e rimanevano in decubito sternale per circa 90 minuti.

STUDIO CLINICO

86

Mentre il midazolam (1 mg/kg) ha determinato una sedazione incostante (i soggetti si posizionavano in decubito e in stazione bipodale in periodi alterni), l’aggiunta di sufentanil (20 µg/kg) ha determinato una sedazione maggiore e costante (il decubito sternale veniva mantenuto per più tempo), con una durata sovrapponibile all’utilizzo del singolo midazolam.

La sedazione risultava lieve con l’utilizzo del sufentanil (100 µg/kg) e nulla con il sufentanil (20 µg/kg), con anche risposte eccitatorie di tipo euforico/disforico, in entrambi i protocolli i soggetti non si posizionavano mai in decubito sternale.

L’aggressività è stata ridotta al minimo con midazolam (2 mg/kg) e sufentanil (100 µg/kg) per circa 140 minuti, mentre il midazolam (1 mg/kg), singolarmente e associato al sufentanil (20 µg/kg), ha ridotto l’aggressività presentando effetti sovrapponibili per circa 80 minuti.

Il sufentanil singolarmente (sia a 20 µg/kg che a 100 µg/kg) non ha determinato una diminuzione dell’aggressività, in realtà ha determinato anche un aumento dell’eccitabilità dei soggetti.

Il tono mandibolare non veniva alterato dal sufentanil singolarmente (sia a 20 µg/kg che a 100 µg/kg).

Il midazolam (1 mg/kg) non ha garantito una diminuzione costante del tono mandibolare (massimo effetto nei primi 10 minuti), mentre in associazione con il sufentanil 20 µg/kg determinava una riduzione del tono mandibolare per circa 60 minuti dalla somministrazione dei farmaci.

Il midazolam (2 mg/kg) e sufentanil (100 µg/kg) hanno garantito un annullamento del tono mandibolare per circa 90 minuti, poi gradualmente tornava ad essere presente.

Il riflesso di retrazione e il riflesso di ribaltamento si riducevano grazie alla combinazione di midazolam (2 mg/kg) e sufentanil (100 µg/kg) per circa 60 minuti, gradualmente tornavano presenti.

Il riflesso di retrazione veniva lievemente diminuito dal midazolam (1 mg/kg), mentre quello di ribaltamento non veniva alterato.

La combinazione midazolam (1 mg/kg) e sufentanil (20 µg/kg) ha determinato una riduzione lieve del riflesso retrazione e del riflesso di ribaltamento per circa 40 minuti. Tali riflessi non venivano alterati dal sufentanil (sia al dosaggio di 20 µg/kg che di 100 µg/kg).

STUDIO CLINICO

87

Per quanto riguarda gli stimoli uditivi il sufentanil (sia a 20 µg/kg che a 100 µg/kg) non ha diminuito la risposta, ma il midazolam (1 mg/kg) utilizzato singolarmente e in unione con sufentanil (20 µg/kg) ha determinato effetti sovrapponibili per la durata, ma midazolam (1 mg/kg) e sufentanil (20 µg/kg) hanno indotto una minore risposta agli stimoli uditivi nei primi 20 minuti, mentre il midazolam (2 mg/kg) e sufentanil (100 µg/kg) hanno determinato un effetto minore ma più duraturo nel tempo.

In conclusione il presente studio ha dimostrato che l’utilizzo della combinazione di midazolam (2 mg/kg) e sufentanil (100 µg/kg) è in grado di determinare un’ottima sedazione ottenendo minimi effetti collaterali per i gabbiani reali che può essere utilizzata per procedure diagnostiche di lunga durata. L’impiego di solo midazolam alla dose di 2 mg/kg è in grado di fornire una sedazione solida che può essere impiegata per procedure diagnostiche o cliniche di durata più breve. La possibilità di antagonizzare entrambi i farmaci impiegati nel presente studio riveste una notevole importanza in quanto il clinico ha la possibilità di spiazzare i farmaci qualora sia necessario.

L’utilizzo delle suddette associazioni potrebbe essere interessante come premedicazione prima di un’anestesia chirurgica per il potenziale effetto sparing sui farmaci dell’induzione e del mantenimento.

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