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Discussione dei risultati minero-petrografic

4) Campioni di tipologia eoliana rinvenuti al di fuori dell’arcipelago (10) 11 :

3.4 MINERAL CHEMISTRY MEDIANTE MICROANALIS

4.2.1 Discussione dei risultati minero-petrografic

I gruppi minero-petrografici identificati si distinguono in primo luogo per la compatibilità geologica o meno con le litologie eoliane. Su tale base è possibile asserire che gli esemplari classificati nel gruppo effusivo sono stati prodotti all’interno dell’arcipelago, mentre i gruppi intrusivi e metamorfici comprendono vasellame di produzione non eoliana. Riguardo agli esemplari eoliani, risulta difficile, sulla base della sola analisi petrografica, attribuirne la produzione ad un’isola specifica. Si evidenzia tuttavia l’affinità minero- petrografica fra il gruppo effusivo AI e i prodotti riolitici alcalini dei periodi 7, 8 e 9 di Lipari. I campioni composti da litologie non eoliane di tipo intrusivo e metamorfico sono invece verosimilmente riconducibili a produzioni rispettivamente della Calabria Tirrenica (graniti del promontorio di Tropea) e della Sicilia nordorientale (rocce metamorfiche dei Monti Peloritani) (Fig. 4.2.17). Gli impasti misti, già individuati nell’ambito delle osservazioni macroscopiche, risultano di più difficile interpretazione. In linea di massima, la componente vulcanica di questi esemplari non mostra affinità con quella identificata per i gruppi effusivi eoliani. Questo dato induce a pensare che si tratti di vasellame prodotto in regioni vulcaniche extra-eoliane. La composizione dei prodotti vulcanici non consente di precisare tuttavia se si tratta di produzioni dell’Italia peninsulare (Campania?) piuttosto che della Sicilia (zona etnea?). Nel gruppo misto, si discostano da queste ultime osservazioni solo due esemplari contenenti, oltre una componente quarzo-feldspatica, clasti vulcanici simili a quelli rilevati nel gruppo effusivo eoliano 1 (Fig. 4.2.16). È plausibile che questi siano stati prodotti all’interno dell’arcipelago, a partire da argille importate oppure aggiungendo all’impasto argilloso clasti alloctoni.

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Fig. 4.2.17 – Carta litologica semplificata delle isole eolie e delle regioni contigue.

Mettendo in relazione gruppi petrografici, siti di rinvenimento (Fig. 4.2.18) e forme vascolari, si osserva che Stromboli, come già evidenziato in parte nell’ambito delle osservazioni macroscopiche, si distingue per un’incidenza delle importazioni extra-eoliane nettamente superiore rispetto alle altre isole. Questa gravitazione esterna appare diretta perlopiù verso la Calabria Tirrenica, ma interessa anche la Sicilia settentrionale e aree più distanti, non limitate alle più vicine porzioni di terraferma (vulcaniti del gruppo misto attribuibili alla zona etnea o campana). Non sembra che vi sia un’area di produzione extra- eoliana preferenziale per forme aperte e chiuse, in quanto entrambe provengono prevalentemente dalla Calabria Tirrenica. L’ipotesi di una produzione eoliana per solo due esemplari classificati nel gruppo misto viene in parte confermata dall’affinità tipologica che essi mostrano con il repertorio Capo Graziano (fondi con cuppelle e pareti decorate). Riguardo al vasellame di tipo Capo Graziano rinvenuto al di fuori dell’arcipelago, gli esemplari decorati di Vivara risultano prodotti nell’arcipelago, mentre a Milazzo sono attestate sia produzioni locali che eoliane. In particolare, sono importate dall’arcipelago esemplari non decorati, pertinenti a grandi contenitori e vasellame da fuoco, mentre il vasellame decorato viene prodotto localmente.

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Fig. 4.2.18 – Distribuzione dei gruppi petrografici nei diversi siti.

Esaminando la distribuzione dei diversi sottogruppi eoliani (Fig. 4.2.19) emerge una costante ricorrenza dell’impasto AI per tutti i contesti Capo Graziano I e II dell’isola di Lipari (abitati, necropoli, relitto). Tale impasto è però attestato in misura nettamente minore per alcuni esemplari decorati di Filicudi e perlopiù non decorati e di forma aperta di Stromboli. L’impasto AVIII risulta esclusivo di Filicudi, mentre il gruppo AIV è ben attestato sia a Filicudi che a Stromboli. A Filicudi questi due tipi di impasti dominano negli esemplari di forma rispettivamente chiusa ed aperta (anche fruttiera di tipo siciliano) (Fig. 4.2.20), dato che si ricollega con quanto osservato macroscopicamente, mettendo in evidenza un’ottima corrispondenza fra classi di impasti macroscopiche e petrografiche (Fig. 4.2.21). Altri tipi di impasto compaiono esclusivamente a Stromboli, come il gruppo effusivo 1, che riveste un’importanza considerevole (48%), in particolare nelle fogge chiuse (57% vs. 36% nelle forme aperte), e 2, attestato nelle sole forme aperte (Fig. 4.2.22).

Riguardo al vasellame Capo Graziano importato al di fuori dell’arcipelago, gli esemplari decorati di Vivara mostrano caratteristiche petrografiche tipicamente liparote, riconducibili cioè all’impasto AI. A Milazzo un dolio è composto da un tipo di impasto peculiare di Filicudi (AVIII), mentre l’altro dolio e l’olla presentano caratteristiche petrografiche ascrivibili tanto a Filicudi quanto a Stromboli (impasto AIV)

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Fig. 4.2.20 – Distribuzione dei due principali gruppi petrografici di Filicudi in forme aperte e chiuse.

Fig. 4.2.21 – Corrispondenza fra classi di impasto macroscopiche e gruppi petrografici per gli esemplari di Filicudi.

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Per Filicudi e Stromboli sono emerse inoltre importanti considerazioni dal confronto fra gruppi petrografici, fasi cronologiche (Capo Graziano I e II) e aree di occupazione (settori di scavo). Dalla distribuzione diacronica dei due gruppi petrografici principali di Filicudi (Fig. 4.2.23) è possibile osservare una diminuzione dell’uso di lave basaltiche (AVIII) a favore di lave andesitiche (AIV) al passaggio dalla prima alla seconda fase Capo Graziano, tendenza che potrebbe essere messa in relazione con uno sfruttamento delle materie locali differenziato, a seguito del trasferimento dell’insediamento da Piano del Porto verso la Montagnola. Riguardo a Stromboli, le osservazioni macroscopiche avevano già evidenziato per il settore 2 un’incidenza maggiore delle importazioni, in particolare di forme chiuse. È possibile notare ora che tale settore si distingue anche per l’assenza di importazioni dalla Sicilia nordorientale (gruppo metamorfico) (Fig. 4.2.24), l’incidenza maggiore di campioni tipicamente liparoti e una minore variabilità petrografica (assenza degli impasti eoliani AIV e 2) (Fig. 4.2.25).

Fig. 4.2.23 – Distribuzione dei due principali gruppi petrografici di Filicudi negli insediamenti Capo Graziano I e II.

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Fig. 4.2.25 – Distribuzione dei gruppi petrografici eoliani nei diversi settori di scavo di Stromboli.