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Con comportamento anticipatorio si intendono le azioni intraprese per prepararsi ad un evento imminente (Clegg et al., 2018). Questo comportamento è particolarmente diffuso, e facilmente individuabile, negli animali osservati in ambiente controllato dove le attività sono spesso regolate da routine flessibili che quindi rendono facile l’associazione di momenti della giornata e/o di segnali con il verificarsi di eventi specifici. Vista la sua grande diffusione, il comportamento anticipatorio è stato soggetto di numerosi studi (Whitham & Wielebnowskil 2013; Clegg & Delfour, 2017) e nel corso del tempo i ricercatori si sono accorti di come il modo con cui si manifesta abbia correlazioni col benessere dell’animale (Sprjiet et al., 2001) e hanno ipotizzato che si possa utilizzare questo comportamento per valutare lo stato di benessere di animali in ambiente controllato (Whitham & Wielebnowskil 2013; Clegg & Delfour, 2017). In particolare ci si è resi contro che l’anticipazione riflette ciò di cui gli animali hanno bisogno (Sprjiet et al., 2001) ed è quindi possibile utilizzarla per valutare eventuali mancanze nella loro vita che possono sfociare in situazioni di malessere. Studi recenti hanno poi evidenziato la capacità dell’anticipazione di discriminare sia il diverso interesse per eventi differenti (Clegg et al., 2018) sia la natura (positiva, neutra o negativa) di tali eventi (Zimmerman et al., 2011). Sebbene oggi se ne riconoscano le grandi potenzialità ancora ne se ne comprendono a pieno i meccanismi, per questo motivo l’anticipazione rappresenta una delle nuove, ma non ancora pienamente sviluppate, tecniche per la valutazione del benessere.

Questo studio ha cercato di comprendere meglio il modo con cui si manifesta l’anticipazione in un gruppo di tursiopi. Ho innanzitutto ipotizzato la possibilità di utilizzare il comportamento anticipatorio per discriminare differenti livelli di interesse all’interno di uno stesso evento. Nell’ottica di un’applicazione del comportamento anticipatorio, in programmi per la valutazione e promozione del benessere, scomporre un evento, come la dimostrazione al pubblico, nei singoli comportamenti che la compongono permetterebbe di valutare l’interesse per ciascuno di essi così da creare dimostrazioni sempre più interessanti e positive.

Secondariamente ho cercato di rispondere a due problemi che riguardano le modalità di studio del comportamento anticipatorio. Il primo riguarda la necessità di addestrare gli animali a correlare uno stimolo con un evento seguendo un paradigma pavloviano. Sebbene questa sia una procedura consolidata richiede tempo per la fase di addestramento. Ho quindi testato una tecnica “veloce” per la misurazione del comportamento anticipatorio che non richiede la fase di condizionamento e che di conseguenza risulta essere molto più veloce rispetto alla tecnica principale (tecnica

parametro capace di comprendere al su interno la natura (positiva o negativa) di un evento e il grado di interesse dell’animale. A tal scopo ho testato una tecnica “spaziale” che utilizza il comportamento spaziale come misura dell’anticipazione. Sempre in ottica di valutazione e promozione del benessere, le due tecniche potrebbero essere utilizzate per velocizzare e rendere più pratica l’applicazione dello studio del comportamento anticipatorio e valutare quando e se un evento positivo o neutro diventi negativo se sottoposto eccessivamente gli animali. Infatti esistono degli stimoli inizialmente positivi o neutri che potrebbero diventare negativi se sottoposti eccessivamente agli animali e viceversa degli stimoli che da neutri o negativi potrebbero diventare positivi se presentati in modi differenti agli animali. Ne sono un esempio il numero di volte che gli animali sono impiegati in interazione col pubblico (Normando et al., 2018; Fernandez et al., 2009) ed il numero di spettatori in visita (Davey, 2007). Il comportamento spaziale potrebbe essere utilizzato per valutare l’interesse che gli animali nutrono per questi eventi e, osservando il loro eventuale allontanamento dal punto di inizio di ciascuno di essi, quantificare il limite di volte che questi stimoli possono essere eseguiti prima che assumano caratteri negativi.

Di seguito riporto la discussione dei risultati dello studio sul comportamento anticipatorio prima trattando le 3 tecniche utilizzate separatamente ed infine confrontandole tra loro.

TECNICA 1 “PRINCIPALE”

Questa tecnica si basa sull’associazione di un segnale con l’inizio di un evento. Ho quindi sfruttando un paradigma pavloviano per addestrare i delfini ad associare l’arrivo di oggetti differenti con segnali visivi differenti e successivamente ho misurato l’intensità dell’anticipazione, espressa come tempo speso in comportamenti di attenzione, nei 5 minuti che sperano la presentazione di un segnale all’arrivo degli oggetti corrispondenti.

I risultati hanno evidenziato come il tipo di segnale, e quindi il significato ad esso attribuito, sia la causa principale nella differenza di anticipazione osservata tra le tre sessioni. Ho infatti rilevato un’intensità di anticipazione prima dell’arrivo di oggetti di alto interesse quasi 2 volte superiore di quella osservata nelle sessioni con oggetti di basso interesse e di controllo.

Tramite il comportamento anticipatorio sono quindi stato capace di discriminare differenti livelli di interesse all’interno dello stesso evento.Bisogna tuttavia notare che non si sono riscontrate differenze nell’anticipazione tra sessioni con oggetti di

non hanno probabilmente fornito agli animali uno stimolo sufficiente affinché aumentino l’attenzione per l’ambiente esterno. Saranno quindi necessari ulteriori studi, che ad esempio comprendano oggetti per cui gli animali nutrono un interesse medio, per valutare fino a che punto il comportamento anticipatorio sia capace di discriminare i diversi livelli di interesse all’interno di uno stesso.

Ho infine valutato se il sesso, l’età ed il sottogruppo degli animali avesse un effetto sull’anticipazione. In questo caso i risultati ottenuti mostrano come i giovani e le femmine anticipano maggiormente l’arrivo degli oggetti rispetto rispettivamente agli adulti e ai maschi. Nei tursiopi, i giovani sono conosciuti per essere più propensi all’interazione con oggetti rispetto agli adulti (Eskelinen et al., 2015) ed è quindi probabile che i maggiori livelli di anticipazione osservati in questa categoria riflettano il loro maggior interesse per l’arrivo degli oggetti. Le femmine sono conosciute per essere più interessate all’interazione con oggetti dei maschi (Delfour & Beyer, 2011), anche se in alcuni studi sono state osservate interagire meno con oggetti presenti nell’ambiente rispetto ai maschi, sia in natura (Greene et al., 2011), che in ambiente controllato (Eskelinen et al., 2015). I miei risultati mostrano come i maschi abbiano anticipato meno, e siano quindi meno interessati all’arrivo degli oggetti. Questo risultato potrebbe essere spiegato considerando il significato dell’anticipazione, che non misura l’interesse assoluto per un evento ma l’interesse nutrito dall’animale in un preciso momento. Proprio per questo motivo l’interesse per un evento misurato mediante il comportamento anticipatorio è soggetto allo stato dell’animale. Come dimostrato dal lavoro di Van der Harst et al., (2003), un animale che ha a disposizione un ambiente altamente stimolante, è meno interessato all’arrivo di nuovi stimoli rispetto ad un animale che si trova in un’ambiente poco stimolante, tuttavia questo non significa necessariamente che nel caso venga fornito un nuovo stimolo il primo animale non ne usufruisca. È quindi possibile che entrambi gli animali usufruiscano allo stesso modo dello stimolo ma quello che si trova in un ambiente meno stimolante mostri valori di anticipazione più alti in virtù del suo maggior bisogno di stimoli. Durante il mio studio i maschi sono stati osservati maggiormente in comportamenti intra-genere (maschio-maschio) e in comportamenti sessuali (maschio che segue la femmina) rispetto alle femmine. È pertanto possibile che la differenza nell’anticipazione riscontrata rifletta non tanto un minor interesse generale dei maschi nei confronti degli oggetti, ma una differenza nella percezione del proprio ambiente che risulta più stimolante per questi che per le femmine.

Infine, i due sottogruppi hanno riportato una significativa differenza nell’intensità di anticipazione. Questa differenza è probabilmente dovuta alla loro diversa composizione. Infatti, il primo era composto da solo due maschi adulti (Paco e Marco)

mentre il secondo da un maschio adulto (King), un maschio giovane (Zeus) e da tre femmine (Quine e Leah) di cui una giovane (Thai). Visto che i maschi e gli adulti hanno mostrato livelli inferiori di anticipazione rispetto alle femmine e ai giovani, è probabile che i livelli di anticipazione più bassi rilevati nel primo sottogruppo siano dovuti alla diversa natura dei loro componenti.

TECNICA 2 “VELOCE”

Differentemente dalla tecnica 1 in questo caso non è stato effettuato un periodo di addestramento ma gli oggetti sono stati posizionati a bordo vasca e introdotti dopo cinque 5, assumendo quindi che i delfini associassero spontaneamente la loro presenza all’arrivo.

I risultati sulle differenze del comportamento anticipatorio nelle tre sessioni mostrano come gli animali abbiamo anticipato l’arrivo di oggetti di alto interesse con un’intensità significativamente maggiore rispetto alle sessioni di basso interesse e di controllo. Anche la tecnica 2 è quindi stata in grado di distinguere diversi livelli di interesse all’interno di uno stesso evento. Come per la tecnica 1, anche in questo caso giovani e femmine hanno anticipato maggiormente l’arrivo degli oggetti rispetto ad adulti e maschi. In tal senso valgono le stesse considerazioni fatte sopra riguardo alla tecnica 1.

Anche per questa tecnica sono stato osservate differenze nell’anticipazione dei due sottogruppi, con il secondo che ha riportato valori maggiori del primo, tuttavia a differenza della tecnica principale, in questo caso la differenza non è risultata significativa. In questa tecnica i due sottogruppi avevano composizione differente rispetto a quella della tecnica principale. Il primo formato da due maschi adulti (Paco e Marco) e una femmina (Quina) mentre il secondo da un maschio adulto (King), un maschio giovane (Zeus) ed una femmina giovane (Thai). La maggior omogeneità nella natura degli individui dei due sottogruppi ha probabilmente ridotto la differenza di anticipazione osservata che non è risultata significativa.

TECNICA 3 “SPAZIALE”

La tecnica 3 si differenzia dalla principale per il parametro scelto a misura dell’intensità dell’anticipazione, che in questo caso è stato una misura del comportamento spaziale. Il comportamento spaziale fa parte del secondo sottogruppo di comportamenti che compongono l’anticipazione (comportamenti di facilitazione) ed è quindi correlato alla natura, positiva o negativa, di un evento. L’animale infatti tende ad avvicinarsi al punto di inizio dell’evento quando questo è positivo e ad allontanarsene quando è negativo (Zimmerman et al., 2011).

I risultati mostrano in effetti una maggiore concentrazione degli animali nei pressi dei punti di introduzione degli oggetti durante le sessioni con oggetti di alto interesse rispetto alle sessioni con oggetti di basso interesse o di controllo. Inoltre, è stata rilevata una significativa differenza nel tempo trascorso dagli animali ad una distanza inferiore a 6 metri dai punti di introduzione, da cui si evince che gli esemplari trascorrono più tempo vicino al punto di inizio dell’evento durante la sessione con oggetti di alto interesse rispetto alle altre due. Questo indica che il comportamento spaziale è correlato non solo alla natura dell’evento, in questo caso positivo, ma anche all’interesse che vi nutre l’animale.

Come per la tecnica 1 anche in questo caso sesso, età e sottogruppo sono risultati significativi e valgono le stesse considerazioni fatte in precedenza per la tecnica 1. CONFRONTO TRA TECNICHE

Considerando che le tecniche 2 e 3 non sono mai state testate negli studi sul comportamento anticipatorio, al fine di verificare la bontà ne ho confrontato i risultati con quelli ottenuti con la tecnica principale.

TECNICA 1 VS 2

Il confronto della tecnica 2 con la numero 1 è stato eseguito mediante la costruzione di modelli che comprendessero al loro interno l’effetto del fattore fisso tecnica usata, visto che in entrambi i casi la natura della variabile dipendente studiata, tempo speso in comportamenti di attenzione, era la stessa. In questo modo è stato evidenziato che il modello che meglio spiega la differenza tra i dati osservati nelle due tecniche sia quello che considera l’incrocio del fattore tipo di segnale col fattore tecnica usata. Questo significa che in entrambe le tecniche si sono rilevati valori più alti di anticipazione durante le sessioni con oggetti di alto interesse e che i valori della stessa sessione sono significativamente differenti tra le due tecniche. Effettivamente in tutte le sessioni nella tecnica 2 ho ottenuto dei valori più alti di anticipazione rispetto alle stesse sessioni nella tecnica 1. Questa differenza potrebbe essere dovuta alla presenza degli oggetti a bordo vasca che potrebbero aver fornito uno stimolo più forte del singolo segnale impiegato nella tecnica 1, e conseguentemente potrebbero aver portato alla manifestazione di un più alto livello di attenzione. Tuttavia le maggiori differenze tra le 2 tecniche si sono osservate nell’anticipazione in sessioni con oggetti di basso interesse e di controllo. Questo risultato potrebbe essere il frutto di una riduzione dell’attenzione per l’ambiente esterno dovuta alla presentazione dei segnali corrispondenti alle due sessioni. I due segnali, infatti, oltre ad indicare l’arrivo di oggetti di basso interesse e di nessun oggetto, indicavano che non sarebbe successo altro per i successivi 5 minuti. È quindi possibile che gli animali, riconoscendo i due

segnali e sapendo che non avrebbe avuto nessun tipo di interazione con gli addestratori nei 5 minuti successivi, abbiano ridotto i comportamenti di attenzione per l’ambiente esterno al fine di spendere più tempo in altri comportamenti. Tuttavia, per verificare questa ipotesi e determinare la vera causa dei maggiori livelli di anticipazione registrati con la tecnica 2, saranno necessari nuovi studi.

Il sesso e l’età sono risultati significativi in entrambe le tecniche al contrario del sottogruppo che è risultato significativo solo per la tecnica 2. Il fattore sottogruppo misura le differenze di anticipazione legate alla diversa composizione dei sottogruppi degli animali. In entrambe le tecniche gli animali erano divisi in due sottogruppi, tuttavia la composizione di questi è variata tra la tecnica 1 e 2. Essendo maschi e adulti meno sensibili all’arrivo degli oggetti di femmine è giovani è possibile che sottogruppi con una composizione diversa anticipino diversamente l’arrivo degli oggetti. Le differenze osservate tra le due tecniche sono quindi sicuramente dovute alla diversa omogeneità, in età e sesso, nella composizione dei sottogruppi, anche se è tuttavia possibile che ci sia un effetto legato all’interazione tra gli individui. Ad esempio visto che le femmine anticipano maggiormente rispetto ai maschi, si dovrebbe presuppore che introducendo una femmina in un sottogruppo questo finisca per presentare valori più alti di anticipazione. Tuttavia se nel sottogruppo sono presenti dei maschi, questi potrebbero perdere interesse per l’arrivo degli oggetti rivolgendo maggiori attenzioni verso la femmina e riducendo il loro livello di anticipazione, e quindi quello del sottogruppo. Bisogna tuttavia tener presente che anche l’assenza della femmina potrebbe causare riduzione nell’intensità d’anticipazione. Anche in sottogruppi divisi in diverse vasche, la possibilità di interazione vocale rimane ed è quindi possibile che i maschi in un sottogruppo privo di femmine mostrino minori livelli di anticipazione perché spendono parte del loro tempo in comportamenti di vocalizzazione nei confronti delle femmine delle altre vasche. La variazione del numero di femmine nei sottogruppi tra la tecnica 1 e 2 potrebbe quindi aver avuto un ruolo sui livelli di anticipazione degli individui. La Tabella 18 e 19 riportano i valori medi di anticipazione di ogni individuo in ciascuna delle tre sessioni rispettivamente per la tecnica 1 e 2.

TABELLA 18. Valori di anticipazioni medi di ciascun esemplare nelle 3 sessioni ottenuti

con la tecnica 1.

TECNICA 1 "PRINCIPALE"

GRUPPO ESEMPLARI SESSO ETÀ ALTO INTERESSE BASSO INTERESSE CONTROLLO

1

KING MASCHIO ADULTO 4,53 1,69 0,90

ZEUS MASCHIO GIOVANE 13,87 3,18 4,23

THAI FEMMINA GIOVANE 16,81 3,67 3,81

QUINA FEMMINA ADULTO 12,86 3,92 3,83

LEAH FEMMINA ADULTO 12,90 3,38 4,18

2 PACO MASCHIO ADULTO 3,10 1,90 1,31

MARCO MASCHIO ADULTO 3,23 1,38 1,49

TABELLA 19. Valori di anticipazioni medi di ciascun esemplare nelle 3 sessioni ottenuti

con la tecnica 2.

TECNICA 2 "VELOCE"

GRUPPO ESEMPLARI SESSO ETÀ ALTO INTERESSE BASSO INTERESSE CONTROLLO

1

KING MASCHIO ADULTO 4,78 2,47 1,22

ZEUS MASCHIO GIOVANE 15,25 7,12 5,57

THAI FEMMINA GIOVANE 17,80 7,51 6,59

2

PACO MASCHIO ADULTO 7,82 3,84 4,37

MARCO MASCHIO ADULTO 6,18 3,86 3,37

QUINA FEMMINA ADULTO 11,27 6,76 5,80

Si noti come i due maschi adulti Paco e Marco mostrino livelli più bassi di anticipazione in assenza di una femmina (tecnica 1) rispetto a quando questa è presente (tecnica 2) e come Zeus e King mostrino livelli più bassi di anticipazione in presenza di tre femmine (tecnica 1) rispetto a quando ne è presente solo una (tecnica 2). Il ruolo che le femmine hanno sui valori di anticipazione dei maschi, tuttavia, rimane un punto da chiarire, questo studio infatti non è stato ideato per studiare questo aspetto e saranno quindi necessari nuovi lavori per verificare tale effetto.

Posso quindi concludere che la tecnica 2 si è rivelata più veloce ma altrettanto adeguata nel discriminare diversi livelli di interesse all’interno di un evento. Tuttavia la presenza diretta degli oggetti a bordo vasca, unita al significato intrinseco dei segnali per le sessioni di controllo e di basso interesse, che oltre ad informare gli animali su quale oggetto sarebbe arrivato indicavano anche l’assenza di interazione di qualunque natura con gli addestratori nei 5 minuti successivi, potrebbero essere la causa dei maggiori livelli di anticipazione osservati in tutte le sessioni per la tecnica 2.

In un’ottica di una futura applicazione di questa tecnica bisogna quindi tener presente la possibilità di registrare valori più alti di anticipazione per i motivi sopra descritti. TECNICA 1 VS 3

La diversa natura della variabile dipendente presa in esame nelle due tecniche non ha reso possibile seguire la procedura descritta sopra per il confronto dei loro risultati. In entrambe le tecniche, è stato comunque rilevato un significativo aumento di anticipazione nelle sessioni di alto interesse rispetto a quelle di basso interesse e di controllo, oltre che una significativa differenza di anticipazione dei due sottogruppi e di individui di sesso ed età differente. Tuttavia in tutte e tre le sessioni (alto interesse, basso interesse e controllo) si sono registrati valori più alti nella tecnica 3 che nella principale.

Questa differenza è probabilmente dovuta alla diversa modalità di manifestazione dei comportamenti utilizzati per quantificare l’anticipazione nelle due tecniche. La Figura

35 riporta una sequenza d’esempio di manifestazione del comportamento

anticipatorio. Ogni immagine corrisponde ad un secondo di registrazione e, in tutti i casi i due animali indicati dalle frecce si trovano ad una distanza inferiore di sei metri dal punto di introduzione degli oggetti (centro del palco). Quindi, in questa sequenza di 6 secondi, i due esemplari hanno trascorso il cento per cento del tempo a meno di 6 metri dal punto di introduzione degli oggetti e solo un sesto (16,6%) del tempo in comportamenti di attenzione (si noti come il comportamento di attenzione si manifesti solo nelle due ultime immagini). I comportamenti di attenzione costituiscono quindi una frazione del tempo speso entro 6 metri dal punto di introduzione degli oggetti, è pertanto evidente che la diversa manifestazione dei due parametri usati per la quantificazione dell’anticipazione nelle due tecniche abbia portato a valori più alti nella tecnica 3.

Anche la tecnica 3 si è quindi rivelata capace di distinguere diversi livelli di interesse all’interno dello stesso evento. Nell’ottica di un’applicazione in protocolli di valutazione del benessere bisogna tener contro della possibilità di osservare valori di anticipazione elevati, dovuti non solo allo stato dell’animale ma al parametro usato per quantificare l’anticipazione. Tuttavia, la possibilità di poter definire con un unico parametro la natura (positiva o negativa) e l’interesse per un evento rappresenta un potente strumento per stabilire quanto le attività a cui sono sottoposti gli animali in ambiente controllato siano positive e valutare eventuali variazioni di positività.

Figura 35. Esempio di manifestazione del comportamento anticipatorio. Ogni immagine corrisponde ad un

secondo di registrazione. Le due frecce indicano il movimento dei due esemplari nella sequenza. In tutta la sequenza gli animali si trovano ad una distanza inferiore a 6 metri dal punto di introduzione degli oggetti (centro del palco). Nelle due figure in basso i due esemplari mostrano il comportamento di attenzione spyhopping.

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