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Molti temi legati alla determinazione dell’età tramite la lettura degli otoliti e delle frequenze di taglia sono stati affrontati in questo studio per poter cercare di stabilire un quadro d’insieme delle due specie del genere Mullus, sia in termini di stato delle risorse che di differenze specifiche. Passando all’interpretazione dei dati delle analisi effettuate in precedenza si possono dedurre diverse conclusioni, esaminando punto per punto quello che è stato fatto.

1. Strutture di età – Capire come uno stock sia strutturato in termini di età risulta essere molto importante per stabilire quanti individui tra quelli pescati siano giunti a maturità sessuale e si siano quindi riprodotti almeno una volta nella vita. I riproduttori sono infatti quelli che garantiscono la disponibilità della risorsa alieutica anche per le nostre generazioni future, come stabilisce la PCP in termini di pesca sostenibile. Per Mullus

barbatus e Mullus surmuletus gli individui giungono a maturità sessuale dopo il primo

anno di vita, per cui quello che si è visto è la proporzione di individui di età maggiore o uguale a 1 anno rispetto al totale di individui campionati. Dai risultati dei grafici ad istogrammi e dagli studi sulle chiavi di età-lunghezza (ALK) si è potuto vedere come più dell’80% dei campioni di M. barbatus sia di età ≥ 1. Sembra infatti una buona proporzione considerando che le maglie delle reti della motonave Andrea utilizzata per le campagne di ricerca sono di 10 mm in confronto alle maglie di 40mm di diametro previste di norma dal Regolamento CE 1967/2006 e che quindi catturano più giovanili rispetto a quelli che normalmente potrebbero essere catturati. Dato sconfortante comunque è che gran parte di quegli individui riproduttori catturati siano di 1 e 2 anni. Solo l’8% sul totale superano infatti i 3 anni di vita, segno comunque che la pesca di queste due risorse non permette una crescita dello stock verso le taglie ed età maggiori. Per M. surmuletus invece non sono stati pescati individui giovanili nelle campagne MEDITS 2012 e GRUND 2002, mentre ne sono stati pescati un 20% circa nella campagna MEDITS 2014. L’assenza degli indeterminati nei M. surmuletus può essere spiegata innanzitutto per la scarsa distribuzione a patch della specie nell’area di studio e quindi nel basso valore di occorrenza, ma anche per problemi di discriminazione morfologica tra i giovanili delle due specie. Confrontando successivamente le strutture di età dei M. surmuletus della campagna GRUND 2002 e della campagna MEDITS

2014 è possibile osservare come si passi da un picco di individui di 2 anni nei GRUND 2002 ad un picco di individui di 1 anno nei MEDITS 2014. Anche se il periodo di campionamento della GRUND risulta spostato verso tardo autunno-inverno rispetto a quello MEDITS estivo, tale abbassamento d’età potrebbe essere dovuto ad un incremento della pesca negli ultimi 12 anni. Per poter trarre però un bilancio più preciso sullo stato di entrambe le risorse è necessaria un’analisi più approfondita che tenga in considerazione anche dati di distribuzione e abbondanza delle due specie negli anni precedenti e dati sul tipo di pesca.

2. Distribuzione delle taglie ed età con la profondità – Dalle distribuzioni delle taglie e delle età per classi di profondità è emersa la maggiore frequenza dei campioni prelevati al di sotto dei 100 m di profondità. Questo è facilmente intuibile data la scarsa profondità dell’Adriatico, soprattutto della fascia medio-alta dell’area di studio, in cui sono concentrate anche il maggior numero di cale della campagna MEDITS. Inoltre, come detto nella parte introduttiva, queste specie prediligono profondità intorno ai 30-80 m, per questo quasi il 90% dei campioni viene prelevato entro i 100 m di profondità. Dalle distribuzioni inoltre si è vista la tendenza allo spostamento verso taglie ed età maggiori all’aumentare della profondità. Questo conferma la presenza dei giovanili nelle acque poco profonde costiere e delle migrazioni degli adulti riproduttori dal mare aperto alla costa per la riproduzione.

3. Distribuzione delle taglie ed età per classi di latitudine – La distribuzione delle età e delle taglie di Mullus barbatus per classi di latitudini risente molto del fattore profondità detto in precedenza, essendo la fascia settentrionale a profondità medie intorno a 35 m e quella centrale a profondità medie intorno ai 140 m. Le acque settentrionali del bacino sono inoltre più ricche in nutrienti per gli sversamenti ingenti del fiume Po, quindi ci sono anche condizioni di vita migliori per le specie. Una combinazione quindi dei due fattori latitudine e profondità fa sì che vi siano più campioni nella fascia settentrionale e centrale piuttosto che in quella meridionale. Contrariamente a questa tendenza c’è però un aumento vero sud dei giovanili. Nella fascia latitudinale a nord di Rimini sono infatti assenti gli individui indeterminati, mentre sono presenti nella fascia centrale e soprattutto nella fascia meridionale (tra San Benedetto del Tronto e il Gargano). Questo potrebbe essere dovuto alla corrente principale della fascia costiera italiana del mar

potrebbero risentire della corrente e spostarsi più verso sud.

4. Strutture di taglia – Le curve cumulative di frequenza e le analisi successive sulle strutture di taglia hanno messo in evidenza delle differenze significative sia tra le due specie, con le curve di Mullus surmuletus spostate verso taglie maggiori, che tra i campioni di Mullus surmuletus relativi alla varie campagne. E’ vero che in parte i periodi di campionamento della MEDITS 2014 e della GRUND 2002 si sono sovrapposti, visto che i primi sono durati da agosto a novembre e i secondi da ottobre a gennaio, ma andando ad analizzare la distribuzione dei campioni per periodi di campionamento è stato ottenuto il grafico di Figura 4.1.

Come si è potuto osservare quindi la maggior parte dei campioni della campagna MEDITS 2014 sono stati prelevati nel periodo tra agosto e settembre, mentre per il GRUND 2002 sono stati prelavati ad ottobre, con diverse catture anche a dicembre e gennaio. Le differenze significative risultanti per le strutture di taglia possono quindi essere spiegate in questo modo, avendo passato gli individui del GRUND 2002 il periodo di massimo accrescimento sia corporeo che dell’otolite, ossia il periodo estivo. 5. Relazione taglia-peso – Grazie ai risultati ottenuti dai parametri delle relazioni

lunghezza-peso è possibile determinare il tipo di accrescimento corporeo delle due specie. Infatti osservando il parametro b è stato possibile classificare le due specie ad accrescimento isometrico (se b=3) o allometrico (se b≠3). Per Mullus barbatus il parametro b è risultato molto prossimo a 3 (3.067) quindi si può parlare di

accrescimento isometrico, confermando quello che emerge anche dalla letteratura, mentre per Mullus surmuletus varia tra i campioni della GRUND e quelli della MEDITS 2014, essendo pari a 3.266 per i primi e 3.034 per i secondi. Si potrebbe quindi parlare di una leggera tendenza all’allometria positiva. Infine sovrapponendo le curve delle relazioni lunghezza-peso è stato possibile notare ancora una differenza tra le due specie con le curve dei M. surmuletus che risultavano al di sopra di quella di M. barbatus. Questo vuol dire che a parità di taglia i M. surmuletus pesano di più, quindi ulteriore prova a sostegno della leggere allometria positiva per i M. surmuletus ritrovata nei valori di b.

6. Rapporto taglia-età – Le analisi sulle chiavi di età-lunghezza hanno prodotto dei risultati molto importanti fornendo le misure di taglia media e deviazione standard per ciascuna età. Trovare una relazione tra taglia ed età è molto importante soprattutto per poterla applicare ai modelli di previsione su campioni dove non è stato possibile estrarre gli otoliti ma è stata misurata la sola taglia. Inoltre il rapporto taglia-età è stato utilizzato anche per osservare l’accrescimento delle due specie, attraverso le curve di Von Bertalanffy. Molto importante a questo scopo è stato osservare i parametri delle curve, soprattutto i valori del tasso di accrescimento K, che si sono rivelati molto differenti, con il K di M. surmuletus molto più grande di quello di M. barbatus, come ci si attendeva, dati anche i risultati precedenti sull’accrescimento corporeo.

7. Allometria – Per quanto riguarda il rapporto tra la taglia e il radius, separando i grafici per classi di radius, è stato possibile vedere la differenza di accrescimento dell’otolite nel passaggio della fase giovanile a quella adulta di Mullus barbatus, essendo i coefficienti di regressione b dei giovanili superiori rispetto a quelli degli adulti. Non sono state riscontate invece grandi differenze tra le due specie sia nel rapporto taglia- radius che nel rapporto radius-età né sono state osservate differenze significative nell’accrescimento tra l’otolite destro e l’otolite sinistro, ma per questo si rimanda a studi di morfometria classica. Gli alti livelli di correlazione nelle relazioni taglia-radius e radius-età suggeriscono comunque la forte dipendenza del radius, e quindi dell’accrescimento dell’otolite, alle due variabili analizzate.

8. Incrementi dei radius – L’analisi sugli incrementi dei radius ha stabilito incrementi maggiori nel passaggio dal primo al secondo anno di vita piuttosto che nel passaggio tra

accrescimento dell’animale con l’aumentare della taglia e dell’età. Avendo infatti stabilito in precedenza la forte correlazione tra radius e taglia ed età e osservando l’andamento della curva di crescita di Von Bertalanffy, che presenta tassi di crescita inizialmente alti per poi stabilizzarsi verso valori minimi man mano che vengono raggiunte taglie ed età maggiori, è possibile affermare che le differenze degli incrementi derivino proprio da questo. Le differenze significative che sono state viste nel secondo gruppo di incrementi riguardo al sesso possono essere spiegate anche queste grazie al modello di Von Bertalanffy differenziato per sesso. Nel modello infatti si può vedere come le due curve siano ben diverse fra di loro con un aumento della differenziazione verso le taglie e le età maggiori, che può ripercuotersi così su una differenziazione sugli incrementi dei radius nel passaggio dal secondo al terzo anno di vita del pesce.

9. Metodi di lettura – Cercare di stabilire quale sia il metodo migliore di lettura degli otoliti è molto importante per poter indirizzare studi futuri sugli otoliti verso una metodologia unica. Se si dovesse stabilire il metodo migliore su basi tempistiche ed economiche il metodo della lettura delle immagini al computer risulterebbe senza dubbio il migliore, perché è un metodo trasversale. Sulla tempistica anche il burning risulta essere un buon metodo di stima delle età e risulta essere efficace e poco costoso. Come è stato possibile osservare dal grafico dei tre metodi a confronto per i campioni di Mullus barbatus la lettura normale risulta essere un metodo che sottostima le età. Gli individui che vivono ad alte profondità infatti risentono meno dei cicli stagionali, così come i loro conspecifici delle basse profondità, per cui quello che ne risulta è un’omogeneità del materiale di deposizione dell’otolite e quindi un’impossibilità di distinzione degli anelli stagionali. Il burning in questi casi risolve in parte il problema. Il metodo che però è risultato essere il migliore come facilità di lettura a stereomicroscopio degli anelli e conseguente maggiore accuratezza e precisione dei risultati è lo staining, che si colloca a metà tra la lettura normale e il burning. Lo staining però dal grafico di Figura 3.28 presenta una forte dispersione verso le taglie ed età maggiori, rispetto agli altri metodi. Risultando comunque i campioni di Mullus barbatus oltre i 2 anni solo l’8% del totale lo staining rimane il metodo migliore per la stima delle età di queste due specie, mentre andrebbe rivalutato per specie di taglie ed età maggiori. Come visto poi per la preparazione dei campioni, lo staining è senza dubbio il metodo più lungo e costoso, visto che richiede la presenza della troncatrice e diversi materiali di preparazione tra cui

resine e coloranti. Quello che si potrebbe suggerire con questo studio è quindi di usare lo staining per analisi di pochi campioni e un’analisi combinata lettura normale/burning per analisi con numero elevato di campioni.

RINGRAZIAMENTI

La prima persona da ringraziare per la realizzazione di questo studio è il dott. Marco Stagioni, per la sua preziosa collaborazione e disponibilità non solo all’insegnamento delle tecniche di laboratorio per l’analisi degli otoliti, ma anche dal punto di vista umano.

Ringrazio inoltre il prof. Corrado Piccinetti per la disponibilità offerta nell’ospitarmi nel Laboratorio di Biologia Marina di Fano per svolgere la tesi.

Un ringraziamento speciale va poi soprattutto ai miei genitori, che mi hanno sempre dimostrato il loro sostegno e hanno permesso che potessi fare quest’esperienza studentesca, lavorativa e soprattutto di vita molto importante per me.

Un pensiero particolare e una dedica va poi alla mia cara nonna, che ha potuto sostenermi col suo affetto in questo cammino di due anni soltanto per un breve periodo, ma che so continui a fare sempre dall’Alto.

Un grandissimo grazie va poi agli amici di una vita, Luca e Mattia, a Martina, Michela, Fabio, Marta e Giulia, Zio Sandro, Matteo, Alessandro detto Joao, Luca, Andrea, Serena e tutte quelle persone che ogni giorno della mia vita contribuiscono a farmi sorridere e a rendermi un uomo felice.

Infine come non ringraziare il mio collega/coinquilino Fabio d’Addelfio, per il suo appoggio durante tutto il corso dello svolgimento di questo lavoro di tesi, il piccolo Matteo, per i tanti momenti di gioia che mi ha regalato, e tutti i colleghi del Laboratorio di Biologia di Fano.

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