3. Gli aspetti non considerati dal tasso di disoccupazione
3.3 Analisi dell’evoluzione del ruolo dell’assistenza sociale in Ticino
3.3.1 Tra disoccupazione e assistenza
Oltre ai fenomeni legati alle nuove forme di lavoro atipico e le relative conseguenze sulla salute che quest’ultime comportano, è interessante andare a valutare l’evoluzione del ruolo dell’assistenza sociale avvenuta in Ticino. A prima vista emerge immediatamente che il ruolo dell’assistenza sta subendo una profonda trasformazione nel corso degli ultimi decenni: se inizialmente l’idea di questa forma di sussidio era quella di “fornire un aiuto puntuale e momentaneo per un numero ristretto di persone in difficoltà” si può notare come sia diventata “una vera e propria prestazione sociale, fondamentale nel sistema di sicurezza sociale a livello svizzero e anche cantonale” (Gonzalez, Sthepani, Grignola Mammoli, 2015). L’ipotesi più plausibile, che permette di spiegare almeno in parte questa tendenza, è legata alla riforma della Legge sull’Assicurazione contro la Disoccupazione (LADI), avvenuta nel 2011, che ha visto l’inasprirsi dei requisiti necessari per l’ottenimento delle indennità di disoccupazione e la riduzione delle quote giornaliere a favore delle persone iscritte. Queste misure di risparmio messe in atto dalla Confederazione si sono manifestate in un periodo in cui “i disoccupati iscritti erano in aumento e quelli in assistenza relativamente stabili” (Gonzalez, Sthepani, Grignola Mammoli, 2015). (vedi figura 30)
Questo aumento delle richieste rivolte all’assistenza sociale vede inoltre un forte legame con i cambiamenti e le trasformazioni che il mondo del lavoro (e sociale) sta vivendo. Se da un lato l’intensificarsi della competizione e la richiesta sempre più esigente da parte dei datori di lavoro (in termini di produttività e flessibilità) porta le figure più “deboli” o “fragili” all’esclusione dalla vita attiva quando si manifestano passaggi di vita (nascita di un figlio, cambio del luogo di lavoro), eventi familiari sfavorevoli (divorzio, perdita del lavoro) o a causa anche dell’età dall’altro lato troviamo una società “moderna” sempre più concentrata sul singolo individuo: “Non solo perché le persone che vivono sole hanno un ruolo sempre più importante, ma le famiglie stesse sono spesso atomizzate, quindi più fragili” (Gonzalez, Sthepani, Grignola Mammoli, 2015). Bisogna anche considerare che Ia crescita contenuta dei redditi bassi avvenuta in questi anni mette sempre più in diffiicoltà le persone che, quando si trovano a far fronte ad un imprevisto della vita (e non é stato possibile creare un fondo di risparmio a cui attingere), vedono nell’assistenza sociale quel salvagente a cui aggrapparsi per non cadere in povertà.
Figura 30 – Disoccupati iscritti agli URC (media) e persone a beneficio d’assistenza.
“Con un’assicurazione disoccupazione sempre più limitata nel tempo e negli importi, il passaggio verso l’assistenza si rivela a volte l’unica via per permettere a queste persone di avere perlomeno la prospettiva di riuscire a rimanere integrate”.
Tratto da: “Ai margini del mercato del lavoro”. O. Gonzalez, E. Sthepani, S. Grignola Mammoli (Ustat, 2015).
La relazione esistente con il tasso di disoccupazione è, e rimane, sicuramente quella più significativa da analizzare perché proprio negli ultimi anni questi due termini (disoccupazione e assistenza sociale) sono stati spesso associati tra loro. La figura 31 mostra proprio il legame tra le persone disoccupate iscritte agli URC che terminano le rispettive prestazioni e quelle che effettuano domanda di assistenza. Ponendo la nostra attenzione proprio su chi esaurisce le indennità LADI ci permette di capire che il numero di nuove domande di assistenza sociale (nel periodo 2010-2014) è maturato parallelamente con l’aumetare dei disoccupati iscritti che sono giunti alla fine del proprio diritto alle indennità.
Figura 31 – Disoccupati iscritti agli URC che hanno esaurito il diritto alle indennità LADI.
Fonte: Ufficio cantonale di Statistica, 2015
Le stime fornite dall’ufficio cantonale di statistica (Gonzalez, Sthepani, Grignola Mammoli, 2015) indicano che in Ticino (tra il 2010 e il 2014) il numero dei disoccupati iscritti ad un URC ha registrato una diminuzione passando da 7.593 a 6.810 (media annua di dati mensili Seco) mentre il numero delle persone “a beneficio di assistenza sociale” ha visto un costante aumento passando da 4.326 a 6.428 (dato DASF11).
Nonostante abbiamo appena verificato che esiste un legame concreto tra disoccupazione ed assistenza dobbiamo tenere a mente che il passaggio tra questi due tipi diversi di aiuto sociale non è né automatico né immediato. È importante sottolineare quanto enunciato negli studi Ustat (2014/2015) che hanno verificato che solo una parte dei disoccupati a fine diritto di indennità tende a ricorrere automaticamente all’assistenza sociale, perché in caso di difficoltà finanziarie “le persone a fine diritto indennità utilizzano spesso risparmi e aiuti tra parenti prima di ricorrere ad aiuti sociali”.
Sicuramente bisogna stare attenti quando si cerca di mettere in relazione la disoccupazione con l’assistenza sociale e non bisogna fare confusione con i principi
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Divisione dell’azione sociale e delle famiglie (DASF). Fornisce i dati principali, insieme all’UST
che li armonizza per la comparazione a livello cantonale, relativi all’assistenza sociale in Ticino. Generalmente il periodo durante il quale sono raccolti i dati concernenti l’assistenza sociale dura un anno (dal 1° gennaio al 31 dicembre) (Ustat, 2015).d’intervento che questi due sistemi utlizzano: l’assistenza sociale infatti consiste in una prestazione che non ha un particolare legame con lo statuto d’attività della persona, per questo motivo il suo intervento avviene indipendentemente dalle cause che portano gli individui in questa situazione di “necessità finanziarie”. Di conseguenza dobbiamo considerare che “solo una parte delle persone che esaurisce il diritto alle indennità di disoccupazione LADI ricorre all’assistenza sociale, e solo una parte delle persone a beneficio di assistenza ha uno statuto di disoccupato” (“Ai margini del mercato del lavoro”. Ustat, 2015). Questi individui, che presentano contemporaneamente lo statuto di disoccupato e quello di beneficiario di assistenza, sono da considerare come un normale sottogruppo di tutti i disoccupati (ai sensi dell’ILO): bisogna stare attenti ad utilizzare le cifre relative disoccupazione e assistenza perché le stesse non possono essere sommate semplicemente. Si creerebbe un doppio conteggio che sfalserebbe i risultati.