• Non ci sono risultati.

STEP 4: suddivisione finale in tratti

2) Monitoraggio strumentale: richiede l’effettuazione di alcune misure periodiche sul

6.1. Inquadramento generale

6.1.3. Dissesti idrogeologici importanti

spopolamento della montagna causando l’abbandono delle attività agricole, selvicolturali e pastorali, a favore delle attività turistico-ricreative. I centri geograficamente più marginali furono quelli che risentirono di più dello spopolamento, il tutto a favore dei centri con la migliore posizione geografica che si espansero sempre più, attrezzandosi di nuovi alberghi, pensioni, ristoranti ed impianti di risalita. Questo sviluppo urbanistico ha accresciuto ancor di più la vulnerabilità del territorio, aumentando da un lato i beni danneggiabili in caso di calamità e dall’altro andando a creare infrastrutture su terreni non idonei allo scopo. Tutto ciò comporta un notevole incremento del rischio idrogeologico complessivo.

6.1.3. Dissesti idrogeologici importanti.

La maggioranza dei dissesti idrogeologici presenti nell’area di studio è dovuta a due fattori: l’azione erosiva dell’acqua e la geomorfologia della zona. Come visto in precedenza la geologia e la geomorfologia del bacino, sia a livello di versante sia a livello di torrente, presentano fattori predisponenti al dissesto. A questo va sommata l’azione dell’acqua, soprattutto nel caso in cui questa si presenti sottoforma di circolazione superficiale o sotterranea. Il territorio oggetto di studio è stato nel corso dei secoli continuamente modellato da fenomeni quali frane, alluvioni ed erosioni più o meno localizzate. L’evento del ’66 evidenziò la franosità dell’area oggetto di studio, dimostrando come questa sia una caratteristica intrinseca e costante che si è manifestata periodicamente già nel corso dei secoli precedenti. Numerose sono le testimonianze riguardanti fenomeni di dissesto, eccone alcune significative per la nostra area di studio:

- 1771: l’11 gennaio dal monte Forca si mobilitò una frana di dimensioni tali da ostruire nei presi di Alleghe il corso del Cordevole. Proprio a causa di questo sbarramento si formò il bacino che oggi noi conosciamo col nome di lago d’Alleghe. Il corpo di frana seppellì gli abitati di Riete, Marin e Fucine, mentre altri 5 villaggi furono sommersi dall’acqua del lago formatosi;

- 1877: nel mese di maggio il torrente Fiorentina in piena causa il crollo di un ponte nell’omonima località;

- 1888: in aprile a seguito del disgelo e delle intense precipitazioni si innescarono numerose frane; tra queste si ricorda quella in località Pescul (Selva di Cadore), di dimensioni tali da provocare seri danni a 15 nuclei familiari;

65 - 1890: tra il 28 ed il 30 maggio le prolungate piogge e le conseguenti piene

provocarono in val Fiorentina il crollo di 4 ponti;

- 1917: la notte del 27 maggio, a causa delle abbondanti nevicate dell’inverno precedente, si staccò a ciel sereno una frana di 4-5 milioni di m3 dalla val di Fuori. Le vittime furono 28, di cui 21 militari e 7 civili, mentre 6 furono gli edifici completamente distrutti lungo il Rio Loschiesuoi, nel comune di Selva di Cadore; - 1966: l’alluvione di novembre colpì in modo intenso tutto il bacino del Cordevole.

Nella val Fiorentina la strada provinciale fu completamente distrutta, l’abitato di Caprile fu colpito dalle ondate di piena del torrente Fiorentina (Figg. 6.8 e 6.9) che invasero il paese seppellendolo sotto 5 metri di materiale misto tra legname, detriti e fango (vedi Foto). Il torrente Codalunga provocò ingenti danni nel comune di Colle Santa Lucia, asportando tutti i ponti presenti, circa 6 km di tratto stradale e danneggiando le rimanenti vie vicinali. Sempre nel ’66 l’Alto Cordevole, con l’apporto anche dei torrenti Boè e Campolongo, invase i centri abitati di Davedino, Visinè di Là e Ornella isolandoli dal resto della valle; questi abitati furono colpiti anche a causa della mancanza delle opere di difesa idraulica, distrutte l’anno precedente da un’alluvione che colpì la stessa zona;

- 1978: intense precipitazioni provocarono l’alluvionamento di parte del paese di S.Fosca (Selva di Cadore), colate di fango lungo il Rio Giavaz e l’interruzione della SS 251;

- 1981: le stesse zone colpite nel ’78 furono nuovamente soggette a dissesti nel ’81; in questo anno le forti precipitazioni localizzate portarono alla formazione di numerose colate di fango lungo il Rio Giavaz con la distruzione di 4 briglie poste a difesa degli abitati, la strada per Mondeval e la SS 251 furono interrotte, nella zona a monte di Pescul (Selva di Cadore) si innescarono vari smottamenti. Inoltre in val Fiorentina una frana si staccò preso l’imbocco della galleria stradale in costruzione;

- 1988: in data 24 aprile si ebbe il collasso della frana di Pien Pont con apporto solido nell’alveo del torrente Codalunga, il movimento franoso interessò 500 000 m3 di materiale e 22 000 m2 di bosco ad alto fusto, causando la distruzione di 6 briglie; - 1994: il 14 settembre nel Rio Cordon si manifestò un evento caratterizzato da un

tempo di ritorno di 50 anni, la piena movimentò un volume complessivo di materiale pari a 890 m3 circa e fu caratterizzata da un’intensità massima di trasporto solido al

66 fondo dell’ordine di 500 kg*s-1. Nonostante la modesta permanenza delle portate liquide intorno al valore di picco (5-10 minuti), è stata mobilitata, in termini granulometrici, la quasi totalità del materiale costituente l’alveo (D’Agostino e Lenzi, 1996) con diametri intermedi dei massi di maggiore pezzatura dell’ordine dei 50-60 cm. Le caratteristiche dell’evento nel Rio Cordon sono state determinate grazie all’installazione, nel 1986, di un dispositivo automatico per la misurazione delle portate liquide e solide.

Figura 6.8: Caprile dopo l’alluvione del 1966. Si può notare come l’acqua ed il fango abbiano invaso le abitazioni (HOTELPOSTA.COM).

Figura 6.9: Caprile dopo l’alluvione del 1966 alla confluenza del torrente Fiorentina con il Cordevole. Si noti la quantità di legname trasportato dal torrente durante la piena. Il ponte sul torrente Fiorentina, travolto dai detriti, venne distrutto (HOTELPOSTA.COM).