• Non ci sono risultati.

distanze occupate dai 3 pezzi della parte apicale

INADEGUATEZZA DELLA SICUREZZA IN UN CANTIERE EOLICO

Grafico 6: distanze occupate dai 3 pezzi della parte apicale

Non considerando lo spazio occupato da queste componenti, e quindi non spostando la gru, l’angolo di inclinazione del braccio aumentava, facendo quindi diminuire la quantità di peso elevabile dal mezzo. Infatti il secondo tiro(gruppo generatore) dovrebbe essere fatto ad una distanza inferiore, tramite lo spostamento del mezzo, poiché occupa di per se 2,5m.

Altro problema riscontrato, è stato quello, derivante dal sollevamento dei componenti della torre. Questa infatti è composta da 4 sezioni differenti: sezione 1, sezione 2, sezione 3, sezione apicale dove sono presenti rotore, generatore e navicella. Durante la fase di spostamento dei componenti all’interno della piazzola, la gru lavorava ad una

69

distanza, e quindi ad un inclinazione, stavolta minore rispetto a quella permessa, con il rischio di ribaltamento del mezzo.

La tabella del mezzo infatti, considera una minima distanza di 13 m, poiché a una distanza minore, in presenza del falcone, si rischia il ribaltamento, mentre le operazioni di spostamento dei componenti erano fatte a 12m.

Queste pesanti irregolarità, erano state “necessarie” per continuare i lavori, poiché c’era stato uno sbaglio a monte nella progettazione della piazzola di cemento armato, che non permetteva lo spostamento della gru alla distanza giusta per lavorare, e poiché lo spostamento di questo mezzo richiedeva un giorno di lavoro.

La piazzola, infatti, nella sua parte più esterna sopportava un peso inferiore a quello del mezzo di sollevamento al suo carico, portando quindi ad un rischio di cedimento della base in cemento armato.

Le gru del tipo utilizzato in questo montaggio, di cui ne esistono poche operanti in territorio italiano, hanno dei controlli che non ne permettono l’utilizzo, con il blocco totale delle funzioni del mezzo, se i valori di carico ed inclinazione non corrispondono a quelle della scheda tecnica. Questi sistemi erano stati bypassati dal conducente del mezzo, aggiungendo, quindi, il dolo, oltre all’inadeguatezza della preparazione degli addetti, che non avevano percepito il rischio di questa operazione.

L’adeguata formazione ha permesso all’operatore della Asl di accorgersi del problema portando ad un sequestro e fermo del mezzo per una settimana, finchè non fossero state modificate tutte le manovre per poter lavorare in sicurezza . Di conseguenza la spesa è stata di gran lunga maggiore rispetto a quella che si avrebbe avuto lavorando, fin da subito, in modo corretto.

70 DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Nel nostro paese si è speso sempre poco del budget della sanità in prevenzione, sino al raggiungimento dell’attuale 3% del budget totale. Questo in seguito a politiche sbagliate, consistenti in tagli continui alle risorse disponibili. Ciò va completamente in controtendenza rispetto a quello che andrebbe fatto.

A favore di questa tesi sono presenti molti studi e statistiche, ed in particolare uno studio del 2010 intitolato “The return on prevention: calculating the costs and benefits of investiments in occupational safety and health in companies”, condotto da ISSA(International Social Security Association), DGUV(German Social Accident Insurance) e BG ETEM(German Social Accident Insurance Institution for the Energy,Textile, Electrical and Media Products Sectors).

L’obbiettivo di questo studio internazionale era quello di calcolare gli effetti microeconomici della prevenzione in termini quantitativi e qualitativi. Questo è stato fatto tramite un’ analisi costo-beneficio, tramite l’indicatore di performance “Return on Prevention” (ROP), che è una rappresentazione del successo economico della sicurezza e salute sul lavoro.

Gli Stati che hanno partecipato hanno intervistato una compagnia per ogni milione di impiegati, da un minimo di 10 ad massimo di 40 compagnie controllate. Le interviste sono state condotte dalla metà del 2010 agli inizi del 2011.

Il risultato dello studio è stato che ci sono dei benefici dagli investimenti nella prevenzione e nella salute nei luoghi di lavoro in termini microeconomici, con una ratio di 2.2 punti,

In pratica, per ogni euro speso all’anno in prevenzione per ogni lavoratore, le aziende avranno un potenziale ritorno economico di 2.2

71

euro. Tutto ciò fa capire bene come la prevenzione sia un obbligo per mantenere la salute dei lavoratori, ma anche un fattore di successo e di guadagno per le aziende.

Questo aspetto andrà tenuto molto di conto, sopratutto nei prossimi anni, con l’inevitabile boom di industrie e cantieri, dove verranno costruiti i componenti e successivamente assemblati degli impianti per avere energia pulita, nel rispetto dei trattati internazionali. Questo sarà, sicuramente, un fattore fondamentale per un rilancio economico del Paese e per la salvaguardia dell’ambiente e della salute umana, ma una parte importante la farà anche il nuovo approccio che, spero, sarà dato dalle aziende in primis alla sicurezza, ma soprattutto alla informazione e alla formazione che sarà rivolta ai propri lavoratori. Con la costituzione del mercato unico dell’energia, quindi, le nostre aziende non si troveranno a dover fronteggiare la concorrenza fra di loro, ma anche una maggiore concorrenza europea.

La qualità e la serietà a livello della sicurezza lavorativa ,quindi, saranno il tassello fondamentale che farà scegliere quanto raggio di mercato avranno le aziende in un panorama economico globale.

72 Sitografia Siti:  http://www.ispesl.it  http://ec.europa.eu/clima/policies/roadmap/  http://www.enea.it/it  http://www.issa.int/Resursy/ISSA-Publications/The-return-on- prevention-Calculating-the-costs-and-benefits-of-investments- in-occupational-safety-and-health-in-companies  http://data.worldbank.org/indicator/EG.USE.PCAP.KG.OE Bibliografia Testi:  decreto 81/2008

 the word after oil

 PSC cantiere eolico

 POS cantiere eolico

Documenti correlati