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Un tratto distintivo della geografia e del suo ritorno è il rilievo che torna a darsi alla co- co-noscenza territoriale, in quanto la geografia è stata e resta scienza territoriale, pienamente

inscritta nell’ambito delle scienze sociali perché è il territorio stesso prodotto del sociale.

Per quanto oggetto di non poche critiche, è Robert Kaplan

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a riportare il territorio al

centro dell’attenzione, ad affermare che esso non è stato annullato dalle tecnologie della

comunicazione, che abitiamo nei luoghi fisici, la cui natura politica dipende ancora dalla

loro posizione geografica, che ci serve a capire dove siamo e cosa può accadere.

Ritorna la geografia per sfatare il mito del mondo ormai immateriale, per recuperare un

sapere da sempre strategico, perché la sua utilità è anche strettamente pratica. Molti

aspetti della nostra vita ne hanno bisogno. L’amministrazione, la politica, la diplomazia,

lo sviluppo economico, la comprensione tra popoli, la gestione dell’ambiente naturale,

la pianificazione del territorio hanno bisogno di buone conoscenze geografiche. E proprio

la mancanza di conoscenza geografica e una sua sottovalutazione hanno spesso

determi-nato molti errori in questi campi. Nell’analisi di una porzione di spazio, riuscire a cogliere

le forme e i contenuti e «il nesso tra i processi attivati da questi contenuti e le loro forme

materiali non è un esercizio culturale fine a sé stesso. È, al contrario, un’operazione di

grande rilievo strategico: significa potersi muovere, poter tamponare i punti deboli di un

territorio, poterne identificare i nodi essenziali, poter valutare i potenziali umani…

signi-fica sapersi orientare nel senso più lato, con consapevolezza»

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. Il sapere territoriale è,

dunque, un’esigenza per chi deve esercitare il controllo, ma lo è anche, nella società

con-temporanea, per le popolazioni che vivono sui territori e che da tempo guardano

critica-mente alle decisioni che lo concernono.

Nel corso del tempo la disciplina è andata articolandosi in molte branche differenziate:

la Geografia politica, economica, urbana, culturale, sociale, dello sviluppo ecc. Anche gli

approcci teorici e le metodologie si sono, come si è visto, diversificati. Quel che però oggi

accomuna le tante anime della geografia è senza dubbio il valore del territorio. E questa

conoscenza specifica rappresenta un grande serbatoio di saperi per la sicurezza nazionale:

quali che siano i problemi su cui la politica della sicurezza nazionale porta l’attenzione,

la conoscenza geografica territoriale fornisce un contributo imprescindibile, fortemente

potenziato anche dalla capacità della disciplina a muoversi attraverso le analisi transcalari,

sempre tra loro interconnesse, dalla scala globale a quella locale. La globalizzazione ha

rafforzato il nesso tra conoscenza territoriale e sicurezza. Nel mondo aperto e

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SICUREZZA È LIBERTÀ

18. KAPLAN2012.

nesso ciò che avviene all’esterno incide fortemente sugli assetti ed equilibri interni. Temi

e questioni, anche d’interesse pubblico e di grande rilievo per la sicurezza nazionale, sono

oggi più numerosi rispetto al passato (terrorismo globale, fenomeni di scomposizione

territoriale, flussi migratori, indipendentismi, confini che si moltiplicano, conflitti

am-bientali, etnici ecc.). Si tratta di problematiche che si dipanano su più scale territoriali,

perché i processi operano trasversalmente su più livelli e si condizionano reciprocamente.

Tra la scala globale, nazionale, regionale e locale esistono connessioni e interdipendenze

che possono essere comprese solo operando un salto di scala. Un’operazione, questa,

che deve fare spesso riferimento a un approccio diacronico, alla ricerca delle cause che

hanno influenzato e possono spiegare il presente; perché molti dei problemi nei quali

oggi ci dibattiamo sono riconducibili a periodi precedenti che continuano a esercitare la

loro influenza fino a oggi. E con riferimento all’analisi transcalare non può non

conside-rarsi un’altra categoria prettamente geografica, quella cioè della posizione che, per il

no-stro Paese, rappresenta per molti aspetti un cardine di riferimento prioritario nella chiave

della sicurezza nazionale e della politica estera.

Lo dimostrano le vicende passate e quelle più recenti; il Paese è ormai diventato la

prin-cipale porta di accesso verso l’Europa. Una posizione che deve far maturare la

consape-volezza delle responsabilità e delle prospettive che ne derivano.

L I DA V I G A N O N I – I L R I TO R N O D E L L A G E O G R A F I A N E L L A P RO S P E T T I VA D E L L A S I C U R E Z Z A N A Z I O N A L E

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I

lrischio cibernetico e della sicurezza nazionale nel sistema finanziario è un