• Non ci sono risultati.

Risulta importante considerare, riflettendo sul concetto di Distretto Industriale, il fatto che i soggetti che sono all’interno del territorio con il loro progetto di vita e di lavoro vanno oltre al concetto di impresa dando valore alla relazione, ed al cambiamento sentendosi parte attiva dello stesso. L’approccio della co-creazione del valore porta ad una logica win-win dove l’azienda riesce a stimolare ed essere stimolata dal territorio e dai soggetti che formano il sistema di valori di quel determinato ambiente56. Il distretto industriale è un luogo ideale per lo sviluppo della concorrenza e della cooperazione; è importante sottolineare che uno non esclude l’altro, in quanto ci si basa su due piani differenti e nei confronti di giocatori diversi. La cooperazione si nota soprattutto verticalmente, tra aziende che si occupano della medesima attività e allo stesso tempo, anche con le istituzioni locali.

Ancora più importante risulta il ruolo della competizione, fondamentale all’interno del distretto. La competizione moderna infatti non dipende più dall’accesso all’input di materia prima ma piuttosto da come attraverso la propria produzione l’azienda decide di competere. Un’azienda deve avere si a disposizione un personale qualificato, delle materie prime adeguate, dei metodi di lavoro sofisticati e diversi dai tradizionali per emergere, ma la facilità di raggiungere queste risorse fa si che la competizione si sposti su come questi elementi vengano utilizzati per creare un prodotto o un servizio che risulti unico per il cliente.

Focalizzando la nostra attenzione su un cluster è facilmente intuibile, quindi, che il metodo con cui un’impresa compete dipende fortemente e risulta essere influenzato, dalla qualità dell’ambiente in cui essa si trova57; a questo proposito è stato sviluppato un modello delle forze che influenzano lo sviluppo locale che comprende le condizione con le quali i fattori sono reperibili (costi e qualità in particolar modo), la domanda, che può essere più o meno qualificata, la natura e l’intensità dei competitors locali, oltre la qualità e la sofisticazione delle industrie collegate e di supporto;

56

M. SANSONE, A. MORETTA, R. BRUNI, Co-creazione di valore nelle relazioni impresa-territorio:

determinanti innovative ed osservazione di casi, in « Atti del XXVI Convegno annuale di Sinergie», 2014,

<http://www.sinergiejournal.it/rivista /index.php/XXVI/article/view/953/728>.

57

46

Figura 3: Determinanti del vantaggio competitivo: il diamante di Porter

I fattori rappresentati graficamente formano quella che comunemente viene chiamata Teoria del diamante. Combinando questi elementi si può facilmente intuire la dinamicità di un ambiente. Proprio per questo risulta adatta a rappresentare il distretto industriale, sempre pronto ad accogliere, anche attraverso le aziende collegate, delle innovazioni e degli upgrade58.

3.3.1. I Distretti industriali e la competizione

I distretti industriali influenzano il modo di competere in 3 modi principali. In primo luogo facendo aumentare la produttività, secondariamente fungendo da rampa di lancio per le innovazioni ed in terzo luogo facilitando la formazione di nuovi business.

 Incremento della produttività.

Trovandosi all’interno di un cluster le società sono portate ad aumentare la loro produzione grazie ad una maggiore produttività nella ricerca degli input ma, al tempo stesso, anche di maggiori informazioni e dello sfruttamento della tecnologia altrui. Non va dimenticato che ci si trova in un ambiente dove oltre a input derivati dalle materie prime si hanno anche, una riduzione di costi per i trasporti da dei fornitori lontani;

58

47

pertanto verranno eliminati costi di spedizione ed allo stesso tempo, grazie alla vicinanza, ci si potrà avvalere di una maggiore fiducia ed un tale livello di reputazione da far abbassare il rischio e i costi ad esso legati.

La vicinanza, inoltre, permette di incrementare le comunicazioni e migliorarne la qualità, oltre al fatto che sarà più semplice, per chi vende, dare un servizio migliore o fornire le materie in tempi inferiori. La nota più importante, a mio parere, sta nel fatto che l’accesso ai lavoratori ed ai fornitori risulta essere molto facilitato; essere all’interno di un cluster, infatti, offre la possibilità di avere a disposizione dei lavoratori che hanno esperienza e qualificazione e, contemporaneamente, abbassa di molto i costi di ricerca e di reclutazione degli stessi. Oltre a questo, avendo un polo di specialisti di esperienza in un determinato settore, sarà più facile attirare personale talentuoso da altri luoghi portando così vantaggio a tutto il sistema. L’accesso alle informazioni che si accumulano nel cluster è guidato dalle persone che ne fanno parte e, quindi, attraverso le relazioni personali sarà possibile avere un passaggio di informazioni più fluido e maggiormente trasferibile. Rilevante ai fini della produttività è inoltre la somma di ogni singola parte che aggiunge valore al prodotto, e questa può derivare sia dalla buona performance di tutti i componenti del cluster nel fare un determinato prodotto o fornire un determinato servizio, ma anche dall’ottimizzazione della produzione collettiva di tutto il distretto. Nel primo caso possiamo portare l’esempio del turista, che non sarà soddisfatto nella visita di una città per il semplice approccio che ha ad un monumento fantastico, ma, attorno a questo, dovranno esservi hotel, ristoranti, bar, trasporti, etc. all’altezza in modo da poter trovare, all’interno di un unico viaggio, le esperienze che attirano un consumatore, mentre nel secondo caso, invece, possiamo immaginare la produzione del legno che deve, prima di tutto, individuare un legno di alta qualità per le sue prodizioni e in secondo momento dovrà essere in grado, attraverso le proprie abilità, di utilizzarlo per la produzione di legno di alta qualità e con gli scarti di altre produzioni di più bassa quali tà, per fare ciò occorre abilità e coordinazione59.

Infine come componente che interviene nell’ aumentare la produttività troviamo le istituzioni pubbliche che attraverso le loro politiche dovranno creare dei programmi di formazione idonei a stimolare la formazione di persone qualificate nell’ambito di interesse del distretto industriale.

59 Ibidem

48

La motivazione a fare meglio dei concorrenti limitrofi spinge le aziende che fanno parte di un cluster a impegnarsi sempre di più per poter migliorare le proprie performance e tutto ciò contribuisce a dar vita a un cluster vibrante che cercherà di aumentare la produttività.

Cluster stimolo all’innovazione

Fare parte di un cluster aiuta ad avere relazioni, in molti casi anche qualitativamente migliori, che aiutano le aziende nell’adattamento in modo più rapido ad un cambio di tecnologia; questo accade perché si hanno molteplici visoni all’interno del cluster e l’insieme di queste idee aiutano ad avere un miglior controllo sul mercato. È importante sottolineare che all’interno di un distretto industriale i costi per ricerca e sviluppo sono più bassi e vi è maggiore condizione che l’innovazione venga immesso nel mercato, questo perché sono coinvolti molti attori nel processo d’innovazione, dai fornitori locali a partner che collaborano nel progetto. L’obbiettivo dei cluster deve proprio essere quello di attirare investimenti e capitale umano in modo da poter finanziare le spese in innovazione in modo da aumentare la competitività del territorio60. Proprio per dare maggiore importanza a ciò la commissione europea ha inserito nel settimo programma quadro della ricerca uno specifico sostegno ai cluster di modo da incoraggiare imprese e istituzioni a finanziare investimenti in ricerca e innovazione61. I distretti industriali risultano essere in un certo senso promotori dell’innovazione, soprattutto in Italia dove i costi di ricerca e sviluppo per le piccole e medie imprese sono alti e quindi l’insieme di più forze può facilitare la strada all’innovazione.

Proprio in questo ambito, e proprio per le difficoltà anche di costo che incontrano le piccole imprese nel finanziare progetti di ricerca e sviluppo, si sta assistendo alla nascita dei cosiddetti “consorzi tecnologici” che, come affermato da Corò e Micelli, possono essere definiti come l’evoluzione dei distretti produttivi.

I consorzi tecnologici infatti sono delle filiere dove vengono sviluppate le innovazioni che permettono di creare delle esternalità che vengono accolte positivamente anche dalle altre aziende presenti sul territorio e permettono di ridurre i rischi degli investimenti in

60

G. CORO’, S. MICELLI, Distretti industriali come sistemi locali dell’innovazione: imprese leader e nuovi

vantaggi competitivi dell’industria italiana,

<http://www.firstdraft.it/wpcontent/uploads/2007/02/economia-italiana_coro-micelli_2.pdf>.

61

S. WEIERS, Strengthen the research potential of EU regions by encouraging trans-national networks of

49

ricerca62.

Lo studio di queste realtà e degli alteri centri di innovazione ha fatto notare che, in particolar modo per la creazione di conoscenza, vi è una forte spinta localizzativa 63. Il sapere tecnico-scientifico si sviluppa più agevolmente grazie alla vicinanza spaziale tra i ricercatori che, grazie a rapporti continui, generano esternalità positive reciproche, in questo modo le informazioni, anche critiche, possono essere trasmesse più facilmente e rapidamente, si riescono ad ottenere delle informazioni anche sugli errori che vengono commessi che permettono di economizzare la conoscenza e di conseguenza si alza la probabilità che il lavoro venga portato a termine con successo64.

 Cluster e formazione di nuovi business.

Il terzo modo con cui un distretto industriale crea competizione è quello di far nascere nuovi business che rafforzino e facciano espandere ancora di più il cluster stesso. L’attrattività dei cluster per i nuovi business è di certo alta, infatti vi sono basse barriere all’entrata, ma al tempo stesso riuscire a localizzare la propria impresa vicino ad un cluster fa si che si abbassino i rischi, questo perché vi sarà da un lato un bacino molto concentrato di consumatori che permetterà di incontrarli più facilmente e rapidamente, dall’altro perché essendo a contatto con il mercato è possibile individuarne alcune lacune per poterle sfruttare a proprio vantaggio nella creazione del nuovo business.

Non dimentichiamo inoltre la disponibilità di manodopera e di capitali che si muovono all’interno di un cluster, infatti se nasce un nuovo business ha la possibilità di trovare lavoratori specializzati e qualificati nelle vicinanze senza spendere il tempo e denaro che invece richiederebbe una ricerca nel mercato; discorso analogo per il capitale, in quanto istituti finanziari locali, che sono vicini al cluster, possono abbassare il premio per il rischio sul prestito di capitali.

Non va dimenticato che il distretto industriale, che è già in moto, avrà un mercato già funzionante dal quale una nuova impresa può trarre benefici immediati. Ne risulta quindi che all’interno di un cluster per questi motivi, una nuova impresa risulta

62

W. BAUMOL, The Free Market Innovation Machine, in Princeton University Press, Princeton, 2002.

63

B. ASHEIM, M. GERTLER, The Geography of Innovation: Regional Innovation System, in The Oxford Handbook of Innovation, Oxford University Press, 2005, pp.291-317.

64

G. CORO’, S. MICELLI, Distretti industriali come sistemi locali dell’innovazione: imprese leader e nuovi

vantaggi competitivi dell’industria italiana,

50

essere agevolata, prendendo fin da subito un vantaggio sui rivali localizzati al di fuori del cluster.

51

CAPITOLO 4