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DISTRIBUZIONE AZIMUTALE DELLE ASTE DEL RETICOLO FLUVIALE Come accennato precedentemente, inizialmente l’analisi morfometrica ha riguardato

PARTE II ANALISI MORFOMETRICA 9 INTRODUZIONE

11. DISTRIBUZIONE AZIMUTALE DELLE ASTE DEL RETICOLO FLUVIALE Come accennato precedentemente, inizialmente l’analisi morfometrica ha riguardato

il settore occidentale dell’area di studio dove il sistema idrico superficiale, orientato principalmente NW-SE, defluisce verso il bacino tirrenico. In questo settore, l’analisi del rilievo ha evidenziato la presenza di valli con profilo trasversale asimmetrico, nelle quali il fianco meridionale a più bassa acclività si è originato a partire dalla dissezione di un lembo ribassato e basculato del paleopaesaggio sommitale, mentre il fianco opposto ad alta acclività deriva dall’arretramento del versante ringiovanito dal movimento della faglia. Una prima fase di analisi è consistita in uno studio di tipo semiquantitativo, riguardante la distribuzione azimutale delle aste fluviali. Tale indagine è stata condotta separatamente per i diversi ordini gerarchici fluviali (I-VII). I dati ottenuti, che tengono conto solamente dell’orientazione delle aste fluviali senza considerare il verso di deflusso delle acque, sono stati adoperati per la realizzazione di grafici a barre, dove sulle ascisse sono stati inseriti i valori di azimut delle aste, da 0° a 180°, e sulle ordinate i valori di frequenza di queste. Come si può osservare dalla figura 2.7, dal confronto dei risultati ottenuti per i differenti ordini gerarchici si nota che, a differenza delle aste di ordine superiore al III che mostrano una ben marcata concentrazione dei valori azimutali in corrispondenza di orientazioni circa

NW-SE (140-150°), le aste di ordine più basso (I-III) non presentano alcuna orientazione preferenziale, a meno di una poco evidente concentrazione intorno alla direzione NE-SW (~30°).

Figura 2.7: diagrammi a barre relativi alla distribuzione azimutale, nel settore occidentale dell’area di studio, delle aste fluviali, distinte per ordine gerarchico (grafici a barre in verde), delle faglie (grafico a barre in viola) e dei segmenti di faglia normale attivi (grafico a barre in rosso) individuati nell’area in esame.

Appare inoltre evidente che le aste di ordine maggiore sono direttamente controllate dalle direzioni dei segmenti di faglia attivi, mentre gli ordini dal IV al VI hanno

orientazioni perfettamente sovrapponibili con le direzioni delle faglie presenti nell’area, che hanno quindi esercitato un controllo, per erosione selettiva, sull’approfondimento delle linee di deflusso. Le aste di ordine inferiore, infine, si distribuiscono in maniera quasi uniforme su tutte le direzioni, senza alcun controllo da parte di fattori esterni.

L’analisi sull’orientazione preferenziale delle aste fluviali ha previsto anche la determinazione della distribuzione azimutale delle aste sulla base della direzione di deflusso idrico (Flow Direction). In questo caso i dati sono stati presentati graficamente su diagrammi a rosa mostrati in figura 2.8 che evidenziano chiaramente la natura susseguente delle aste di ordine maggiore e quella conseguente delle aste più periferiche. Queste però sono distribuite in due gruppi distinti, in funzione del loro verso di flusso. Precisamente, come si può constatare dai relativi diagrammi a rosa, è possibile fare una distinzione tra le aste che fluiscono verso il settore settentrionale, dissecando i fianchi poco acclivi delle valli asimmetriche, rispetto a quelle che fluiscono nel verso opposto, sui fianchi maggiormente acclivi, controllati dalle faglie. Il primo gruppo di aste mostra una dispersione del dato su tutto il range di 180°, tipico di una ventaglio di erosione caratteristico delle testate di bacino, mentre il secondo gruppo, che mostra una concentrazione di valori in uno stretto range compreso tra 200° e 270° assume il significato di un reticolo conseguente poco evoluto e strettamente controllato dalla massima pendenza del versante. Il confronto evidenzia quindi che i due versanti sono dissecati da un reticolo a diverso stadio di evoluzione.

L’interpretazione di questi dati non può prescindere da quella dell’evoluzione complessiva del reticolo idrografico, anche in relazione alle diverse fasi di evoluzione tettonica. Il modello interpretativo proposto (Fig. 2.9) si basa sul presupposto di ordine generale che le aste di ordine gerarchico superiore sono quelle che, per motivi di deformazione attiva o di erosione selettiva, si sono approfondite più velocemente catturando le aste fluviali adiacenti. Il modello tiene conto anche dei vincoli relativi alla specificità dell’area che sono riassumibili nei seguenti punti:

• Il reticolo di drenaggio attuale è il risultato dell’approfondimento di corsi d’acqua a partire da un paesaggio sommitale già caratterizzato da linee di erosione preferenziale controllate dalle faglie orientale NW-SE;

• La reincisione è stata accompagnata dalla riattivazione in normale delle faglie orientate NW-SE con basculamento verso NE delle superfici sommmitali e l’approfondimento dei corsi d’acqua all’interno di valli a profilo trasversale asimmetrico;

• A causa del loro basculamento, i lembi del paesaggio sommitale sono stati conservati esclusivamente sui fianchi meridionali delle valli.

Figura 2.9: Modello di evoluzione morfotettonica delineato per il settore occidentale dell’area di studio sulla base dei dati strutturali, morfo-strutturali e sulla base dell’analisi della distribuzione azimutale delle aste fluviali.

Con queste premesse gli ordini gerarchici attuali sarebbero stati acquisiti, nella fase di reincisione finale, a seguito di una riorganizzazione di un precedente reticolo susseguente dovuta a fenomeni di cattura che hanno fatto migrare l’intero sistema di drenaggio verso i corsi d’acqua localizzati al piede dei versanti controllati dalle faglie riattivate. Le catture hanno comportato un aumento dell’ordine gerarchico delle aste principali dei bacini contenitori, accompagnato da una diminuzione dell’ordine dei tratti relitti.

Secondo il modello ricostruito, i corsi d’acqua degli ordini gerarchici I-III che fluiscono verso i quadranti settentrionale, mostrando una dispersione di orientazione su 180°, rappresentano il risultato del ringiovanimento delle antiche testate dei bacini già attivi nel paesaggio sommitale, prima della reincisione finale. Al contrario, gli omologhi ordini presenti sul fianco opposto, caratterizzato da un reticolo conseguente poco evoluto, sarebbe il risultato della dissezione di un versante di neoformazione, formatosi in concomitanza con la fase di reincisione finale.