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Recentemente questa tendenza è ancora più accentuata grazie alle politiche di agevolazione delle piccole e medie imprese portate avanti dal Governo. Le agevolazioni fiscali e l'incoraggiamento ai finanziamenti stranieri hanno contribuito alla rapida crescita del settore privato.

Tra il 2001 e il 2004, il numero di imprese private è passato da 3.251 a 5.099, mentre i lavoratori autonomi sono aumentati da 643.000 a 742.000124 .

L'aumento del settore privato ha seguito l'urbanizzazione e l'industrializzazione delle città, tale fenomeno può dunque essere considerato prevalentemente

124 T. Harlan, Private Sector Development in Xinjiang, China: A Comparison between Uighur and Han, Espace Populations Sociétés, Les Populations de la Chine, 2009/03, pag. 408

urbano.

L'economia dello Xinjiang mantiene una quota più elevata di occupazione urbana di quello della RPC nel suo complesso, nonostante la XUAR abbia una percentuale maggiore di abitanti nelle zone rurali125.

In secondo luogo, la quota dei lavoratori autonomi nelle zone rurali è molto più bassa rispetto a quella delle zone urbane, e la sua percentuale è addirittura diminuita rispetto a quella del 1995126.

Le aree urbane più industrializzate si trovano lungo la cintura economica

del nord che si estende da Urumqi a Karamay. Queste zone sono tra le più

industrializzate ed importanti per la produzione energetica e per l'estrazione del petrolio dell'intera regione.

Fig 20: giacimenti petroliferi dello Xianjiang 127

125 Xinjiang Statistical Yearbook, 2008

126 Harlan T., Private Sector Development in Xinjiang, China: A Comparison between Uighur and Han, Espace Populations Sociétés, Les Populations de la Chine, 2009/03, pag. 408

Sebbene piccole città nel sud dello Xinjiang abbiano sperimentato un certo grado di industrializzazione, la carenza di infrastrutture e le grandi distanze dai mercati chiave non hanno permesso un grande sviluppo. Ancora oggi, la maggior parte degli abitanti del sud è coinvolta in agricoltura di sussistenza su piccola scala con poco reddito.

Considerando quanto precedentemente affermato sulla distribuzione demografica della regione, i principali beneficiari dello sviluppo del settore privato sono gli Han.

Gli Han inoltre, sono maggiormente presenti nei posti statali e nelle unità di lavoro collettive. Questa fascia nel 2000 rappresentava il 59.9% dei lavoratori nel settore secondario e terziario e il 18.7% del settore primario. Tuttavia solo il 30.1% di questi posti era ricoperto da personale appartenente alle minoranze nazionali128.

Gli Uiguri hanno inoltre difficoltà ad ottenere posti di lavoro più remunerativi e prestigiosi, occupano solo l'11% dei posti nell'ambito degli organi centrali129.

In certa misura, questa differenza potrebbe essere spiegata prendendo in considerazione la struttura demografica delle comunità uigure.

A causa dell'alto tasso di natalità, queste risultano essere generalmente più giovani, motivo per il quale la quota di popolazione in età lavorativa è percentualmente più bassa rispetto a quella degli Han. Tale dato è ancora più vero se si considera l'incidenza e la struttura dell'immigrazione Han nella regione. I flussi di migranti sono infatti composti principalmente da giovani lavoratori, questo fa crescere esponenzialmente la quota della loro forza lavoro. In quale misura è possibile, dunque, affermare che l'attuale stratificazione economica dipenda dalla massiccia immigrazione Han degli ultimi decenni?

La Popolazione

Evoluzione demografica

La composizione della popolazione dello Xinjiang è mutata nel corso della storia a causa dei numerosi flussi di immigrazione ed emigrazione. Il fenomeno ha assunto una particolare importanza a partire dagli anni Cinquanta, conl'inizio della sponsorizzazione dell'immigrazione Han da parte del Governo Centrale.

La seguente esemplificazione grafica ci descrive la composizione della popolazione della regione nel 1941.

128 M.E.Sharpe, Xinjiang China's Muslim Borderland, S.F.Starr editor – Studies of Central Asia and the Caucasus, New York, 2004 pag.181

grafico 3: composizione etnica della popolazione della XUAR nel 1941

fonte: rielaborazione personale a partire da M.E.Sharpe: Xinjiang China’s Muslim Borderland, S.F.Starr editor – Studies of Central Asia and the Caucasus, New York, 2004 pag. 245

Dopo soli quattro anni dall'annessione alla RPC, la popolazione aveva subito notevoli cambiamenti percepibili dai dati del censimento del 1953 riportati di seguito.

grafico 4: composizione etnica della popolazione della XUAR nel 1953

fonte: rielaborazione personale a partire da M.E.Sharpe: Xinjiang China’s Muslim Borderland, S.F.Starr editor – Studies of Central Asia and the Caucasus, New York, 2004 pag. 246

La prima considerazione riguarda l'aumento della popolazione totale che passò da 3.730.000 persone a 4.874.000130. Tale aumento era principalmente l'effetto

dell'immigrazione di massa promossa dalle autorità centrali. Nella regione furono inviati quadri, studenti, lavoratori e personale militare. Tale politica contribuì a mutare i rapporti tra le varie etnie nella regione. Come si può notare dal confronto dei dati, nel 1953 la percentuale di Han era aumentata a discapito di quella degli Uiguri. La nascita dei XCPC (1954) contribuì al processo di trasformazione della composizione demografica poiché composti principalmente da personale militare Han (vedi paragrafo precedente).

Se è vero che durante gli anni Cinquanta e Sessanta l'immigrazione era un fenomeno imponente, tanto che nel 1959 arrivarono nello Xinjiang 800.000 migranti, d'altra parte anche il flusso emigratorio era massivo, nel 1961 cinquecentomila persone lasciarono la regione131. I migranti erano

soprattutto Uiguri e Kazaki che si recavano in Unione Sovietica, le ragioni dell'esodo erano varie e includevano: il deterioramento delle condizioni economiche, l'aumento della competitività con gli immigrati Han e la crescente repressione dell'Islam.

Il seguente grafico mostra la composizione della popolazione nel 1964.

grafico 5: composizione etnica della popolazione della XUAR nel 1964

fonte: rielaborazione personale a partire da M.E.Sharpe: Xinjiang China’s Muslim Borderland, S.F.Starr editor – Studies of Central Asia and the Caucasus, New York, 2004 pag. 246

Sebbene durante la Rivoluzione Culturale la campagna guidata di immigrazione cessò, nel 1967 quasi un milione di giovani Han immigrarono

130 M.E.Sharpe, Xinjiang China's Muslim Borderland, S.F.Starr editor – Studies of Central Asia and the Caucasus, New York, 2004 pag.181

nella XUAR per unirsi alle XCPC.

Durante gli anni Settanta molti dei giovani che si erano spostati nello Xinjiang tornarono nelle provincie di provenienza, ma alla fine degli anni Ottanta le nuove politiche di apertura economica e i cambiamenti nel sistema di certificazione di residenza -sistema del Hukou (户口Hùkǒu) 132-

contribuirono a cambiare le caratteristiche di questo fenomeno.

Negli ultimi quaranta anni infatti, quello che prima era un flusso migratorio pilotato dal PCC è diventato un flusso spontaneo133.

Altro cambiamento sostanziale riguardava il profilo dei migranti, se durante gli anni Cinquanta e Sessanta essi erano soldati o giovani studenti, negli anni Ottanta cominciarono ad essere operai in cerca di lavoro.

Il flusso migratorio spontaneo verso lo Xinjiang era sostanzialmente differente rispetto a quello diretto verso altre zone della Cina come Pechino, Shanghai o il Guangdong: gli operai che si recavano nella XUAR erano mediamente meno qualificati degli altri134. Inoltre i migranti Han erano generalmente provenienti

da regioni quali Henan, Sichuan, Gansu e Shanxi; si può quindi evincere che le motivazioni alla base fossero la ridotta lontananza (Gangsu e Sichuan) o la povertà della regione di provenienza (Henan è la provincia più povera della Cina)135.

I dati del censimento del 1982 mostrano come la percentuale di Han fosse notevolmente aumentata a discapito della popolazione Uigura.

132 Hukou è il sistema si certificazione di residenza adottato dalla RPC nel 1958, esso viene rilasciato per ogni nucleo familiare e oltre a registrare l'area di residenza, riporta anche dati identificativi della persona. Il suo compito principale è quello di imporre un rigido controllo sugli spostamenti dei cittadini della RPC, distinguendo i lavoratori delle comuni agricole da quelli delle unità di produzione delle città garantisce differenti livelli di servizi di welfare a seconda dell'area geografica di provenienza. Una riforma di questo sistema è stata auspicata spesso anche da rappresentanti del PCC. Per ora la possibilità di ottenere permessi di residenza temporanei (暂住证 Zànzhùzhèng) ha permesso di abbattere alcune barriere esistenti per l'immigrazione interna alla Cina. 133 Howell Anthony, C. Cindy Fan, Migration and Inequality in Xinjiang: A Survey of Han

and Uyghur Migrants in Urumqi,Eurasian Geography and Economics, 2011, 52, No. 1, pp. 119–139.

134 Ibid. 135 Ibid.

grafico 6: composizione etnica della popolazione della XUAR nel 1982

fonte: rielaborazione personale a partire da M.E.Sharpe: Xinjiang China’s Muslim Borderland, S.F.Starr editor – Studies of Central Asia and the Caucasus, New York, 2004 pag. 246

Mentre quello del 1990 documentava una popolazione così composta:

grafico 7: composizione etnica della popolazione della XUAR nel 1990

fonte: rielaborazione personale a partire da M.E.Sharpe: Xinjiang China’s Muslim Borderland, S.F.Starr editor – Studies of Central Asia and the Caucasus, New York, 2004 pag. 246

Durante la metà degli anni Novanta la politica statale prevedeva uno sviluppo rapido della regione, questo coincise con delle facilitazioni per i migranti che diedero inizio ad una nuova ondata di immigrazione.

persone, 15.156.900 in più rispetto a quella del 1990, ovvero un aumento annuo del 1,66%.

Nel 2000 il numero degli Han era di 7.497.700 (40,59%) mentre il totale della popolazione appartenente alle minoranze etniche era di 10.964.900 (59,4%)136. Il grafico che segue mostra in dettaglio la composizione della

popolazione:

grafico 8:composizione etnica della popolazione della XUAR nel 2000

rielaborazione personale a partire da National Bureau of Population and Social Science and Technology Statistics Division, Chinese Ethnic Population Data in the 2000 Census, National Press Agency January 1, 2000

Attualmente affianco all'immigrazione interregionale, si registra un flusso migratorio interno alla regione.

I migranti partono da località meno sviluppate economicamente o con meno opportunità educative e si dirigono principalmente verso Urumqi, la capitale. All'interno di tale fenomeno le caratteristiche dei migranti Uiguri e di quelli Han sono sensibilmente differenti, i primi hanno un grado di istruzione maggiore e vengono generalmente impiegati nel settore dei servizi, mentre i secondi trovano più facilmente lavoro nel primario o nella vendita al dettaglio137.

I precedenti dati dimostrano come i due fenomeni migratori differiscano l'uno dall'altro. L'immigrazione spontanea degli Han viene da zone generalmente più povere o con meno slancio economico rispetto alla XUAR ed interessa

136 M.E.Sharpe: Xinjiang China's Muslim Borderland, S.F.Starr editor – Studies of Central Asia and the Caucasus, New York, 2004,pag. 248

137 National Bureau of Population and Social Science and Technology Statistics Division, Chinese Ethnic Population Data in the 2000 Census, National Press Agency January 1, 2000

operai non specializzati. Mentre gli Uiguri che si spostano all'interno della regione hanno generalmente un livello di istruzione superiore ed hanno quindi maggiore possibilità di trovare un lavoro più qualificato138.

Entrambi i fenomeni rientrano comunque nella sfera dell'immigrazione spontanea che è stata principalmente incoraggiata dalle scelte economiche- politiche dello Stato.

Le conseguenze dei flussi migratori, spontanei o sponsorizzati hanno dunque notevolmente influito sulla composizione della popolazione, così come su molti degli aspetti culturali della regione.

Attualmente nello Xinjiang risiedono circa 20 milioni di persone (+8,79% rispetto al quinquennio precedente) e quarantasette minoranze etniche (34 gruppi etnici in più rispetto al 1949)139. La popolazione di nazionalità Han ha

raggiunto circa 8 milioni (39,74% della popolazione permanente nella regione) e degli altri 12 milioni solo il 45 percento è appartenente all'etnia Uigura140.

Quale è stato l'impatto di tale cambiamento demografico?

Impatto sociale e culturale dell'immigrazione

In generale, la migrazione e la mobilità della popolazione promuove gli scambi culturali tra gruppi etnici diversi. Tali scambi impattano fortemente sulla lingua, cultura e costumi delle diverse etnie, cambiando notevolmente il contesto nel quale l'incontro avviene.

Queste considerazioni sono senz'altro vere anche nel caso dello Xinjiang.

Lingua, cultura ed identità sono sempre state questioni spinose nella XUAR ed i recenti sviluppi portano ancora una volta alla ribalta il delicato equilibrio tra l'influenza Han e le identità culturali della minoranza degli Uiguri.

Uno dei primi campi che la mutata composizione demografica ha influenzato è quello dell'istruzione.

Il sistema di autonomia regionale del 1950, ha concesso un certo grado di controllo sulla formazione locale alle regioni autonome, permettendo così a due sistemi scolastici separati di convivere141.

Nelle scuole di lingua cinese, l'istruzione è stata fornita in cinese da insegnanti

138 Anthony Howell, C. Cindy Fan, Migration and Inequality in Xinjiang: A Survey of Han and Uyghur Migrants in Urumqi,Eurasian Geography and Economics, 2011, 52, No. 1, pp. 119–139.

139 Robyn R. Iredale, Naran Bilik, Fei Guo, China's Minorities on the Move: Selected Case Studies, pag 97

140 Bhattacharji Preeti, Uighurs and China's Xinjiang Region, 29/05/2012

www.china.org.cn/china/uighurs-chinas-xinjiang-region/p16870 (3/11/2013) 141 P. Robles, Uyghurs face an education dilemma, Asia Times, 6 Ottobre, 2009

di etnia Han e la lingua della minoranza etnica è stata introdotta come ulteriore materia curriculare. Altri istituti hanno offerto la lingua uigura come lingua principale di insegnamento142.

Le scuole delle minoranze, oltre ad essere meno costose, offrono ai bambini una migliore comprensione della lingua, della storia e della cultura uigura. Esse sono l'alternativa per i genitori che desiderano preservare la loro identità culturale e religiosa.

Le ricerche suggeriscono che gli Uiguri frequentanti istituti scolastici di lingua cinese non raggiungono lo stesso grado di scioltezza nella loro lingua madre come quelli educati nelle scuole delle minoranze. D'altra parte, gli alunni delle scuole di lingua cinese in genere godono di una migliore padronanza del mandarino e presumibilmente, anche di prospettive di occupazione e di sviluppo di carriera maggiori143.

Gli studenti provenienti da scuole di minoranza che si qualificano per l'ingresso all'università devono trascorrere un anno supplementare a perfezionare il cinese. Questo rappresenta un onere finanziario aggiuntivo e viene preso in considerazione nel momento dell'iscrizione144.

La nuova riforma dell'educazione bilingue è stata introdotta nel 2002 e ha previsto il mandarino come lingua di insegnamento e una lingua minoritaria come ulteriore materia.

Nel 1999 solo 27 scuole medie avevano classi bilingue con 2.629 studenti, mentre nel Marzo del 2004 si contavano 946 classi bilingue con 35.948 alunni145. Attualmente

solo il 25% del numero totale degli scolari dello Xinjiang riceve l'educazione bilingue146.

Uno degli scopi della riforma dell'educazione è stato quello di migliorare il livello di competenza del cinese tra gli studenti appartenenti a minoranze etniche e renderli più competitivi sul mercato del lavoro, ma per alcuni membri della comunità uigura, questa politica è considerata una minaccia per la conservazione sia della lingua sia della cultura tradizionale.

La ricerca condotta nel 2008 da David Strawbridge, Education Advisor dell'organizzazione Save the Children, suggerisce che il crescente uso del mandarino come lingua principale nelle scuole, ha ridotto la competenza della lingua madre

147.

142 Ibid. 143 Ibid. 144 Ibid.

145 G. Wang, The Influence of Population Migration and Mobility on Culture Changes in Xijiang since the Foundation of PRC, Asian Social Science Vol 5, N°3, Marzo 2009, www.ccsenet.org/journal/index.php/ass/article/viewFile/254/230 (19/11/2013)

146 Ibid

Nonostante il bilinguismo ufficiale, le tendenze attuali sembrano dunque favorire un modello monolingue, che potrebbe mettere a rischio la lingua, la cultura e l'identità delle comunità uigure148.

Sebbene le perplessità sul sistema scolastico vigente, è fuor di dubbio che significativi miglioramenti sono stati raggiunti nel campo dell'istruzione.

Secondo fonti ufficiali, prima della fondazione della RPC lo Xinjiang aveva un solo collegio, nove istituti secondari e 1.355 scuole elementari. Solo il 19,8% dei bambini in età scolare frequentava la scuola primaria e il tasso globale di analfabetismo era del 90%. Le statistiche del 2008 contavano 4.159 scuole primarie con 2.012.000 studenti ed un tasso di iscrizione 99,6%, 1.973 scuole secondarie con 1.722.000 studenti e 32 istituti di istruzione superiore, con 241.000 studenti.

Per sostenere l'educazione delle minoranze etniche, lo Stato ha inoltre emanato norme riguardo l'iscrizione proporzionale, gli esami separati e l'attribuzione di punteggi per l'ammissione alle università149.

Oltre ad avere pesanti effetti sul sistema educativo, il fenomeno migratorio sta inoltre intervenendo sullo stile di vita tipico della regione.

Le abitazioni, la dieta, l'abbigliamento, i mezzi di trasporto tipici sono cambiati molto a causa delle influenze delle altre culture150.

Molti Uiguri guardano questi cambiamenti con sospetto.

L'immigrazione ed in particolare il sostanziale aumento della popolazione Han durante gli anni (vedi grafico), vengono visti come un tentativo di colonizzazione. Molti leader ed intellettuali Uiguri hanno associato all'afflusso di Han la diminuzione della loro influenza politica e forza culturale151.

Lo Xinjiang è sicuramente una delle regioni più agitate della Cina. I conflitti tra gli Han e gli Uiguri sono frequenti e molti osservatori attribuiscono questi contrasti al drastico cambiamento della proporzione tra Han e Uiguri.

Autonomous Region People’s Republic of China,

http://unesco.org.pk/education/icfe/resources/res19.pdf (22/11/2013) 148 P. Robles, Uyghurs face an education dilemma, Asia Times, 6 Ottobre, 2009

149 White Papers, Development and progress in Xinjiang, september 21, 2009 Beijing, www.china.org.cn

150 G. Wang, The Influence of Population Migration and Mobility on Culture Changes in Xijiang since the Foundation of PRC, Asian Social Science Vol 5, N°3, Marzo 2009, www.ccsenet.org/journal/index.php/ass/article/viewFile/254/230 (19/11/2013)

151 G. Bovingdon, Autonomy in Xinjiang: Han Nationalist Imperatives and Uyghur Discontent, Policy Studies 11, East-West Center Washington, Washington, 2004 pag. 26

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