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credo che questo documento meriti la pubblicazione integrale, data la ricchezza di spunti e di considerazioni di cui è gravido:

Noi scriventi crediamo di compiere un'opera di italiani e di fascisti denunziando alla E. V. uno sconcio che si verifica da diverso tempo a questa parte in questo popoloso rione della “Bolognina”.

Esiste in via Francesco Albani un mercato scoperto che costituisce una vergogna per la nostra città.

In detta via una ventina di venditori ambulanti di frutta, verdura; latticini ed altri generi alimentari, in barba a tutti i regolamenti d'igiene, di polizia e di decenza, fanno i loro affari senza essere mai ripresi e puniti da chi di dovere, nonostante siano giunti all'Autorità diversi reclami. Alla mattina iniziano, fin dalle 6 il loro lavoro con un baccano infernale tanto inutile quanto fastidioso. E ciò avviene proprio in una zona abitata da quasi tutti ferrovieri che a quell'ora dovrebbero riposare dopo aver compiuto il loro lavoro notturno (e che lavoro di responsabilità!!!!) e che hanno diritto quindi alla quiete e alla tranquillità. La vendita poi dei diversi generi alimentari si effettua in un modo che nulla ha da invidiare a quello in uso nei mercati ebrei o beduini!! Tutti toccano anche le merci non acquistate e nessuno eleva la minima protesta. I relitti, gli scarti, lo scatolame vengono gettati, senza riguardo alcuno in mezzo alla strada o sotto i banchi stessi, senza che alcuno si disturbi a raccoglierli fino a che, dopo parecchie ore non giunge lo spazzino a fare... quello che può. I cani, che qui scorazzano a legioni, vi razzolano dentro spandendo le immondizie e innaffiano il tutto... come è loro abitudine. E il putridume _ questo poi è di una gravità eccezionale _ fino al mattino alle 8. D'altra parte non può essere effettuata quivi una pulizia completa ed accurata poiché il mercato ha orario continuativo dalle 6 alle ore 20 (!!!!!!!) e gli addetti alla pulizia urbana, anche se armati di buona 573Il modello dei mercati rionali proveniva da altre città, in cui questi erano già solide realtà, come Roma, Milano,

Genova, Torino e, in minor misura, Firenze. La proposta di creare un primo mercato rionale alla Bolognina, motivandone l'utilità con il grande numero di popolazione ormai residente nel quartiere e la praticità di limitare l'afflusso ai congestionati mercati del centro cittadino, provenne non dall'amministrazione ma dall'Unione Provinciale della Confederazione Nazionale dei Sindacati Fascisti del Commercio, nel novembre del 1933, e venne immediatamente accettata dal Podestà, previa autorizzazione da parte dell'ufficio di Polizia Municipale. L'ubicazione, via Albani, venne scelta in ragione della larghezza della strada, della scarsità di esercizi commerciali, e dalla centralità rispetto a quello che potrebbe essere definito il nucleo storico, e maggiormente popolato, della Bolognina. Il mercato rionale della Bolognina era strettamente regolamentato in seguito alle indicazioni proprio di questo ultimo ufficio: era inizialmente proibita la vendita di prodotti che non rientrassero nei campi di frutta e verdura (ma successivamente fu permessa la vendita di latticini, uova, pollame, pesce e anche di indumenti), i banchi avrebbero dovuto rispondere a determinati criteri di decoro e igiene, erano vietati gli schiamazzi e le urla per attirare l'attenzione dei possibili clienti. L'apertura era fissata alle ore 5 di mattina e la chiusura alle ore 13, nei giorni feriali, mentre la domenica l'orario era ridotto dalle 6 alle 12. Dato il successo di questo primo «esperimento» (è l'espressione usata dall'ufficio di Polizia Municipale), negli anni successivi sarebbero sorti numerosi altri mercati rionali, disseminati sia nel centro cittadino che in molte periferie (il secondo sarebbe stato installato, come accennato, nel quartiere Cirenaica). Per la proposta di apertura, l'autorizzazione completa di regolamento interno e la zona di competenza (un grande poligono irregolare delimitato a sud da via Carracci, a ovest da via Fioravanti, a nord da via Spada, a est da via Sirani e dunque comprendente al suo interno tutto il nucleo storico della Bolognina costruito nei primi vent'anni del Novecento), si vedano rispettivamente la Lettera inviata dal Segretario dell'Unione

Provinciale di Bologna della Confederazione Nazionale dei Sindacati Fascisti del Commercio al Podestà di Bologna, con oggetto «Costituzione di un mercato rionale in via F. Albani», datata 29 novembre 1933; Nota del capo ispettore dell'Ufficio di Polizia Municipale, datata 12 dicembre 1933; Pianta della zona del mercato rionale Bolognina, disegnata a mano in matita grigia, con i limiti vergati in matita blu; tutti conservati in ASCB, Carteggio

Amministrativo, 1933, Titolo XI – igiene pubblica, Rubrica 4 – mercati e fiere. Per l'istituzione dei successivi mercati rionali, piuttosto che elencare i vari documenti, mi limiterò a rimandare alla Delibera podestarile datata 22

giugno 1935, firmata dal Podestà di Bologna e dal Segretario Generale, con oggetto «Istituzione di nuovi mercati rionali al minuto», in ASCB, Carteggio Amministrativo, 1936, Titolo XI – igiene pubblica, Rubrica 4 – mercati e

fiere. Per il permesso di vendita di altri generi, alimentari e non, nei mercati rionali, si veda infine A. Fattorini,

L'Ufficio Municipale di Polizia ed Assistenza Pubblica durante l'anno 1934, in «Il Comune di Bologna», n. 8,

volontà, non possono togliere di mezzo il luridume che tappezza la bella strada Francesco Albani poiché devono lavorare quando il mercato è in piena efficienza.

Il grave si è inoltre che molti residui di frutta e di altri generi alimentari abbandonati sotto ai banchi di vendita vengono poi contesi dai monelli che circolano dalla mattina alla sera per il mercato e ne fanno scorpacciate le cui conseguenze gli scriventi lasciano indovinare alla E. V.

Alla sera la strada sembra un campo di Agramante.

Tutti i banchi sporchi sgangherati e alla rinfusa, con tutti i residui di ogni genere sotto sopra e d'attorno, facile preda degli animali e degli insetti di ogni specie (ancora in questi giorni, nelle giornate più miti, mosche, zanzare; vespe; tafani e simili delizie del genere umano rendono, diremmo quasi, pericoloso il transito per questa via). Offrono uno spettacolo triste e indecoroso e che urta il senso estetico di un uomo il più primitivo. L'emanazioni poi delle quantità ingenti di scarti o residui alimentari, più o meno in putrefazione, abbandonati da diverse ore in mezzo alla via o sotto i banchi, lasciano un tanfo così nauseante, che viene di pensare all'aria che si respira nei “tukul” abissini e costringe a portarsi il fazzoletto alle narici.

Come abbiamo detto la pulizia viene effettuata alla mattina e alla sera quando il mercato è in pieno svolgimento, così alla meglio, come Dio vuole, colla grave conseguenza che tutta la polvere si deposita sulle cibarie più delicate come la frutta fresca, il burro, la forma e le conserve; il tonno ecc. ecc. Derrate alimentari che non sono quasi mai _ contro le tassative disposizioni dell'Ufficio “igiene Comunale” _ coperte e riparate con appositi tendaggi.

E dire che il Duce ha ingaggiato colla vigoria e l'ardore che sono propri della sua tempra adamantina una lotta senza tregua contro tutti gl'insetti e i bacilli che insidiano la salute degli Italiani e per abbattere: tutte le forze più o meno occulte che contrastano il miglioramento della salute pubblica e della nostra razza !!!!!!!

Osservando questo lurido semanzaio viene fatto di pensare che, purtroppo, certe indecenze non giungono ancora agli orecchi di chi potrebbe provvedere con sicurezza ed energia.

Inoltre.

Trovasi nel centro di via Albani un caffè e relativo spaccio di sali e tabacchi, nel quale si danno convegno fino alle ore piccole diversi clienti che si dedicano volentieri ai ludi bacchici. E fin qui nulla di straordinario. Il brutto si è che quando questi individui alla notte escono dal locale sopra detto non si peritano di orinare contro i banchi delle cibarie come se fossero vespasiani autentici. I più alticci e i senza tetto si servono di detti banchi come di comodi giacigli gratuiti.

Ogni commento a questo sconcio è inutile.

Gli scriventi concludono esprimendo alla E. V. i seguenti desiderata.

I° urge imporre un orario al mercato in questione come si fa in tutte le città d'Italia (es: 8=12 oppure 9=13) che renda le ore notturne e del primo mattino più tranquille per quegli umili e pur bravi lavoratori di cui si è parlato più sopra e che permetta soprattutto agli agenti della nettezza urbana di compiere accuratamente e scrupolosamente la pulizia della strada.

II° triplicare la sorveglianza sui venditori ambulanti e punirli senza misericordia quando contravvengono alle elementari regole d'igiene di polizia e di decenza, onde evitare che il perpetuarsi del presente stato di cose non crei in questa zona un centro d'infezione fisica e morale.

(Da notare, per esempio, che mentre ovunque è rispettato l'obbligo di coprire le cibarie con veli protettivi, qui di detto obbligo si ride allegramente).

III a fine mercato i banchetti devono essere smontati e via Albani deve acquistare l'aspetto normale di qualsiasi altra via, tanto più che essa non è la più indicata a servire da mercato essendo una via di transito, con una popolazione che da detto mercato ricava più danno che utile.

Prima di chiudere la presente, i sottoscritti si permettono di inoltrare presso la E. V. la seguente proposta.

Considerato che via Albani è via di transito e che per l'edilizia può considerarsi una delle migliori della zona; che è abitata da un ceto di persone che, come abbiamo detto, per le speciali mansioni che esplicano hanno bisogno del silenzio e della quiete di certe strade della periferia; sarebbe opportuno spostare il mercato in argomento in altra zona (piazza o largo) che meglio serve indubbiamente all'uopo. Noi vecchi abitanti di questa via ci permettiamo di proporre la seguente località.

Nei pressi della biforcazione del tranv di via Corticella e via ferrarese, esiste una zona con terreno fabbricabile, presentemente area libera, che servirebbe a meraviglia come mercato di ogni genere. È ampia, inutilizzata non intralcia il transito e _ per la sua particolare ubicazione _ servirebbe meglio che via Albani per tutti gli abitanti della bolognina. Infatti tutte le vie che come quella Albani, sboccano nell'ultimo tratto di via Indipendenza, portano difilato a questa località. Senza contare che trattandosi di uno spiazzo è più facile la sorveglianza, nonché tutto il lavoro di pulizia e di sgombero.

Gli scriventi invocano ancora una volta tutti i provvedimenti che serviranno a a togliere gl'inconvenienti gravissimi più sopra denunciati e sono certi che la E. V., conscia della imprescindibilità dei medesimi vorrà soddisfare i legittimi desideri degli abitanti di un popoloso rione di autentici lavoratori Italiani e Fascisti.

Ringraziamo senz'altro ed ossequiamo la E. V.

e adiacenze574

Proverò a sollevare alcune questioni che questa lettera impone di prendere in considerazione, anche

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