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La Dodd-Frank Wall Street Reform Act

CAPITOLO 2: LA DEREGOLAMENTAZIONE NEGLI STATI UNITI

2.2 L’evoluzione degli strumenti regolatori

2.2.4 La Dodd-Frank Wall Street Reform Act

La Dodd-Frank Wall Street Reform Act è la legge divenuta effettiva il 21 luglio 2010, e voluta dal presidente Barack Obama. Con essa si cercava di porre rimedio alle

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conseguenze della crisi appena passata, regolamentando nuovamente in modo parziale la finanza americana, con lo scopo di tutelare i consumatori; il nome intero della legge sarebbe infatti: Dodd-Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act (U.S. Congress, 2010).

Questo atto è composto di 15 titoli, i più importanti fra di essi sono i primi nove, che poi esamineremo nel dettaglio, tenendo per ultimo la cosiddetta Volcker Rule (U.S. Congress, 2010):

1) Atto di stabilità finanziaria del 2010; 2) Autorità di liquidazione;

3) Trasferimento dei poteri ai controllori, alla FDIC, e alla FED; 4) Regolazione dei consulenti degli Hedge Fund;

5) Assicurazioni;

6) Migliorare la regolamentazione (Volcker Rule); 7) Trasparenza e responsabilità di Wall Street; 8) Pagamento, liquidazione e vigilanza;

9) Protezione degli investitori e miglioramento della regolamentazione dei titoli. Il primo titolo, ovvero l’atto di stabilità finanziaria, ha creato due nuove agenzie: il Financial Stability Oversight Council (FSOC), e l’Office of Financial Research (OFR). Il FSOC ha come principale compito quello di identificare il rischio derivante sia dalle istituzioni finanziarie, che da quelle non finanziarie, promuovendo la disciplina del mercato, eliminando l’aspettativa di ripianamento delle perdite da parte del governo in caso di fallimento, e infine rispondendo alle minacce emergenti alla stabilità del sistema. L’OFR invece, ha l’obiettivo di lavorare a stretto contatto con il FSOC, e di rendere disponibili i dati delle proprie ricerche (U.S. Congress, 2010).

Il secondo titolo ha cambiato invece la legislazione per quello che riguarda il fallimento e la liquidazione delle assicurazioni, e più in generale degli istituti finanziari, i quali vengono ora posti in diverse forme di amministrazione controllata in base al settore di provenienza. Inoltre, diventa compito del Segretario al Tesoro riferire al Congresso entro 24 ore dal momento in cui è stato preso questo provvedimento. La sua relazione deve contenere informazioni sullo stato di salute della società, sull’impatto di un suo ipotetico default, e sulle eventuali azioni da intraprendere (U.S. Congress, 2010).

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Il terzo titolo prevede l’eliminazione dell’Office of Thrift Supervision, trasferendo i suoi poteri al consiglio dei governatori della Federal Reserve System, alla FDIC e all’Office of the Comptroller of the Currency. Inoltre, dopo l’approvazione del Dodd-Frank Act la garanzia sui depositi è passata da 100.000 dollari a 250.000 (U.S. Congress, 2010). Il quarto titolo ha previsto che gli operatori degli hedge funds e dei fondi di private equity siano sottoposti al controllo della SEC, mentre il quinto titolo ha istituito il Federal Insurance Office con lo scopo di controllare le operazioni che riguardano il settore assicurativo. Il settimo titolo ha attribuito alla SEC e alla CFTC poteri di regolazione e di controllo sui titoli swap. L’ottavo titolo ha come obiettivo quello di promuovere e di mantenere la stabilità del sistema finanziario, imponendo alla FED di creare standard uniformi per la gestione del rischio, e per la supervisione dei mercati. Il nono titolo revisiona principalmente i poteri e la struttura della SEC (U.S. Congress, 2010).

Il sesto titolo, chiamato anche Volcker Rule, è quello più interessante per l’analisi che stiamo effettuando. Prende il nome da colui che l’ha proposto, ovvero l’ex presidente della FED Paul Volcker. Questa legge è stata voluta, come sottolineato anche da Barack Obama, perché si finisse con l’idea che gli Stati Uniti fossero in ostaggio delle banche “too big to fail” (The Telegraph, 2010). Infatti vieta alle banche commerciali la negoziazione in conto proprio, e l’investimento in hedge fund e in fondi di private equity, ma non esclude la negoziazione per conto della clientela, gli scambi sui mercati valutari, o l’acquisto di titoli di stato. In parole povere, la Volcker Rule non consente alle banche di utilizzare i depositi dei clienti per operare nei mercati, speculando a breve termine, come invece accadeva prima (U.S. Congress, 2010). Possiamo sottolineare come l’intento di questa legge fosse quello di riportare ad una separazione fra banche commerciali e banche d’investimento, indirizzando anche la raccolta di denaro alla concessione di prestiti da parte delle istituzioni finanziarie, dando così nuova linfa agli investimenti che avevano subito una pesante battuta d’arresto durante, e dopo, lo scoppio della crisi. Volcker infatti ha basato la sua legge su tre capisaldi (Margiocco, 2010):

• le banche non possono essere troppo grandi per fallire;

• le banche che raccolgono risparmio non possono rischiare con operazioni in proprio oltre una certa misura sui mercati speculativi;

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La Volcker Rule è stata parecchio osteggiata dal mondo di Wall Street, sia prima di entrare in vigore, che dopo essere stata approvata dal Congresso; in particolare si è speso in questo senso Jamie Dimon, presidente e amministratore delegato di JP Morgan. Paul Krugman (2012) infatti sostiene che Wall Street continuerà sempre la propria battaglia contro le regolamentazioni, coprendosi gli occhi di fronte ai propri errori, come ha fatto proprio la stessa JP Morgan, che sempre nel 2012 dichiarò di aver perso 2 miliardi di dollari in scommesse sui derivati. Anche Rampini (2011) sottolinea la stessa cosa: “Non

ricordo una sola volta in cui i banchieri non abbiano reagito a nuove regole accusandole di provocare una recessione”.

Attualmente la Volcker Rule risulta essere sotto attacco dalla nuova amministrazione Trump, che intende smantellare le riforme fatte in precedenza da Barack Obama. In particolare, nel giugno 2017 è stata approvata dalla Camera dei Rappresentanti una revisione al Dodd Frank Act con l’intento di (Valsania, 2017):

• offrire una ridotta supervisione diminuendo gli stress test e rendendo gli stessi più agevoli;

• abbassare i requisiti di capitale;

• ridimensionare i poteri del Bureau per la protezione finanziaria dei consumatori.

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