• Non ci sono risultati.

Why does one use a certain language and what will it lead to?

5. Who speaks what language to whom, when, why, where and what will it lead to?

5.4. Why does one use a certain language and what will it lead to?

Nei paragrafi precedenti abbiamo esaminato l’uso linguistico dei 64 albanofoni intervistati dividendoli in due gruppi. Non abbiamo, però, ancora accennato perché (why) si comportano in questo modo. Non è stato definito tale comportamento linguistico, né abbiamo esaminato il risultato di tale comportamento. Per analizzare il grado di mantenimento ed il grado di sostituzione del codice

linguistico sarà cruciale il fattore della “fase di vita” (cfr. Rubino, 2003) . Poiché una persona si può comportare in un certo modo perché così ha deciso, dopo averne riflettuto. Il suo comportamento è la risultante di processi psichici prerazionali (emozioni, pulsioni, ecc.) che si svolgono al di sotto della soglia della coscienza e delle ragioni (cfr. Picco, 2001: 41).

5.4.1. Language maintenance versus language shift

La “fase di vita” in cui si trova un individuo e la fase in cui si trova la comunità immigrata nella sua storia di insediamento nel Paese ospitante (Rubino, 2003) sono fattori utili per esaminare il grado di mantenimento ed il grado di sostituzione della L1.

Per spiegare il comportamento linguistico del gruppo A, la fase di vita e la fascia potrebbero essere visti come fattori analoghi145. Gli intervistati del gruppo A sono migrati in una fase di vita (abbastanza) precoce – l’infanzia o la pubertà – in cui la socializzazione con i pari è molto importante per lo sviluppo dell’identità personale. I soggetti del gruppo A hanno vissuto (una parte di) questa fase di vita – in cui la pressione sociale del gruppo dei pari è molto forte – in Italia, ciò potrebbe aver influenzato man mano il comportamento linguistico. Abbiamo, in effetti, visto che in alcuni domini (informali) e/o situazioni comunicative l’uso dell’italiano è una scelta ben ponderata.

Il comportamento linguistico individuale viene influenzato, allo stesso tempo, da fenomeni che coinvolgono l’intera comunità immigrata146. Nel capitolo 3 abbiamo detto che la migrazione albanese in Italia ha inizio nel luglio del 1990 e perdura fino ad oggi. Questo flusso è caratterizzato da ondate migratorie più o meno consistenti. In generale, i gruppi di migranti arrivati più recentemente e/o immigrati in più fasi tendono a registrare tassi di perdita della L1 inferiori. In base a questo criterio, il comportamento linguistico degli intervistati dovrebbe, quindi, essere caratterizzato perlopiù dal mantenimento linguistico. Come appare nel grafico seguente, la maggior parte degli intervistati risiede in Italia da meno di 15 anni, ciò dovrebbe favorire, teoricamente, il mantenimento linguistico della L1.

144

Il termine si riferisce sia alla fase di vita in cui si trova l’individuo che la fase in cui si trova la comunità immigrata nella sua storia di insediamento nel Paese ospitante.

145

Come spiega Rubino (2003: 310-311), questi fattori non coincidono necessariamente.

istogramma 22: risultato della domanda 4 del questionario per il gruppo A e B (n.s. 64)

Altri criteri per stabilire la fase della collettività immigrata sono il contesto di partenza ed il contesto d’arrivo. Nel caso degli immigrati albanesi, quest’ultimo criterio è quello che più favorisce lo

shift linguistico. Nel capitolo 3 abbiamo visto che il motivo principale della migrazione è di tipo

economico. Nello stesso capitolo si è fatto cenno ad uno studio di Romania (2011) in riferimento al “mimetismo sociale”. Secondo questa indagine gli albanesi percepiscono il modello di integrazione italiana come “assimilatorio” e vi reagiscono spesso con una strategia di performazione mimetica chiamata “camuffamento”147. Secondo questo studio i membri della comunità linguistica albanese riescono meglio e prima di altri gruppi di immigrati ad apprendere gli usi culturali e linguistici della società ospitante. Tale comportamento mimetizzante sarebbe favorito dal modello di stratificazione sociale degli immigrati albanesi (cfr. paragrafo 3.1.2.).

Nonostante questi criteri favoriscano lo shift linguistico, nei due gruppi di intervistati la tendenza generale mostra sia punti di convergenza che punti di divergenza. La “vitalità” dell’albanese all’interno dei due gruppi non sembra essere la stessa. La L1 ha un’utilità limitata nella vita quotidiana degli albanofoni del gruppo A e l’unico codice alternativo per questi domini e queste situazioni è l’italiano; il friulano non viene neanche considerato. Dal punto di visto del prestigio, l’albanese prende, quindi, la posizione del codice basso (L), mentre l’italiano ha il ruolo di codice alto

147

Il camuffamento è una strategia attraverso il soggetto si camuffa da straniero di altra origine nazionale per ottenere uno status virtuale che lo renda agli occhi dei locali meno stigmatizzato della sua identità attuale (cfr. Romania, 2011: 39). 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0%

0-5 anni 6-10 anni 11-15 anni 16-20 anni 21-25 anni non risponde p e rc e n tu al e risposta

Anni di permanenza in Italia

gruppo A gruppo B

(H). La tendenza generale delineata in questo capitolo ci porta a concludere che il comportamento linguistico del gruppo A sia “dilalia a due codici con H molto forte”, visto che la lingua d’arrivo (l’italiano) è l’unico codice (scritto e orale) che può essere usato in tutti i domini e (quasi) tutte le situazioni comunicative, mentre l’uso della lingua materna (l’albanese) si riduce ad alcuni domini informali. La lingua seconda è, inoltre, pure la lingua di socializzazione (primaria) di questo gruppo148. Il comportamento linguistico del gruppo B va, invece, definito come “plurilinguismo a tre codici”. La scelta del codice ((varietà di) albanese o italiano) nelle situazioni ed i domini esaminati sembra di essere fatta in primo luogo sulla base del repertorio linguistico individuale dell’interlocutore e non tanto in base al tipo di ambito. Il comportamento linguistico generale degli albanofoni intervistati sembra essere “plurilinguismo con elementi di dilalia”. La lingua d’arrivo (codice H) è usato in tutte le situazioni e tutti i domini formali in cui l’interlocutore non è un parlante dell’albanese (codice L). Ci sono, però, anche intervistati che scelgono l’italiano come lingua di comunicazione negli ambiti informali in cui tutti gli interlocutori sono parlanti (nativi) dell’albanese. L’uso di quest’ultimo codice, dall’altro canto, è tendenzialmente ristretto ai domini informali, anche se soggetti del gruppo B l’usano pure in alcune situazioni formali. Notiamo, quindi, un language shift all’interno dell’intero gruppo che, però, nel caso del gruppo B sembra essere (ancora) di tipo primario, mentre gli albanofoni del gruppo A hanno già raggiunto la fase dello shift linguistico secondario149.

Guardando i risultati dell’indagine e confrontandoli con gli esiti di studi in cui l’argomento trattato è paragonabile150, l’importanza dell’albanese come codice comunicativo diminuirà probabilmente sempre più fino a sparire. L’istogramma seguente mostra le risposte alla domanda 30.

148

Si veda Dell’Aquila e Iannàccaro (2004:170-172) e (2006: 91-97).

149

Si veda Chini (2004: 32).

istogramma 23: risultati del gruppo A (n.s. 4) e del gruppo B (n.s. 22) per la domanda 30

Sebbene solo pochi intervistati del gruppo A abbiano figli, questi bambini sono tutti nati in Italia, ciò non vale per tutti i figli dei soggetti del gruppo B. Notiamo, però, una crescita notevole dell’uso dell’italiano. A parte la domanda 30, il questionario non contiene altre domande che esaminino il comportamento linguistico dei figli degli intervistati, ma crediamo che sia molto interessante per ricerche future esaminare il comportamento linguistico di questa seconda generazione per verificare se l’intensità dello shift linguistico aumenta ed in quali domini l’albanese riuscirà a mantenersi (nel lungo periodo) come codice comunicativo.

0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% 80,0%

albanese italiano albanese e italiano albanese, italiano e friulano p e rc e n tu al e codice usato

I Suoi figli che lingua parlano fra di loro?

gruppo A gruppo B