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Domanda e offerta di acqua reflua trattata per utilizzo ambientale

U. M Valori limite MEDIA ARPA Coeff variazione (%)

7.2.9 Domanda e offerta di acqua reflua trattata per utilizzo ambientale

L’ipotesi di realizzare una condotta sottomarina per lo scarico delle acque reflue depurate dell’impianto consortile di Catania nelle acque pelagiche nella zona compresa tra la foce del fiume Simeto a sud e il villaggio Paradiso degli Aranci a nord presenta un’elevata vulnerabilità e numerose criticità per i seguenti motivi:

 la condotta di scarico, essendo la zona caratterizzata da acque poco profonde, dovrebbe avere una lunghezza di oltre 4.5 km per raggiungere una profondità di -30 m;

 la zona dove dovrebbe essere realizzata la condotta sottomarina presenta un fondo sabbioso molto mobile per la presenza di forti correnti marine (con direzione prevalente sud-nord) ed è interessata da mareggiate assai intense e frequenti essendo completamente esposta ai venti provenienti da 30° a 120° Nord con intensità anche superiore a 9 m/s (venti di nord-est) e con tempo di ritorno di 10 anni delle onde con altezza significativa pari a 5.50 m (P.A.I., 2006);

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costa particolarmente rivelante nella zona a nord della foce del Simeto (Di Stefano et al., 2013). In particolare, tale studio ha evidenziato che tra il 1969 e il 2008 nella zona a nord della foce del Simeto si è vericato un arretramento della linea di costa di circa 170 m. Anche nel P.A.I. (Unita’ Fisiografica N° 5 - Porto di Catania – Punta Castelluccio, 2006) tra il 1998 ed 2001 è stato riscontrata nella zona della foce del Simeto una regressione media di circa 8 m. Nello stesso P.A.I., tale tratto di costa viene classificato di pericolosità da media (P2) a elevata (P3), in relazione al numero di mareggiate segnalate dalle Capitanerie di Porto di Catania e da Enti Locali, ed alla velocità di arretramento annuo delle spiagge, riferita all’intervallo temporale 1998 – 2001, con la larghezza media di spiaggia.

 la direzione prevalente della corrente marina da sud verso nord comporterebbe che in caso di danneggiamento della condotta o comunque di un cattivo funzionamento dell’impianto le correnti potrebbero sospingere le acque reflue verso la spiaggia della Plaja di Catania compromettendo la qualità delle acque di balneazione.

In relazione a quanto esposto, appare evidente che la soluzione più appropriata ed alternativa allo scarico in acque pelagiche potrebbe essere quella di immettere le acque reflue durante il periodo di non utilizzo nel sistema fluviale Simeto-Gornalunga. In particolare, l’ipotesi progettuale sarebbe quella di utilizzare la condotta in fase di realizzazione per l’adduzione delle acque reflue depurate al Consorzio di Bonifica di Catania (CB.9), anche come condotta di adduzione ad un sistema di accumulo costituito da tre o più serbatoi da realizzarsi in prossimità del fiume Gornalunga (affluente in desta idraulica del fiume Simeto). I serbatoi di accumulo delle acque reflue depurate avrebbero la funzione di regolazione di breve periodo e di ulteriore affinamento delle acque reflue in caso di cattivo funzionamento dell’impianto di depurazione di Catania,. Successivamente le acque reflue in uscita dai serbatoi verrebbero scaricate nello stesso Gornalunga, realizzando uno scarico diffuso integrato ad una fascia vegetata (sistema di fitodepurazione lineare) anche allo scopo di una valorizzazione e riqualificazione a fini ambientali delle aree golenali ed al recupero delle capacità autodepurative del corso d’acqua che durante il periodo asciutto presenta portata modeste o pressoché nulle. I serbatoi, da realizzarsi fuori alveo, dovrebbero avere un funzionamento idraulico in serie con un tempo di detenzione idraulica totale di circa 7 giorni; considerando la portata media di tempo asciutto con uno scenario temporale di medio termine (vedi tabella 7.12) si avrebbe un volume medio giornaliero di circa 75.000 m3/giorno e di conseguenza sarebbe necessario realizzare una capacità di accumulo complessiva di circa 530.000 m3. L’opportunità di realizzare più serbatoi (almeno 3), funzionanti in serie o in parallelo, è connessa alla esigenze di assicurare un adeguato tempo di detenzione idraulica e prevenire i fenomeni di

cortocirtuito idraulico.

I serbatoi verrebbero realizzati in terra con movimenti di scavo e riporto ed impermeabilizzati con guaine bentonitiche ricoperte con strati di argilla rullata e compattata per dare uno spessore finito di 30 cm. I serbatoi coprirebbero un’estensione di circa 18 ettari (considerando un’altezza del tirante idrico di circa 4.00 m) e verrebbero progettati in modo da costituire un area umida idonea per gli uccelli, ulteriore rifugio e protezione per l’avifauna presente all’interno della vicina Oasi Naturale del Simeto. I serbatoi potrebbero essere realizzati in prossimità delle sponde del fiume Gornalunga a est del ponte della linea ferrata Catania-Siracusa, in aree prevalentemente destinate a seminativo non irriguo.

I serbatoi verrebbero riempiti prevalentemente in modalità continua o discontinua in relazione alle esigenze di riuso delle acque reflue, le acque accumulate nei serbatoi verrebbero immesse nella fascia

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il periodo asciutto. I serbatoi verrebbero comunque gestiti in modo da non mantenere un tirante idrico di almeno 1.00 m ed a loro interno verrebbero create con movimenti di terra alcune zone, meno profonde ed affioranti in condizioni di massimo invaso, in modo da favorire l’insediamento della vegetazione e dell’avifauna.

Il punto di immissione delle acque reflue depurate in uscita dal sistema di serbatoi sarebbe posto a circa 3.6 km dalla confluenza Gornalunga-Simeto e a circa 6.5 km dalla foce del Simeto, in modo da non influenzare in modo negativo la balneazione. Il sistema di accumulo da realizzarsi indifferentemente in sponda destra o sinistra del fiume Gornalunga potrebbe, anche in seguito, essere ampliato aumentando il numero dei serbatoi e la sua capacità complessiva. Questo avrebbe effetti positivi sia sul grado di affinamento delle acque reflue sia sull’ecosistema umido artificiale che si verrebbe a creare.

Lo schema progettuale dell’ipotesi di riuso degli scarichi dei reflui dell’impianto di Pantano D’Arci è riportato in fig.7.4 e nella Tav.7.4.

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dell’impianto di depurazione consortile di Catania