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Domande di ricerca e innovazione rispetto allo stato dell’arte sul tema del ruolo delle NBS come

2. Parte I Inquadramento del tema di ricerca Politiche di adattamento a scala locale, adattamento delle

3.1 Domande di ricerca e innovazione rispetto allo stato dell’arte sul tema del ruolo delle NBS come

Le aree industriali delle città contemporanee così come si sono venute a costituire negli ultimi decenni di rapida crescita ed espansione sono scarsamente resilienti ed estremamente vulnerabili alle trasformazioni indotte dai cambiamenti climatici in atto a livello globale. La vulnerabilità di numerose aree industriali è legata da un lato alla costruzione di queste aree in vicinanza di corsi d’acqua per necessità specifiche dei processi produttivi, dall’altro dalla costruzione di infrastrutture ed impianti in un’epoca in cui le preoccupazioni climatiche erano minori e c’era meno attenzione al tema nelle pratiche pianificatorie e progettuali di queste aree (Salzano E., 1998). Si tratta di dinamiche in corso a livello globale, che si ripetono ognuna con le proprie specificità in ogni area industriale del globo e con differenti livelli di gravità. Per quanto riguarda l’Italia, di certo questa rappresenta una tematica da affrontare con la massima urgenza a causa dell’elevato rischio idro-geologico a cui il Paese è esposto. Infatti negli ultimi 15 anni l'Italia è stata colpita da disastri naturali che hanno provocato danni per un totale di 49,9 miliardi di euro, pari a circa il 40% di tutti i danni registrati a livello europeo nello stesso periodo (EEA, 2017). Questo dato diventa ancora più rilevante se ci si focalizza sull’Emilia-Romagna, la Regione italiana con il maggiore numero di imprese esposte a rischio idro-geologico (ISPRA, 2018).

74 La Commissione Europea denuncia una grave lacuna soprattutto in riferimento alle modalità innovative di finanziamento delle soluzioni NBS. Tale lacuna riguarda sia la pianificazione urbanistica che il mondo economico-finanziario. Per quanto riguarda i limiti della pianificazione urbanistica a tal proposito si rimanda alla trattazione fatta nella Parte I del presente rapporto. Per quanto riguarda i soggetti economico finanziari, è necessario evidenziare come ad oggi siano pochissime le banche a livello globale che hanno utilizzato indici quantitativi che includessero i rischi ambientali nella gestione del rischio finanziario, in particolare in relazione ai cambiamenti climatici (Weber, 2012). I modelli finanziari sviluppati dall’industria finanziaria in previsione della capacità delle società di ripagare il debito e/o generare valore aggiunto potrebbero essere inadeguati se non considerano le conseguenze finanziarie delle future condizioni climatiche (CDP, 2018). Tuttavia, “se le banche considerano i rischi climatici nelle procedure di gestione del rischio di credito, le imprese che implementano misure di adattamento e quindi mitigano i loro rischi in relazione ai cambiamenti climatici diventando più resilienti, potrebbero beneficiare di meccanismi premianti, ad esempio un più facile accesso a prestiti per attività commerciali. L'identificazione dei meccanismi premianti nella gestione del rischio di credito può avere un effetto indiretto nel sollecitare le imprese a migliorare la loro capacità di resilienza ai cambiamenti climatici. In altre parole, può innescare l'adattamento dell'intera comunità” (Commissione Europea, 2016).

Date tutte le premesse teoriche della Parte I, le domande di ricerca specifiche a cui questo lavoro intende dare risposta sono le seguenti:

 Efficacia delle misure NBS nel ridurre il livello di rischio a cui le imprese sono sempre più esposte in seguito all’aumento degli impatti meteo-climatici legati ai cambiamenti climatici;

 Definizione di uno schema concettuale per la valutazione del valore assicurativo delle soluzioni basate sulla natura (NBS) che consenta un allineamento teorico e pratico tra l’approccio territoriale della “pianificazione dell’adattamento” (CCA) e l’approccio di gestione del rischio di disastri (DRR). La possibilità di individuare e definire soluzioni efficaci alle due domande di ricerca passa inevitabilmente dalla definizione di innovative metodologie di analisi e valutazione di interventi NBS in grado di raccordare le metriche e i linguaggi della pianificazione urbanistica con quelle del mondo della finanza e del mondo imprenditoriale.

Le due domande di ricerca si riferiscono direttamente ad una delle “sette priorità di ricerca e innovazione in materia di nature-based-solution” definite dalla Commissione Europea nel 2015 per guidare i temi dei principali programmi di finanziamento alla ricerca europei (Horizon 2020 in particolare). Tali sette priorità nel settore della ricerca sono in seguito state sintetizzate nel rapporto “Towards an EU Research and Innovation policy agenda for Nature-Based Solutions & Re-Naturing Cities. Final Report of the Horizon 2020 Expert Group on 'Nature-Based Solutions and Re-Naturing Cities” della Commissione Europea.

75 Il punto specifico delle sette priorità di ricerca e innovazione in materia di NBS a cui le domande di ricerca fanno diretto riferimento è il numero sei “Nature-based solutions for enhancing the insurance value of ecosystems” (Commissione Europea, 2015). Qui nello specifico si legge come vi sia “un urgente bisogno di esplorare scientificamente metodologie e schemi concettuali per valutare il valore assicurativo delle soluzioni basate sulla natura ed integrare questi aspetti all’interno di un approccio di gestione del rischio di disastri”.

La Commissione Europea fa esplicito riferimento a due concetti chiave attorno ai quali sono state costruite le due domande di ricerca a cui il presente lavoro fa riferimento:

La capacità delle NBS di fungere come misure attive di “disaster risk management”;

Il valore assicurativo delle NBS, inteso come valutazione del valore degli ecosistemi nel ridurre i rischi per la società umana causati dai cambiamenti climatici.

Il documento della Commissione Europea fornisce ulteriori dettagli circa alcune direzioni di ricerca che andrebbero maggiormente esplorate al fine di valutare nuove forme e modalità di collaborazione tra settore pubblico e settore privato nel promuovere soluzioni di tipo NBS come interventi di gestione del rischio. In particolare la Commissione Europea evidenzia come “una strategia potrebbe essere quella di tradurre la capacità di riduzione del rischio delle NBS in un valore quantificabile mediante il calcolo del rapporto benefici/investimenti di interventi di gestione e recupero del territorio. In tale strategia i benefici sarebbero rappresentati dalla riduzione del rischio e conseguente potenziale abbassamento del premio assicurativo su terreni e proprietà interessati dagli interventi. A tal proposito è necessario esplorare un nuovo quadro di riferimento amministrativo e legale che serva per creare incentivi per chi conserva e/o migliora il valore assicurativo degli ecosistemi”.

La definizione della suddetta strategia passa da un percorso caratterizzato da tre passaggi fondamentali (Commissione Europea, 2015):

 “Sviluppare un quadro di riferimento in cui i modelli e i dati utilizzati (compreso il downscaling e la regionalizzazione degli scenari climatici) che catturano la capacità degli ecosistemi nel ridurre i rischi climatici siano resi compatibili e armonizzati con i modelli ed i dati di valutazione del rischio utilizzati dal settore assicurativo privato”;

“C’è un bisogno urgente di esplorare scientificamente metodologie e schemi concettuali per valutare il valore assicurativo delle soluzioni basate sulla natura e integrare questi aspetti all’interno di un approccio di gestione del rischio di disastri”. Commissione Europea, 2015

76  “Sviluppare un approccio economico per comprendere gli ecosistemi naturali come generatori del flusso dei servizi ecosistemici dotati di valore economico ed esplorare come catturare i benefici a lungo termine del mantenere intatti e/o migliorare lo stock di servizi ecosistemici esistenti”;

 “Esplorare la dimensione culturale del valore assicurativo degli ecosistemi naturali e la percezione delle persone dei concetti di rischio e di valore assicurativo degli ecosistemi”.

Un’altra sfida del presente studio, strettamente collegato con le due domande di ricerca sopra presentate, è l’applicazione delle metodologie di studio e la ricerca delle risposte all’intero di due casi studio specifici dell’Emilia-Romagna. Questa sfida, risponde in parte all’esigenza evidenziata nella Strategia nazionale di Adattamento in cui si legge la necessità che “le politiche e le azioni di adattamento siano contestualizzate, cioè devono essere elaborate e pianificate caso per caso, al fine di rispondere in maniera efficace alle diverse necessità e situazioni regionali e locali” (SNAC, 2015). Questa sfida ha introdotto degli elementi di complessità nella metodologia utilizzata e negli approcci utilizzati che verranno puntualmente analizzati nella Parte III del presente studio.

3.2 Descrizione dell’approccio Decision Support System (DSS) d’area vasta e premesse