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Dovunque poflono comodamente vi- vi-vere due perfone di vario fedo,

§ VII.

Di’//’Agricoltura.

C Ome

cosi dada quellocolui,eziandioche ritrovò, che,

perfeziona 1’ arte di tirare dalla terra gli alimenti, riconofce il ge-nere

umano

un bene, ch’.è il fuo fodegno . Effondo tutte le focieta fra loro rivali, ciafcuna fi sforza di agevolare a fuoi individui fefercizio di qued’ arte

, e di accrefcerne i prodotti

.

Dovunque

poflono

comodamente

vi-vere due perfone di vario fedo, fa-cilmente.fi congiungono in

matri-monio

.

La

natura allorché

non

ha arredata dalla difficolta della

fuffi-'

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^

(lenza, naturalmente ci porta alla procreazione . Per maritarli bifogna prefentire

una

forte felice per la poflerità . Gli

uomini

fuggono dai paelì Iterili , e concorrono ove fia l’abbondanza.

Le

popolazioni, e le fertilità de’ terreni fono fra loro proporzionali. Il

numero

degli

Ot-tentoti è al

numero

degl’Italiani ,

come

il prodotto del terreno in-colto de’primi al prodottodelle no-Itre terre coltivate.

La

popolazione numerofa è

un

vantaggio ,'che i

Capi

di tutte le nazioni

hanno

proccurato con tutto il loro fpirito.

Chi

può annoverare le ricchezze della popolatifììma Ci-na? I

Goti,

i Saracini, e i

Tarta-ri colle loro invafioni c’infegnano , die più una nazione è

numerofa

, più ella è forte.

Quel

Cittadino di

Ginevra

, che va

ramingo

per que-llo

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fio

Globo

, per aver facrificato i fuoi talenti e la Tua liberta ad ac-crefcere il

numero

delie poche ve-rità ùtili> che circolano Ira gli

uo-mini

, filTa il contraffegno del mi-glior

Governo

nella maggior popo-lazione . Alcuni fpeculativi penfano di trovare la cagione della fcarfa noftra popolazione nel divieto della Poligamia, nel

matrimonio

indiflo-lubile , nel facro celibato , nella moltipliche delle impolìzioni, e nel-la maniera di rifcuoterle. Se quelli arditi non foffero trafportati dall’

ambizione di voler tòggettare alla loro difcuffione le cofe, che appena {offrono lo fguardo

, non che 1’

efa-me

de’mortali

, di leggieri conofce-rebbero

, che dalla decadenza dell’

agricoltura dipende la fcarfezza de’

noftri abitatori. Divifi a’foldati dei partiti di Siila

, di Cefare,e di

Au-G

gu-K

#

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fa

gufto i terreni , che trafcuravano poi di coltivare, minorò la popola-' zione in Italia.

L’ induftria dell’ agricoltore mol-tiplica i territorj fenza accrefcerne la fuperficie. L’agrimenfore colfuo compaflo troveràTempre,che l’eften-fione di

un

dato podere

non

eccede-rli la mifura di cento ftajora. Il po-litico dai doppio

numero

degli uo-mininudriti coi prodotti di unegual

campo

doppiamentecoltivato conofce-ik , che quello ultimo contiene il

primo

, e più il valore di

un

altro confimile territorio.

Ogni

Nazione

dunque

fenza la-fciarfi trafportare dall’invidia di ve-dere i Tuoi vicini poffeflòri di ferti-li terre

, e fenza {terminare i Tuoi fimili /per'occupare le loro campa-gne può col folo travaglio del colti-vatoremoltiplicare i Tuoi terreni, e le

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35 (fa

le fue forze contro i popoli rivali

.

Nelle Provincie meridionali della

Cina

la terra produce gran quantità, di rifo fino a tre volte 1’

anno

mercè la gran cura ,che ivi fi ha dell’ agricoltura .

Ecco

che l’ indu-ftria de Cinefi ha triplicato i loro

, terreni, ficcome la diligenza de’ no-ftri Maggiori avevatriplicatoi cam-pi della noftra Terra di

Lavoro

,

da’quali Dionigi d’Alicarnaffo alfie-riIce aver lui ftelfio veduto dare annualmentetreabbondatiti raccolte.

Immenfi

territorj delia noftra Pu-glia fono addetti a produrre fole er-be per potervi i pallori in alcuni pochi mefi dell’anno condurre greg-ge ed armenti. E’ chiaro,che quel-la porzione di terra necelfaria per nudrire un quadrupede può foftenta-re più uomini

, quando fia coltiva-ta.

Di

quanto dunque non

potreb-C

2

be-«

3*

&

bero crefcere que’ terreni, e con ef-fo loro la popolazione , e le ric-chezze? Per lo più il traffico

ha

per oggetto i frutti della terra.

A

mifura che l’agricoltura fomminiftra più derrate da permutare,

oda

ven-dere, crefce il

commercio.

L’ arte

non

crea dai nulla,

ma

riceve dalla terra predo a poco tutti quei materiali, eh’ efla

acco-moda

agli agi e piaceri della vita

umana.

Gli artefici fono alimentati dai frutti, che avanzano al coltiva-tore.

Le

arti, e perciò i comodi

,

e le voluttà degli uomini fono in ragion compofta del

numero

delle perfone foftentate dal fudore di

un

contadino

, e de’ varj prodotti della terra.

Non

è

dunque

per la fociet'a

un

beneficio volgare e

comune

l’ inda-gare il

meccanismo

della vegetazio-ne,

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fa

ne, quale fia la miglior manieradi diflodare le terre, e di feminarle, quali fiano i migliori concimi , ed

il miglior

metodo

d’ impiegarli , quali gl’iftrumenti più proprj al la-voro, e quali gli abufi, che fanno oftacolo al progreflb dell’agricoltura.

La

varia natura de’terreni

, e de’

vegetabili, le malattie delle piante, e il

corrompimento

, a cui foggiae-ciono le grafce

, aprono all’ingegno

umano

il

campo

delleinvenzioni le più virtuofe . In Perda erano (labi-lite cariche pubbliche‘per invigilare all’opere ruftiche, e

avevano

mag-gior parte nelle grazie quc’Satrapi

,

il

Governo

de’quali era meglio col-tivato.

Nella diftribuzione de’ Cittadini

Romani

i primi, e i più confidera-bili furono quelli, che

formavano

le

Tribù

ruftiche.

Era

una grande

C

3

igno-"

3*38

i

ignominia di eflere ridottoper

man-canza ,di

buona economia

de fuoi

campi

al

numero

degli abitatori della Citta.

Ne’

più bei giorni di quella Repubblica fi videro i più celebri Cittadini paflare dall’aratro ai

pri-mi

impieghi dello fiato.

Oh

quan-to lungi or fi ritrova da’Tuoi anti-chi onori 1’ agricoltura! Il coltiva-tore oggi carico di tributi è con-dannato a paflare la Tua vita tra la

fame

, e la miferia : limita la fua

.

ambizione a poter pagare le tafle .

Se il Fiiofofo avefle ad impreftare il fuo linguaggio all’ agricoltore

, quelli efclamerebbe. „ Tutti

nafcia-,,

mo

eguali.

Dovremmo dunque

tutti partecipare egualmente dell’

iftefle felicita e fciagure. Se vi

deve eflere diftinzione

vantaggio-„

fa, fpetta a chi fatica perl’altrui

foflentamento

.

» Da

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39

„ Da

che il pregiudizio tende a

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