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6 ANALISI DEGLI ASPETTI AMBIENTALI

6.5 Ecosistema marino

Caratterizzazione dello stato attuale

Per quanto riguarda le aree a mare ricomprese nella perimetrazione del Sito, l’Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica Applicata al Mare (ICRAM) ha provveduto alla redazione del “Piano di caratterizzazione ambientale dell’area marino costiera prospiciente il sito di Livorno”, la cui versione definitiva (Documento CII-Pr-TO-L-02-07 datato aprile 2004) è stata approvata in sede di Conferenza di Servizi decisoria tenutasi presso il Ministero dell’Ambiente in data 9 novembre 2004. Conseguentemente, l’Autorità Portuale ha provveduto all’esecuzione di detto piano di caratterizzazione in accordo del “Protocollo di campionamento, analisi e restituzione dei dati” e del “Piano operativo di campionamento”, trasmessi da ICRAM con nota n.

9592/04 del 13 dicembre 2004. In sede di Conferenza di Servizi decisoria svoltasi presso il Ministero dell’Ambiente in data 28 aprile 2006 è stato preso atto delle risultanze dello stesso.

Le attività di campionamento ed analisi dei sedimenti svolte ai sensi del Piano di Caratterizzazione redatto dall’ICRAM hanno riguardato il prelievo n. 194 carote, di lunghezza compresa tra 2 e 4 m, e n. 28 campioni superficiali, per numero totale di campioni da analizzare pari a 795. Questi dati analitici sono stati inoltre integrati con quelli relativi ad altre aree marine già caratterizzate all’interno del sito dall’Autorità Portuale in occasione della progettazione di interventi di dragaggio, che comprendevano il canale di accesso del porto di Livorno, la Darsena Pisa e l’imboccatura Sud del Porto di Livorno.

Figura 6-16 Ubicazione delle stazioni di campionamento previste dal piano di caratterizzazione ICRAM per le aree a mare

Dall’elaborazione dei risultati delle analisi granulometriche, la distribuzione tessiturale dei fondali all’interno dell’area portuale risulta abbastanza omogenea, con sedimenti di natura prevalentemente

sabbioso pelitica su quasi tutto lo spessore indagato ed incrementi di una frazione più grossolana, limitatamente ad alcune aree (parte meridionale della Darsena Toscana e a ridosso della diga foranea).

Nel settore settentrionale, oltre il limite delle opere foranee esistenti (bacino di evoluzione, darsena prodotti pericolosi e terminale Ro-Ro esterno) ed il canale di accesso, le indagini hanno riguardato lo strato superficiale di 20 cm di spessore; vista l’omogeneità riscontrata nell’area del porto, in questa fase è sicuramente accettabile estendere anche a quest’area i risultati delle indagini eseguite nella restante porzione dell’area marina.

Sulla base dei risultati della caratterizzazione e dei “valori di intervento”, ICRAM ha provveduto alla redazione del “Progetto preliminare di bonifica dell’area marina inclusa nella perimetrazione del SIN di Livorno”, approvato dal Ministero dell’Ambiente in data 28 aprile 2006, che costituisce il riferimento principale per l’opportuna gestione degli interventi sui fondali e dei relativi sedimenti- da eseguire nell’ambito del Porto di Livorno. I dati analitici derivanti dall’esecuzione del piano di caratterizzazione dei sedimenti del sito di bonifica di interesse nazionale di Livorno hanno permesso di definire lo stato di qualità dei fondali e le aree di possibile criticità.

Il progetto preliminare di bonifica è stato corredato di alcune tavole riassuntive, le quali tendono a rappresentare, con un sistema di diversi colori, lo stato ambientale dei fondali caratterizzati. In particolare, nelle figura esplicative riportate di seguito, si riconoscono:

- in VERDE, i sedimenti caratterizzati da concentrazioni di analiti inferiori ai valori di intervento;

- in GIALLO, i sedimenti per cui si hanno superamenti dei valori di intervento ma nessun superamento della concentrazione di “rischio ecotossicologico certo”, e per i quali è necessario avviare interventi di bonifica;

- in ARANCIONE, i sedimenti in cui si hanno superamenti delle concentrazioni di “rischio ecotossicologico certo” ma nessun superamento del 90% dei valori di concentrazione limite indicati nella colonna B della tabella 1 dell’allegato 1 del D.M. 471/99, e per i quali è pertanto necessario avviare prioritariamente interventi di bonifica;

- in ROSSO, ai fini della gestione, i sedimenti in cui almeno uno dei parametri analizzati presenta concentrazioni superiori al 90% dei valori di concentrazione limite indicati nella colonna B della tabella 1 dell’allegato 1 del D.M. 471/99, e per i quali le concentrazioni riscontrate sono tali da richiedere l’avvio immediato di interventi di bonifica.

Figura 6-17 Aree da bonificare – strato di sedimento 0-50 cm (a), 50-100 cm (b), 100-150 cm (c), 150-200 cm (d) La caratterizzazione ha permesso di individuare un gradiente delle concentrazioni dei contaminanti che tende a crescere con la profondità e che presenta i valori massimi nelle zone poste a ridosso delle Dighe Foranee (diga del Marzocco e diga della Meloria), sia in adiacenza alla Nuova Darsena Petroli, che lungo la diga della Meloria, nella zona quindi dove è prevista la realizzazione del terrapieno Sud della darsena interna della Piattaforma Europa (terminal container), mentre nelle altre aree interessate dalla realizzazione della Piattaforma Europa e lungo il tracciato del nuova canale di accesso non è stata rilevata alcuna tossicità.

Analisi degli impatti

L’unico intervento che prevede dragaggi e la riprofilazione della banchina è quello relativo all’area Ex Enel.

Dall’analisi dei risultati riferiti al monitoraggio ambientale dell’area effettuato negli anni 2001-2007 effettuato da ICRAM (2004-2007), emergono valori dei metalli piuttosto variabili ma generalmente medio-bassi e confrontabili con altre aree costiere non particolarmente impattate.

L’Annuario 2018 dei Dati Ambientali della Provincia di Livorno, riporta i risultati del monitoraggio marino-costiero relativamente alla classificazione degli stati chimico ed ecologico delle acque marino-costiere; per la costa di Livorno, si evidenzia al 2017 il mancato raggiungimento dello stato chimico buono, mentre un livello buono per lo stato ecologico.

In fase di esercizio, la possibile variazione delle caratteristiche del deflusso sotterraneo può essere causata dalla riduzione dell’infiltrazione delle acque meteoriche che alimentano localmente l’acquifero costiero, a causa della presenza di nuove superfici impermeabili, che nel caso in studio, corrispondono ai piazzali di progetto. Tuttavia, come detto, il progetto prevede una rete di raccolta delle acque sui piazzali che potrà garantire la naturale circolazione idrica sotterranea.

6.6 Paesaggio ed emergenze storico architettoniche

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