• Non ci sono risultati.

Edizione elettronica vs edizione digitalizzata

ESPOSO 1 Le ragioni di una nuova edizione critica

2. Le ragioni di un’edizione elettronica e non cartacea (né digitalizzata) 1 Edizione elettronica vs edizione cartacea

2.2 Edizione elettronica vs edizione digitalizzata

Nell’elenco delle opposizioni menzionate ad inizio paragrafo troviamo anche quella rivolta alle edizioni critiche digitalizzate. Nonostante l’aspetto appena esposto (della peculiarità delle edizioni critiche elettroniche) sia ormai noto e generalmente condiviso, si assiste ancora alla creazione di edizioni che si fregiano dell’etichetta ‘elettroniche’ ma che in realtà sono ben lungi dall’esserlo (nell’accezione qui appena descritta). In contrapposizione alle tipologie elettroniche, vengono qui definite digitalizzate, le edizioni costituite fondamentalmente da un database di informazioni raccolte attorno ad un determinato testo. Il loro status digitale si consolida nella rielaborazione per l’appunto digitalizzata dei testi precedenti (quindi nati e destinati all’ambiente cartaceo, poi convertiti informaticamente) e rappresenta in ogni modo l’esempio di edizione che sfrutta tutti i “vezzi” che l’informatica applicata alla scienze umanistiche ha da offrire oggi, senza però spingersi oltre o sfruttare il carattere che qui è ritenuto come fondamentale per considerarle edizioni elettroniche. La flessibilità della resa di un testo aperto e la capacità di catturare e presentare il suo recupero diacronico e sincronico rientrano anch’esse in questa definizione. Sicuramente l’aspetto più ammiccante nei confronti del lettore è quello di poter finalmente presentare oltre al testo critico anche le immagini dei manoscritti. Numerosi sono poi i tools che l’editore ha a disposizione (ad esempio quelli da applicare alle immagini dei manoscritti) assieme ai vari strumenti di ricerca, indicizzazione, analisi testuale, che sebbene utili ed

106 Gigliozzi, G., Introduzione all’uso del computer negli studi letterari, (a cura di F. Ciotti), Bruno Mondatori, Milano, 2003, p. 127.

LXII

interessanti, risultano però privati della capacità di dialogo reciproco fra i testi e dell’analisi delle relazioni interne alle attestazioni, il che comporta un mancato conseguimento della piena realizzazione delle potenzialità delle edizioni elettroniche, con il rischio di creare seducenti edizioni, moderne e tecnologicamente all’avanguardia, ma semplicemente accessorie. Di fatto tali tipi di edizioni producono “solo” (è comunque uno studio che richiede molto lavoro in termini di tempo e di conoscenze informatiche specializzate) delle versioni friendly, ma prive di innovazione, senza un cambiamento nell’analisi del testo a cui le edizioni elettroniche dovrebbero auspicare. È sicuramente notevole in queste tipologie l’attrazione per la mole di informazioni messe a disposizione del lettore, tuttavia avrebbero molto più appeal se riuscissero a restituire la vera essenza dinamica dell’opera e informazioni precedentemente sconosciute.

Volendo analizzare un’edizione critica digitalizzata, puramente scelta ad esempio (comunque meritevole di presentare un’enorme quantità di materiale sul web, al vasto pubblico, che altrimenti difficilmente sarebbe arrivato alla consultazione di tutta la tradizione di tale opera), potremmo utilizzare il Piers Plowman Electronic Archive.107 Si legge nella presentazione dell’edizione:

The Piers Plowman Electronic Archive takes advantage of the flexibility and expandability of digital media while also continuing the time-honored work of traditional editing. The Archive provides users with unprecedented access to each manuscript we edit and gives instructors and students, experts and novices, unique pedagogical, literary, and edi- torial opportunities. We represent the richness and complexity of the textual tradition of William Langland’s Piers Plowman by providing a transcription of the text of each manuscript, complete with deletions, additions, annotations, and errors. At the same time, we employ the stores of data at our disposal and use innovative programming in the service of traditional textual criticism to generate critical editions that come closer than ever to the earliest texts of the poem, otherwise lost to the modern world.

107 Tutte le informazioni e le citazioni sono tratte dal sito internet: http://piers.iath.virginia.edu/index.html «The

Vision of Piers Plowman is a Middle English alliterative poem from the late fourteenth century, attributed to a man

named William Langland from the South West Midlands area of England. Three distinct versions exist from the lifetime of the author: the shortest and earliest A Text, the much longer B Text, and the final, probably incomplete revision called the C Text. Multiple manuscripts of each of these versions survive, and each manuscript is unique, making the textual tradition of Piers Plowman one of the most complex and interesting in medieval English literature»..

LXIII E oltre si legge:

The texts presented here are of two kinds. Documentary editions are transcribed from individual manuscripts. You can view these editions with varying levels of editorial in- tervention, from diplomatic texts designed to reproduce faithfully the physical details of individual manuscripts (Scribal style-sheet) all the way to mark-up that presents texts as they would appear in a printed edition (Critical stylesheet). [...] Critical editions are constructed by editors based on comparison of surviving manuscripts in order to recon- struct, as best they can, a lost version from which surviving copies descend. A critical text is not the author’s original, or autograph, but it is as close as we can come given the materials left to us by history. This category includes archetypal editions, such as Bx, which reconstructs the lost ancestor of all surviving B version manuscripts of Piers Plowman.108

Nella pratica l’edizione presenta la trascrizione di nove testimoni (con la possibilità di scegliere il “filtro” di trascrizione tra “scribal, diplomatic, critical e all views”, in un crescendo dal meno esaustivo al più esaustivo, fino a dare informazioni oltre che di carattere testuale anche codicologico) e la versione critica che in apparato presenta in maniera sinottica tutte le altre attestazioni delle singole linee di testo degli otto testimoni (escluso quello scelto dall’editore che si trova a testo). Ciò che qui manca per rendere l'archivio (l'edizione digitalizzata) edizione elettronica è la comunicazione tra questi dati, tra le trascrizioni e il testo critico, attraverso l'apparato critico.

Come prima argomentato, non si vuole qui negare il merito di aver raccolto e presentato in maniera così accessibile il materiale di studio, ma considerato il paragone fra edizioni elettroniche ed edizioni digitalizzate, viene da chiedersi dove sia l’aspetto innovativo tanto decantato dalle edizioni elettroniche. Vi è indubbiamente la presenza del vantaggio per lo studioso che voglia conoscere l’opera di Piers Plowman di ritrovare il pieno accesso a tutta la tradizione dell’opera, caratteristica impensabile da replicare nella realtà se si dovessero consultare tutti i nove manoscritti. Escludendo questo vantaggio, che in realtà si palesa solamente in linea teorica (nel senso che se lo studioso davvero volesse consultare tutta la tradizione lo potrebbe fare anche nella realtà), non vi sono qui altri vantaggi per la sostanza del testo. L’edizione critica digitalizzata in questo caso non mette in luce nuovi aspetti prima sconosciuti dell’opera, cosa che forse si sarebbe

LXIV

potuta verificare se, ad esempio, l’apparato critico fosse stato realmente “elettronico”, nel senso di interattivo e avesse colto la vera e profonda comunicazione tra i testimoni, non limitandosi a presentare sinotticamente le varie entrate, di fatto poco discostandosi dalla presentazione lineare tipica delle edizioni cartacee in cui non si libera il testo alla sua fluidità. Anche in questo tipo di edizione quindi il testo è appiattito, senza voce, e le profonde connessioni fra le varie attestazioni sono spezzate. Si vede dunque che la chiave di volta delle edizioni elettroniche non risiede tanto nella ricchezza di informazioni (testuali e fisiche - le immagini) o negli strumenti più sofisticati che si possono mettere a disposizione degli studiosi, ma principalmente nell’idea di testo che si decide di adottare e di offrire al lettore, come una sorta di rinnovamento del testo aperto e, come si diceva, «fluido-nel-tempo».

Altri due esempi di edizioni digitalizzate, questa volta tratte dal panorama lusitano, sono l'edizione delle Cantigas Medievais Galego-Portuguesas109 che:

disponibiliza, aos investigadores e ao público em geral, a totalidade das cantigas me- dievais presentes nos cancioneiros galego-portugueses, as respetivas imagens dos ma- nuscritos e ainda a música (quer a medieval, quer as versões ou composições originais contemporâneas que tomam como ponto de partida os textos das cantigas medievais). A base inclui ainda informação sucinta sobre todos os autores nela incluídos, sobre as personagens e lugares referidos nas cantigas, bem como a “Arte de Trovar”, o pequeno tratado de poética trovadoresca que abre o Cancioneiro da Biblioteca Nacional.

E meritevole di citazione è anche il sito internet del Teatro de Autores Portugueses do Séc. XVI110 in cui sono riunite le opere della storia del teatro portoghese nel XVI secolo. Nel sito: «A apresentação dos textos é feita com critérios rigorosos de transcrição, tendencialmente modernizantes da ortografia, eliminando erros óbvios de tipógrafos, mantendo as marcas fonéticas da língua quinhentista. A técnica editorial permite disponibilizar informação através de campos temáticos, glossário, notas críticas para a investigação, fac-símiles e bibliografia».

109 http://cantigas.fcsh.unl.pt/index.asp. 110 http://www.cet-e-quinhentos.com/.

LXV

Al contrario se dovessimo citare dei felici esempi di edizioni critiche elettroniche meriterebbe sicuramente menzione il Parzival Project111 nato presso l’Università di Basilea, con l’obbiettivo di creare un’edizione critica aperta, fluida come il testo medievale. Nella pratica l’edizione presenta in 4 finestre separate il testo base di riferimento, l’apparato critico, le trascrizioni, e il facsimile del manoscritto che si sta leggendo. Da ciascuna delle parole sensibili nel testo base si accede alle corrispondenti varianti nell’apparato; da ciascuna variante ci si può collegare alla rispettiva trascrizione e da questa all’immagine del manoscritto contenente tutti materiali necessari alla creazione dell’edizione stessa.112

Meriterebbero di essere poi citate le Digital Scholarly Editions113 ottenute con i softwares Collate e Anastasia, concepiti da Peter Robinson, che senza dubbio sono tra i migliori progetti in circolazione nel campo delle edizioni critiche elettroniche. Per capirne la portata riporto la descrizione di una di esse, l’edizione critica del Monarchia di Dante:

This digital edition of Dante’s Monarchia contains Prue Shaw’s acclaimed edited text and translation of Dante’s remarkable treatise on political theory. Shaw’s text is supported by full transcripts of the text of all twenty manuscripts and of the 1559 editio princeps, together with digital images of all pages, many of them newly made in high-resolution full colour. A full word-by-word collation shows all variants at every word, viewable in either the original manuscript spelling or in the standardised form found in the edited text. Variant search and variant map features offer new ways of exploring the textual tradition. Extensive editorial commentaries analyse the relations among the surviving texts, presenting the editorial rationale which guided the choice of readings contained in the edited text. Throughout, the publication interface provides access to every word in every version, to the variants on every word, and to tools and commentaries permitting exploration of the different versions.

111 Consultabile all’indirizzo: http://www.parzival.unibas.ch/800_600/index.html «Wolfram von Eschenbach’s Parzival ranks as one of the most significant narrative works to emerge from medieval Europe. Composed between 1200 and 1210, it combines the Arthurian material of Celtic origin with the religious subject-matter of the Holy Grail. The central question in the work is how a world torn apart by contradictions and conflicts can again be rendered whole».

112 http://www.digitalvariants.org/e-philology/prodotti/edizioni-scientifiche/sistemi-online. 113 http://www.sd-editions.com/.

LXVI

Documenti correlati