Soggetti senza partita IVA
Persone fisiche 5.885.444 1.049,10 7.868,25 6.819,15 34,70% 2.366 Importi in milioni di euro
In particolare, come ricordato dalle dichiarazioni delle persone fisiche senza partita IVA relative all’anno d’imposta 2008 sono risultati quasi 5,9 milioni di contribuenti dichiaranti redditi imponibili agrari o dominicali per un ammontare di 1.049 milioni di euro, cui applicando il rapporto (stimato in tabella n. 2), pari a 7,5, si ottiene una maggiore base imponibile di circa 6.819 milioni di euro. Ai fini della stima del gettito è stata utilizzata un’aliquota marginale media Irpef, calcolata sulla totalità dei contribuenti persone fisiche dichiaranti tali redditi, pari al 33,1%
(calcolata puntualmente mediante l’utilizzo del modello di micro simulazione IRPEF). Per le addizionali (regionale e comunale) è stata utilizzata un’aliquota complessiva dell’1,6%.
Nell’ipotesi alternativa di applicazione di un’imposta pari al 20% sui redditi catastali così come rideterminati sulla base del rapporto calcolato, si ottiene una stima complessiva dell’erosione di 1,32 miliardi di euro circa di competenza (al netto degli effetti sull’Irpef e sulle addizionali Irpef, nell’ipotesi che con la tassazione sostitutiva vengano meno) - vedi tabella n. 5.
Tabella n. 5 –Valutazione dell’erosione non titolari partita Iva – Ipotesi duale N.
contribuenti
Reddito dichiarato/catastale
Reddito effettivo stimato
Aliquota IIDD (comprese le addizionali)
Effetti di gettito Soggetti senza partita IVA
Persone fisiche 5.885.444 1.049,10 7.868,25 20,00% 1.318
Importi in milioni di euro
77/1983, D.P.R. 917/1986, D. Lgs. 239/1996, D. Lgs. 461/1997 e D. L. 512/1983, convertito in L. 649/1983 - Misure da n. 141 a n. 156)
1.1 P REMESSA
In questa scheda è illustrata la metodologia di stima dell’erosione derivante dall’attuale sistema di tassazione dei redditi di natura finanziaria basato su un regime di imposizione proporzionale, sostitutivo dell’imposizione personale progressiva.
Tale valutazione è estremamente complessa, non solo per l’assenza di informazioni analitiche in Anagrafe Tributaria sull’ammontare di ricchezza finanziaria detenuta dai contribuenti, ma anche per l’estrema volatilità del gettito e delle basi imponibili delle attività finanziarie che possono variare a seguito degli andamenti del mercato azionario, degli utili delle imprese, dei tassi di interesse.
I risultati della stima dell’erosione sulle attività finanziarie sono presentati nei paragrafi successivi.
In particolare, i paragrafi 1.2 e 1.3 illustrano il sistema attuale di tassazione delle attività finanziarie introdotto dal D.Lgs. n. 461/97 e riordinato dal recente D.L. n. 138/2011.
I paragrafi 2.1, 2.2 e 2.3 illustrano le metodologie di stima dell’erosione sulle attività finanziarie secondo il modello della Comprehensive Incombe Tax (CIT) e il modello Duale.
1.2 I L S ISTEMA DI TASSAZIONE DELLE RENDITE FINANZIARIE
Il sistema attuale è stato introdotto dall’ampia riforma effettuata nel corso degli anni novanta, D.Lgs. n. 461/97, recentemente riordinato dal D.L. n. 138/2011.
Nell’impianto del D.Lgs. n. 461/97, l’imposizione sostitutiva sulle rendite viene realizzata distinguendo tra redditi diversi di natura finanziaria (plusvalenze) e redditi di capitale (interessi, dividendi e altre tipologie di proventi).
Facendo riferimento alla situazione normativa ante D.L. n. 138/2011, possiamo classificare per semplicità i rendimenti delle attività finanziarie in sei gruppi:
Per gli interessi su mutui, depositi e c/c bancari l’aliquota sostitutiva risulta pari al 27%.
Tale aliquota si applicava anche ai libretti di risparmio postali e ai certificati di deposito.
L’aliquota sugli interessi relativi ai titoli di Stato è pari al 12,5%. Tale aliquota si applica anche ai buoni fruttiferi postali e alle obbligazioni private, fatta eccezione per quelle con scadenza inferiore a 18 mesi che sono soggette all’aliquota del 27%.
Gli utili derivanti dalla partecipazione in società sono soggetti ad imposizione sostitutiva per le persone fisiche non in regime d’impresa se relativi a partecipazioni non qualificate
18. L’aliquota in vigore fino al 31 dicembre 2012 risulta essere del 12,5%. In caso di possesso da parte di persone fisiche non titolari di reddito d’impresa di una partecipazione qualificata, il 49,72% dei dividendi percepiti confluisce in tassazione ordinaria Irpef. Anche nell’ipotesi
180
18
La partecipazione è non qualificata in caso di percentuale di diritto di voto nell’assemblea ordinaria non superiore al
20%, o al 2% per le società quotate in Borsa, ovvero una partecipazione al capitale o al patrimonio non superiore al 25%,
o al 5% per le società quotate.
confluisce in dichiarazione dei redditi per una quota pari al 49,72%.
Anche nel caso di plusvalenze derivanti da cessioni di partecipazioni, vige un regime diverso nel caso di partecipazione qualificata o meno. Nel caso di partecipazione qualificata la plusvalenza è soggetta a tassazione ordinaria Irpef per il 49,72% dell’ammontare.
Nell’ipotesi di partecipazione non qualificata la plusvalenza è soggetta ad imposizione sostitutiva con aliquota (fino al 31 dicembre 2011) del 12,5%
19.
Per quanto riguarda le altre plusvalenze su obbligazioni, derivati e da cessioni di valuta, esse sono soggette ad un’imposta sostitutiva del 12,5%.
I proventi derivanti dai fondi d’investimento sono soggetti ad aliquota del 12,5%. Sul punto si evidenzia che l’articolo 2, commi da 62 a 84, del D.L. 29 dicembre 2010, n. 225 ha abrogato per i fondi italiani e quelli lussemburghesi storici, a decorrere dal 1 luglio 2011, il regime di tassazione sul risultato maturato della gestione del fondo
20, prevedendo quindi la tassazione in capo ai partecipanti al momento del “realizzo”. E’ stato quindi uniformato il regime di tassazione dei fondi nazionali a quello già vigente per i fondi esteri.
1.3 I L RIASSETTO DELLA TASSAZIONE DEI REDDITI DI NATURA FINANZIARIA NEL D . L . N . 138/2011 Con il decreto legge n. 138 del 13 agosto 2011 si è proceduto ad una revisione del regime di tassazione sui redditi di natura finanziaria mediante l’unificazione, a decorrere dal 2012, al 20%
delle attuali aliquote del 12,5% e del 27%.
Tale variazione del prelievo impositivo non riguarderà la tassazione di utili e plusvalenze relative alle c.d. partecipazioni qualificate che conservano l’attuale regime di tassazione in dichiarazione.
Rimangono esclusi dalla riforma anche i titoli del debito pubblico
21(italiani ed esteri), i buoni fruttiferi postali, le altre obbligazioni e titoli similari emessi da amministrazioni statali o territoriali e da enti pubblici, normalmente soggetti all’aliquota del 12,5%.
L’esclusione riguarda inoltre il comparto della previdenza complementare ed in generale le forme di risparmio che hanno fini previdenziali, come ad esempio il risultato netto maturato dai fondi pensione complementari.
E’ previsto inoltre che l’aliquota del 20% non si applichi sui titoli di risparmio per l’economia meridionale di cui al decreto-legge n. 70 del 2011 (sui quali continua ad applicarsi l’aliquota del 5%) e sui piani di risparmio a lungo termine appositamente istituiti. Questi ultimi sono prodotti nuovi per il mercato finanziario italiano, che devono ancora essere definiti insieme all’eventuale modalità di tassazione, attraverso disposizioni normative di attuazione.
181
19
Nell’ambito della tassazione delle partecipazioni non qualificate il contribuente può optare tra tre regimi alternativi: il regime naturale che è quello della dichiarazione e due regimi opzionali (il regime del risparmio gestito e quello del risparmio amministrato), in cui l’imposta sostitutiva è applicata dall’intermediario finanziario.
20
Tale sistema di tassazione, a partire dal 1998 si prefiggeva principalmente l’obiettivo di evitare gli effetti di lock-in, ossia l’incentivo a detenere in portafoglio le attività anche quando il rendimento atteso è inferiore a quello offerto da impieghi alternativi.
21
Le esclusioni si riferiscono anche ai titoli equiparati ai titoli di Stato come quelli emessi da enti e organismi
internazionali.
Nella stima dell’erosione i benchmark di riferimento sono individuati in due modelli alternativi di imposizione:
il primo è quello della Comprehensive income tax (CIT), originariamente formulato da Shanz Haigh e Simon (1938) che assoggetta i redditi di natura finanziaria all’aliquota marginale progressiva dell’imposta personale sui redditi;
il secondo è quello della Dual income tax (imposta duale sui redditi, di lavoro e di capitale) – introdotto dalle riforme dei paesi Nordici all’inizio degli anni ’90 - che tassa il reddito da capitale ad un’aliquota marginale più bassa rispetto ad altri redditi. Si viene a configurare così un prelievo proporzionale uniforme all’aliquota base dell’imposta personale progressiva sul reddito
22, consentendo una tassazione bassa ma generalizzata e uniforme.
Il paragrafo 2.2 è dedicato alla stima dell’erosione dell’imposizione sui redditi di natura finanziaria secondo il modello CIT; il paragrafo 2.3 presenta la medesima stima secondo il modello Duale.
2.2 S TIMA EROSIONE MODELLO CIT
La tassazione dei redditi di natura finanziaria si realizza, prevalentemente mediante l’utilizzo di regimi sostitutivi che non prevedono un adempimento dichiarativo.
La stima è stata perciò effettuata partendo dai dati di gettito contabilizzati nel Rendiconto Generale dello Stato, ovvero dai capitoli/articoli relativi alle ritenute e alle imposte sostitutive applicate sulle attività finanziarie. Data la proporzionalità del prelievo, questi dati possono essere utilizzati per la ricostruzione della relativa base imponibile.
Data la variabilità dei dati di gettito considerati
23, è stata utilizzata una media degli incassi dei capitoli di bilancio suindicati per gli anni 2008-2010: il gettito erariale medio incassato nel triennio considerato con le aliquote di tassazione vigenti nel periodo considerato (12,5% o 27% a seconda della tipologia di attività finanziaria e/o del percettore dei redditi) ammonta a circa 12,4 miliardi di euro. Si stima che tale importo si riduca a 10,9 miliardi di euro se si considera il gettito attribuibile alle sole persone fisiche (stima basata sui dati delle attività finanziarie in possesso dei settori istituzionali – consistenze al 31/12/2010, fonte Banca d’Italia).
Nella tabella seguente si riporta il gettito medio del triennio 2008-2010, ripartito per capitoli di bilancio, e la relativa stima della base imponibile.
182
22
Nella sua forma pura il modello di imposizione prevede l’esenzione di dividendi e plusvalenze azionarie in capo al socio e tassazione degli interessi con l’aliquota proporzionale dei redditi di capitale (interessi, dividendi e plusvalenze sopporterebbero così la stessa aliquota complessiva, personale e societaria)
23
Il gettito incassato nell’anno 2010 pari a circa 8 miliardi di euro risulta inferiore sia a quello incassato nel 2008 (circa
15,4 miliardi), che a quello incassato nel 2009 (circa 13,8 miliardi di euro).
Capitoli di
bilancio Denominazione medio
2008-2010
Aliquota Base imponibile 1026/23 Sostitutiva su obbligazioni e titoli di Stato 4.967 12.5% 39.736 1026/2+1026/3 Ritenute su obbligazioni emesse da banche ed
imprese (parte tassata al 27%) 3 27% 12
1026/2+1023/3 Ritenute su obbligazioni emesse da banche ed
imprese (parte tassata al 12,5%) 108 12.5% 866
1026/19 Ritenute su cessioni a termine di obbligazioni e
titoli similari 24 12.5% 186
1026/1+1026/6+
1026/7+1026/8 Altre ritenute su redditi di capitale 406 12,5% 3.246 1026/6+1026/7 Altre ritenute su redditi di capitale 58 27% 215 1026/5+1026/26 Ritenute su interessi corrisposti da aziende di
credito 3.108 27% 11.511
1026/18 Ritenute su quote di OICVM di diritto estero 179 12.5% 1.433
1026/11 Titoli atipici 12 27% 44
1026/25 Ritenute sui redditi di capitale di fonte estera 24 12.5% 192 1026/25 Ritenute sui redditi di capitale di fonte estera 6 27% 22
1027 Ritenute sugli utili 351 12.5% 2.811
1027 Ritenute sugli utili 75 27% 279
1034/2 Sostitutiva su risparmio gestito 288 12.5% 2.304
1034/4 Sostitutiva su risparmio amministrato 556 12.5% 4.448
1031 Sostitutiva sui fondi italiani 138 12.5% 1.103
1032 Sostitutiva sulle plusvalenze 15 12.5% 120
1028/8+1195+1196 Ritenute sulle rendite vitalizie 632 12.5% 5.056
Totale 10.950 73.584
Ammontari in milioni di euro
Fonte:Elaborazioni Dipartimento delle Finanze su dati Rendiconto Generale dello Stato (anni 2008-2010)
Applicando su questa base imponibile l’aliquota di tassazione stabilita dal decreto legge n.
138/2011 e in vigore a decorrere dal 2012
24, si stima un gettito potenziale a legislazione vigente di circa 13,3 miliardi di euro. Nella stima si è tenuto conto delle tipologie di attività finanziare che continueranno ad usufruire dell’aliquota del 12,5% (in massima parte interessi su titoli di Stato e buoni postali fruttiferi).
Al fine di stimare l’erosione derivante dalla mancata inclusione dei redditi di natura finanziaria nell’imponibile dichiarato dai contribuenti Irpef sono stati utilizzati i dati desumibili dall’Indagine sui Bilanci delle Famiglie 2008 (Survey of Households’ Income and Wealth, d’ora in poi SHIW 2008).
24
Pari al 20%, eccetto i titoli di Stato e i buoni postali, rimasti al 12,5%\.
183
ripartite in 8 classi di reddito complessivo netto, in base alla distribuzione delle attività finanziarie rilevate nella predetta SHIW 2008.
A tali basi imponibili sono state poi applicate le corrispondenti aliquote marginali nette, stimate mediante il modello di microsimulazione IRPEF
25.
Sono state eseguite due simulazioni:
a) la prima considera l’attribuzione di tutti i redditi da attività finanziarie al capofamiglia;
b) la seconda simulazione, per tenere conto di una possibile elusione dell’imposta, ipotizza che il reddito derivante dall’attività finanziaria sia imputato nominativamente al membro della famiglia con il reddito complessivo netto più basso.
La tabella 2 riporta la distribuzione per classi di reddito della base imponibile e della imposta totale derivante dall’applicazione del modello della Comprehensive income tax (CIT) per le due simulazioni effettuate:
Tabella 2: Tassazione ordinaria IRPEF dei redditi da capitale -Distribuzione del gettito per classi di reddito netto complessivo-
Ipotesi a) attribuzione redditi al
capofamiglia
Ipotesi b)
attribuzione redditi al componente della famiglia con reddito più basso Base
imponibile Imposta totale Base imponibile Imposta totale
fino a 7000 941 51 2.907 156
da 7000 a 15000 2.817 719 5.694 1.454
da 15000 a 30000 19.296 6.460 22.905 7.669
da 30000 a 50000 19.984 8.309 23.090 9.601
da 50000 a 80000 14.499 6.268 11.942 5.162
da 80000 a 10000 4.519 1.942 2.655 1.141
da 100000 a 150000 7.534 3.236 3.104 1.334
oltre 150000 3.995 1.717 1.286 553
Totale 73.584 28.703 73.584 27.070
Ammontari in milioni di euro
Nel primo caso (ipotesi a) la stima del gettito Irpef derivante da attività finanziarie è di circa 28,7 miliardi di euro, con un extragettito di circa 15,4 miliardi di euro, rispetto al gettito potenziale calcolato con le aliquote in vigore nel 2012.
Nel caso successivo (ipotesi b) in cui i proventi finanziari sono assegnati al componente della famiglia con reddito più basso, si stima un extragettito di circa 13,7 miliardi di euro.
La tabella 3 riporta i risultati riepilogativi delle simulazioni effettuate.
25
L’aliquota marginale netta è calcolata come variazione dell’imposta netta da pagare rispetto ad un incremento di reddito complessivo.
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Base Imponibile Gettito Aliquota marginale media Extra-Gettito
73.584 13.333* 18%
73.584 28.703 39% 15.370
73.584 27.070 37%** 13.737
Ammontari in milioni euro
* Stima gettito potenziale con aliquote previste a decorrere dall’anno 2012.
** Ipotesi di attribuzione dei redditi di capitale al membro della famiglia fiscalmente indipendente con reddito più basso
Considerando quindi una media tra i risultati delle due simulazioni effettuate, si stima un’erosione pari a 14,5 miliardi di euro.
2.3 S TIMA EROSIONE MODELLO DUALE
Sulla base dei risultati della precedente simulazione, si stima che il gettito derivante dall’applicazione di un’aliquota unica al 20% per tutte le tipologie di attività finanziarie sia di 14.717 milioni di euro. La stima dell’erosione rispetto al gettito potenziale stimato con le aliquote in vigore dal 2012 risulta di 1.383 milioni di euro.
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Nel documento
Detrazioni fiscali. Il Governo studia i tagli della delega. Ma per la sanità dovrebbero aumentare - Quotidiano Sanità
(pagine 185-192)