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Capitolo 2 – La crescita delle imprese familiari e la loro quotazione

3.2 Gli effetti della quotazione

Ciò che merita attenzione è come si presenta la società post-quotazione, sia dal punto

di vista reddituale, finanziario ed organizzativo. Sì, perché radicali sono i cambiamenti

che si sono verificati all’interno dell’impresa, essendo la quotazione un’operazione di natura straordinaria che apporta significative modifiche alle società.

Sarà quindi utile vedere come sia mutata la realtà aziendale dopo il processo di quota-

zione, in modo tale da mettere in luce quali siano gli aspetti critici da tener conto per

un esito positivo della procedura. Infatti, la fase di post-quotazione può essere definire

come una delle più delicate, in quanto la società deve essere in grado di superare even-

tuali difficoltà con elevata tempestività e di mantenere i requisiti di trasparenza ed ef-

ficienza richiesti dal mercato e dai possibili futuri investitori.

È però doveroso sottolineare come in dottrina non si siano ancora definiti, con univoci-

tà, gli effetti della quotazione. È un aspetto molto soggettivo, da trattare con delicatez-

za in base alle caratteristiche specifiche della società ed anche in base alle condizioni

esogeno del mercato di riferimento66.

Per mettere in luce questo aspetto, grazie ad un articolo pubblicato su Borsa Italiana67, possiamo fare una prima distinzione. Nel caso in cui la società che intraprende la quo-

tazione sia facente parte di un gruppo d’imprese già quotato (carve outs), gli effetti so-

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“Lo studio delle dinamiche registrate dopo la quotazione si è concentrato prevalentemente sull’analisi di al- cuni indicatori economico-finanziari degli andamenti aziendali, con riferimento alla crescita del fatturato, alla redditività alle modifiche alla struttura finanziaria e così via. Su tali elementi di indagine, le evidenze empiriche sinora ottenute, non sembrano offrire risultati univoci, se non con riferimento al calo di profittabilità delle aziende in seguito alla quotazione” G.Romano “Strategie aziendali e quotazione in borsa” Giuffrè Milano 2012

67 “La ricerca analizza le società quotate a seguito di Ipo. L’attenzione è stata posta sui settori dell’industria e

dei servizi non finanziari e sulle imprese di piccola e media dimensione, escludendo dunque le banche le assicu- razioni e le imprese più grandi (ivi comprese le privatizzazioni)” A.Franzosi, E.Pellizzoni “Gli effetti della quota- zione. Evidenza delle mid & small caps italiane” Borsa Italiana, Bit Notes Giugno 2005

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no ricollegabili ad un aumento degli investimenti e una riduzione dell’indebitamento nei primi tre esercizi successivi all’Ipo. Mentre invece, se la società è indipendente,

quindi non è controllata da nessun gruppo già quotato, si nota una flessione degli inve-

stimenti, dell’indebitamento e del suo costo68.

Unico effetto da considerare valido pressoché per tutte le emittenti che procedono alla

quotazione, è il calo della profittabilità nel breve periodo. Questa diminuzione di red-

ditività della società è dovuta sensibilmente dall’aumento di costi legati alla quotazio-

ne. Molto spesso, infatti, si verifica un aumento del fatturato69, che, però, non è suffi- ciente a compensare il notevole aumento dei costi. Basti solo pensare ai costi legati al-

la quotazione, di cui abbiamo già parlato, che vengono addirittura considerati veri e

proprio investimenti per le ingenti somme sborsate. Le componenti negative economi-

che collegabili al periodo post-quotazione, invece, sono individuabili nelle spese per

le nuove figure manageriali che si sono inserite nell’organigramma del personale, l’investor relator, il quale deve occuparsi di intrattenere rapporti con il pubblico inve- stitore, in modo tale da “commercializzare” la società. Poi dobbiamo anche aggiungere l’incremento dei costi di agenzia dovuti alla separazione tra proprietà e management, per poter controllare in modo efficacie ed efficiente l’operato di chi gestisce in concre-

to l’azienda. Inoltre, sono numerosi i nuovi adempimenti da rispettare per una società quotata. Basta ricordare tutta l’informativa obbligatoria che si deve predisporre perio-

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Per un breve approfondimento “Queste evidenze suggeriscono come in Italia, la quotazione, nel periodo in esame, sia servita alle imprese indipendenti per ribilanciare la struttura finanziaria dopo un periodo di investi- menti superiori alla media, mentre per i carve outs abbia avuto maggiori finalità di finanziamento alla crescita”. A. Franzosi, E.Pellizzoni “Gli effetti della quotazione” Borsa Italiana Giugno 2005

69 Si veda il Compounded avarage growth rate (CAGR) del fatturato analizzato in “Strategie aziendali e quota-

zioni in borsa” di G.Romano, nel quale si mette in luce la positiva crescita media annua dei ricavi post quotazio- ne, di un campione di aziende analizzato. I casi di fatturato negativo sono il 20% il primo anno, per poi diventa- re un solo caso (il 5%) dopo 5 anni dalla quotazione.

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dicamente per poter rispettare i principi di trasparenza richiesti dal mercato (redazione

infra-annuale dei bilanci, sia singoli che eventualmente consolidati in caso di gruppi).

Inoltre, se sono stati avviati ingenti investimenti a sostegno della crescita, i rilevanti

costi sostenuti impatteranno in maniera significativa sul conto economico ed i ritorni

positivi del progetto si avranno dopo qualche esercizio e non nell’immediato.

Quindi la situazione economica è prevalentemente questa per quasi tutte le realtà

aziendali. Chiaramente, non è una regola, anche le evidenze empiriche studiate dimo-

strano che ci sono sempre casi eccezionali dovuti alla soggettività del fenomeno azien-

dale. Dobbiamo però dare una linea generale che comprenda un gran numero di casi,

in modo tale da definire quali siano le dinamiche che si possono maggiormente verifi-

care, dopo un’operazione straordinaria di questo tipo.

Analizzando ora l’aspetto finanziario, tracciamo anche per questo un tratto generale, valido per un ampio gruppo di società. Inizialmente, nel periodo immediatamente post-

quotazione, si individua un decremento del livello di indebitamento, considerato come

rapporto tra debiti finanziari netti e patrimonio netto.70 Queste variazioni sono però di natura temporanea; l’emittente, infatti, si procura private equity con l’Ipo, per poi di-

minuire il ricorso a questo tipo di finanziamento. Gli aumenti di capitale, successivi

all’offerta iniziale, saranno di natura straordinaria e sono poche le imprese che utiliz- zeranno questa operazione per ottenere nuove risorse finanziarie. Effettivamente, con

la quotazione, le imprese rispettano livelli di trasparenza informativa molto elevati,

tanto da mettere in luce tutti gli aspetti della loro realtà, in modo tale che i terzi finan-

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F.Palazzi “Medie imprese italiane, sviluppo e corporate governance. I valori del capitalismo personale” Franco Angeli Milano 2012

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ziatori, a titolo di debito, hanno un quadro completo delle caratteristiche del soggetto a

cui prestare somme di soldi. Inoltre, grazie anche a figure professionali come l’investor relator, vengono a diminuirsi le asimmetrie informative tra azienda e merca- to, con ripercussioni molto positive anche sui rapporti tra azienda ed eventuali inter-

mediari finanziari. L’immagine aziendale e la sua credibilità migliorano con la quota- zione, tanto da favorire il reperimento di risorse a titolo di capitale di debito, avendo

una forza contrattuale e un rating più forte rispetto ai periodi pre-quotazione. Quindi,

inizialmente l’indebitamento della società diminuisce, avendo in entrata somme di pri- vate equity. Successivamente, il processo ha un’inversione: l’indebitamento torna ai livelli iniziali, con condizioni spesso migliori proprio per l’impatto positivo della quo-

tazione. In letteratura71, inoltre, viene affrontata la diminuzione del costo dell’indebitamento della società che ha intrapreso il processo di quotazione. Grazie a tutti gli obblighi informativi che devono rispettare le società quotate, gli intermediari

hanno un vasto numero di indicatori, di notizie, di numeri su cui potersi affidare,

avendo più sicurezza sull’affidabilità dell’impresa in questione. La società quotata ha un vasto numero di stakeholders da soddisfare, che vogliono essere tutelati sotto molte

sfaccettature, quindi tutte le informazioni sono veramente attendibili tanto da essere

sfruttate anche durante le contrattazioni con i vari intermediari finanziari. La quotazio-

ne ha quindi un buon effetto migliorativo sulla struttura finanziaria dell’emittente, ri-

percuotendosi immediatamente anche su componenti economiche, quali oneri finan-

ziari. In alcuni casi, si riuscirà quindi a reperire una buona parte di risorse da interme-

diari bancari, i quali chiederanno una remunerazione inferiore a quella richiesta pre-

quotazione.

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Infine, vediamo come la società, da poco quotata, vada a modificare la variabile orga-

nizzativa della sua realtà.

“ Lo scopo del cambiamento organizzativo generato dalla quotazione in borsa nei si- stemi direzionali, consiste nel soddisfare i rinnovati, molteplici e complessi fabbisogni organizzativi che si rendono manifesti nella gestione delle relazioni con i portatori di interesse, come conseguenza dell’apertura del capitale di rischio al mercato. I fabbi- sogni organizzati, resi più rilevanti dalla quotazione in borsa, sono: trasparenza della gestione, tempestività della comunicazione, competenze e risorse manageriali, con- trollo economico ed esecutivo, articolazione delle informazioni, integrazione tra le unità organizzative, dinamicità.”72

Il numero di stakeholders, i portatori d’interesse rispetto all’azienda, sale di gran lunga con la quotazione, perché sono sempre più i soggetti che attivano relazioni con la so-

cietà all’interno del mercato regolamentato. Per questo motivo, l’emittente sarà chia- mata ad adattarsi alle esigenze provenienti sia dall’interno che dall’esterno.

Ciò che è interessante analizzare sotto questo aspetto è che, i cambiamenti organizza-

tivi vengono considerati di tipo evolutivo, come un logico sviluppo degli elementi componenti della società. Tra l’altro, Pellizzoni e Franzosi dichiarano che alcune so- cietà analizzate nella loro indagine, avrebbero apportato le modifiche richieste dal

mercato anche senza avviare il processo di quotazione, come se fosse un naturale

evolversi delle dinamiche interne, per un miglior funzionamento dell’azienda.

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C.Devecchi, F.Antoldi, A.Cifalinò “La quotazione delle imprese. Cambiamenti organizzativi nei sistemi direzio- nali” McGraw-Hill Milano 2003

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Di rilevante importanza, sono sicuramente i cambiamenti in merito a trasparenza e

comunicazione73, in quanto ci deve essere una certa rapidità nel trasmettere le infor- mazioni verso l’esterno. Informazioni che devono rappresentare realmente i fatti di ge- stione e le dinamiche interne, in modo tale che, i soggetti che entrano in contatto con la

società, abbiano l’esatto quadro della situazione d’impresa. Da ricordare l’importanza della figura introdotta in azienda con il processo di quotazione, l’investor relator che assume sempre più importanza per il ruolo cruciale di contatto tra interno ed esterno.

Ulteriore cambiamento risiede nella corporate governance della società: precedente- mente alla quotazione l’impresa non aveva uno schema rigido di governo, la famiglia sapeva suddividersi i compiti senza rispettare criteri specifici. Post-quotazione, invece,

si deve procedere ad una rigida formalizzazione dello scheletro, delineando il consiglio

di amministrazione, nel quale è consigliabile introdurre sia membri esecutivi che

non74, tra cui anche soggetti indipendenti75, il più imparziali possibile. All’interno del consiglio è sempre consigliato comporre comitati76, con funzioni sempre più specifi- che. Si devono attivare anche meccanismi di internal auditing, con il comitato interno

addetto a tale funzione, in modo tale che tutte le operazioni interne siano controllate.

Tutto ciò per far sì che, anche i soci di minoranza che non partecipano attivamente alle

assemblee periodiche, possano essere tutelati senza che i grandi proprietari portino

73 Per un approfondimento sulla comunicazione e l’immagine aziendale si consiglia V.Coda “Comunicazione e

immagine nella strategia d’impresa” Giappichelli Torino 1991

74

Art.2 Codice di Autodisciplina “Il consiglio di amministrazione è composto da amministratori esecutivi e non esecutivi. Gli amministratori non esecutivi apportano le loro specifiche competenze alle discussioni consiliari, contribuendo all’assunzione di decisioni equilibrate e prestando particolare cura alle aree in cui possono mani- festarsi conflitti di interesse”

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Art.3 Codice di autodisciplina “Un numero adeguato di amministratori non esecutivi sono indipendenti, nel senso che non intrattengono, né hanno di recente intrattenuto, neppure indirettamente, con l’emittente o con soggetti legati all’emittente, relazioni tali da condizionare attualmente l’autonomia di giudizio”

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Art. 5 Codice di autodisciplina “Istituzione e funzionamento dei comitati interni al Consiglio di Amministra- zione”

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avanti politiche a discapito dei piccoli investitori. Più vengono rispettate le raccoman-

dazioni ed i principi del Codice di Autodisciplina, più la società avrà credibilità verso l’esterno.

Ci saranno notevoli cambiamenti anche nei meccanismi di pianificazione strategica e

di programmazione e controllo77, per poter soddisfare le esigenze dei nuovi stakehol- ders che iniziano a ruotare intorno alle dinamiche dell’emittente. Più i cambiamenti nei

sistemi di direzione sono profondi, più migliorerà la gestione delle relazioni con sud-

detti stakeholders78, creando notevoli benefici nel tempo.

Con questa analisi emerge che la quotazione apporta modifiche a 360°, sotto il punto

di vista reddituale, finanziario ed organizzativo. Tutti questi fattori si influenzano reci-

procamente, ampliando così l’effetto e l’impatto sulle performance globali della socie- tà.

La società deve essere quindi in grado di gestire il cambiamento, in modo tale da sod-

disfare ogni categoria di stakeholder che entra in contatto con sé. Sapendo gestire tutte

queste variabili, la società sarà in grado di creare valore nel tempo, sia per se stessa sia

per i nuovi interlocutori. È sicuramente una fase molto delicata per le società da poco

quotate, ma gli effetti di questa operazione genereranno benefici sulla società.

Andiamo ora ad analizzare società che hanno intrapreso il processo di quotazione.

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C.Devecchi, F.Antoldi, A.Cifalinò “La quotazione delle imprese” Mc-Graw Hill Milano 2003

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“In particolare i cambiamenti incrementali indotti dalla quotazione hanno riguardato principalmente il con- trollo di gestione ed i sistemi di pianificazione strategica, mentre cambiamenti più radicali o vere e proprie “in- novazioni” hanno interessato i sistemi di comunicazione esterna e di governance e controllo interno. È interes- sante inoltre evidenziare che circa l’80% degli intervistati ha affermato che i cambiamenti introdotti hanno creato valore, rappresentando un importante elemento di cui, nel medio-lungo termine, le aziende possono beneficiare” A.Franzosi, E.Pellizzoni “Gli effetti della quotazione” Borsa Italiana Giugno 2005

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