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I MECCANISMI DI RISOLUZIONE DEL POTENZIALE CONFLITTO DI INTERESSI NELLE PROCEDURE DI DETERMINAZIONE DEL COMPENSO

4.1. Il Comitato per la remunerazione 1 Il ruolo

4.1.5. I consulenti esterni del CoRem

4.1.5.2. L’effetto legittimante della consulenza

Tutti gli amministratori – esecutivi, non esecutivi e indipendenti – lavorano nel consiglio di amministrazione a stretto contatto gli uno con gli altri, pertanto, come giustamente evidenziato da autorevole dottrina, i membri del comitato remunerazioni non sempre sono completamente imparziali nell’assunzione delle loro decisioni sui pacchetti remunerativi dei loro colleghi (204).

Proprio per eliminare ogni dubbio sull’obiettività delle loro decisioni circa le politiche di remunerazione degli executives, che sono poi approvate dal board nel plenum e soggette al voto consultivo o vincolante dell’assemblea degli azionisti, alcune indagini empiriche hanno rilevato che i comitati spesso ricorrono a un consulente esterno e indipendente (205).

Il ricorso ai consulenti, infatti, è visto sia come una forma di protezione degli stakeholders, sia come una forma di gestione del rischio da parte della società, poiché il loro operato legittimerebbe le decisioni del comitato remunerazioni in caso di successiva contestazione. Tuttavia, l’effetto legittimante presuppone a sua volta che i consulenti siano percepiti dagli azionisti e dai terzi come soggetti indipendenti.

                                                                                                               

(203) MURPHY K.J. SANDINO T., Executive Pay and ‘Independent’ Compensation Consultants, in Journal of Accounting and Economics, 2010, 49(3), pp. 247-262; BENDER R.,

Executive Compensation Consultants, cit., p. 322.

(204) MURPHY K.J., Executive Compensation, in Handbook of Labor Economics, Vol. 3B,

edited by Ashenfelter and Card, Elsevier: Amsterdam., 1999, p. 2518.

(205) In tal senso si v. BARKEMA H.G.GOMEZ-MEJIA L.R., Managerial Compensation and Firm Performance: a General Research Framework, in Academy of Management Journal,

1998, 41(2), p. 141, i quali evidenziano che le “judgments of the committee members,

legitimized by the opinions of external consultants”; SUCHMAN M., Managing Legitimacy:

Strategic and Institutional Approaches, in Academy of Management Review, 20, pp. 571-610;

BENDER R., How Executive Directors’ Remuneration is Determined in Two FTSE 350

Utilities, in Corporate Governance: An International Review, 2003, 11(3), pp. 206-217; ID.,

Executive Compensation Consultants, cit., p. 323; WADE J.B.–PORAC J.F.–POLLOCK T.G.,

Worth, Words, and the Justification of Executive Pay, in Journal of Organizational Behavior,

Nei diversi ordinamenti è stata avvertita quindi la necessità di garantire tale indipendenza con interventi rispettivamente di soft law, realizzati mediante la previsione di appositi principi nei codici di autodisciplina, ovvero di hard law, cioè attraverso l’imposizione di un quadro di riferimento cogente per le società.

Ad esempio, il Regno Unito richiedeva l’indipendenza del consulente già con i principi elaborati dal Greenbury Committee nel 1995, in particolare al paragrafo 4.17, dov’era previsto che “The committee may need to draw on outside advice. This should combine quality and judgement with independence” (206). Tale formulazione è scomparsa nel testo vigente del

Corporate Governance Code, modificato nel settembre del 2014, il quale però al paragrafo D.2.1. prevede comunque che “Where remuneration consultants are appointed, they should be identified in the annual report and a statement made as to whether they have any other connection with the company”, in tal modo lasciando agli stakeholders la valutazione circa l’indipendenza del consulente alla luce di una più ampia informazione.

Negli Stati Uniti, invece, il legislatore è intervenuto in maniera più decisa, in attuazione del Dodd-Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act (2010), imponendo, alla luce delle previsioni introdotte al sec. 952, ai Comitati remunerazione che volessero servirsi di consulenti esterni una valutazione preventiva della loro indipendenza in base a indici precisi: la fornitura di altri servizi alla società; l’elevata incidenza del compenso per l’incarico sul totale del suo reddito; la sussistenza di rapporti personali o patrimoniali con i membri del Comitato oppure la partecipazione nella società (207).

La Germania, allineandosi alla scelta inglese, ha optato invece per un intervento di soft law, introducendo al paragrafo 4.2.2. del German Corporate Governance Code un espresso obbligo in capo al Consiglio di sorveglianza                                                                                                                

( 206 ) Il testo dei principi è consultabile all’indirizzo http://www.ecgi.org/codes/ documents/greenbury.pdf.  

(207) Il testo del Dodd-Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act è consultabile

all’indirizzo www.sec.gov. Sul punto si v. anche BENDER R., Executive Compensation

(c.d. Supervisory Board), che voglia fare ricorso ad un esperto esterno in materia di remunerazione, “must ensure that the said expert is independent of the Management Board or the enterprise” (208).

Analogamente, anche la Francia, ha introdotto al paragrafo 15 del Code de gouvernement d’entreprise des sociétés cotées la previsione che “En cas de recours par les comités aux services de conseils externes (par exemple, un conseil en rémunération en vue d’obtenir notamment des informations sur les systèmes et niveaux de rémunérations en vigueur dans les principaux marchés), les comités doivent veiller à l’objectivité du conseil concerné” (209).

Nello stesso modo, anche la Spagna, con la recente modifica del Código de buen gobierno de las sociedades cotizadas (CBGSC) – attuata a seguito della riforma generale della Ley de Sociedades de Capital, ad opera della Ley 3 dicembre 2014, n. 31 – ha previsto nella recomendación 50 del paragrafo III.3.4.4 che la “comisión de retribuciones” deve “Velar por que los eventuales conflictos de intereses no perjudiquen la independencia del asesoramiento externo prestado a la comisión” (210).

La questione è stata affrontata anche in Italia sempre a livello di soft law, attraverso l’introduzione all’art. 6.C.7. del Codice di autodisciplina della previsione che il comitato per le remunerazioni “qualora intenda avvalersi dei servizi di un consulente al fine di ottenere informazioni sulle pratiche di mercato in materia di politiche retributive, […] verifica preventivamente che esso non si trovi in situazioni che ne compromettano l’indipendenza di giudizio” (211).

Le scelte degli ordinamenti europei, salvo quello inglese, lasciano tuttavia                                                                                                                

(208) Il German Corporate Governance Code è consultabile nell’ultima versione modificata il 5

maggio 2015 all’indirizzo www.dcgk.de.

(209) Il Code de gouvernement d’entreprise des sociétés cotées è consultabile nell’ultima

versione dell’11 dicembre 2015, all’indirizzo www.afep.com.

(210) Il Código de buen gobierno de las sociedades cotizadas è consultabile nell’ultima

versione adottata a febbraio 2015 all’indirizzo www.cnmv.es.

(211) CAMPOBASSO M., I compensi degli amministratori di società: l’esperienza italiana, in Riv. soc., 2011, p. 715, il quale richiama come fattispecie esemplificative della mancanza

d’indipendenza la somministrazione di servizi significativi al dipartimento risorse umane, agli amministratori e agli altri dirigenti.

perplessi, essendo rimesso il giudizio d’indipendenza del consulente ai medesimi soggetti di cui si dubita dell’obiettività, senza ancorare la valutazione ad alcun indice oggettivo e senza prevedere un obbligo di disclosure sul procedimento di selezione del consulente, che potrebbe essere inserito nella relazione sulla remunerazione, consentendo così agli azionisti di esprimere il loro parere sulle politiche di remunerazione in modo più informato.

4.1.5.3. Il potenziale conflitto di interessi connesso all’attività di