3 LE STRATEGIE DI OUTSOURCING E
4.3 Implicazioni delle strategie insourcing-outsourcing
4.3.2 L’efficienza nell’utilizzo del capitale
Seguendo l’albero dell’ EVA, la redditività operativa, dipende oltre che dal margine sulle vendite, dall’intensità di utilizzo del capitale circolante, di cui è espressione il cosiddetto capital turnover (Ricavi / COIN).
Per quanto riguarda le determinanti della rotazione del capitale investito, esse possono essere analizzate attraverso gli indici che esprimono la velocità dei processi aziendali. Si tratta di indici di rotazione e indici di durata. I più utilizzati sono quelli presenti in figura 4.4.
In primo luogo può essere utile, attraverso l’indice di rotazione dell’attivo corrente, mettere a fuoco la capacità di far girare quegli investimenti che sono fisiologicamente destinati a rimanere nell’attivo corrente per un breve periodo. Ulteriori approfondimenti possono essere compiuti attraverso indagini sulle componenti più rilevanti dell’attivo corrente: i crediti di cui si valuta la rotazione e la durata, e le rimanenze di cui si valuta la rotazione.
Figura 4.4 - Indici di rotazione e durata che influiscono sulla rotazione dell’attivo netto
Ricavi di vendita/Attivo corrente = Rotazione dell’attivo corrente Ricavi/scorte = Rotazione del magazzino
Ricavi/crediti = Rotazione crediti
Crediti medi/Ricavi giornalieri= Durata media dei crediti
Sotto l’aspetto dell’efficienza, che incide direttamente sulla dimensione reddituali e patrimoniali, tali indici danno informazioni circa la capacità dell’azienda di trasformare velocemente i fattori produttivi e vendere i prodotti finiti (rotazione di magazzino), di incassare i relativi crediti e quindi, in generale, di sfruttare adeguatamente gli investimenti tramite la gestione operativa.
Tali risultati si correlano di solito positivamente alla velocità nell’impiego delle attività, quindi direttamente alla rotazione ed inversamente alla durata, anche perché, da un punto di vista strettamente finanziario, si desidera velocizzare il loro ritorno in forma liquida. È da sottolineare , tuttavia, che esistono limiti alla rotazione che sono fisiologici rispetto alla specifica impresa in ciascuna situazione, limiti legati alla dotazione ottimale delle diverse condizioni produttive, per cui la riduzione della dotazione al di sotto di tali valori (scorte funzionali, per esempio) riduce l’economicità della gestione (a causa di: sottoassortimento del magazzino, vendite a prezzi ridotti e termini non convenienti, perdita di clienti, di quote di mercato, ecc…) 14.
In definitiva possiamo riaffermare per il capitale investito quanto sostenuto per l’analisi delle determinanti del risultato operativo della gestione: anche per il capitale investito la ricerca di soluzioni che alleggeriscano le sue componenti al fine di migliorare la rotazione derivano da complessi e articolati giudizi che coinvolgono il progetto aziendale nel suo insieme, la strategia di medio-lungo periodo, l’organizzazione produttiva, commerciale e distributiva della stessa.
Abbiamo già evidenziato sopra, come esternalizzare un’attività, una fase o un processo produttivo alleggerisca la struttura produttiva delle aziende. Inoltre, quest’ultime
disporranno di maggiori risorse da utilizzare per riqualificare gli investimenti produttivi. Elementi di valutazione più puntuali si possono ottenere prendendo in esame, quale elemento critico del capitale investito nella gestione operativa, il capitale circolante netto commerciale. L’outsourcing consentendo la riduzione dei tempi di trasformazione produttiva offre all’outsourcee di autorigenerare il proprio capitale circolante, il cui fabbisogno finanziario è soprattutto determinato dalla non coincidenza tra il ciclo economico-tecnico ed il ciclo finanziario. Il ciclo economico-tecnico è l’intervallo di tempo che intercorre tra il momento dell’acquisto dei fattori produttivi, dove vengono sostenuti i costi, e il momento della vendita delle merci, dove si conseguono i ricavi. Mentre il ciclo finanziario è determinato dall’intervallo di tempo tra il momento del pagamento delle forniture (uscita monetaria) e il momento dell’incasso relativo alle merci vendute (entrata monetaria).
La differenza tra questi due cicli determina un fabbisogno finanziario per coprire il capitale circolante. In particolare, maggiore sarà la distanza temporale tra i due cicli maggiore sarà il fabbisogno di capitale circolante e corrispondentemente il suo costo. Generalmente la riduzione del fabbisogno finanziario viene perseguita attraverso la riduzione del ciclo finanziario, modificando le variabili tempi di incasso e tempo di pagamento. Con le strategie di outsourcing, attraverso l’eliminazione di alcune attività e processi, si contribuisce a ridurre gli intervalli che separano i tempi di pagamento da quelli di incasso e conseguentemente il ricorso alle fonti di copertura.
Quindi, è evidente che le imprese che creano valore, a differenza di quelle che invece lo distruggono, hanno tempi di incasso dei crediti decisamente più rapidi.
L’azienda che si pone l’obiettivo della creazione di valore, deve, inoltre, essere determinata a contrarre le proprie scorte di magazzino (aumentare l’indice di rotazione del magazzino), al fine di ridurre il capitale circolante. Questo presuppone, che l’impresa, predisponga un’efficiente rete logistica che consenta di snellire il processo di approvvigionamento e la gestione delle scorte. Esternalizzare le attività della logistica 15, ad aziende specializzate nel settore, può permettere il raggiungimento di tale obiettivo. Infatti, sono molti i casi di aziende che decidono di cedere in outsourcing
15. M. Merlino, S. Testa, A. Valivano, Opportunità e limiti dei processi di outsourcing:, op. cit. , pp. 107-115; A. Moneta, I costi logistici: come individuarli e razionalizzarli, PMI, N3, 2004, pp. 22 e seguenti.
le attività di logistica. Tuttavia, occorre sottolineare che le attività della logistica possono essere, per alcune aziende, strategicamente rilevanti.In questi casi, i manager decidono di gestire in modo efficiente, l’attività all’interno dei confini aziendali.
Decidere di internalizzare una fase del processo produttivo può comportare una maggiore presenza di scorte di magazzino, in quanto necessarie per lo svolgimento dell’attività produttiva. Inoltre con le strategie di insourcing è possibile che aumentino gli intervalli che separano i tempi di pagamento da quelli di incasso con la conseguenza di una maggiore presenza di crediti all’interno del circolante dell’azienda.
Come si può notare dagli indici di rotazione delle scorte e dei crediti, un aumento di queste due grandezze comporta una riduzione degli indicatori, e di conseguenza una diminuzione del valore dell’indice che rappresenta la rotazione del capitale investito, a parità di tutte le altre condizioni. Come già detto per l’analisi delle redditività sulle vendite, decidere di svolgere all’interno un’attività, comporta valutazioni anche dal lato dei ricavi. Un’attività considerata critica per il successo del prodotto/servizio offerto al cliente si decide di gestirla all’interno in quanto ha un forte impatto sul valore aggiunto dell’azienda e quindi sui ricavi. Una corretta strategia di insourcing può comportare delle conseguenze positive anche sul lato dei ricavi, che può giustificare l’aumento del circolante richiesto per lo svolgimento dell’attività. Infatti come si può notare, gli indici di rotazione hanno al numeratore i ricavi di vendita, per il semplice motivo che un aumento del circolante se correlato con un aumento dei ricavi non determina nessuna riduzione del livello degli indici. In conclusione la strategia di insourcing comporta un aumento del capitale circolante dell’azienda. Tale aumento del circolante deve essere accompagnato ad un aumento dei ricavi tale da non ridurre l’efficienza nell’utilizzo del capitale. Addirittura nel caso di un aumento dei ricavi superiore all’aumento del circolante, si assiste ad un aumento del tasso di rotazione dell’attivo corrente e conseguentemente del tasso di rotazione del capitale investito.