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Materiali e Metodi Area di studio

Fase 3. Elaborazione delle indicazioni operative

Questa ultima fase si è resa necessaria in seguito all’analisi dei risultati della fase precedente. Ogni azione, infatti, pur essendo prevalentemente inquadrata in una specifica linea di intervento, presenta spesso un forte collegamento con una o con entrambe le altre due linee sviluppate nel processo di pianificazione, con elevati livelli di sovrapposizione topografica/interazione gestionale. Le azioni A1, A2, relative alla definizione del rischio di erosione e del rischio incendi, ad esempio, si sovrappongono per l’intera superficie e derivano da fonti cartografiche differenti (Tabella 1); allo stesso modo la sovrapposizione si presenta anche in azioni che si sviluppano su una porzione limitata del distretto.

Per procedere alla valutazione dettagliata delle interazioni tra linee ed azioni si è resa necessaria una attenta considerazione dei livelli di accuratezza sia tematica, sia spaziale delle informazioni che vengono elaborate. La natura dell’informazione tra le diverse azioni, infatti, differisce sostanzialmente e quindi richiede specifiche considerazioni per la codifica. La definizione di una efficace codifica (Tab. 2) di tutte le tematiche trattate ha richiesto un paio di cicli di affinamento. Successivamente si è proceduto a raccogliere, sintetizzare ed ordinare le descrizioni relative alle caratteristiche informative delle mappe prodotte. Disponendo di una rappresentazione cartografica delle Azioni, si è proceduto in termini di sovrapposizione areale alla valutazione delle interazioni effettivamente presenti e ciò ha permesso di contenere il numero di combinazioni da considerare e di ordinarle per estensione rilevata.

Irene Piredda

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Avendo opportunamente calibrato le codifiche e le rappresentazioni spaziali, si è proceduto all’integrazione dell’informazione in un unico strato informativo poligonale. Questa mappa rappresenta una segmentazione, per così dire, ‘verticale’ del territorio: ogni poligono è caratterizzato e distinto da quelli adiacenti da una specifica combinazione dei livelli delle Azioni. I singoli poligoni, sono stati assimilati a ‘cellule’ del tessuto territoriale. Quelle che presentano identica genesi, ovvero sono caratterizzate da una uguale combinazione di livelli, sono state logicamente collegate tra loro. Tali raggruppamenti sono stati indicati come “componenti” (base) del sistema.

Proseguendo nel paradigma si è cercato di riconoscere nel sistema Distretto una strutturazione intermedia, un insieme di sotto-sistemi, in analogia con le relazioni tra ‘tessuti’ che costituiscono ‘organi’ con specifiche funzioni. Ogni componente è stata analizzata sulla base della codifica che la caratterizza, ed è stata associata ad un sottosistema (Tab.3) . Data la complessità del sistema si è svolto un processo di progressivo affinamento per la suddivisione in sotto-sistemi, con lo scopo di rendere il risultato quanto più possibile funzionale alla gestione forestale territoriale.

Il distretto, secondo una gerarchia ben definita (Fig. 3) è stato quindi suddiviso in sotto-sistemi (SS), che presentano il ventaglio di condizioni diverse, diverse componenti (o ‘tessuti’), espressione specifica dell’interazione uomo-ambiente in quel luogo.

Per il Distretto Arci-Grighine si sono identificati i seguenti sotto-sistemi, i quali presentano caratteristiche peculiari(Tab. 4).

Nel primo passaggio si sono scorporate le superfici in cui la presenza di accordi esterni al Distretto (SS1) o particolari vincoli (SS2) ne influenza le condizioni operative.

Il SS1 si è originato scorporando dal Distretto la porzione (molto limitata) di territorio che è interessata da accordi esterni al Distretto, e riguarda la superficie di intersezione tra Distretto e il SIC ITB031104 “media valle del Tirso - altopiano di Abbasanta - Rio Siddu”.

Il SS2 invece è un SS intrinsecamente ‘temporaneo’, esso infatti si riferisce al problema della gestione forestale (e rurale) in aree percorse da incendio. Sussistendo per queste aree un articolato regime vincolistico e necessitando le stesse di attenzioni specifiche e tempestive, tutte le componenti che via via entrano nel ‘catasto incendi’ vengono a comporre questo SS. Contemporaneamente il SS perderà invece le componenti non più soggette a vincolo, le quali,

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auspicabilmente, grazie alle attenzioni ricevute, avranno recuperato almeno in parte la loro funzionalità.

Nella parte residua del sistema si sono riconosciuti due grandi raggruppamenti: l’insieme delle componenti per le quali si è rilevato un interesse di carattere produttivo (legnoso, zootecnico o ricreativo) (SS3) e la matrice territoriale, le componenti per le quali la gestione forestale non risulta connessa ad attività produttive (SS4). Quattro SS mettono in specifica evidenza ciascuno degli indirizzi produttivi considerati:

● SS3a: Formazioni destinabili a ceduo

● SS3b: Formazioni di interesse per le altre produzioni legnose ● SS3c: Formazioni di potenziale interesse per la zootecnia ● SS3d: Formazioni di interesse turistico ricreativo

Questi sotto-sistemi sono caratterizzati dal fatto che la destinazione produttiva considerata, in quello specifico contesto territoriale, non presenta interferenze con le altre.

Un SS raccoglie le componenti che presentavano compresenza di interessi tra le due produzioni legnose:

● SS3ab: Produzioni multiple da eucalitto

Ed infine due SS stati composti con le componenti ad interazioni più complesse: ● SScx: Formazioni forestali produttive e di interesse zootecnico

● SSdx: Formazioni forestali di interesse per l'educazione ambientale e culturale

Ciascun sotto-sistema è stato poi analizzato nelle sue singole componenti, evidenziando l’interazione tra azioni e linee e, per ciascuno di essi, sono state prodotte delle indicazioni gestionali che hanno composto le schede di caratterizzazione del documento di piano ( vedi Appendice) e che serviranno per l’implementazione dello stesso attraverso la redazione di piani di gestione a scala particolareggiata. Parte delle indicazioni sono state “estratte” dal prodotto della fase 2, che nel documento di piano caratterizza un volume II, mentre altre sono emerse e sviluppate solo con il lavoro di questa ultima fase.

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Per ciascun sottosistema, è stata prodotta una scheda di caratterizzazione che contiene, in ordine: una descrizione generale, una tabella tecnica associata alla mappa e un testo in cui si descrivono le componenti più importanti e, infine, le indicazioni gestionali.