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Università di Genova – Scuola Politecnica

DICCA - Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale Email: [email protected]

Abstract

Nel Mediterraneo la forte interdipendenza tra città e territori e, in particolare, tra città-porto e territori definisce questi ambiti costieri come una rete di sistemi complementari ed inter-scala la cui connotante complessità è frutto di una stratificazione secolare. Tale condizione, che potremmo definire aumentata, spesso ha fatto e fa assumere il Mediterraneo e, nello specifico le sue coste, come laboratorio privilegiato per lo studio e la comprensione dei fenomeni e processi che agiscono, più o meno ciclicamente, determinando ed orientando, oggi come ieri, logiche e forme di sviluppo, evoluzione ed organizzazione.

Il turismo, in particolare in questo quadro, costituisce una delle forze più determinanti e significanti nelle diverse trasformazioni per tempi, pesi e modalità in cui si declina nei diversi ambiti del bacino rispetto alle peculiari specificità non solo morfologico-sistemiche, ma anche, e forse soprattutto, culturali, sociali, economiche … di ciascun contesto.

Se, dunque, in relazione alle dinamiche turistiche possiamo distinguere diverse tipologie di scenari, lo studio e l’elaborazione di strategie e progetti calati sui diversi territori rende interessante un confronto incrociato rispetto alla trasferibilità ed esportabilità degli stessi tra un ambito e l’altro.

Parole chiave: tourism, urban regeneration, sustainability.

 

 

1 | Evoluzione di un cambiamento

 

Il diffondersi ed imporsi di una rinnovata consapevolezza ed attenzione ecologica pone, sempre più, come centrale il tema della sostenibilità definendo nuovi standard e logiche di qualità e producendo un radicale cambiamento di sguardo non solo rispetto alla varietà e ricchezza di scenari storico, culturali e

paesaggistici, ma anche e soprattutto in relazione agli indirizzi e agli orizzonti di trasformazione, nonché al concetto stesso di sviluppo e crescita urbana e territoriale.

In particolare si è passati da una progressiva perdita della dimensione ‘narrativa’ di relazione e integrazione dei contesti urbani dovuta a un’espansione consumistica e speculativa degli agglomerati urbani, con una conseguente scarsa attenzione ai valori spaziali e architettonici, lo svuotamento dei centri storici, lo sprawl, la crescita di periferie anonime, … a una sostanziale riorganizzazione del costruito e delle città come sistemi secondo una nuova visione fortemente improntata all’ecologia, sostenibilità e valorizzazione della qualità della vita, grazie a cui lo spazio urbano si sta riappropria di significato e valenze divenendo espressione d’integrazione e d’interazione prima di tutto sociale e culturale.

Parole come ibrido, multilivello, temporaneo, mixato, relazionale … oggi s’impongono nella progettazione come imperativi di nuova concezione e definizione dei volumi come degli spazi e dei sistemi urbani. Una generale rivoluzione dei paradigmi consolidati si accompagna a una dimensione ove sempre più il rapporto tra i concetti di spazio, cultura e movimento è mutevole.

Le stesse idee di dimensione e di tempo, oggi, richiedono ‘città nuove’ in grado di assorbire e farsi assorbire dalle persone come dalle istanze e dalle sollecitazioni che le vivono e le percorrono. Dalla scala locale alla globale persone e/o utenti, sempre più differenziati e specializzati, cercano e chiedono, infatti, nel territorio nuovi riferimenti, seduzioni ed esperienze.

Se a determinare le geografie territoriali non sono più oggi, dunque, tanto i fattori spazio-temporali quanto quelli informzionali e relazionali rispetto ai quali le mappe urbane si distorcono per compressione e dilatazione, il turismo, quale dinamica globale di massa, si impone, in questo scenario, prepotentemente nella definizione dei territori come delle città. L’importanza economica rivestita dai flussi turistici è tale, infatti, che uno dei principali se non il primo obbiettivi delle azioni di trasformazione oggi è senza dubbio aumento ‘dell’appetibilità’ urbana e territoriale attraverso la creazione di aspettative e di opportunità di godimento per un numero sempre crescente di soggetti.

In questo scenario, se «le antiche frontiere geografiche hanno ceduto, quasi all’improvviso, di fronte alle diverse scale di un nuovo campo di azione, molto più complesso, sfuggente e vitale, nel quale si trovano a convivere nuclei latenti e nodi consolidati, margini incerti e spazi di frizione, tessuti consolidati e trame incompiute, annunciando così la nuova condizione meticcia e progressivamente ambivalente (tra il naturale e l’artificiale)» (Gausa, 2009), la città appare sempre più simile a una miscellanea, composita e variabile, alla cui definizione concorrono incrociandosi e scontrandosi molteplici dispositivi e la cui comprensione e gestione operativa sembra trovarsi non più nella perimetrazione di registri e contesti formali, ma nell’individuazione di regole e tattiche logiche capaci di definire spazialità e sistematicità in modo aperto e sensibile alle evoluzioni delle differenti dinamiche e vocazioni.

La nuova dimensione degli spazi urbani è, dunque, sempre più quella di commutatori la cui caleidoscopicità e pluralità di geografie non sono altro che l’espressione della complessità delle interazioni che si svolgono non solo all’interno di ciascun scenario particolare, ma soprattutto nel dialogo tra locale e globale.

In questo contesto, in particolare, Dream-City, Dream-Lands e Dream-Country emergono come i nuovi concetti di riferimento per la strutturazione di strategie ed azioni basate non più su distanze geografiche o temporali, ma su immaginazione, percezione e uso delle stesse: a partire dalla sensibilità di ciascun individuo e categoria di fruitore, sino alla dimensione del immaginario fantastico globale, in un delicato equilibrio, spazialità, urbanità e territori, di volta in volta, si riconoscono come ‘complementari’ o ‘complemento’ a seconda delle specifiche ‘marche di azione’ e ‘spazi di opportunità’.

2 | Il target: Città e Territori del Mediterraneo

Il sistema Mediterraneo, in relazione alle dinamiche di trasformazione in atto, sembra potersi riconoscere come un fantastico esemplificativo. La consolidata funzione di connettori e commutatori dei territori e delle urbanità di questo bacino, rivela, infatti, una tale complessità e ricchezza da configurarsi come l’ipertesto ideale per lo studio delle dinamiche odierne.

In particolare, questa regione si caratterizza per la capacità di mostrare, in un ambito ristretto, diverse articolazioni e forme sistemiche che possiamo sostanzialmente ricondurre a tre differenti tipologie di organizzazione urbano-territoriale:

• Arco Latino e costa Adriatica affacci al mare dei paesi più avanzati del Mediterraneo, si distinguono per una straordinaria eterogeneità, stratificazione e continuità di scenari scanditi da una successione di insediamenti, quasi priva di interruzioni, in cui «per centinaia di chilometri, popolazioni radicate e popolazioni nomadi s’incrociano in tempi diversi della giornata, della settimana, delle stagioni, in luoghi che non sono più pensati per chi li abita, ma per assecondare i processi di un mercato, in un’economia turistica sempre più competitiva» (Clementi, 1995).

• Costa Magrebina, Croata, Turca e Greca si articolano con poche grandi concentrazioni e una rete di polarità medio-piccole distanti spazialmente, ma comunque fortemente interconnesse come sistema. Questo tipo di aggregazioni, definite spesso molecolari, si sono, infatti, sviluppate perlopiù in modo specialistico nell’interdipendenza reciproca.

• Costa Islamica (Egitto, Libano e Tunisia) si organizzano per grandi concentrazioni che dalla costa di protraggono verso l’interno del territorio principalmente a cavallo di assi fluviali e/o infrastrutturali.

Realtà in continua trasformazione e di continua produzione, non tanto materiale quanto più culturale e concettuale, attraverso l’esplicitazione e la comprensione delle dinamiche in atto e allo svelamento di sempre nuove configurazioni, i diversi sistemi di città di questi tre diversi ambiti si scoprono, così, oggi come preposizioni e geografie serpe più evolventi ed alternative, in una dimensione ‘aumentata’ del progetto che travalica, astraendosi in tattiche e strategie, per divenire proposizione e modello reiterabile in altri territori e contesti.

Città Menu1, città Liquida2, … sono, così, di fatto, tutti indirizzi astratti dallo studio di questi contesti che si connotano per il riferimento e l’azione sulla compresenza e sulla interazione di differenti dispositivi, scenari e dinamiche tran-scalari e inter-scalari, più legate dunque alla fenomenologia che alla forma degli spazi.

Principi logici, dunque, che è più corretto riconoscere come marche tattiche che programmatiche, tanto che spesso assumono valenza di spot e slogan dei progetti che le esplicitano, e che sono riferibili e applicabili indifferentemente rispetto alla scala a tal punto che lo scarto tra la dimensione dello spazio urbano, della città e del territorio spesso nell’applicazione di queste logiche si perde e si mescola.

3 | Turismo e sviluppo nel Mediterraneo

Dei 475 milioni di persone che, oggi secondo le statistiche dell’O.M.T., compongono il turismo internazionale (vd. tabella 1), più di 150 milioni (un terzo del totale mondiale) confluiscono nei diversi paesi del Mediterraneo.

Da ciò emerge con evidenza che il turismo è, in conseguenza di un processo ormai cominciato a partire