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DI ENERGIA SOLARE

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1979 (pagine 43-50)

Gabriella Funaro

PREMESSA

Non esiste in Italia un « modello della conversione energetica», intendendo con questo termine una descrizione analitica qualitativa e quantitativa degli impieghi dell'energia organizzata per livelli ental-p i a (temental-perature), temental-pi e distribuzio-ne territoriale, valore aggiunto, occupa-zione, carico ambientale, significato so-ciale.

Alla luce delle disaggregazioni schema-tiche studiate da qualche autore (cfr. Pa-lazzetti) e assumendo come indicatore di massima lo studio dell'ENI sugli usi finali nelle aziende del gruppo, emerge che dei 1 3 3 M T E P (milioni di tonnel-late equivalenti di petrolio) di energia primaria consumata, i consumi finali dell'energia elettrica raggiungono il 12%, mentre i consumi di combustibili sono pari all'88% e sono cosi ripartiti:

Agricoltura 2,5% industria 44,4% Trasporti 20,8% Domestico e terziario 32,3%

e tecnologie e può garantire un ritorno energetico sottoforma di energia prima-ria non consumata che, come ordine di grandezza, è collocabile intorno al 30% della attuale conversione globale e cioè circa 40 milioni di TEP all'anno. La messa a punto « fine » di queste cifre non è di grande interesse: è più impor-tante vedere quali linee di strategia de-vono essere indotte allo scopo di ini-ziare il recupero di questo enorme spazio energetico potenziale.

Esplicitando il significato operativo del principio generale che vuole la massima « coerenza » fra usi finali e forme di energia convertita emergono due racco-mandazioni:

a) non impiegare energia elettrica per

servizi termici a temperature inferiori a 150°-200 °C;

b) non impiegare combustibili fossili

per servizi termici a temperature infe-riori a 100 °C.

Trasferite queste indicazioni di massima sull'ambiente costruito, si vede imme-diatamente la necessità di iniziare una

profonda revisione sia dei concetti con i quali viene oggi progettato e gestito l'ambiente costruito stesso, sia delle tec-nologie che servono questi concetti. Chiaramente si tratta di provvedere a stabilire nel territorio e sulle tecnologie per il suo uso antropico condizioni che consentano la cogenerazione di energia elettrica e termica e il razionale uso di tutte e due le energie, il recupero del calore di conversioni termiche ecc. Dall'altro lato bisogna agire per fare in modo che gli edifici (specialmente nei climi temperati) utilizzino al massimo la dinamica climatologica per garantire, al loro interno, condizioni ambientali di benessere con il minimo apporto da con-versioni di energia primaria.

Questo comportamento, nella letteratura corrente, viene definito con il termine di « passivo ».

A fronte di una variabilità continua e piuttosto ampia dei parametri climato-logici esterni gli edifici devono mante-nere al loro interno condizioni il più possibile vicino alla fascia di « com-fort » igrotermico, senza che vengano attivati sistemi ad elevato contenuto di energia.

Inoltre si può affermare che nel settore domestico e terziario:

— il 30% dell'energia viene impiegato per usi termini a temperature inferiori a 100 °C;

— una considerevole aliquota della pro-duzione elettrica viene impiegata per usi termici a bassa temperatura;

— il riscaldamento degli edifici, in par-ticolare, assorbe da solo il 25% della conversione energetica nazionale.

* * *

A parte la evidente urgenza e necessità di svolgere indagini più precise sul « modello » per poterne derivare indi-cazioni di quadro un po' meno appros-simate, le tre posizioni schematiche so-pra espresse, consentono di affermare che esiste uno spazio enorme da acqui-sire nella razionalizzazione degli impie-ghi energetici a bassa temperatura. Tale spazio va aggredito con normati-ve, metodologie, concezioni progettuali

// grosso fabbisogno energetico nelle abitazioni è costituito dal consumo

di calore per H riscaldamento.

RISCALDAMENTO

ACQUA CALDA

FORZE CALORE

Si tratta di impadronirsi della « termo-cinetica » degli edifici e dei loro sistemi di involucro, sfruttando puntualmente ed in modo organico tutti i fenomeni fisici relativi ai trasferimenti e alle tra-sformazioni di energia.

Irraggiamento, assorbimento, riflessione, conduzione, convenzione capacità termi-ca, cambiamenti di stato sono tutti feno-meni che, opportunamente associati v-combinati, possono dare luogo a dina-miche terdina-miche assai complesse: certo le tecnologie delle « pareti esterne » do-vranno venire rivedute in modo relati-vamente radicale.

L'esposizione, la forma, i rapporti tra pieni e vuoti, tra superfici trasparenti e superfici opache, il colore, la tessitura superficiale, l'organizzazione degli strati, la mobilità e la operabilità di parti e componenti sono tutti elementi di que-sta « cultura » che aggiunge ad alcune acquisizioni tradizionali del costruire an-tico uno spessore non indifferente di recenti conoscenze.

L'ENERGIA SOLARE E L'EDILIZIA

Lo sfruttamento dell'energia solare è una delle tecnologie di più recente acquisizione nel settore dell'edilizia e si inquadra proprio in questo panorama di nuove conoscenze. Questa fonte energe-tica alternativa ha attirato e continua ad attirare l'attenzione di molte persone per due ragioni fondamentali; in primo luogo, l'aumento continuo del prezzo dell 'insicura disponibilità dei combusti-bili, fanno ritrovare nel sole una sicura inesauribile fonte di energia; in secondo luogo il problema dell'inquinamento am-bientale dovuto ai combustibili tradizio-nali, sta diventando ingente e solo una fonte energetica naturale può minimiz-zare il problema ecologico.

Tuttavia l'idea di usare l'energia solare per riscaldare e raffreddare le abitazioni o per ottenere l'acqua calda non è certo nuova. Per molti secoli l'uomo ha fatto uso dell'energia e fin dai tempi più an-tichi si conoscevano i vantaggi della

esposizione ottimale di un edificio o del-le aperture nei muri in direzione diretta dei raggi solari, per captare il massimo calore durante i mesi invernali.

Ma l'uso dell'energia solare non si arre-stò a questi livelli, anzi prosegui con un continuo, seppur lento, miglioramento delle tecnologie: strumenti che focaliz-zavano l'energia solare per produrre fuo-co o acqua calda divennero applicazioni solistica^. ikiic punk. p»rienze solari. Dai concentratori si è passati ai collet-tori piani che sono, ancor oggi, oggetto di studi e ricerche per migliorarne sem-pre più le loro sem-prestazioni e che costi-tuiscono i cosiddetti « sistemi attivi ».

SISTEMI ATTIVI

Lo sfruttamento dell'energia solare con tali sistemi consiste nella collocazione di una superficie di captazione e assorbi-mento dei raggi solari (collettore) sul-l'edificio; un sistema di accumulo del ca-lore — costituito generalmente da un serbatoio di acqua o da un letto di ghiaia —, delle pompe o dei ventilatori per trasferire il fluido di trasferimento di calore o l'aria, un apparato di

distri-buzione del calore ed uno di termorego-lazione e, generalmente, un sistema di riscaldamento ausiliario completano l'in-tero sistema di riscaldamento « attivo ». I « sistemi attivi », ormai sul mercato da diversi anni, necessitano di tecnolo-gie piuttosto complesse; sono ancora di diffìcile integrazione architettonica; fan-no uso di ulteriori dispositivi meccanici per attivare il loro funzionamento e pur-troppo sono ancora molto costosi soprat-tutto se si tiene conto che non possono essere ancora garantiti tecnologicamente e il tempo di ammortamento del denaro investito per l'installazione dell'impian-to solare è piutdell'impian-tosdell'impian-to lungo.

Non sono queste considerazioni negati-ve nei confronti dell'impiego dei collet-tori solari; tuttavia possono essere vali-de riflessioni per avvicinare l'attenzione all'architettura « bioclimatica », cioè al-l'uso dei già richiamati « sistemi pas-sivi ».

Cerchiamo un istante di abbandonare la corsa verso tecnologie sofisticate, spesso svincolate dalla natura, e vedia-mo invece come si possono usare sistemi semplici, come quelli che la natura ci offre, efficienti e meno costosi, i quali concepiscono l'impiego del sole nel mo-do più naturale.

Sistema ausi-liaria

SISTEMI PASSIVI

L'architettura « bioclimatica » necessita di una progettazione energeticamente corretta, derivata dall'impiego delle di-namiche naturali del sole, del vento, dell'acqua, della terra, sfruttate insieme ad una integrazione ottimale dei compo-nenti edilizi. Il concetto di « sistemi passivi » significa che questi operano per mezzo della convenzione naturale, della conduzione e dell'irraggiamento, consentendo alla natura di agire sui si-stemi stessi minimizzando le interfe-renze di tipo meccanico.

Ciò è possibile perché sappiamo che esi-ste il modo di riscaldare e raffreddare gli edifici, riducendo l'impiego di sistemi automatizzati. Infatti, la potenzialità delle energie naturali è in grado di far funzionare la maggior parte dei sistemi basilari per il nostro sostentamento. In realtà ogni edificio riceve più energia solare ed eolica di quanto necessiti, oc-corre però saper far uso di queste risor-se energetiche in modo corretto. Aumentando l'efficienza dell'azione pas-siva negli edifìci è possibile arrivare ad una struttura autosufficiente dal punto di vista energetico nell'Italia del Sud, dove ci sono inverni non molto rigidi e si possono raggiungere incrementi ter-mici del 40% nelle zone più fredde. A tale scopo, durante la fase progettuale è indispensabile orientare correttamente l'edificio, in modo da limitare al minimo le dispersioni termiche dovute a zone fe-nestrate sul lato nord dell'edificio ed ottimizzando, viceversa, il lato sud con ampie superfici vetrate; ogni superficie esterna deve essere progettata per otte-nere la massima prestazione termica. In particolare, il tetto di ogni tipo di edi-ficio riceve durante l'estate una quantità di radiazioni maggiore con un impatto termico superiore a quello di ogni altra superficie nell'edificio stesso. Questo fat-tore potrà venire preso in considerazione nello studio della struttura della super-ficie in questione, che potrà comunque essere dotata di un adeguato isolamento per controllare il flusso termico.

Molto importanti sono le modifiche che possono essere apportate dalla presenza di elementi naturali all'esterno dell'edi-ficio: l'impiego di alberi (a foglie

cadu-che), cespugli, siepi, provoca l'oscura-mento variabile al variare delle stagioni e delle ore; le variazioni termiche della temperatura e dell'umidità dovute alla traspirazione delle piante e l'isolamento termico fornito dall'aria ferma che resta tra l'edificio e le piante stesse contribui-scono ad incrementare il rendimento dei sistemi passivi. Occorre inoltre prestare attenzione all'uso dei materiali con i quali viene costruito l'edificio, elementi direttamente legati alle necessità biocli-matiche dell'edificio stesso e che influen-zano le prestazioni termiche. La sensibi-lità estetica nella scelta dei rivestimenti (esterni) per la creazione di un effetto di insieme, acquista un significato maggio-re quando vengono pmaggio-resi in considerazio-ne anche gli aspetti climatici e termici. Infine, un edificio solare passivo efficien-te efficien-terrà conto delle caratefficien-teristiche cicli-che dei fattori locali (ore di sole, dire-zione e velocità del vento), sia giorna-lieri che stagionali.

La definizione di un sistema passivo è dunque determinata dalla dinamica delle operazioni che il sistema richiede, piut-tosto che da regole fisse o da criteri puramente estetici. Si tratta di intendere l'architettura in modo funzionale: i si-stemi passivi sono parte intrinseca del-l'edificio. Possono infatti essere integrati nell'edificio stesso (muri di sostegno, nei quali sono incorporati i sistemi di isola-mento o nei quali trovano sede delle aperture per la ventilazione naturale) e/o possono adattarsi alle esigenze in-terne degli ambienti (flessibilità per sod-disfare le esigenze del flusso termico).

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fi modo migliore per sfruttare un siste-ma passivo impiegando il sole per ope-razioni di riscaldamento e raffreddamen-to consiste nel costruire un edificio che funzioni come collettore solare naturale. Un edificio « bioclimatico » di questo tipo deve soddisfare tre requisiti:

1) L'edificio deve essere un collettore

solare controllabile. Deve lasciar

passa-re il sole all'interno degli ambienti solo quando occorre e permetterne il raffre-scamento se necessario. Questo si ottiene innanzitutto orientando l'edificio in mo-do da avere il massimo irraggiamento durante l'inverno, sfruttabile attraverso

le finestre e i muri orientati correttamen-te; deve viceversa schermarlo con siste-mi di ombre, isolamenti, oscuramenti mobili, durante l'estate per evitare sur-riscaldamenti;

2) L'edificio deve fungere da sistema di

accumulo. Deve accumulare calore da

sfruttare nei periodi più freddi in cui il sole non splende e deve mantenere fre-schi gli ambienti nelle stagioni calde. Gli edifici costruiti con materiali che hanno buone capacità termiche soddi-sfano queste esigenze.

3) L'edificio deve trasferire il calore o il freddo in modo tale da avere sem-pre un livello di temperatura comfort all'interno degli spazi abitabili. Deve cioè distribuire più o meno lentamente il calore o il freddo trattenuti. Questo si ottiene riducendo le dispersioni di calore dell'edificio mediante sistemi di isolamento, limitando le infiltrazioni di aria e impiegando doppi vetri.

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Di seguito vengono illustrati tre sistemi passivi di sfruttamento dell'energia so-lare, che pongono in rapporti diversi la fonte di energia primaria, l'elemento di accumulo e l'ambiente.

a) Incremento termico diretto (dal sole -all'ambiente - all'elemento di accumulo). I raggi solari passano attraverso l'am-biente prima di essere accumulati in un elemento termico che provvede al riscal-damento a lungo termine.

b) Incremento termico indiretto (dal sole - all'elemento di accumulo - all'am-biente). Una massa adibita all'accumulo raccoglie il calore proveniente dal sole e poi lo trasferisce all'ambiente. Tre dif-ferenti tipi di edificio utilizzano l'incre-mento indiretto passivo: Trombe Wall (muro di Trombe). Water Wall (muro ad acqua), Roof Pond.

c) Incremento termico separato (dal so-le al colso-lettore - all'accumulo - all'am-biente). Questo sistema è fornito di un collettore-accumulatore separato dall'edi-ficio (che permette tuttavia il trasferi-mento all'eletrasferi-mento di accumulo e la di-stribuzione del valore all'ambiente). Due esempi di sfruttamento di questo sistema sono costituiti dal Thermosiphon e dal Sunspace (serra).

L ' i n c r e m e n t o d i r e t t o è il t i p o più semplice. I raggi solari v e n g o n o raccolti e p o i immagazzinati in una massa termica destinata a l l ' a c c u m u l o , in tal m o d o l'ambiente è riscaldato direttamente dal sole e f u n g e da « c o l l e t t o r e a b i t a b i l e » . Le radiazioni entrano nell'ambiente e r a g g i u n g o n o la massa accumulatrice. Il calore viene poi di-stribuito dalla massa termica e circola negli a m b i e n t i per c o n v e z i o n e naturale. Le caratteristiche f o n d a m e n t a l i di un edificio che impiega un sistema passivo ad incre-m e n t o diretto s o n o :

— u n ' a m p i a superficie vetrata esposta a sud (generalmente a d o p p i vetri), dietro cui sia posto direttamente l'ambiente abitato;

— il p a v i m e n t o o le pareti interne che c o s t i t u i s c o n o l'elemento di a c c u m u l o , di grandi d i m e n s i o n i e dotati di buona capacità t e r m i c a ;

— un sistema per isolare l ' e l e m e n t o di a c c u m u l o dalle variabili c l i m a t i c h e esterne (sporgenze, sistemi di oscuramento, riflettori, v e n g o n o usati per il c o n t r o l l o dell'ir-r a g g i a m e n t o ) .

N e l l ' i n c r e m e n t o i n d i r e t t o la struttura d e l l ' e d i f i c i o raccoglie e a c c u m u l a c o n t i n u a -mente l'energia ma i raggi solari n o n attraversano l'ambiente per raggiungere la massa accumulatrice. Il sistema infatti prevede la raccolta e l ' i m m a g a z z i n a m e n t o del calore direttamente dal sole e il suo trasferimento a l l ' a m b i e n t e interno.

Nel Mass Trombe Wall ( M u r o di T r o m b e ) i raggi solari sono raccolti, i m m e d i a t a m e n t e dietro una superficie vetrata captante, da un muro che serve da accumulatore. Il trasferimento dell'energia radiante dalla massa a c c u m u l a t r i c e a l l ' a m b i e n t e p u ò essere quasi istantaneo o p u ò venire ritardato f i n o a 1 2 ore a seconda d e l l o spessore e della latenza del materiale scelto per l ' a c c u m u l o . La distribuzione del calore per convezione è possibile p o i c h é il v o l u m e di aria n e l l ' i n t e r n o d e l l ' i n t e r c a p e d i n e fra la superficie vetrata captante e l ' a c c u m u l o è riscaldato ad alta temperatura e segue correnti di d i f f u s i o n e pressoché costanti. Attraverso aperture o bocchette di s f o g o sulla parte superiore della massa a c c u m u l a t r i c e ( m u r o ) , l'aria calda si spinge nell'ambiente co-s t r i n g e n d o l'aria fredda, attraverco-so aperture co-situate in baco-sco-so, a ritornare n u o v a m e n t e nello spazio dell'intercapedine. Se le vie di s f o g o h a n n o valvole di tiraggio manovrabili, la d i f f u s i o n e del calore per c o n v e z i o n e p u ò essere bloccata o attivata a piacere. Ul-teriori sistemi di c o n t r o l l o possono venire e f f e t t u a t i tramite e l e m e n t i isolanti esterni

m o b i l i , schermi ecc.

Nel Water Wall i raggi solari s o n o raccolti, al di là di una superficie captante vetrata, da una massa d'acqua e q u i n d i convertiti in calore che viene poi d i f f u s o per c o n v e z i o n e ed irraggiamento all'ambiente. Questo, sistema richiama gli stessi principi del Mass Trombe, utilizzando però un differente materiale per a c c u m u l a r e calore e differenti m o d i di a p p l i c a z i o n e rispetto al m e t o d o precedente. L ' a c c u m u l o di grossi v o l u m i di acqua fornisce una capacità di i m m a g a z z i n a m e n t o di calore più grande e a l u n g o ter-mine, mentre v o l u m i minori, usufruendo di una minor superficie di s c a m b i o , f o r n i s c o n o una d i f f u s i o n e più rapida del calore. S o n o impiegati m o l t i tipi di c o n t e n i t o r e e v e n g o n o utilizzati t a l v o l t a anche barattoli, bottiglie, barili o il « Water W a l l » c o m p l e t o a parete (tutti generalmente neri). Poiché la d i f f u s i o n e del calore n e l l ' a m b i t o di un c o r p o c o n -v e t t i -v o c o m e l'acqua è rapido e il trasferimento dell'energia da un a c c u m u l o di acqua riscaldata per irraggiamento all'ambiente è quasi i m m e d i a t o , il W a t e r W a l l necessita di m e c c a n i s m i che c o n t r o l l i n o la d i f f u s i o n e del calore dall'acqua accumulata. L'aggiunta di un materiale isolante fra l ' a c c u m u l o e l ' a m b i e n t e e di v i e di s f o g o sulla parte supe-riore e infesupe-riore del muro per la circolazione naturale dell'aria, f o r n i s c o n o u n ' o t t i m a soluzione p e r m e t t e n d o al sistema di utilizzare u n i c a m e n t e la d i f f u s i o n e del calore per c o n -vezione. Per un m a g g i o r c o n t r o l l o d e l l ' i r r a g g i a m e n t o v e n g o n o impiegati sistemi di i s o l a m e n t o esterni, di o s c u r a m e n t o , schermi ecc.

INCREMENTO DIRETTO

1. Doppia superficie vetrata posta a sud; 2. Accumulo a pavimento; 3. Calore prove-niente dal muro e dal pavimento per condu-zione.

I N C R E M E N T O I N D I R E T T O Sistema Mass T r o m b e ( m u r o di T r o m b e )

1. Doppio vetro; 2. Intercapedine per circola-zione aria; 3. Muro spesso in materiale con buonacapa; 4. Bocchetta superiore per la cir-colazione dell'aria calda all'interno dell'am-biente; 5. Calore proveniente dal muro, per conduzione; 6. Bocchetta inferiore per il passaggio dell'aria fredda nell'intercapedine.

Sistema Water W a l l ( m u r o ad acqua) 1. Vetro; 2. Intercapedine per la circolazione naturale dell'aria; 3. Contenitori di acqua per accumulo; 4. Bocchette superiori per pas-saggio aria calda; 5. Bocchette inferiori per passaggio aria fredda.

Nel Roof Pond il sistema di captazione per la d i f f u s i o n e del calore radiante all'ambiente è fornito dal tetto. Il Roof Pond consta di una massa di acqua racchiusa in c o n t e n i -tori di plastica neri, sita sul tetto, protetta e regolata da un sistema di isolamento mobile. Questa massa d'acqua è esposta ai raggi solari e q u i n d i assorbe e accumula calore c h e viene poi distribuito agli a m b i e n t i per irraggiamento. Poiché l'accumulatore del calore è il soffitto stesso, esso d i f f o n d e r à calore uniforme a bassa temperatura a tutto l ' a m b i e n t e sia durante cielo sereno che c o n cielo nuvoloso. Il sistema di isola-mento m o b i l e è necessario per ridurre le perdite di calore verso l'esterno nei giorni in-vernali o di notte e per ridurre l'irraggiamento durante l'estate. Il Roof Pond si adatta m o l t o bene per il c o n d i z i o n a m e n t o durante i periodi estivi caldi soprattutto in quelle zone d o v e c'è notevole escursione termica fra g i o r n o e notte. La massa d'acqua p u ò essere raffreddata durante la notte esponendola all'aria fresca della sera; l'acqua sul tetto potrà così ricevere calore d a l l ' a m b i e n t e durante il giorno sfruttando l'effetto della stratificazione della temperatura per fornire un raffreddamento passivo.

I N C R E M E N T O INDIRETTO Sistema Roof Pond

1. Isolamento mobile scorrevole; 2. Vetro; 3. Contenitori di acqua formanti l'accumulo; 4. Isolamento; 5. Propagazione dell'aria calda per conduzione.

Con il t e r m i n e i n c r e m e n t o s e p a r a t o si intende l'isolamento t e r m i c o degli spazi abitabili d e l l ' e d i f i c i o sia dalla superficie di captazione dei raggi solari che d a l l ' a c c u m u l o .

Questo sistema permette al collettore e a l l ' a c c u m u l o di funzionare in m o d o indipendente d a l l ' e d i f i c i o e q u e s t ' u l t i m o p u ò farne uso q u a n d o occorre a seconda delle necessità ter-m i c h e .

Un e d i f i c i o passivo c o n Sunspace deve avere una superficie di captazione vetrata che deve essere prospiciente a l l o spazio abitabile ma, nello stesso t e m p o , ben distinta. La superficie di captazione orientata verso sud, deve essere t e r m i c a m e n t e collegata alla massa a c c u m u l a t r i c e per la ritenzione del calore e per la sua successiva distribu-zione. Una massa per l ' a c c u m u l o t e r m i c o è inoltre necessaria per immagazzinare il calore da sfruttare durante i giorni n u v o l o s i : p a v i m e n t i massicci, spessi muri, letti di g h i a i a , specchi d'acqua coperti possono venire usati c o m e a c c u m u l a t o r i termici. Il « Sunspace » p u ò essere f a c i l m e n t e integrato c o n molte f u n z i o n i spaziali all'edi-f i c i o : p u ò essere integrato s o l o in m i n i m a parte; si p u ò estendere l u n g o t u t t o il lato sud oppure essere c o n t e n u t o n e l l ' e d i f i c i o c o n una « interface » su più lati. Se il « Sunspace » ha f u n z i o n i di serra o c c o r r o n o a l c u n i accorgimenti particolari per il c o n t r o l l o della temperatura per le p i a n t e ; in t u t t i g l i altri casi p u ò immagazzinare temperature uguali alla capacità dei materiali di a c c u m u l o , f o r n e n d o un supporto di calore controllabile per gli spazi abitabili adiacenti. Tutti i muri che interfacciano il Sunspace e lo spazio abitabile r i c h i e d o n o una certa flessibilità in m o d o tale che questi spazi possano essere collegati t e r m i c a m e n t e o separati a seconda delle necessità. Il t i p o di distribuzione di calore — per irraggiamento, convezione e c o n d u z i o n e — sarà determinato da queste « interfaces ». Occorre inoltre provvedere a sistemi di c o n t r o l l o dell'irraggiamento mediante isolamenti m o b i l i per prevenire surriscaldamenti, perdite di calore, umidità eccessiva d o v u t i alle piante.

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I N C R E M E N T O S E P A R A T O Sistema Serra

1. Serra costituita da doppio vetro; 2. Boc-chette superiori per passaggio aria calda; 3. Propagazione aria calda per convezione e conduzione; 4. Bocchette inferiori per il ritorno di aria fredda.

Il Thermosiphon c o m p r e n d e una superficie captante che fa da t r a m i t e fra l'irraggia-mento diretto e lo spazio abitabile ed è separata dalla struttura dell'edificio. Il flusso di calore nel sistema a T h e r m o s i p h o n p u ò entrare in circolazione q u a n d o l'aria fredda o il l i q u i d o circolanti nei c o l l e t t o r i , si t r o v a n o ad un p u n t o più basso di quello della superficie di captazione, ed una volta riscaldati, s a l g o n o nell'ambiente, per convezione naturale, d e n t r o una massa a c c u m u l a t r i c e costringendo l'aria o l'acqua raffreddate a scendere n u o v a m e n t e nel T h e r m o s i p h o n ed a t t u a n d o così una circolazione continua.

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1979 (pagine 43-50)