• Non ci sono risultati.

Enter Palamon and Arcite in prison, [in shackles, above]

PALAMON

How do you, noble cousin?

ARCITE How do you, sir?

30 35 45 49 54 CARCERIERE

Ho sentito dire che in battaglia pareva ci fossero solo loro. FIGLIA DEL CARCERIERE

È molto probabile, visto che sopportano tutto con nobiltà. Mi chie- do come sarebbero stati se avessero vinto, visto che hanno una tale solida nobiltà da tramutare la prigionia in libertà, e di rendere la disgrazia dolce come il mirto, e l’affl izione una bazzecola di cui burlarsi.

CARCERIERE Davvero?

FIGLIA DEL CARCERIERE

A me pare che si sentano prigionieri quanto io posso sentirmi la signora di Atene. Mangiano bene, sembrano di buon umore, di- scorrono di molte cose, ma mai della loro prigionia e delle loro disgrazie. Solo, a volte, un inizio di sospiro, partorito con pena55,

scaturisce da uno dei due, e allora l’altro subito lo rimprovera, ma così dolcemente che io stessa vorrei essere quel sospiro perché mi si parli così, oppure chi sospira, perché mi si consoli così.

CARCERIERE

Il duca in persona li ha portato qui in segreto, di notte.

Palamone e Arcite compaiono [ad una fi nestra] in alto

Il perché non lo so. Eccoli là, guardate. Quello affacciato è Arcite. FIGLIA DEL CARCERIERE

No, signore, no, quello è Palamone. Arcite è il più basso56 dei due –

(indica Arcite) lo si vede solo in parte. CARCERIERE

Basta, smetti di indicare. Loro non lo farebbero con noi. Leviamoci dalla loro vista.

FIGLIA DEL CARCERIERE

È una festa stare a guardarli. Dio, che differenza fra gli uomini57!

Escono

II, 2 Entrano Palamone e Arcite in prigione, [in catene, in alto58]

PALAMONE

Come stai, nobile cugino? ARCITE

E tu, signore59?

Shakespeare II.indb 1984-1985

1986 1987

THE TWO NOBLE KINSMEN, ACT 2 SCENE 2 I DUE NOBILI CONGIUNTI, ATTO II SCENA 2

PALAMON

Why, strong enough to laugh at misery

And bear the chance of war. Yet we are prisoners, I fear, for ever, cousin.

ARCITE I believe it, And to that destiny have patiently Laid up my hour to come.

PALAMON O, cousin Arcite,

Where is Thebes now? Where is our noble country? Where are our friends and kindreds? Never more Must we behold those comforts, never see The hardy youths strive for the games of honour, Hung with the painted favours of their ladies, Like tall ships under sail; then start amongst ’em And, as an east wind, leave ’em all behind us, Like lazy clouds, whilst Palamon and Arcite, Even in the wagging of a wanton leg,

Outstripped the people’s praises, won the garlands Ere they have time to wish ’em ours. O never Shall we two exercise, like twins of honour, Our arms again and feel our fi ery horses

like proud seas under us. Our good swords, now – Better the red-eyed god of war ne’er wore –j Ravished our sides, like age must run to rust And deck the temples of those gods that hate us. These hands shall never draw ’em out like lightning To blast whole armies more.

ARCITE No, Palamon, Those hopes are prisoners with us. Here we are, And here the graces of our youths must wither, Like a too-timely spring. Here age must fi nd us And, which is heaviest, Palamon, unmarried – The sweet embraces of a loving wife

Loaden with kisses, armed with thousand Cupids, Shall never clasp our necks; no issue know us; 21. Wore: emend. tardo; in Q were.

5 10 15 20 25 30 PALAMONE

Beh, forte abbastanza da ridere in faccia alla disgrazie e sopportare gli inconvenienti della guerra. Però, cugino, temo che rimarremo prigionieri per sempre.

ARCITE

Anche io. E con pazienza ho accettato che sarà questo il destino delle mie ore future.

PALAMONE

Oh cugino Arcite, dov’è Tebe adesso? Dov’è la nostra nobile pa- tria? Dove sono i nostri amici e i nostri cari? Mai più ci saranno concessi quei conforti, mai più vedremo i giovani impavidi gareg- giare nelle sfi de dell’onore, mentre sfoggiano gli sgargianti pegni delle loro dame, come alte navi a vele spiegate; e poi noi che ci get- tiamo in mezzo a loro e, come il vento dell’est, ce li lasciamo tutti alle spalle, come fossero nuvole pigre, mentre Palamone e Arcite, pure zoppicanti, si lasciano dietro persino le lodi della gente, e si aggiudicano le ghirlande prima ancora che ci venga augurato che diventino nostre. Oh, mai più potremo cimentarci nelle armi, ge- melli negli onori, né sentire i nostri impetuosi cavalli che si agitano con la forza del mare60 sotto di noi. E le nostre valide spade, tali

che persino il re della guerra dagli occhi infuocati ne ha mai indos- sate di migliori, strappate dai nostri fi anchi, fi niranno, arrugginite, ad ornare i templi degli dei che ci odiano61. Queste mani mai più

potranno sfoderarle come fulmini62 per incenerire eserciti interi.

ARCITE

No, Palamone, quelle speranze sono ora prigioniere insieme a noi. Eccoci qui, e qui le delizie della nostra giovinezza andranno ad av- vizzirsi, come una primavera precoce. Qui ci troverà la vecchiaia, e, quel che è peggio, Palamone, senza una moglie: i dolci abbracci di una sposa innamorata, carichi di baci, e armata di mille Cupidi, mai cingeranno i nostri colli; non conosceremo discendenza, non

Shakespeare II.indb 1986-1987

1988 1989

THE TWO NOBLE KINSMEN, ACT 2 SCENE 2 I DUE NOBILI CONGIUNTI, ATTO II SCENA 2

No fi gures of ourselves shall we e’er see

To glad our age, and, like young eagles, teach ’em Boldly to gaze against bright arms and say, ‘Remember what your fathers were, and conquer.’ The fair-eyed maids shall weep our banishments, And in their songs curse ever-blinded fortune, Till she for shame see what a wrong she has done To youth and nature. This is all our world. We shall know nothing here but one another, Hear nothing but the clock that tells our woes. The vine shall grow, but we shall never see it; Summer shall come, and with her all delights, But dead-cold winter must inhabit here still. PALAMON

’Tis too true, Arcite. To our Theban hounds That shook the agèd forest with their echoes, No more now must we holler; no more shake Our pointed javelins whilst the angry swine Flies like a Parthian quiver from our rages,

Struck with our well-steeled darts. All valiant uses – The food and nourishment of noble minds – In us two here shall perish; we shall die – Which is the curse of honour – lastly, Children of grief and ignorance.

ARCITE Yet, cousin, Even from the bottom of these miseries, From all that fortune can infl ict upon us, I see two comforts rising – two mere blessings, If the gods please, to hold here a brave patience And the enjoying of our griefs together. Whilst Palamon is with me, let me perish If I think this our prison.

PALAMON Certainly

’Tis a main goodness, cousin, that our fortunes Were twined together. ’Tis most true, two souls Put in two noble bodies, let ’em suffer

The gall of hazard, so they grow together,

35 40 45 50 55 60 65

vedremo mai immagini di noi stessi alleviare la nostra vecchiaia, né potremo insegnare loro, come a giovani aquile, a fi ssare intrepidi gli sfolgoranti eserciti63, e dire loro: “ricordate cosa sono stati i vo-

stri padri, e trionfate”. Le dame dai begli occhi dovranno piangere il nostro destino di prigionia e maledire, nelle loro canzoni, la cieca sorte, fi nché lei, dalla vergogna, arrivi a vedere il male che ha infl it- to a giovinezza e natura. Questo è tutto il nostro mondo. Qui nulla conosceremo se non l’un l’altro, e nulla udremo se non il passare del tempo che scandisce le nostre disgrazie. La vite crescerà, e noi non la vedremo; l’estate arriverà, e con essa tutte le sue delizie, ma qui rimarrà gelido e mortale inverno.

PALAMONE

È così vero, Arcite. I nostri segugi tebani, che facevano tremare la foresta con le loro eco, non potremo più chiamarli, né lanciare i nostri giavellotti aguzzi mentre il furioso cinghiale fugge alla no- stra ira come un arciere partico64, trafi tto dalle nostre affi late frec-

ce. Ogni impresa65 valorosa, cibo e nutrimento delle menti nobili,

perirà qui con noi. Noi stessi, affronto all’onore, moriremo infi ne, fi gli del dolore e dell’ignoranza.

ARCITE

Eppure, cugino, persino dal fondo delle nostre disgrazie e di tutto ciò che la sorte ci può infl iggere, io vedo emergere due consolazio- ni, due vere e proprie benedizioni, se gli dei me lo concederanno: dimostrare qui un’eroica pazienza, e godere insieme dei nostri do- lori. Finché Palamone è con me, che io possa morire se questa mi sembra una prigione.

PALAMONE

Questo certo è un gran bene, cugino: che i nostri destini siano gemelli. Niente di più vero, prendi due anime in due corpi nobili, e sottoponile ad un amaro destino: cresceranno insieme, invece di

Shakespeare II.indb 1988-1989

1990 1991

THE TWO NOBLE KINSMEN, ACT 2 SCENE 2 I DUE NOBILI CONGIUNTI, ATTO II SCENA 2

Will never sink; they must not, say they could. A willing man dies sleeping and all’s done. ARCITE

Shall we make worthy uses of this place That all men hate so much?

PALAMON How, gentle cousin? ARCITE

Let’s think this prison holy sanctuary, To keep us from corruption of worse men. We are young, and yet desire the ways of honour That liberty and common conversation,

The poison of pure spirits, might, like women, Woo us to wander from. What worthy blessing Can be, but our imaginations

May make it ours? And here being thus together, We are an endless mine to one another:

We are one another’s wife, ever begetting New births of love; we are father, friends,

acquaintance;

We are in one another, families –

I am your heir, and you are mine; this place Is our inheritance: no hard oppressor

Dare take this from us. Here, with a little patience, We shall live long and loving. No surfeits seek us – The hand of war hurts none here, nor the seas Swallow their youth. Were we at liberty A wife might part us lawfully, or business; Quarrels consume us; envy of ill men

Crave our acquaintance. I might sicken, cousin, Where you should never know it, and so perish Without your noble hand to close mine eyes, Or prayers to the gods. A thousand chances, Were we from hence, would sever us.

PALAMON You have made me – I thank you, cousin Arcite – almost wanton

With my captivity. What a misery It is to live abroad, and everywhere!

70 75 80 85 90 96

andare a fondo; potrebbero andare a fondo, ma non devono farlo. Per l’uomo di carattere la morte è un sonno, nient’altro.

ARCITE

Vogliamo allora fare buon uso di questo posto, che tutti gli uomini odiano così tanto?

PALAMONE

E come, mio nobile cugino? ARCITE

Pensiamo a questa prigione come a un sacro ricovero che ci tie- ne lontani dalla corruzione degli uomini peggiori. Siamo giovani e ancora aspiriamo a quelle strade di gloria dalle quali la libertà e le chiacchiere del mondo, veleno per gli spiriti puri, potrebbe- ro, così come le donne, spingerci ad errare. Quali oggetti degni di benedizione potrebbero esistere che la nostra immaginazione non sia in grado di rendere nostri? E, stando qui insieme, siamo infi nita miniera l’uno dell’altro: siamo l’uno la moglie dell’altro, in grado di dare alla luce sempre nuovi frutti dell’amore, siamo l’uno il padre, gli amici e i conoscenti dell’altro; siamo l’uno la famiglia dell’altro: io sono il tuo erede, e tu sei il mio; questo posto è la no- stra eredità, e nessun oppressore oserà privarcene. Qui, con un po’ di pazienza, vivremo a lungo e nell’amore. Il vizio qui non ci cer- ca, la mano della guerra non ferisce nessuno qui, né la giovinezza viene inghiottita dal mare66. Se fossimo liberi, una moglie, oppure

gli affari, avrebbero il diritto di separarci; dispute potrebbero con- sumarci e l’invidia di uomini malvagi insistere a cercarci. Potrei ammalarmi, cugino, e tu non ne sapresti niente, e poi morire senza la tua nobile mano a chiudere i miei occhi, o senza le tue preghiere agli dei. Mille circostanze, se non fossimo dove siamo, potrebbero separarci.

PALAMONE

Mi hai reso, e te ne ringrazio, cugino Arcite, quasi attratto dalla mia prigionia. Che miseria vivere altrove, ovunque sia! Da povera

Shakespeare II.indb 1990-1991

1992 1993

THE TWO NOBLE KINSMEN, ACT 2 SCENE 2 I DUE NOBILI CONGIUNTI, ATTO II SCENA 2

’Tis like a beast, methinks. I fi nd the court here; I am sure, a more content; and all those pleasures That woo the wills of men to vanity

I see through now, and am suffi cient To tell the world ’tis but a gaudy shadow, That old Time, as he passes by, takes with him. What had we been, old in the court of Creon, Where sin is justice, lust and ignorance The virtues of the great ones? Cousin Arcite, Had not the loving gods found this place for us, We had died as they do, ill old men, unwept, And had their epitaphs, the people’s curses. Shall I say more?

ARCITE I would hear you still. PALAMON Ye shall.

Is there record of any two that loved Better than we do, Arcite?

ARCITE Sure there cannot. PALAMON

I do not think it possible our friendship Should ever leave us.

ARCITE Till our deaths it cannot,

Enter Emilia and her Woman [below]. Palamon sees Emilia and is silent

And after death our spirits shall be led To those that love eternally. Speak on, sir. EMILIA (to her Woman)

This garden has a world of pleasure in’t. What fl ower is this?

WOMAN ’Tis called narcissus, madam. EMILIA

That was a fair boy, certain, but a fool

To love himself. Were there not maids enough? ARCITE (to Palamon)

Pray forward. 100 105 110 115 120

bestia, mi sa. Qui ho una corte intera, e, di certo, la più soddisfa- cente, e vedo chiaramente ora tutti i piaceri che guidano i desideri degli uomini verso la vanità; ora posso dire che il mondo altro non è che ombra sgargiante, che il caro vecchio Tempo, avanzando, tra- scina via con sé. Che ne sarebbe stato di noi se ci fosse toccato in- vecchiare alla corte di Creonte, dove il peccato è giustizia, e lussu- ria e ignoranza le virtù dei grandi? Cugino Arcite, se l’amore degli dei non ci avesse riservato questo luogo, saremmo anche noi morti, come gli altri, vecchi e malati, senza nessuno a piangerci, e rice- vendo, come epitaffi , le maledizioni della gente. Devo dire altro67?

ARCITE

Io vorrei ascoltarti ancora. PALAMONE

Lo farai. Ci sono mai state due persone in grado di amare più di quanto facciamo noi, Arcite?

ARCITE

Impossibile, di certo. PALAMONE

E non credo possibile che questa nostra amicizia ci possa mai la- sciare.

ARCITE

Certo non può, fi no alla morte.

Entrano Emilia e la sua damigella [in basso]. Palamone vede Emilia e tace

E dopo la nostra morte i nostri spiriti verranno condotti fra coloro che amano eternamente. Vai avanti a parlare, mio signore.

EMILIA (alla sua damigella)

Questo giardino racchiude un mondo di piaceri. Che fi ore è questo? DAMIGELLA

Narciso68, mia signora.

EMILIA

Ah quello era senz’altro un ragazzo bellissimo, ma uno sciocco ad amare se stesso. Non c’erano forse abbastanza donne?

ARCITE (a Palamone) Ti prego, vai avanti.

Shakespeare II.indb 1992-1993

1994 1995

THE TWO NOBLE KINSMEN, ACT 2 SCENE 2 I DUE NOBILI CONGIUNTI, ATTO II SCENA 2

PALAMON Yes.

EMILIA (to her Woman) Or were they all hard-hearted? WOMAN

They could not be to one so fair.

EMILIA Thou wouldst not. WOMAN

I think I should not, madam.

EMILIA That’s a good wench – But take heed to your kindness, though.

WOMAN Why, madam? EMILIA

Men are mad things.

ARCITE (to Palamon) Will ye go forward, cousin? EMILIA (to her Woman)

Canst not thou work such fl owers in silk, wench? WOMAN Yes. EMILIA

I’ll have a gown full of ’em, and of these. This is a pretty colour – will’t not do Rarely upon a skirt, wench?

WOMAN Dainty, madam. ARCITE (to Palamon)

Cousin, cousin, how do you, sir? Why, Palamon! PALAMON

Never till now was I in prison, Arcite. ARCITE

Why, what’s the matter, man?

PALAMON Behold and wonder!

126

130

PALAMONE Sì.

EMILIA (alla sua damigella) O erano tutte dure di cuore? DAMIGELLA

Impossibile con un uomo così bello. EMILIA

Tu non lo saresti. DAMIGELLA

Non sarebbe proprio il caso, mia signora. EMILIA

Brava ragazza, fai attenzione però a non essere troppo buona. DAMIGELLA

E perché, mia signora? EMILIA

Gli uomini sono pazzi. ARCITE (a Palamone)

Vuoi andare avanti, cugino? EMILIA (alla damigella)

Saresti in grado di ricamare questi fi ori con il fi l di seta, ragazza mia?

DAMIGELLA Sì. EMILIA

Voglio un abito tutto con questi fi ori, e anche con questi. Questo è un bel colore, non sarebbe splendido su una gonna, ragazza? DAMIGELLA

Graziosissimo. ARCITE (a Palamone)

Cugino, cugino, che ti prende? Ehi, Palamone! PALAMONE

Mai prima d’ora sono stato in prigione, Arcite. ARCITE

Perché, che ti prende, amico mio? PALAMONE

Guarda e meravigliati!

Shakespeare II.indb 1994-1995

1996 1997

THE TWO NOBLE KINSMEN, ACT 2 SCENE 2 I DUE NOBILI CONGIUNTI, ATTO II SCENA 2

Arcite sees Emilia

By heaven, she is a goddess! ARCITE Ha!

PALAMON Do reverence. She is a goddess, Arcite.

EMILIA (to her Woman) Of all fl owers Methinks a rose is best.

WOMAN Why, gentle madam? EMILIA

It is the very emblem of a maid –

For when the west wind courts her gently, How modestly she blows, and paints the sun

With her chaste blushes! When the north comes near her,

Rude and impatient, then, like chastity, She locks her beauties in her bud again, And leaves him to base briers.

WOMAN Yet, good madam, Sometimes her modesty will blow so far

She falls for’t – a maid,

If she have any honour, would be loath To take example by her.

EMILIA Thou art wanton. ARCITE (to Palamon)

She is wondrous fair.

PALAMON She is all the beauty extant. EMILIA (to her Woman)

The sun grows high – let’s walk in. Keep these fl owers. We’ll see how close art can come near their colours.k I am wondrous merry-hearted – I could laugh now. WOMAN

I could lie down, I am sure.

EMILIA And take one with you?

150. Close: emend. tardo; in Q neere.

135

140

145

148

Arcite vede Emilia

Per il cielo, è una dea! ARCITE

Ah! PALAMONE

Riveriscila, è una dea, Arcite. EMILIA (alla damigella)

Di tutti i fi ori, per me la rosa è il migliore. DAMIGELLA

Perché, mia nobile signora? EMILIA

È l’emblema stesso della donna pura. Quando il vento dell’ovest, discretamente, le fa la corte, lei, con modestia, oscilla, e tinge il sole con il suo rossore virginale! Quando è il vento del Nord ad avvici- narsi, rude e impaziente, allora, come la castità stessa, torna a ser- rare le sue bellezze nel bocciolo, e al vento lascia solo ispide spine. DAMIGELLA

Sì ma, mia buona signora, può capitare che la sua modestia dondoli così tanto da farla cadere69, e allora una fanciulla pura, se ha un po’

di onore, farebbe male a prendere esempio da lei. EMILIA

Sei maliziosa. ARCITE (a Palamone)

È meravigliosamente bella. PALAMONE

Ha in sé tutta la bellezza che può esistere. EMILIA (alla damigella)

Il sole sta salendo, rientriamo. Conserva questi fi ori. Vedremo quanto l’arte riuscirà a riprodurre i loro colori. Ora sono così di buon umore che mi va di ridere.

DAMIGELLA

A me invece va di sdraiarmi70.

EMILIA

E magari con qualcuno?

Shakespeare II.indb 1996-1997

1998 1999

THE TWO NOBLE KINSMEN, ACT 2 SCENE 2 I DUE NOBILI CONGIUNTI, ATTO II SCENA 2

WOMAN

That’s as we bargain, madam.

Documenti correlati