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permanenza -

Serie mensile

Nota: i dati relativi ai flussi sono soggetti ad assestamento, pertanto eventuali piccoli scostamenti nel tempo dai valori inizialmente

forniti non devono essere considerati imprecisioni.

Principali tipologie di reato Dettaglio reati

Detenuti presenti al 31/12/13 % detenuti per reato su totale complessivo detenuti (*)

Detenuti

italiani Detenuti stranieri Totale detenutiper reato di cuicondannati % condannati su totale detenuti per reato % stranieri su totale detenuti per reato Detenutiitaliani Detenutistranieri Totaledetenuti

Associazione di stampo mafioso 6.670 74 6,744 3.813 56,5 1,1 16,4 0,3 10,8

Tu stupefacenti 14.541 9,732 24,273 15.990 65,9 40,1 35,7 44,5 38,8

Legge armi 9.522 968 10,490 7.246 69,1 9,2 23,4 4,4 16,8

Ordine pubblico Altri reati 69 10 79 67 84,8 12,7 0,2 0,0 0,1

Associazione per delinquere 2.198 908 3.106 2.099 67,6 29,2 5,4 4,2 5,0

Contro il patrimonio Furto 8.733 4.798 13.531 10.289 76,0 35,5 21,5 22,0 21,6

Rapina 13.417 4.647 18.064 12.316 68,2 25,7 33,0 21,3 28,9

Estorsione 6.772 735 7.507 4.785 63,7 9,8 16,6 3,4 12,0

Sequestro di persona 356 190 546 403 73,8 34,8 0,9 0,9 0,9

Danni a cose, animali, terreni, ecc. 2.147 705 2.852 2.248 78,8 24,7 5,3 3,2 4,6

Truffa 1.258 107 1.365 1.199 87,8 7,8 3,1 0,5 2,2

Appropriazione indebita 291 23 314 294 93,6 7,3 0,7 0,1 0,5

Ricettazione 9.761 2.457 12.218 9.371 76,7 20,1 24,0 11,2 19,5

Insolvenza fraudolenta 719 42 761 483 63,5 5,5 1,8 0,2 1,2

Prostituzione 198 682 880 586 66,6 77,5 0,5 3,1 1,4

Contro la pubblica amministrazione Violenza, resistenza, oltraggio, ecc. 4.491 3.043 7.534 5.698 75,6 40,4 11,0 13,9 12,0

Peculato, malversazione, ecc. 314 32 346 245 70,8 9,2 0,8 0,1 0,6

Omissione d'atti d'ufficio, ecc. 379 20 399 297 74,4 5,0 0,9 0,1 0,6

Incolumita' pubblica Strage 198 11 209 180 86,1 5,3 0,5 0,1 0,3

Altri reati 1.263 195 1.458 1.103 75,7 13,4 3,1 0,9 2,3

Fede pubblica Falsita' in monete 327 121 448 362 80,8 27,0 0,8 0,6 0,7

Falsita' in sigilli 427 119 546 485 88,8 21,8 1,0 0,5 0,9

Falsita' in atti e persone 2.525 1.591 4.116 3.705 90,0 38,7 6,2 7,3 6,6

Moralita' pubblica Atti osceni 126 49 175 135 77,1 28,0 0,3 0,2 0,3

Pubblicazioni e spettacoli osceni 3 2 5 5 100,0 40,0 0,0 0,0 0,0

Contro la famiglia Violazione obblighi assistenza familiare 170 30 200 185 92,5 15,0 0,4 0,1 0,3

Maltrattamenti in famiglia 1.365 486 1.851 1.035 55,9 26,3 3,4 2,2 3,0

Bigamia, incesto, ecc. 64 23 87 72 82,8 26,4 0,2 0,1 0,1

Interruzione della gravidanza 13 22 35 19 54,3 62,9 0,0 0,1 0,1

Contro la persona Omicidio volontario 7.275 2.100 9.375 6.414 68,4 22,4 17,9 9,6 15,0

Infanticidio 7 1 8 6 75,0 12,5 0,0 0,0 0,0

Omicidio preterintenzionale 143 69 212 173 81,6 32,5 0,4 0,3 0,3

Omicidio colposo 123 56 179 152 84,9 31,3 0,3 0,3 0,3

Percosse 151 81 232 181 78,0 34,9 0,4 0,4 0,4

Lesioni personali volontarie 6.580 4.084 10.664 7.739 72,6 38,3 16,2 18,7 17,1

Lesioni personali colpose 148 81 229 187 81,7 35,4 0,4 0,4 0,4

Altri reati 261 286 547 438 80,1 52,3 0,6 1,3 0,9

Violenza privata minaccia 5.241 2.001 7.242 5.092 70,3 27,6 12,9 9,2 11,6

Violenze sessuali 2.007 1.343 3.350 2.526 75,4 40,1 4,9 6,1 5,4

Atti sessuali con minorenne 572 107 679 552 81,3 15,8 1,4 0,5 1,1

Corruzione di minorenne 82 9 91 75 82,4 9,9 0,2 0,0 0,1

Prostituzione minorile 106 244 350 231 66,0 69,7 0,3 1,1 0,6

Pornografia minorile 89 10 99 60 60,6 10,1 0,2 0,0 0,2

Detenzione materiale pornografico

(sfruttamento dei minori) 89 7 96 66 68,8 7,3 0,2 0,0 0,2

Turismo finalizzato allo sfruttamento dei minori 1 1 2 1 50,0 50,0 0,0 0,0 0,0

Ingiurie e diffamazioni 405 120 525 430 81,9 22,9 1,0 0,5 0,8

Contro la personalita' dello stato 98 32 130 104 80,0 24,6 0,2 0,1 0,2

Contro l'amministrazione della giustizia 5.716 1.112 6.828 5.752 84,2 16,3 14,1 5,1 10,9

Economia pubblica Frode nell'esercizio del commercio 9 1 10 10 100,0 10,0 0,0 0,0 0,0

Vendita sostanze alimentari non genuine 1 0 1 1 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0

Arbitraria invasione aziende 234 12 246 131 53,3 4,9 0,6 0,1 0,4

Bancarotta 406 9 415 378 91,1 2,2 1,0 0,0 0,7

Emissione di assegni a vuoto 4 0 4 4 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0

Contravvenzioni 3.578 687 4.265 3.398 79,7 16,1 8,8 3,1 6,8

Tu immigrazione 102 1,072 1.174 677 57,7 91,3 0,3 4,9 1,9

Contro il sentimento religioso 997 107 1.104 918 83,2 9,7 2,5 0,5 1,8

Altri reati 3.068 207 3.275 2.815 86,0 6,3 7,5 0,9 5,2

Civile La Magistratura - Anno LXIII - Numero 1 - 2

Gli approfondimenti dedicati al diritto civile prendono l’avvio da un settore di enorme attualità: il diritto dell’impresa al tempo dei conflitti sociali, delle imprese senza passaporto e, non ultime, delle piccole e medie imprese a radicamento familiare.

La questione della produttività e della competitività imprenditoriale merita di essere guardata con occhi nuovi, aperti a tutte le realtà imprenditoriali, poiché si spazia dalla scena nazionale, per approdare a uno scenario ben più vasto, nel quale le imprese proiettano le proprie scelte (per lo più) fuori dai confini nazionali.

Si assiste a un fenomeno imprenditoriale assai variegato; accanto a imprese ancora ben radicate sul territorio, prevalentemente di piccole e medie dimensioni, si pongono le nuove imprese senza passaporto (o forse con molti passaporti): l’esempio di Fiat è significativo. Oggi Fiat è diventata FCA (FIAT Chrysler Automobiles), è un produttore globale di automobili con sede legale nei Paesi Bassi, sede fiscale nel Regno Unito, mercato borsistico a Wall Street, un assetto proprietario aperto e azionisti di ogni parte del mondo, sedi operative principali in Italia e USA, impianti in svariati paesi nel mondo e filiali commerciali ancora più diffuse.

In questo mutato scenario imprenditoriale, la questione della produttività assume nuove caratteristiche, finora inedite, che impongono di guardare alla competitività come a una vera e propria competizione multipla, che si gioca su più tavoli, non solo all’interno del territorio nazionale ma anche tra Stati e – per lo più – in materia fiscale e di diritto societario.

Il legislatore pare essersi ispirato a una politica industriale di ampio respiro, volta a rendere l’Italia un luogo adatto a fare impresa per le imprese; la direzione è stata quella di incentivare la produttività con l’intento di rimuovere le inefficienze della pubblica amministrazione, le lentezze della burocrazia, e soprattutto quelle della giustizia. Significativo il recente caso dell’imprenditoria romagnola nel settore della ceramica, che, in dieci mesi, ha aperto uno stabilimento di trentamila metri quadrati in Tennessee contro dieci anni per ottenere il permesso per un ampliamento dello stabilimento di Rimini.

Le ragioni dell’ambiziosa scelta politica, correlata alla recente istituzione del Tribunale delle Imprese – salvo poi constatare che non di “Tribunale” si tratta ma di “sezioni specializzate” – risiede proprio nel mutato assetto imprenditoriale e nell’esigenza di rendere il territorio nazionale più appetibile per gli investitori, italiani ed esteri, con l’obiettivo di far sì che l’Italia torni a essere il luogo adatto a fare impresa senza il predominio della burocrazia e della lentezza della giustizia.

La legge n. 27/2012, di conversione del d.l. n. 1/2012, ha così istituito le sezioni specializzate in materia di impresa presso i Tribunali e le Corti d’Appello aventi sede nel capoluogo di ogni regione, nonché presso il Tribunale e la Corte d’Appello di Brescia e Catania, delineando una competenza “concentrata tendenzialmente per regione” nei tre gruppi di materie della proprietà industriale (e affini), delle controversie “societarie” relative a società di capitali e cooperative e dei contratti pubblici di appalto ove sia parte una società di capitali o una cooperativa. La moderna creazione delle sezioni d’impresa non costituisce un’assoluta novità nel panorama giuridico italiano. È sufficiente ricordare che la recente istituzione del Tribunale delle Imprese riprende, sia pure in parte, la filosofia dell’originaria proposta di riforma della giurisdizione in materia societaria, formulata agli inizi di questo secolo dalla c.d. Commissione Mirone (successivamente ripresa anche dalla Commissione Rovelli), non recepita dal testo definitivo delle legge delega n. 366 del 2001 di riforma del diritto e del processo societario.

Tale proposta partiva dall’intenzione di dare vita a un modello di giudice specializzato, stabilmente inserito nella struttura dei Tribunali delle città sedi delle Corti d’Appello con una competenza in materia societaria, bancaria e finanziaria, di concorrenza, brevetti e segni distintivi dell’impresa, e, con alcune eccezioni, in materia fallimentare e concorsuale. Tale proposta non fu recepita nel corso dell’iter parlamentare di approvazione della legge di riforma del diritto societario (legge n. 5 del 2003), preferendosi affidare tutte queste materie alla competenza del giudice ordinario in composizione collegiale.

IL TRIBUNALE PER

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