positivi, allora ha esattamente cinque radici reali, perch´e cambia pendenza cinque volte. Allora per il teorema precedente, il polinomio f ha come gruppo di Galois S7 che non `e risolubile per il teorema 2.4.
Si pu`o ora comprendere l’esempio di estensione risolubile non radicale, riportato di seguito.
Esempio 3.5. Si consideri il polinomio f (x) = x3+ x2
− 2x − 1 ∈ Q[x]. Si vuole ora mostrare che `e un polinomio irriducibile. Per il lemma di Gauss, basta mostrare che `e irriducibile in Z[x]. Poich`e il polinomio ha grado 3, `e sufficiente mostrare che non ha radici in Z[x] e ci`o segue dal fatto che le eventuali radici di f in Z[x] devono essere divisori del termine noto −1, quindi le possibili radici sono 1,−1. Ma f(1) �= 0 e anche f(−1) �= 0. Allora il polinomio f non ha radici inZ[x]. Per studiare il gruppo di Galois di f `e utile calcolare il discriminante di f utilizzando i suoi coefficienti. Il discriminante di un generico polinomio monico di terzo grado g(x) = x3+ax2+bx+c
∈ Q[x] `e dato dalla seguente formula (si veda [2] esempio 2.7.18):
∆(g) = a2b2− 4b3
− 4a3c
− 27c2+ 18abc .
Calcolandolo per il polinomio f si ottiene che ∆(f ) = 49, che `e un quadrato in Q, ovvero�∆(f ) = 7 ∈ Q. Allora per la proposizione 1.14, il gruppo di Galois di f `e A3 � Z/3Z.
Operando un indagine analitica sul suo grafico, si vede facilmente che f ha tre radici reali distinte. Sia L il suo campo di spezzamento, allora l’estensione Q ⊂ L `e di Galois risolubile, perch´e campo di spezzamento di un polinomio separabile e risulta che L⊂ R.
Si vuole ora mostrare che l’estensione Q ⊂ L non `e radicale. Si supponga per assurdo che Q ⊂ L sia un’estensione radicale. Dal momento che [L : Q] = | Gal(L/Q)| = 3, si ha che L = Q(γ), dove γm
∈ Q per qualche m ≥ 3. Allora il polinomio minimo f di γ deve dividere xm
− γm in Q[x]. Poich`e L
`e il campo di spezzamento di f , f si spezza completamente suQ(γ), ma cos`ı tre elementi tra γ, ξγ, ξ2γ, . . . , ξm−1γ, dove ξ `e una radice primitiva m-esima
dell’unit`a, devono appartenere ad L. Ma questo `e assurdo, dal momento che L⊂ R. Perci`o l’estensione non `e radicale.
3.3
Un esempio di estensione non risolubile
Per prima cosa verr`a illustrato un utile risultato per capire se un polinomio di grado p `e irriducibile su un campo.
3.3. Un esempio di estensione non risolubile 3. Applicazioni Proposizione 3.9. Sia F un campo e sia p un primo. Allora il polinomio f (x) = xp− a ∈ F [x] `e irriducibile su F se e solo se f non ha radici in F .
Dimostrazione. Si supponga che f sia irriducibile e si supponga per assurdo che abbia una radice α∈ F , allora risulta che (x − α) `e un fattore lineare di f in F [x], ma questo `e assurdo perch´e per ipotesi f `e irriducibile.
Per il viceversa, si supponga che per assurdo f sia riducibile, si vuole allora mostrare che f ha una radice in F . Sia L il campo di spezzamento di f su F , allora su L risulta che :
f (x) = (x− α1)(x− α2) . . . (x− αp)
dove αi ∈ L sono radici di f per i = 1, . . . , p. Se α1 = 0, si ha che f ha una
radice in f , allora si pu`o supporre α1 �= 0. Si ponga ora
ξi=
αi
α1
, per 1≤ i ≤ p . Poich`e αpi = a per ogni i, si ha che:
ξip = α p i αp1 = a a = 1
ovvero ξi `e una radice p-esima dell’unit`a. Inoltre si pu`o scrivere αi = ξiα1
per ogni 1≤ i ≤ p. Su L si ha quindi che:
f (x) = (x− ξ1α1)(x− ξ2α1) . . . (x− ξpα1) . (3.1)
Dal momento che f `e riducibile per ipotesi, si pu`o supporre che f = gh, con g, h ∈ F [x] di grado rispettivamente r, s < p. ´E possibile assumerli monici, moltiplicandoli per delle costanti se necessario. Poich`e la fattoriz- zazione `e unica, g deve essere prodotto di r fattori di 3.1. Eventualmente rinominandoli, si ottiene allora che:
g(x) = (x− ξ1α1)(x− ξ2α1) . . . (x− ξrα1) .
Dato che g ∈ F [x], allora il suo termine nota appartiene a F e il termine noto di g `e ξαr
1, dove ξ = ξ1. . . ξr. Si osservi che ξp = 1. Per il teorema
cinese dei resti, dal momento che p `e primo e 1 < r < p, esistono m, n ∈ Z tali che mr + np = 1. Allora si ha che
ξmα1 = ξmαmr+np= (ξαr1) m(αp
1) n
ma αp1= a∈ F e ξαr1∈ F , allora necessariamente anche ξmα1 ∈ F . Ma ξmα1
`e proprio una radice del polinomio f dal momento che (ξmα
1)p= (ξp)mαp1 =
1· a = a. Allora si ha una contraddizione perch´e ξmα
1 `e una radice di f
che sta in F , ma f per ipotesi non ha radici in F , allora si `e raggiunto l’assurdo.
3. Applicazioni 3.3. Un esempio di estensione non risolubile Definizione 3.5. Si dice che un campo F contiene tutte le radici dell’unit`a se xm− 1 si spezza linearmente du F per ogni intero m ≥ 1.
Lemma 3.10. Sia F un campo contenente tutte le radici dell’unit`a. Sia γ un elemento tale che γ /∈ F e γm∈ F per qualche primo m. Allora il polinomio
g(x) = xm
− γm
∈ F [x] `e irriducibile su F e [F (γ) : F ] = m.
Dimostrazione. Si supponga per assurdo che g abbia una radice β∈ F , allora si ha che βm = γm, ovvero β = ξγ, dove ξ `e una radice m-esima dell’unit`a.
Poich`e per ipotesi F contiene tutte le radici dell’unit`a, si ha che β, ξ ∈ F , allora γ = ξ−1β ∈ F , ma questo `e assurdo perch´e per ipotesi γ /∈ F . Quindi
poich`e il polinomio g non ha radici in F , per la proposizione 3.9 `e irriducibile su F . La seconda parte del lemma `e banalmente vera, perch´e g `e il polinomio minimo di γ essendo irriducibile, e perci`o [F (γ) : F ] = deg g = m.
Teorema 3.11. Sia M un campo di caratteristica prima p che contiene tutte le radici dell’unit`a. Allora ogni estensione di Galois M ⊆ L di grado p non `e risolubile per radicali.
Dimostrazione. Per mostrare che l’estensione M ⊆ L non `e risolubile, si deve mostrare che L non `e contenuto in nessuna estensione radicale di M . Si consideri l’estensione M ⊆ M(γ), dove γ /∈ M, ma γm
∈ M, per qualche primo m. Per il lemma precedente si ha allora che il polinomio g(x) = xm− γm∈ M[x] `e irriducibile e che [M(γ) : M] = m. Si ha allora il seguente
diagramma di estensioni: M (γ) −−−→ L(γ) � � M −−−→ L
Si vuole ora mostrare che γ /∈ L. Si supponga per assurdo che γ ∈ L, allora si ha che L = M (γ), perch´e [L : M ] = p, primo. Allora si ha che m = [M (γ) : M ] = [L : M ] = p, ovvero il polinomio minimo di γ su M `e g(x) = xp − γp. Poich`e l’estensione M ⊆ L `e di Galois per ipotesi ed in
particolare `e separabile, γ deve essere separabile su M , ma invece risulta che g(x) = xp
− γp = (x
− γ)p (M ha caratteristica p), che `e chiaramente non
separabile. Allora si `e raggiunto un assurdo, perci`o γ /∈ L.
Applicando nuovamante il lemma 3.10 si ha che [L(γ) : L] = m, perci`o applicando il Lemma della Torre (1.1) si ha che :
[L(γ) : L][L : M ] = [L(γ) : M ] = [L(γ) : M (γ)][M (γ) : M ] m· [L : M] = [L(γ) : M(γ)] · m
3.3. Un esempio di estensione non risolubile 3. Applicazioni ovvero [L : M ] = [L(γ) : M (γ)]. Quindi aggiungere radicali primi non cambia il grado dell’estensione. Inoltre l’estensione M (γ) ⊆ L(γ) `e ancora di Galois, infatti L `e il campo di spezzamento di un polinomio separabile f ∈ M[x], allora L(γ) `e ancora campo di spezzamento del polinomio separa- bile f ∈ M(γ)[x]. Infine, dal momento che M per ipotesi contiene tutte le radici dell’unit`a, M (γ) contiene ancora tutte le radici dell’unit`a.
Si supponga per assurdo che esista un’estensione radicale di M contentenente L. `E facile verificare che, inserendo opportuni campi intermedi, si pu`o sup- porre che tale estensione radicale sia della forma M (γ1, . . . , γs), dove γ1 = γ,
γi ∈ M(γ/ 1, . . . , γi−1), ma γimi ∈ M(γ1, . . . , γi−1) per qualche primo mi. Si
consideri l’estensione M (γ1)⊆ M(γ1, γ2), dove γ2 ∈ M(γ/ 1), ma γ2m2 ∈ M(γ1)
per qualche primo m2. Si ottiene allora il seguente diagramma:
M (γ1, γ2) −−−→ L(γ1, γ2) � � M (γ1) −−−→ L(γ1) � � M −−−→ L
Utilizzando quanto dimostrato nella prima parte con M (γ1) nel ruolo di
M e M (γ1, γ2) nel ruolo di M (γ), si ottiene che l’estensione M (γ1, γ2) ⊆
L(γ1, γ2) `e di Galois di grado p; in particolare L(γ1, γ2) � M(γ1, γ2). Ripe-
tendo iterativamente il ragionamento appena visto, si ottiene il diagramma seguente: M (γ1, . . . , γs) −−−→ L(γ1, . . . , γs) � � M (γ1, . . . , γs−1) −−−→ L(γ1, . . . , γs−1) � � ... −−−→ ... � � M (γ1, γ2) −−−→ L(γ1, γ2) � � M (γ1) −−−→ L(γ1) � � M −−−→ L
3. Applicazioni 3.3. Un esempio di estensione non risolubile dove risulta che L(γ1, . . . , γs)� M(γ1, . . . , γs). Ma questo `e assurdo, perch´e
per ipotesi M (γ1, . . . , γs) `e un’estensione radicale di M contenente L, allora
in particolare contiene L e γ1, . . . , γs. Quindi non esiste un’estensione radicale
di M contenente L.
Si vuole ora presentare un’applicazione di questo risultato. `E per`o prima necessario dimostrare un ulteriore lemma.
Lemma 3.12. Sia K un campo e sia M = K(t), dove t `e un’ideterminata. Sia n > 1, allora non esiste un elemento β∈ M tale che βp
− β + t = 0. Dimostrazione. Per definizione, ogni elemento β∈ M pu`o essere scritto come β = f (t)g(t) dove f (t), g(t)∈ K[t] sono relativamente primi tra loro e g(t) �= 0. Si vuole mostrare che se β = f (t)g(t) `e tale che βn
− β + t = 0, deve risultare che g `e un polinomio costante. Se β = f (t)g(t) e βn − β + t = 0, si ha che f (t)n g(t)n − f (t) g(t) + t = 0 f (t)n− f(t)g(t)n−1+ tg(t)n = 0 ovvero f (t)n = f (t)g(t)n−1− tg(t)n .
Dal momento che g(t) divide il secondo membro dell’equazione sopra, g(t) deve dividere f (t)n. Si scomponga il polinomio g(t) nel prodotto dei suoi
fattori irriducibili
g(t) = p1(t)· · · pk(t) .
Sia pi(t) un fattore irriducibile di g(t). Allora pi(t) divide g(t) e quindi deve
dividere f (t)n. Poich`e p
i(t) `e primo, segue che deve dividere f (t). Allora si
ha che
pi(t)|g(t) e pi(t)|f(t)
ma f (t) e g(t) sono relativamente primi. Allora pi(t) `e una costante. Questo
ragionamento vale per tutti i fattori irriducibili di g(t), allora g(t) `e una costante, come si voleva dimostrare. Per dimostrare allora che non esiste un elemento β tale che βn− β + t = 0, basta mostrare che f(t)n− f(t) + t �= 0
per ogni f ∈ F [t]. Si supponga che deg f = s, allora si ha che il coefficiente direttore del polinomio f (t)n
− f(t) + t ha grado sn e dal momento che n > 1, il polinomio non si pu`o annullare, perch´e ha grado sempre strettamente maggiore di 1.
3.3. Un esempio di estensione non risolubile 3. Applicazioni Esempio 3.6. Sia K un campo algebricamente chiuso di caratteristica p e sia M = K(t), dove t `e una indeterminata. Dal momento che xm−1 si spezza
linearmente su K per ogni intero positivo m, segue che M contiene tutte le radici dell’unit`a. Si consideri allora il polinomio:
f (x) = xp− x + t ∈ M[x] .
Sia L il campo di spezzamento di f su M . Il polinomio f risulta separabile, perch´e
f�(x) = pxp−1− 1 = −1 ,
poich`e la caratteristica di M `e p. Quindi risulta che (f, f�) = 1, allora per la proposizione 1.8 `e separabile. Quindi L `e il campo di spezzamento di un polinomio separabile f su M , allora l’estensione M ⊆ L `e un’estensione di Galois.
Sia ora α una radice di f , si vuole mostrare che le radici di f sono esattamente α, α + 1, . . . , α + (p− 1). Infatti sia i < p, dal momento che α − αp = t e
np
≡ n mod p per ogni 0 ≤ n ≤ p − 1, risulta che f (α + i) = (α + i)p− (α + i) + t
= αp+ ip− α − i + t = (αp− α) + (ip− i) + t =−t + t = 0 .
Allora preso σ ∈ Gal(L/M) risulta che σ(α) = α + i. Si consideri ora l’omomorfismo iniettivo di gruppi:
ϕ : Gal(L/M )−→ Z/pZ σ�−→ [i]
Questo `e un omomorfismo perch´e presi σ, τ ∈ Gal(L/M), con σ �→ [i], τ �→ [j], si ha che
(στ )(α) = σ(τ (α)) = σ(α + j) = α + (i + j)
ovvero στ �→ [i + j], perch´e char M = p. L’omomorsifmo ϕ `e anche iniettivo, perch´e presi σ, τ ∈ Gal(L/M) tali che τ, σ �→ [i], si ha che per ogni j = 1, . . . , p− 1
σ(α + j) = σ(α) + j = α + i + j = τ (α) + j = τ (α + j)
ovvero i due automorfismi assumono lo stesso valore su ogni radice di f , ma un automorfismo `e determinato dal valore che assume sulle radici di f , allora
3. Applicazioni 3.3. Un esempio di estensione non risolubile σ = τ . In particolare si ha che | Gal(L/M)| = 1 o p. Dal momento che [L : M ] = | Gal(L/F )| si ha che [L : M] = 1 o p. Se [L : M] = 1, si ha che L = M , ovvero il polinomio f si spezza linearmente su M , ma per il lemma precedente f non ha radici in M , di conseguenza [L : M ] = p. Segue allora che l’estensione M ⊆ L `e di Galois di grado p, allora per il teorema 3.11 l’estensione M ⊆ L non `e risolubile.
Appendice A
Teorema di Struttura dei
Gruppi Abeliani
Verr`a dimostrato un enunciato, utilizzato nel capitolo 2, conseguenza del teorema di struttura per gruppi abeliani, risultato fondamentale nella teoria dei moduli.
Teorema A.1. Sia V un gruppo abeliano finitamente generato. Allora esi- stono unici d1, . . . , dk, r∈ N tali che d1|d2| . . . |dk e
V � Cd1 × . . . × Cdk× L
dove i Cdi sono gruppi ciclici di ordine di ed L `e un gruppo abeliano libero
di rango r.
Osservazione 22. Se V `e un gruppo abeliano finito, allora `e finitamente generato ma il gruppo libero L risulta essere il gruppo nullo.
Proposizione A.2. Sia G ⊆ F∗ un sottogruppo finito del gruppo moltipli-
cativo di un campo F . Allora G `e ciclico.
Dimostrazione. Si osservi che G `e abeliano perch´e F `e un campo. Per il teorema A.1 di struttura dei gruppi abeliani si ha che G `e isomorfo al prodotto diretto di gruppi ciclici, ad esempio
G� Z/m1Z × . . . × Z/mkZ
dove mi sono interi maggiori di 1 tali che m1|m2| . . . |mk. Perci`o |G| =
m1 · . . . · mk. Sia m = mcm(m1, . . . , mk) il minimo comune multiplo di
m1, . . . , mk. Si osservi che m = mk. Si vuole ora mostrare che gm = 1 per
A. Teorema di Struttura dei Gruppi Abeliani
forma ([a1]m1, . . . , [ak]mk) e per ogni i = 1, . . . , k si ha che m[ai]mi = [0]mi,
per definizione di minimo comune multiplo e quindi m([a1]m1, . . . , [ak]mk) `e
l’elemento nullo e dunque gm= 1. Dato che G `e un sottogruppo di F∗, segue
che ogni g∈ G `e radice del polinomio xm
− 1 ∈ F [x], che ha al pi`u m radici in F . Perci`o risulta che
mk = m≥ m1· . . . · mk ,
quindi k = 1, ovvero G `e ciclico.
Appendice B
Gruppo Simmetrico
Nel capitolo 3 `e necessario un teorema sul gruppo simmetrico la cui dimo- strazione `e qui riportata. Verrano prima citati alcuni risultati fondamentali, per la cui dimostrazione si veda [3], capitolo 1, sezione 6.
Definizione B.1. Sia G un gruppo moltiplicativo, due elementi x, y ∈ G sono detti coniugati se esiste un elemento a∈ G tale che axa−1= y.
Lemma B.1. Siano σ, γ ∈ Sn, dove σ `e una permutazione qualsiasi e γ =
(i1. . . il) `e un ciclo di lunghezza l. Allora il coniugato di γ tramite σ `e
σγσ−1= (σ(i1) . . . σ(il)) .
In particolare `e ancora un ciclo di lunghezza l.
Teorema B.2. Il gruppo Sn `e generato dalle permutazioni τ = (12) e σ =
(123 . . . n).
Dimostrazione. Questa dimostrazione `e articolata in tre passi:
1. Sn `e generato dalle n− 1 trasposizioni (12), (13), (14), . . . , (1n).
Infatti ogni ciclo di Snpu`o essere scritto come prodotto di trasposizioni
e la generica trasposizione (ij) pu`o essere scomposta nel modo seguente: (ij) = (1i)(1j)(1i) .
2. Sn `e generato dalle n− 1 trasposizioni (12), (23), (34), . . . (n − 1n).
Si vuole mostrare ci`o per induzione su n. Sia n = 2, allora per il punto 1, Sn`e generato da (12). Si supponga valga l’ipotesi induttiva per j−1,
allora il ciclo (1j) si pu`o scrivere nel modo seguente: (1j) = (1 j− 1)(j − 1 j)(1 j − 1)
B. Gruppo Simmetrico
e per ipotesi induttiva il ciclo (1 j− 1) si pu`o scrivere come prodot- to delle trasposizioni (12), (23), . . . (j− 2 j − 1). Allora il ciclo (1j) si pu`o scrivere come prodotto della trasposizioni (12), (23), . . . (j − 1 j). Quindi per induzione Sn `e generato dalle n− 1 trasposizioni
(12), (23), (34), . . . , (n− 1 n).
3. Sn `e generato da (12) e (12 . . . n): Posto τ = (12) e σ = (123 . . . n), si
possono considerare le seguenti traposizioni:
τ1 = τ = (12), τ2 = στ1σ−1, . . . , τn−1= στn−2σ−1.
Per il lemma precedente queste sono trasposizioni perch´e ognuna `e co- niugata con quella precedente e la prima `e una trasposizione. Ma risulta che:
τ1= (12), τ2= (23), . . . , τn−1= (n− 1n)
che generano Sn. Allora τ e σ generano Sn.
Bibliografia
[1] D. Cox, Galois Theory, Wiley, 2004.
[2] S. Gabelli, Teoria delle Equazioni e Teoria di Galois, Springer, 2008 [3] T. Hungerford, Algebra, Springer, 1974
[4] J.Milne, Fields and Galois Theory, J.S.Milne, 2012 [5] J.Milne, Group Theory, J.S.Milne, 2013
Ringraziamenti
Per prima cosa vorrei ringraziare la mia relatrice, la professorressa Marta Morigi per la sua disponibilit`a, per la sua pazienza e per il suo aiuto. Vorrei ringraziare mio padre, che mi sprona sempre, nelle direzioni e nei modi meno convenzionali che conosco, ma che sa sempre come farmi sorridere. Ringrazio anche mia madre, per cui ogni occasione `e buona per fare shopping, perch`e `e sempre stata presente e partecipe nel mio percorso di studi. Un ringraziamento va anche a mio fratello, che, anche se odio sei giorni su sette, ce n’`e sempre uno in cui gli voglio bene. Un grazie particolare va ai miei nonni, che nonostante tutto sono sempre stati con me e mi hanno aiutato finch´e hanno potuto.
Vorrei poi ringraziare la mia enorme famiglia, che nel giorno della mia laurea si `e riunita da tutta l’Italia per celebrare con me. Siete e sarete sempre tutti parte di me.
Vorrei ringraziare i miei compagni di corso o meglio di avventura, con cui ho condiviso questi ultimi tre anni, con cui ho superato i momenti e gli esami pi`u difficili e con cui mi sono sempre divertita. Grazie Alex, Angelica, Bertoz, Gianlu, Greta, Marta Roxy, Marta Sacco, Palma, Sara e Stefano.
Vorrei ringraziare la Lolla, che nei momenti pi`u tristi e difficili, rideva di me, facendomi tornare sempre il sorriso, che mi ha sempre sopportato nonostante tutte le mie stranezze e soprattutto che ha saputo accetarmi anche quando non era pi`u io, ma ero una pesona nuova.
Infine un grande grazie va a Yuri, che `e sempre stato con me negli ultimi due anni, nei momenti difficili come in quelli felici, che `e stato capace di capirmi e di aiutarmi, che mi prende sempre in giro, ma che crede in me e che mi sprona, anche se il mio futuro mi porter`a lontano da lui. Grazie a te che sei la persona pi`u importante per me.
The last but not the least person I want to thank is Luisa, who came to my graduation after five years of being separated one from the other. She made this day much more bright and happy than I could ever immagine. Thank you for being here with me and for making this day the best of all.