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Un esempio di estensione non risolubile

Nel documento Risolubilità per radicali (pagine 44-57)

positivi, allora ha esattamente cinque radici reali, perch´e cambia pendenza cinque volte. Allora per il teorema precedente, il polinomio f ha come gruppo di Galois S7 che non `e risolubile per il teorema 2.4.

Si pu`o ora comprendere l’esempio di estensione risolubile non radicale, riportato di seguito.

Esempio 3.5. Si consideri il polinomio f (x) = x3+ x2

− 2x − 1 ∈ Q[x]. Si vuole ora mostrare che `e un polinomio irriducibile. Per il lemma di Gauss, basta mostrare che `e irriducibile in Z[x]. Poich`e il polinomio ha grado 3, `e sufficiente mostrare che non ha radici in Z[x] e ci`o segue dal fatto che le eventuali radici di f in Z[x] devono essere divisori del termine noto −1, quindi le possibili radici sono 1,−1. Ma f(1) �= 0 e anche f(−1) �= 0. Allora il polinomio f non ha radici inZ[x]. Per studiare il gruppo di Galois di f `e utile calcolare il discriminante di f utilizzando i suoi coefficienti. Il discriminante di un generico polinomio monico di terzo grado g(x) = x3+ax2+bx+c

∈ Q[x] `e dato dalla seguente formula (si veda [2] esempio 2.7.18):

∆(g) = a2b2− 4b3

− 4a3c

− 27c2+ 18abc .

Calcolandolo per il polinomio f si ottiene che ∆(f ) = 49, che `e un quadrato in Q, ovvero�∆(f ) = 7 ∈ Q. Allora per la proposizione 1.14, il gruppo di Galois di f `e A3 � Z/3Z.

Operando un indagine analitica sul suo grafico, si vede facilmente che f ha tre radici reali distinte. Sia L il suo campo di spezzamento, allora l’estensione Q ⊂ L `e di Galois risolubile, perch´e campo di spezzamento di un polinomio separabile e risulta che L⊂ R.

Si vuole ora mostrare che l’estensione Q ⊂ L non `e radicale. Si supponga per assurdo che Q ⊂ L sia un’estensione radicale. Dal momento che [L : Q] = | Gal(L/Q)| = 3, si ha che L = Q(γ), dove γm

∈ Q per qualche m ≥ 3. Allora il polinomio minimo f di γ deve dividere xm

− γm in Q[x]. Poich`e L

`e il campo di spezzamento di f , f si spezza completamente suQ(γ), ma cos`ı tre elementi tra γ, ξγ, ξ2γ, . . . , ξm−1γ, dove ξ `e una radice primitiva m-esima

dell’unit`a, devono appartenere ad L. Ma questo `e assurdo, dal momento che L⊂ R. Perci`o l’estensione non `e radicale.

3.3

Un esempio di estensione non risolubile

Per prima cosa verr`a illustrato un utile risultato per capire se un polinomio di grado p `e irriducibile su un campo.

3.3. Un esempio di estensione non risolubile 3. Applicazioni Proposizione 3.9. Sia F un campo e sia p un primo. Allora il polinomio f (x) = xp− a ∈ F [x] `e irriducibile su F se e solo se f non ha radici in F .

Dimostrazione. Si supponga che f sia irriducibile e si supponga per assurdo che abbia una radice α∈ F , allora risulta che (x − α) `e un fattore lineare di f in F [x], ma questo `e assurdo perch´e per ipotesi f `e irriducibile.

Per il viceversa, si supponga che per assurdo f sia riducibile, si vuole allora mostrare che f ha una radice in F . Sia L il campo di spezzamento di f su F , allora su L risulta che :

f (x) = (x− α1)(x− α2) . . . (x− αp)

dove αi ∈ L sono radici di f per i = 1, . . . , p. Se α1 = 0, si ha che f ha una

radice in f , allora si pu`o supporre α1 �= 0. Si ponga ora

ξi=

αi

α1

, per 1≤ i ≤ p . Poich`e αpi = a per ogni i, si ha che:

ξip = α p i αp1 = a a = 1

ovvero ξi `e una radice p-esima dell’unit`a. Inoltre si pu`o scrivere αi = ξiα1

per ogni 1≤ i ≤ p. Su L si ha quindi che:

f (x) = (x− ξ1α1)(x− ξ2α1) . . . (x− ξpα1) . (3.1)

Dal momento che f `e riducibile per ipotesi, si pu`o supporre che f = gh, con g, h ∈ F [x] di grado rispettivamente r, s < p. ´E possibile assumerli monici, moltiplicandoli per delle costanti se necessario. Poich`e la fattoriz- zazione `e unica, g deve essere prodotto di r fattori di 3.1. Eventualmente rinominandoli, si ottiene allora che:

g(x) = (x− ξ1α1)(x− ξ2α1) . . . (x− ξrα1) .

Dato che g ∈ F [x], allora il suo termine nota appartiene a F e il termine noto di g `e ξαr

1, dove ξ = ξ1. . . ξr. Si osservi che ξp = 1. Per il teorema

cinese dei resti, dal momento che p `e primo e 1 < r < p, esistono m, n ∈ Z tali che mr + np = 1. Allora si ha che

ξmα1 = ξmαmr+np= (ξαr1) mp

1) n

ma αp1= a∈ F e ξαr1∈ F , allora necessariamente anche ξmα1 ∈ F . Ma ξmα1

`e proprio una radice del polinomio f dal momento che (ξmα

1)p= (ξp)mαp1 =

1· a = a. Allora si ha una contraddizione perch´e ξmα

1 `e una radice di f

che sta in F , ma f per ipotesi non ha radici in F , allora si `e raggiunto l’assurdo.

3. Applicazioni 3.3. Un esempio di estensione non risolubile Definizione 3.5. Si dice che un campo F contiene tutte le radici dell’unit`a se xm− 1 si spezza linearmente du F per ogni intero m ≥ 1.

Lemma 3.10. Sia F un campo contenente tutte le radici dell’unit`a. Sia γ un elemento tale che γ /∈ F e γm∈ F per qualche primo m. Allora il polinomio

g(x) = xm

− γm

∈ F [x] `e irriducibile su F e [F (γ) : F ] = m.

Dimostrazione. Si supponga per assurdo che g abbia una radice β∈ F , allora si ha che βm = γm, ovvero β = ξγ, dove ξ `e una radice m-esima dell’unit`a.

Poich`e per ipotesi F contiene tutte le radici dell’unit`a, si ha che β, ξ ∈ F , allora γ = ξ−1β ∈ F , ma questo `e assurdo perch´e per ipotesi γ /∈ F . Quindi

poich`e il polinomio g non ha radici in F , per la proposizione 3.9 `e irriducibile su F . La seconda parte del lemma `e banalmente vera, perch´e g `e il polinomio minimo di γ essendo irriducibile, e perci`o [F (γ) : F ] = deg g = m.

Teorema 3.11. Sia M un campo di caratteristica prima p che contiene tutte le radici dell’unit`a. Allora ogni estensione di Galois M ⊆ L di grado p non `e risolubile per radicali.

Dimostrazione. Per mostrare che l’estensione M ⊆ L non `e risolubile, si deve mostrare che L non `e contenuto in nessuna estensione radicale di M . Si consideri l’estensione M ⊆ M(γ), dove γ /∈ M, ma γm

∈ M, per qualche primo m. Per il lemma precedente si ha allora che il polinomio g(x) = xm− γm∈ M[x] `e irriducibile e che [M(γ) : M] = m. Si ha allora il seguente

diagramma di estensioni: M (γ) −−−→ L(γ) �   �   M −−−→ L

Si vuole ora mostrare che γ /∈ L. Si supponga per assurdo che γ ∈ L, allora si ha che L = M (γ), perch´e [L : M ] = p, primo. Allora si ha che m = [M (γ) : M ] = [L : M ] = p, ovvero il polinomio minimo di γ su M `e g(x) = xp − γp. Poich`e l’estensione M ⊆ L `e di Galois per ipotesi ed in

particolare `e separabile, γ deve essere separabile su M , ma invece risulta che g(x) = xp

− γp = (x

− γ)p (M ha caratteristica p), che `e chiaramente non

separabile. Allora si `e raggiunto un assurdo, perci`o γ /∈ L.

Applicando nuovamante il lemma 3.10 si ha che [L(γ) : L] = m, perci`o applicando il Lemma della Torre (1.1) si ha che :

[L(γ) : L][L : M ] = [L(γ) : M ] = [L(γ) : M (γ)][M (γ) : M ] m· [L : M] = [L(γ) : M(γ)] · m

3.3. Un esempio di estensione non risolubile 3. Applicazioni ovvero [L : M ] = [L(γ) : M (γ)]. Quindi aggiungere radicali primi non cambia il grado dell’estensione. Inoltre l’estensione M (γ) ⊆ L(γ) `e ancora di Galois, infatti L `e il campo di spezzamento di un polinomio separabile f ∈ M[x], allora L(γ) `e ancora campo di spezzamento del polinomio separa- bile f ∈ M(γ)[x]. Infine, dal momento che M per ipotesi contiene tutte le radici dell’unit`a, M (γ) contiene ancora tutte le radici dell’unit`a.

Si supponga per assurdo che esista un’estensione radicale di M contentenente L. `E facile verificare che, inserendo opportuni campi intermedi, si pu`o sup- porre che tale estensione radicale sia della forma M (γ1, . . . , γs), dove γ1 = γ,

γi ∈ M(γ/ 1, . . . , γi−1), ma γimi ∈ M(γ1, . . . , γi−1) per qualche primo mi. Si

consideri l’estensione M (γ1)⊆ M(γ1, γ2), dove γ2 ∈ M(γ/ 1), ma γ2m2 ∈ M(γ1)

per qualche primo m2. Si ottiene allora il seguente diagramma:

M (γ1, γ2) −−−→ L(γ1, γ2) �   �   M (γ1) −−−→ L(γ1) �   � M −−−→ L

Utilizzando quanto dimostrato nella prima parte con M (γ1) nel ruolo di

M e M (γ1, γ2) nel ruolo di M (γ), si ottiene che l’estensione M (γ1, γ2) ⊆

L(γ1, γ2) `e di Galois di grado p; in particolare L(γ1, γ2) � M(γ1, γ2). Ripe-

tendo iterativamente il ragionamento appena visto, si ottiene il diagramma seguente: M (γ1, . . . , γs) −−−→ L(γ1, . . . , γs) �   �   M (γ1, . . . , γs−1) −−−→ L(γ1, . . . , γs−1) �   �   ... −−−→ ... �   � M (γ1, γ2) −−−→ L(γ1, γ2) �   �   M (γ1) −−−→ L(γ1) �   �   M −−−→ L

3. Applicazioni 3.3. Un esempio di estensione non risolubile dove risulta che L(γ1, . . . , γs)� M(γ1, . . . , γs). Ma questo `e assurdo, perch´e

per ipotesi M (γ1, . . . , γs) `e un’estensione radicale di M contenente L, allora

in particolare contiene L e γ1, . . . , γs. Quindi non esiste un’estensione radicale

di M contenente L.

Si vuole ora presentare un’applicazione di questo risultato. `E per`o prima necessario dimostrare un ulteriore lemma.

Lemma 3.12. Sia K un campo e sia M = K(t), dove t `e un’ideterminata. Sia n > 1, allora non esiste un elemento β∈ M tale che βp

− β + t = 0. Dimostrazione. Per definizione, ogni elemento β∈ M pu`o essere scritto come β = f (t)g(t) dove f (t), g(t)∈ K[t] sono relativamente primi tra loro e g(t) �= 0. Si vuole mostrare che se β = f (t)g(t) `e tale che βn

− β + t = 0, deve risultare che g `e un polinomio costante. Se β = f (t)g(t) e βn − β + t = 0, si ha che f (t)n g(t)n − f (t) g(t) + t = 0 f (t)n− f(t)g(t)n−1+ tg(t)n = 0 ovvero f (t)n = f (t)g(t)n−1− tg(t)n .

Dal momento che g(t) divide il secondo membro dell’equazione sopra, g(t) deve dividere f (t)n. Si scomponga il polinomio g(t) nel prodotto dei suoi

fattori irriducibili

g(t) = p1(t)· · · pk(t) .

Sia pi(t) un fattore irriducibile di g(t). Allora pi(t) divide g(t) e quindi deve

dividere f (t)n. Poich`e p

i(t) `e primo, segue che deve dividere f (t). Allora si

ha che

pi(t)|g(t) e pi(t)|f(t)

ma f (t) e g(t) sono relativamente primi. Allora pi(t) `e una costante. Questo

ragionamento vale per tutti i fattori irriducibili di g(t), allora g(t) `e una costante, come si voleva dimostrare. Per dimostrare allora che non esiste un elemento β tale che βn− β + t = 0, basta mostrare che f(t)n− f(t) + t �= 0

per ogni f ∈ F [t]. Si supponga che deg f = s, allora si ha che il coefficiente direttore del polinomio f (t)n

− f(t) + t ha grado sn e dal momento che n > 1, il polinomio non si pu`o annullare, perch´e ha grado sempre strettamente maggiore di 1.

3.3. Un esempio di estensione non risolubile 3. Applicazioni Esempio 3.6. Sia K un campo algebricamente chiuso di caratteristica p e sia M = K(t), dove t `e una indeterminata. Dal momento che xm−1 si spezza

linearmente su K per ogni intero positivo m, segue che M contiene tutte le radici dell’unit`a. Si consideri allora il polinomio:

f (x) = xp− x + t ∈ M[x] .

Sia L il campo di spezzamento di f su M . Il polinomio f risulta separabile, perch´e

f�(x) = pxp−1− 1 = −1 ,

poich`e la caratteristica di M `e p. Quindi risulta che (f, f�) = 1, allora per la proposizione 1.8 `e separabile. Quindi L `e il campo di spezzamento di un polinomio separabile f su M , allora l’estensione M ⊆ L `e un’estensione di Galois.

Sia ora α una radice di f , si vuole mostrare che le radici di f sono esattamente α, α + 1, . . . , α + (p− 1). Infatti sia i < p, dal momento che α − αp = t e

np

≡ n mod p per ogni 0 ≤ n ≤ p − 1, risulta che f (α + i) = (α + i)p− (α + i) + t

= αp+ ip− α − i + t = (αp− α) + (ip− i) + t =−t + t = 0 .

Allora preso σ ∈ Gal(L/M) risulta che σ(α) = α + i. Si consideri ora l’omomorfismo iniettivo di gruppi:

ϕ : Gal(L/M )−→ Z/pZ σ�−→ [i]

Questo `e un omomorfismo perch´e presi σ, τ ∈ Gal(L/M), con σ �→ [i], τ �→ [j], si ha che

(στ )(α) = σ(τ (α)) = σ(α + j) = α + (i + j)

ovvero στ �→ [i + j], perch´e char M = p. L’omomorsifmo ϕ `e anche iniettivo, perch´e presi σ, τ ∈ Gal(L/M) tali che τ, σ �→ [i], si ha che per ogni j = 1, . . . , p− 1

σ(α + j) = σ(α) + j = α + i + j = τ (α) + j = τ (α + j)

ovvero i due automorfismi assumono lo stesso valore su ogni radice di f , ma un automorfismo `e determinato dal valore che assume sulle radici di f , allora

3. Applicazioni 3.3. Un esempio di estensione non risolubile σ = τ . In particolare si ha che | Gal(L/M)| = 1 o p. Dal momento che [L : M ] = | Gal(L/F )| si ha che [L : M] = 1 o p. Se [L : M] = 1, si ha che L = M , ovvero il polinomio f si spezza linearmente su M , ma per il lemma precedente f non ha radici in M , di conseguenza [L : M ] = p. Segue allora che l’estensione M ⊆ L `e di Galois di grado p, allora per il teorema 3.11 l’estensione M ⊆ L non `e risolubile.

Appendice A

Teorema di Struttura dei

Gruppi Abeliani

Verr`a dimostrato un enunciato, utilizzato nel capitolo 2, conseguenza del teorema di struttura per gruppi abeliani, risultato fondamentale nella teoria dei moduli.

Teorema A.1. Sia V un gruppo abeliano finitamente generato. Allora esi- stono unici d1, . . . , dk, r∈ N tali che d1|d2| . . . |dk e

V � Cd1 × . . . × Cdk× L

dove i Cdi sono gruppi ciclici di ordine di ed L `e un gruppo abeliano libero

di rango r.

Osservazione 22. Se V `e un gruppo abeliano finito, allora `e finitamente generato ma il gruppo libero L risulta essere il gruppo nullo.

Proposizione A.2. Sia G ⊆ Fun sottogruppo finito del gruppo moltipli-

cativo di un campo F . Allora G `e ciclico.

Dimostrazione. Si osservi che G `e abeliano perch´e F `e un campo. Per il teorema A.1 di struttura dei gruppi abeliani si ha che G `e isomorfo al prodotto diretto di gruppi ciclici, ad esempio

G� Z/m1Z × . . . × Z/mkZ

dove mi sono interi maggiori di 1 tali che m1|m2| . . . |mk. Perci`o |G| =

m1 · . . . · mk. Sia m = mcm(m1, . . . , mk) il minimo comune multiplo di

m1, . . . , mk. Si osservi che m = mk. Si vuole ora mostrare che gm = 1 per

A. Teorema di Struttura dei Gruppi Abeliani

forma ([a1]m1, . . . , [ak]mk) e per ogni i = 1, . . . , k si ha che m[ai]mi = [0]mi,

per definizione di minimo comune multiplo e quindi m([a1]m1, . . . , [ak]mk) `e

l’elemento nullo e dunque gm= 1. Dato che G `e un sottogruppo di F, segue

che ogni g∈ G `e radice del polinomio xm

− 1 ∈ F [x], che ha al pi`u m radici in F . Perci`o risulta che

mk = m≥ m1· . . . · mk ,

quindi k = 1, ovvero G `e ciclico.

Appendice B

Gruppo Simmetrico

Nel capitolo 3 `e necessario un teorema sul gruppo simmetrico la cui dimo- strazione `e qui riportata. Verrano prima citati alcuni risultati fondamentali, per la cui dimostrazione si veda [3], capitolo 1, sezione 6.

Definizione B.1. Sia G un gruppo moltiplicativo, due elementi x, y ∈ G sono detti coniugati se esiste un elemento a∈ G tale che axa−1= y.

Lemma B.1. Siano σ, γ ∈ Sn, dove σ `e una permutazione qualsiasi e γ =

(i1. . . il) `e un ciclo di lunghezza l. Allora il coniugato di γ tramite σ `e

σγσ−1= (σ(i1) . . . σ(il)) .

In particolare `e ancora un ciclo di lunghezza l.

Teorema B.2. Il gruppo Sn `e generato dalle permutazioni τ = (12) e σ =

(123 . . . n).

Dimostrazione. Questa dimostrazione `e articolata in tre passi:

1. Sn `e generato dalle n− 1 trasposizioni (12), (13), (14), . . . , (1n).

Infatti ogni ciclo di Snpu`o essere scritto come prodotto di trasposizioni

e la generica trasposizione (ij) pu`o essere scomposta nel modo seguente: (ij) = (1i)(1j)(1i) .

2. Sn `e generato dalle n− 1 trasposizioni (12), (23), (34), . . . (n − 1n).

Si vuole mostrare ci`o per induzione su n. Sia n = 2, allora per il punto 1, Sn`e generato da (12). Si supponga valga l’ipotesi induttiva per j−1,

allora il ciclo (1j) si pu`o scrivere nel modo seguente: (1j) = (1 j− 1)(j − 1 j)(1 j − 1)

B. Gruppo Simmetrico

e per ipotesi induttiva il ciclo (1 j− 1) si pu`o scrivere come prodot- to delle trasposizioni (12), (23), . . . (j− 2 j − 1). Allora il ciclo (1j) si pu`o scrivere come prodotto della trasposizioni (12), (23), . . . (j 1 j). Quindi per induzione Sn `e generato dalle n− 1 trasposizioni

(12), (23), (34), . . . , (n− 1 n).

3. Sn `e generato da (12) e (12 . . . n): Posto τ = (12) e σ = (123 . . . n), si

possono considerare le seguenti traposizioni:

τ1 = τ = (12), τ2 = στ1σ−1, . . . , τn−1= στn−2σ−1.

Per il lemma precedente queste sono trasposizioni perch´e ognuna `e co- niugata con quella precedente e la prima `e una trasposizione. Ma risulta che:

τ1= (12), τ2= (23), . . . , τn−1= (n− 1n)

che generano Sn. Allora τ e σ generano Sn.

Bibliografia

[1] D. Cox, Galois Theory, Wiley, 2004.

[2] S. Gabelli, Teoria delle Equazioni e Teoria di Galois, Springer, 2008 [3] T. Hungerford, Algebra, Springer, 1974

[4] J.Milne, Fields and Galois Theory, J.S.Milne, 2012 [5] J.Milne, Group Theory, J.S.Milne, 2013

Ringraziamenti

Per prima cosa vorrei ringraziare la mia relatrice, la professorressa Marta Morigi per la sua disponibilit`a, per la sua pazienza e per il suo aiuto. Vorrei ringraziare mio padre, che mi sprona sempre, nelle direzioni e nei modi meno convenzionali che conosco, ma che sa sempre come farmi sorridere. Ringrazio anche mia madre, per cui ogni occasione `e buona per fare shopping, perch`e `e sempre stata presente e partecipe nel mio percorso di studi. Un ringraziamento va anche a mio fratello, che, anche se odio sei giorni su sette, ce n’`e sempre uno in cui gli voglio bene. Un grazie particolare va ai miei nonni, che nonostante tutto sono sempre stati con me e mi hanno aiutato finch´e hanno potuto.

Vorrei poi ringraziare la mia enorme famiglia, che nel giorno della mia laurea si `e riunita da tutta l’Italia per celebrare con me. Siete e sarete sempre tutti parte di me.

Vorrei ringraziare i miei compagni di corso o meglio di avventura, con cui ho condiviso questi ultimi tre anni, con cui ho superato i momenti e gli esami pi`u difficili e con cui mi sono sempre divertita. Grazie Alex, Angelica, Bertoz, Gianlu, Greta, Marta Roxy, Marta Sacco, Palma, Sara e Stefano.

Vorrei ringraziare la Lolla, che nei momenti pi`u tristi e difficili, rideva di me, facendomi tornare sempre il sorriso, che mi ha sempre sopportato nonostante tutte le mie stranezze e soprattutto che ha saputo accetarmi anche quando non era pi`u io, ma ero una pesona nuova.

Infine un grande grazie va a Yuri, che `e sempre stato con me negli ultimi due anni, nei momenti difficili come in quelli felici, che `e stato capace di capirmi e di aiutarmi, che mi prende sempre in giro, ma che crede in me e che mi sprona, anche se il mio futuro mi porter`a lontano da lui. Grazie a te che sei la persona pi`u importante per me.

The last but not the least person I want to thank is Luisa, who came to my graduation after five years of being separated one from the other. She made this day much more bright and happy than I could ever immagine. Thank you for being here with me and for making this day the best of all.

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