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4 SEZIONE – L’utilizzo dei dati del Flusso Consumi dei Dispositivi Medici da parte delle Regioni

4.1 L’esperienza della Regione Basilicata

Introduzione

La spesa per dispositivi medici (DM) è in costante aumento così come indicato dal report Agenas 2015

“Andamento spesa sanitaria nazionale e regionale 2008 2014”

(http://www.agenas.it/images/agenas/monitoraggio/spesa_sanitaria/monitoraggio_spesa/2008_2014/aggiorn amento_spesa_sanitaria_%20anni%202008_2014_PDF.pdf) in cui è evidente come, nel biennio 2013-2014, si sia rilevato un incremento, a livello nazionale, del 2,68%.

In Basilicata tale spesa incide sul FSR indistinto per circa 4,9%.

Inoltre, l’art. 9 ter, lettera b) del DL 78/2015 stabilisce che “al fine di garantire, in ciascuna regione, il rispetto

del tetto di spesa regionale per l'acquisto di dispositivi medici fissato, coerentemente con la composizione pubblico-privata dell'offerta, con accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro il 15 settembre 2015 e da aggiornare con cadenza biennale, fermo restando il tetto di spesa nazionale fissato al 4,4 per cento, gli enti del Servizio sanitario nazionale sono tenuti a proporre ai fornitori di dispositivi medici una rinegoziazione dei contratti in essere che abbia l'effetto di ridurre i prezzi unitari di fornitura e/o i volumi di acquisto, rispetto a quelli contenuti nei contratti in essere, senza che ciò comporti modifica della durata del contratto stesso”.

Al fine di ottemperare alle prescrizioni legislative e, nel contempo, di monitorare in maniera più dettagliata la spesa per i dispositivi medici, il Dipartimento regionale Politiche della Persona ha commissionato all’Osservatorio Prezzi dei beni e dei servizi in sanità (OPT) una prima analisi comparativa per confrontare i prezzi unitari delle tecnologie riportate nel seguito.

Inoltre, la Giunta Regionale, con DGR n.1226/15, ha voluto normare l’iter autorizzativo per l’acquisto dei beni ritenuti infungibili. Attualmente il Dipartimento sta attivando con le Aziende Sanitarie un flusso per la raccolta delle informazioni inerenti questi dispositivi al fine di costituire un elenco che sarà oggetto di un successivo livello di approfondimento e, magari, di confronto anche con altre regioni.

Metodo

L’analisi è stata condotta in due fasi. Nella prima fase sono stati presi in considerazione i primi 30 dispositivi a maggior volume di spesa (pari a circa il 42% della spesa complessiva) rilevati dal “flusso consumi dei Dispositivi

4 SEZIONE – L’utilizzo dei dati del Flusso Consumi dei Dispositivi Medici da parte delle Regioni Pag. 52 Medici” (report CNS 010 – Dispositivi a maggior spesa) nel periodo compreso tra luglio 2014 e giugno 2015. La seconda fase ha, invece, riguardato l’ampliamento dell’analisi ai primi 100 dispostivi (a maggior spesa) che si è resa necessaria per approfondire alcune anomalie riscontrate nella prima rilevazione. Era emerso, infatti, che alcuni dispositivi acquistati con la stessa procedura di gara dall’ Unione di acquisto regionale (URA) costituita tra le varie aziende regionali, presentavano prezzi differenti. Questa anomalia, spiegabile probabilmente con l’effetto della ponderazione dei prezzi operata nel “flusso consumi”, ha evidentemente influito sull’analisi. Il periodo di osservazione di questa seconda analisi è stato da aprile 2015 a marzo 2016. Tutti i prezzi rilevati in entrambe le analisi sono comprensivi di IVA.

Lo studio ha riguardato i singoli dispositivi identificati dal numero di banca dati/repertorio assegnato dal Ministero della Salute.

Nella prima valutazione, l’analisi si è basata sulla rilevazione del prezzo minimo, massimo e medio praticato in Basilicata confrontato con i corrispondenti delle altre stazioni appaltanti (Italia). Si è riportato inoltre il valore mediano dei prezzi praticati in Italia, ovvero quello pagato dal maggior numero di stazioni appaltanti. Si riporta un esempio nella Tabella 13.

Tabella 13 - “Esempio di elaborazione sulla base dei prezzi rilevati dal Flusso Consumi NSIS”

Numero di repertorio Nome commerciale e modello Denominazione Fabbricante Descrizione CND Costo di acquisto ii Quantità Distribuita Costo medio pesato ii Basilicata Costo MIN Basilicata Costo MAX Basilicata Costo medio Italia Costo Min Italia Coso Max Italia Madiana Scostamento dal costo medio Italia (%) xxx xxxx xxxxx C010401020199 - CATETERI DILATATORI PER PTCA - ALTRI 413.927,16 1.584 261,32 261,32 261,32 238,30 103,53 305,00 261,02 0,11

Successivamente si sono analizzati i DM con maggior scostamento dalla media nazionale, eliminando i valori ritenuti anomali (valori negativi) e i valori pari a zero (dispositivi molto probabilmente acquisiti in sconto merce).

Nella seconda analisi, di cui si riporta un esempio nella Tabella 14, il valore “Costo di acquisto” riportato fa riferimento ai prezzi medi ponderati rivenienti dal “flusso consumi”. Lo stesso è stato poi confrontato con il “Prezzo minimo unitario aggiudicato” e “Prezzo massimo unitario aggiudicato” ritenuto dal flusso contratti (report CTR 002 Confronto prezzi DM).

Tabella 14 - “Esempio di elaborazione sulla base dei prezzi rilevati dal Flusso Contratti NSIS”

Numero di repertorio Nome commerciale e modello Codice attribuito dal fabbricante Denominazione Fabbricante Costo di acquisto iva inclusa Quantità Distribuita Costo medio ponderato iva inclusa Azienda 1 Azienda 2 Azienda 3 Azienda 4 Prezzo minimo unitario aggiudicato IVA esclusa (euro) Prezzo massimo unitario aggiudicato IVA esclusa (euro) xxxx xxxx xxxx xxxxx 345.800,00 19,00 18.200,00 17.500,00 17.400,00 20.800,00

L’ampia variabilità di prezzo tra dispositivi con lo stesso numero di repertorio, possono riferirsi a unità di misura diverse movimentate (es. nei fili di sutura, il singolo filo oppure la confezione) o a palesi errori di data entry.

4 SEZIONE – L’utilizzo dei dati del Flusso Consumi dei Dispositivi Medici da parte delle Regioni Pag. 53 L’analisi dei primi 30 dispositivi medici, pur con i limiti rappresentati, ha evidenziato, in maniera immediata, quelli a maggior scostamento dal valore mediano nazionale.

Il dato ha, quindi, consentito di avviare una prima fase di ricontrattazione dei contratti in essere, seguita poi dall’esito della seconda analisi condotta , questa volta, sui primi 100 dispositivi a maggior volume di spesa e analizzati facendo riferimento anche al flusso contratti.

Scopo di tale attività è quello di allineare, per quanto possibile, il prezzo al valore della mediana di quelli praticati in Italia.

Da quanto riscontrato è emersa la necessità di un successivo livello di approfondimento di alcune anomalie dei prezzi tra le aziende lucane che meritano.

Importante è stato rilevare che un prezzo superiore a quello regionale è stato pagato dalle aziende con minor consumo: questa informazione conferma la necessità di ricorrere all’acquisto centralizzato.

Pertanto, oltre alle categorie di dispositivi medici contenute nel DPCM del 24 dicembre 2015, la maggior parte dei dispositivi medici viene oggi acquistata dalla SUA-Regione Basilicata che funge sia da Centrale di committenza regionale che da Soggetto Aggregatore.

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