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l’esperienza dell’Università per la Pace

Davide Guidi

Coordinatore delle attività dell’Università per la pace delle Marche

L’Associazione Università per la pace delle Marche si è costituita nel 2009, ai sensi della Legge Regionale n. 9 del 2002 “Attività regionali per la promozione dei diritti umani, della cultura di pace, della coope-razione allo sviluppo e della solidarietà internazionale”. Si propone di promuovere lo sviluppo di una cultura della pace basata sul rispetto dei diritti umani, sulla diffusione dei principi democratici e di par-tecipazione, sulla valorizzazione delle differenze di etnia, religione, cultura e genere, nonché sulla salvaguardia dell’ambiente. Assume come proprio patrimonio morale tutte le iniziative, attività, azioni e ricerche che gli enti locali, le associazioni e le scuole di pace della Regione Marche hanno posto in essere nel corso degli anni in tema di diffusione della cultura di pace.

La costruzione di relazioni di rete rappresentano la base stessa della costituzione dell’Università per la pace, che infatti annovera fra i propri soci, oltre alla Regione Marche, le quattro università marchigiane, diverse associazioni di terzo settore alcune delle quali di carattere regionale, qualche ente locale.

Ogni componente è chiamata a dare il proprio specifico con-tributo: le Università proponendo ricerca e innovazione, i sogget-ti associasogget-tivi attraverso le sperimentazione e l’attuazione di buone pratiche, gli enti locali - Regione in testa - chiamati a trasformare in politiche territoriali gli impulsi, le visioni, le ricerche, le azioni progettate e realizzate.

Linguaggi e pratiche differenti che si incontrano e confrontano, che imparano pian piano ad accogliersi e contaminarsi, in un pro-cesso continuo.

Oltre alla propria struttura associativa, l’Università per la pace ha poi proceduto a rafforzare nel tempo una rete regionale fra tutti i soggetti associativi, cooperativi e di terzo settore attivi sui temi della pace e dei diritti umani. Sia al fine di valorizzare le tante ini-ziative presenti nel territorio, sia per porsi come soggetto referente regionale in grado di garantire una riconoscibilità sovra territoriale ai tanti soggetti attivi, nel rispetto delle diversità degli approcci e delle visioni.

Sarà necessario, in un futuro prossimo, lavorare per ampliare le azioni di rete con soggetti di rilievo nazionale ed operanti in altri paesi, in un dimensione almeno europea che già ora rappresenta un riferimento imprescindibile per le più avanzate esperienze su temi di pace e diritti umani.

In riferimento, infine, alle buone pratiche di sostenibilità ogget-to del presente lavoro di mappatura, illustriamo sinteticamente due percorsi su cui le energie dell’Università per la pace si sono dirette a partire dai primi mesi del 2019.

Inclusione dei migranti

L’Università per la pace ha organizzato, nella giornata di Sabato 6 Aprile, il corteo regionale “Le Marche plurali ed accoglienti” con l’obiettivo di denunciare i tratti xenofobi, violenti e razzisti divenuti sempre più evidenti nel linguaggio comune, contrastare l’esclusione sociale dei più fragili a partire dai migranti, rimarcare la volontà di perpetrare anche nel presente il paradigma di una regione che sa e che vuole accogliere riconoscendo ad ogni essere umano tale diritto all’accoglienza.

Il Corteo ha visto manifestare ad Ancona circa 2.500 partecipan-ti, italiani e migranti insieme, ed è stato sostenuto dall’adesione di più di 90 enti associativi, cooperativi e sindacali.

La preparazione di tale iniziativa ha richiesto due mesi di lavoro, 6 incontri fra tutti i soggetti promotori, con una media di 30 parte-cipanti ad incontro. Fra i risultati più evidenti la riattivazione di una rete regionale sulle tematiche dei migranti, fortemente presente nelle Marche negli anni precedenti ma divenuta via via sempre pià fragile.

Oltre alla fondamentale fase di preparazione (la costruzione con-divisa dell’appello, la discussione sull’opportunità di accogliere l’a-desione di partiti ed istituzioni, i tanti dettagli logistici e comunica-tivi), tutti i promotori hanno convenuto sulla necessità di continua-re il percorso a Corteo terminato, nella dicontinua-rezione di non disperdecontinua-re di nuovo le energie riattivate in tale occasione.

Fra le priorità individuate spiccano autoformazione, sperimenta-zione di buone pratiche di altri territori, opera continua di sensibi-lizzazione della cittadinanza, parziale decentramento alle comunità locali della responsabilità dell’accoglienza, avvio dell’interlocuzione con la Regione Marche a cui chiedere un nuovo protagonismo poli-tico, ad ampio raggio, sulle tematiche migratorie.

Educazione alla Cittadinnza Globale

La seconda esperienza proposta è relativa all’Educazione alla Cit-tadinanza Globale.

Da anni Università per la pace e CVM-Comunità Volontari per il Mondo portano avanti un meticoloso lavoro di formazione di formatori sulla ECG, rivolto in particolare agli insegnanti delle scuole secondarie marchigiane. Con risvolti anche curriculari, dato che parte del percorso prevede la costruzione di vere e proprie unità didattiche sperimentate poi in classe dagli insegnanti.

Di recente, nel mese di febbraio, è stato sottoscritto un Protocol-lo di intesa per una società inclusiva, multietnica e multiculturale fra Consiglio regionale, Università marchigiane, CVM, Rete di scuole marchigiane, Università per la pace.

Il Protocollo permetterà di concentrare le attività su tre livelli:

politico, con un’iniziativa legislativa regionale per favorire la

diffu-sione dell’ECG; di ricerca, attraverso l’attivazione di un gruppo di lavoro per la formazione di un nuovo pensiero; di sensibilizzazione, rivolta a giornalisti, politici, opinione pubblica.

L’attività più avanzata è al momento quella relativa all’avvio del gruppo di lavoro che, partendo dalla ricerca e dai saperi più inno-vativi delle Università, possa concretizzarsi nella realizzazione di un libro di testo o di dispense che facciano della cittadinanza globale il perno del proprio approcio didattico nelle varie discipline, sottoli-neando in particolare:

a) l’interdipendenza dei fenomeni globali;

b) il superamento della frammentazione dei saperi e la proposizione di un metodo interdisciplinare;

c) la transcalarità, ovvero l’azione locale che tiene conto della glo-balità;

d) la transculturalità ed il superamento definitivo dell’etnocentri-smo.

Narrare in positivo lo sviluppo sostenibile:

l’esperienza del CSV MARCHE nel settore

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