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8 8 le esportazioni da Cadice quadruplicarono Il decreto non segnò certo l’avvento del libero scambio: la libertà di commercio portò solo alla soppressione di tutta una serie di imposte, ma

Nel documento L'emigrazione ligure a Cadice (1709-1854) (pagine 68-72)

142 Amc, Padrones, n 1008.

il 17 8 8 le esportazioni da Cadice quadruplicarono Il decreto non segnò certo l’avvento del libero scambio: la libertà di commercio portò solo alla soppressione di tutta una serie di imposte, ma

di fatto si trattò sempre di un « comercio protegido » giacche permanevano generi spagnoli e co­ loniali protetti dai dazi, oltre al trattam ento più favorevole accordato ai commercianti spagnoli rispetto a quelli stranieri.

131 J. Fi s h e r, Comercio Ubre entre Andalucía y América, 17 7 8-17 9 6, in Andalucía y Am é­ rica en el siglo X V lll, Sevilla 19 8 5 , p. 4 3 ; nell’anno di punta, il 1 7 9 4 , le esportazioni di Malaga

rappresentarono solo 18% del totale.

152 Ibid., p. 42: Barcellona mediamente si assicurò solo il 1 0 % delle esportazioni nelle colonie, di cui più di un terzo erano prodotti agricoli, specialmente acquavite.

demia di feb b re gialla, colpendo soprattutto la popolazione maschile, accen­ tuò una tendenza che ved eva i maschi, stranieri o locali che fossero, migrare verso lidi più ospitali.

Le notizie fo rn iteci dal padrón del 1 8 0 1 per i vari settori occupazionali testim oniano la contrazione della presenza della com unità ligure o, com un­ que, ispano-ligure. O ltre ai sarti e ai calzolai, di cui abbiamo riferito in prece­ denza, una certa attenzione meritano i tenderos genovesi: troviam o alcuni cappellai (tre su un totale di diciotto), quattro che smerciavano cosmetici, un certo Francesco F errari che ven deva porcellane, due con fettieri, altri tre nel ramo della chincaglieria e infine, la maggioranza nel ramo dei commestibili. Per questi ultim i ci resta una nota contenente i nom inativi dei padroni di b o t­ tega e dei loro mozos « en el cuerpo de G enoveses », sia pur fram m isti ad altri «m ontañeses », cioè C antab ri e B a sch i154. I Liguri erano 4 4, 16 dei quali p ro p rie tari155 e tra questi erano comprese quattro ved ove che continuavano l ’attività del m arito. N ell’elenco due Liguri com parivano proprietari di più tiendas e uno di loro, Angelo Bardino, possedeva tre punti di ven dita dando lavoro a quattro mozos, tu tti liguri. I cognomi rim andano in gran parte a quei Finalesi che avevam o incontrato nella matrícula del 1 7 9 4 : la « viuda de M en- daro », i Boccalandro, i Bardino per l ’appunto. T ra loro v i erano anche dei verm icellai come il già incontrato Tomaso M assa e Angelo Faraxo, tito lare di due botteghe.

i l . I Li g u r i n e i t e s t a m e n t i d e l l’u l t i m o d e c e n n i o d e l s e c. X V I II

Una sommaria scorsa ai testam enti red atti dai Liguri n ell’ultim o decen­ nio del sec. X V III o ffre u tili ragguagli sulle condizioni economiche di artigia­ ni e tenderos: non si tra tta v a di grandi fortun e, ma di un benessere fru tto di decenni di lavoro. Ecco dunque, nel 1 7 7 6 , P ietro M alarin, savonese, con tienda di com m estibili nel barrio di Rosario, sposato da tredici anni a M adda­ lena Cazullo, finalese: nel testa m en to 156 i due coniugi dichiaravano di non

134 Am c, Padrones, 10 2 9 , £. 57.

135 Su un totale di 33 tiendas, almeno 23 erano in mano a Liguri; tra le tiendas erano compresi 6 « puestos de recoba », 5 dei quali intestati a Liguri.

136 Ah p c, Moreno Davila, ff. 3 36 -38 (9 aprile 1776).

aver figli e nessun capitale o ltre ai red d iti del negozio, a ttività poi rilevata dal fratello di Pietro Lorenzo, il quale, arrivato a Cadice nel 1 7 6 2 , v i si era stabilito con la moglie, anch’essa ligure, m ettendo su num erosa famiglia e an­ cora al banco di bottega si trova va nel 1 8 0 1 157.

Più fortun ato Bartolom eo Pongiglione. Nato nel 1 7 5 0 a San Bernardo di Savona, era emigrato sedicenne e nel 1 7 6 9 si era accasato con una donna spagnola, dalla quale avrebbe avuto due figli, uno m orto a soli sei mesi, m en­ tre il secondo sarebbe divenuto prete; il m atrim onio non gli aveva portato al­ cuna dote ma, partendo da un capitale di 6 -7 .0 0 0 reali, Bartolom eo aveva ac­ cumulato una discreta fortun a poiché, come risulta dalla matricula de extranje-

ros, o ltre a essere m astro peluquero aveva una seconda attività , quella di fa b ­

bricante di p e ttin i158. Nel 1 7 9 4 si era già naturalizzato suddito spagnolo e avrebbe poi aperto in proprio un laboratorio con relativa tienda di « peynes y m a d era »: cinquantenne, nel suo testam ento del 1 8 0 0 159 dichiarava di es­ sere proprietario di sei case in Puerto Reai: ne riparlerem o.

T ra gli argentieri troviam o un genovese, Giacom o M agnanego, che dopo essere rim asto ved ovo della moglie, anch’essa genovese, aveva sposato in se­ conde nozze una Spagnola dichiarando un capitale di 6 .0 0 0 lire genovesi in argenteria più altri beni di eredità p a te rn a 160. Nel 1 7 9 4 altri due M agnane­ go risultavano iscritti alla matricula, Jacobo, soltero, e G iuseppe, con moglie e cinque figli, abitanti in C a n d e la ria161, freschi arrivati da G enova, anch’es- si argentieri, chiamati con tu tta probabilità dal parente.

O riginario di Vernazza, nella riviera di Levante era G iuseppe Ferrando, che in Cadice operava come albergatore. La posada gli assicurava en trate non disprezzabili e un benessere che traspariva im m ediatam ente dalla somma de­ stinata alle messe da celebrare in sua memoria, 1 .5 0 0 per un totale di 6 .0 0 0 re a li162. A lla moglie G iulia Rocca, sua compaesana, lasciava 1 .0 0 0 pesos, l ’u­ so della posada e i fru tti dei beni dei figli m inori. I sei figli si sarebbero poi divisi il capitale che am m ontava ad almeno 4 .0 0 0 pesos, oltre a proprietà in Vernazza e a un credito da riscuotere di 1 .4 0 0 lire genovesi; aveva p ro vved u ­

157 A

mc

,

Padrones,

1029, f. 57.

158 Am c, Matrícula extranjeros, n. 6 9 6 6 , Candelaria. 159 Ah p c, Saenz,

2, 412, ff. 7-12 (9 gennaio 1800).

16° A

hpc

,

Saenz,

2, 412, ff. 747-748 (17 setiembre 1800).

161 V. nota 158.

to ad accasare la figlia A n n a M aria dandole il corredo e due posate d ’argento del valore di 1 0 0 pesos, m entre col prim ogenito, A n ton io, orm ai sposato, la­ mentava di non aver avuto m olta fortuna, poiché questi con la cattiva condot­ ta e i vizi gli aveva causato una perdita di 2 .0 0 0 pesos.

A llargando l ’orizzonte ai com m ercianti, una certa agiatezza van tava G e ­ rolamo M alagam ba V allarino di A renzano, con un capitale di 1 5 .0 0 0 pesos, il che gli p erm etteva, nel testam ento del 1 7 9 6 163, di d evolvere 10 .0 0 0 reali all’H ospital de M ujeres per la « cura de las pobras infirm es », altri 5 .0 0 0 reali in messe da celebrare alla sua m orte, e di pensare anche ai dom estici di casa sua; lasciava 1 .0 0 0 pesos al cugino G iob atta e due terzi del capitale alla nipo­ te se avesse avuto meno di 2 5 anni alla sua m orte o non si fosse sposata o fosse passata a vita religiosa.

« Vecino del comercio de Cádiz » da un trentennio, abitante nel barrio di A v e M a ria 164, era anche A nton io M aria B envenuto, che nel 1 7 9 7 165 pos­ sedeva in Sori, nella riv ie ra di L evante, dove era nato nel 1 7 3 4 , terre e case ereditate dai padri in am m inistrazione al nipote, e che van tava un credito di 1 5 .0 0 0 reali da una compagnia com merciale fallita.

Infine, illum inante sui rapporti in terfam iliari all’interno del ceto m er­ cantile gaditano è il testam ento di G iovan ni A nd rea T ollot S o la ri16S, di ma­ dre ligure, che nel 17 7 5 aveva sposato M ercedes R avina, della borghesia m er­ cantile genovese, dandole in arra 4 .0 0 0 pesos che erano la decima parte dei suoi beni: dichiarava, nel suo testam ento del 1 7 9 8 , di d over 3 0 .0 0 0 pesos al padre per l ’avvio della sua attiv ità commerciale. Lasciava erede la figlia Jaco- ba, ma del quinto dei suoi beni stabiliva che 3/5 andassero alla madre Angela, 1/5 a don Thom as R avina e il restante quinto a certa Lila Cepolina, sposata, anch’essa genovese.

12.

La

c o l o n i a g e n o v e s e n e l p rim o O t t o c e n t o (1796-1829)

A i prim i d ell’O ttocen to le opportunità della classe m ercantile genovese in Cadice, già largam ente compresse dalla concorrenza francese, si affievoliro ­

163 Ah p c, Saenz, 2,

408, ff. 194-201 (7 marzo 1796).

164 A

mc

,

Matrícula extranjeros,

6965.

163 A

hpc

,

Saenz, 2,

409, ff. 1035-1038 (12 ottobre 1797).

166

Ahpc,

Saenz,

2, 410, ff. 600-603 (21 maggio 1798).

no ancor più con l ’inizio della guerra d ’indipendenza delle colonie spagnole ( 1 8 1 1 -2 4 ). In questo i Liguri seguirono la parabola discendente delle altre co­ munità straniere e della città stessa che p oteva prosperare solo grazie al suo porto e alla stabilità politica e com merciale. La prova più evid en te si ritro v a nella lista generale dei com m ercianti resid en ti in Cadice nel 1 8 0 5 167, un elenco di 18 4 nom i (tra i quali sette di origine ligure), con un calo netto ri­ spetto ai 4 23 attestati negli anni Settan ta del secolo passato. Inoltre almeno 12 dichiaravano di non com m erciare più, ma con tutta probabilità la situazio­ ne era ancora più depressa di quanto lasciasse intendere l ’elenco, che si lim i­ tava a una pura presa d ’atto form ale. E infine da notare che nessuno dei com­ mercianti che erano comparsi nella lista del 1 7 7 0 figurava in quella del 18 0 5 . A nche grandi famiglie che ancora alla fine del Settecento risultavano in atti­ vità, nel nuovo secolo abbandonarono il campo convertendosi alla rendita im ­ mobiliare o emigrando nelle In d ie 168. C irca i sette com m ercianti di ascen­ denza g en ovese169 (nell’elenco non sono com presi gli stranieri), alcuni di lo ­ ro sarebbero stati ancora a ttiv i nel ven ten n io successivo e per taluni si può seguire per sommi capi la vicenda. È il caso dei genizaros Sebastian Peñasco (Bagnasco) e G aetano Saturnino C a ste lli170: entram bi ricom paiono in una li­ sta del 1 8 1 8 tra gli im m atricolati al commercio con le I n d ie 171; un altro fu Giacom o C ristoforo Castagneto m atricolato nell’ormai lontano 1 7 6 3 ; ancora ecco G eronim o G uersi E nrile, m atricolato nel 1 7 7 1 (figlio di quel Giuseppe M aria, genovese, m atricolato nello stesso anno e defunto nel 17 8 0 ), il quale dichiarava di non commerciare p iù 172.

Nel 1 8 1 2 le truppe francesi d ’occupazione abbandonarono la Spagna, e

Nel documento L'emigrazione ligure a Cadice (1709-1854) (pagine 68-72)