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L’estensione del modello di Williamson

Si è visto che gli approcci della KBV e della RBV sostengono l’incompletezza delle formulazioni della TCE rispetto alla definizione della determinante fondamentale delle scelte di governance. Se l’opportunismo ed il ruolo della specificità degli asset sono considerati fondamentali all’interno della TCE, le caratteristiche della conoscenza (Conner e Prahalad, 1996; Grant e Baden-Fuller, 2004; Hodgson, 2004) ed i problemi di coordinamento e di organizzazione dei processi (Gulati e Singh, 1998) sono evidenziati come altrettanto rilevanti per le scelte di governance dalla RBV e dalla KBV.

In particolare, sia Conner e Prahalad (1996) che Gulati e Singh (1998) supportano le proprie affermazioni con i risultati di analisi empiriche che mostrano come gli effetti derivanti dall’opportunismo e dai problemi di appropriazione incidono sulle scelte di governance. Grant e Baden-Fuller (2004), sulla base di un’ampia aneddotica e di interviste e colloqui con imprenditori e manager trovano come gli effetti delle problematiche connesse all’integrazione della conoscenza provochino la variazione delle scelte di governance a prescindere dalla specificità degli asset. Gulati, Lawrence e Puranam (2005) rilevano un effetto molto forte dell’interdipendenza delle risorse cognitive sulla forma di coordinamento degli Federico Sallusti Uno schema knowledge-based per l’analisi dell’impresa e delle sue relazioni

scambi. D’altra parte, David e Han (2004) sono in grado di mostrare evidenze empiriche in favore dell’analisi della TCE, laddove la specificità degli asset è in grado di spiegare le scelte di governance.

In generale, come già evidenziato nei capitoli precedenti, l’impostazione degli approcci dei processi organizzativi consente di tenere in considerazione gli effetti delle caratteristiche tecnologiche sulle scelte di governance. Ciò è reso possibile in quanto la tecnologia può essere interpretata come i «priciples by which individual skills (…) are gained and used, and by which work among people is organized and coordinated» (Kogut e Zander, 1992: 77). Dunque, ad un certo livello di astrazione, la tecnologia può essere interpretata come l’insieme di capacità individuali ed organizzative (risorse immateriali, cognitive) necessarie ad un certo processo di produzione. Ciò implica che ogni prodotto è caratterizzato da un certo tipo di tecnologia che implica, a sua volta, il possesso di un certo insieme di risorse cognitive.

L’obiettivo di questo capitolo è quello di presentare un modello che consenta di descrivere le scelte di governance delle imprese includendo nell’analisi sia la specificità che l’eterogeneità della conoscenza coinvolta nel processo di produzione. Il lavoro si basa sull’idea secondo cui differenti forme di governance delle transazioni (mercato, integrazione, relazioni di collaborazione) diano luogo a diverse tipologie di interazione fra le risorse cognitive coinvolte all’interno del processo di produzione e che tale effetto sia rilevante per le scelte di governance stesse.

L’inclusione nell’analisi dell’effetto dell’eterogeneità delle risorse cognitive rappresenta di fatto un’estensione del modello tradizionale della TCE (Williamson, 1975, 1985, 1991). In particolare, per lo sviluppo del modello che si va a presentare si è tenuto conto della formulazione proposta in Williamson (1991), di cui si è mantenuta la struttura fondamentale e la metodologia di analisi.

Williamson (1991) definisce il suo approccio come «analysis of discrete structural alternatives». All’interno di tale impostazione, la comparazione dei costi connessi alle differenti forme di governance non è attuabile seguendo l’andamento di una generica funzione di costo al variare di alcuni parametri, ma lo deve essere tenendo in considerazione differenti funzioni di costo. In altri termini, una variazione delle scelte di governance non comporta traslazioni di, o spostamenti lungo l’andamento di, una funzione, ma implica il cambiamento della funzione di riferimento.

Williamson (1991: 270) sostiene la maggiore efficienza di tale tipologia di analisi rispetto alla tradizionale analisi marginale in quanto «firms are not merely extensions of market but employ different means» e «discrete contract law differences provide crucial support for and serve to define each generic form of governance». In questo contesto, infatti, la scelta dei meccanismi di governance è riconducibile a quella che Simon (1978: 6-7) definisce «a qualitative institutional analysis, in which discrete structural alternatives are compared», le cui conseguenze non sono limitate al Federico Sallusti Uno schema knowledge-based per l’analisi dell’impresa e delle sue relazioni

differente meccanismo allocativo, ma anche alle forme di interazione che le diverse forme di governance implicano. In questo senso, l’analisi proposta in questo capitolo segue la direzione d’analisi indicata da Simon.

All’interno di questo contesto, data la forma delle funzioni dei costi di coordinamento e di produzione connessi a ciascuna forma di governance, l’impresa decide quale preferire sulla base della comparazione dei costi totali riferiti a ciascuna alternativa istituzionale.

Per quanto concerne l’andamento dei costi di coordinamento, ci si limiterà a mantenere le ipotesi fondamentali della formulazione proposta da Williamson. Per quel che attiene ai costi di produzione, come si è accennato, si analizzerà il caso in cui essi sono influenzati dall’andamento della produttività in funzione del tipo di interazione che si produce fra le risorse cognitive a seconda della struttura di governance.

Il modello, dunque, permetterà di definire la scelta di governance come comparazione dei costi connessi alle differenti alternative sulla base dell’andamento dell’eterogeneità e della specificità delle risorse cognitive. In particolare, si analizzerà come, al variare del valore dell’eterogeneità, le aree di convenienza delle differenti tipologie di governance variano la loro posizione nello spazio della specificità. In altri termini, si mostrerà come un dato valore della specificità possa comportare scelte di governance differenti a seconda del livello di eterogeneità. I risultati di questa analisi saranno utilizzati per evidenziare quali sono gli effetti dell’eterogeneità sulle scelte di governance e se l’estensione proposta possa condurre a conclusioni diverse rispetto a quelle deducibili dal contributo di Williamson (1991).

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