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L’età dell’oro della cooperazione franco-quebecchese nonostante un presidente anti-gaullista (1978 1984)

105 3 Québec e gaullismo

4. La progressiva istituzionalizzazione della cooperazione 1 Pompidou e Bourassa l’indeciso (1969 1974)

4.3 L’età dell’oro della cooperazione franco-quebecchese nonostante un presidente anti-gaullista (1978 1984)

Il leader dei socialisti francesi, François Mitterrand, alla fine degli anni ’70, aspirava alla presidenza della Repubblica. Tuttavia, egli doveva fare i conti con molti avversari, come dichiarò egli stesso:

J’ai tout le monde contre moi: la droite, les communistes, Moscou, la CIA, je me demande comment je suis encore maire de Château-Chinon263.

Ho tutti contro di me: la destra, i comunisti, Mosca, la CIA, mi domando come faccio ad essere ancora sindaco di Château-Chinon.

Ad esempio, la sua opinione personale in merito ad una possibile indipendenza del Québec, non coincideva con quella della stampa e dei media francesi, i quali, al contrario, dimostrarono una certa simpatia per gli ultimi sviluppi del PQ di Lévesque. Questo entusiasmo mediatico aveva influenzato anche alcuni membri della sinistra francese: tra questi, c’era Jean-Pierre Chevènement, che aveva formato un gruppo di riflessione socialista (CERES - Centre d'études, de

recherches et d'éducation socialiste) il quale riuniva la sinistra favorevole

all’indipendenza del Québec. In più, Michel Rocard, il principale socialista pro- Québec e primo nemico di Mitterrand, godeva di sempre maggiore popolarità. Per recuperare terreno sul fronte quebecchese, Mitterrand si recò in Québec il 2 novembre 1978. Lì, il leader socialista incontrò Lévesque e dichiarò di auspicare che il Québec arrivasse ad un accordo di sovranità-associazione con Ottawa. Al suo ritorno in Francia, l’opposizione di Rocard era ormai annientata e, il 10 maggio 1981, Mitterrand riuscì a sconfiggere Giscard d’Estaing e fu eletto presidente della Repubblica francese.

Per la prima volta dal 1936, una coalizione a maggioranza socialista arrivò al governo in Francia.

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Sfortunatamente per i quebecchesi, Mitterrand riteneva la questione del Québec poco più di un capriccio di De Gaulle, e non provava alcuna simpatia per Lévesque: nonostante il viaggio del 1978, il ricordo dell’infelice incontro del 1972 era ancora vivo in entrambi.

Il nuovo presidente aveva vissuto la Seconda Guerra Mondiale e per questo disprezzava i nazionalismi, compreso quello del Québec; al contrario considerava positivamente i progressi degli Stati europei verso un’Europa unita. Inoltre, a differenza di Giscard e Pompidou, Mitterrand non doveva fare i conti con l’eredità gaullista, e poteva permettersi di fare tabula rasa dell’azione dei precedenti governi di destra.

Tuttavia, nonostante la mancanza di entusiasmo nei confronti della questione quebecchese, si può affermare che Mitterrand, durante il suo mandato, fu in realtà ben più equilibrato e accomodante nei confronti del Québec di quanto ci si sarebbe potuti aspettare da un convinto anti-gaullista. A prova di ciò, c’è una sua testimonianza, scritta durante un viaggio ufficiale in Canada nel maggio del 1987:

Nous entendons maintenir cette relation privilégiée [avec le Québec] mais en aucune façon nous substituer aux parties prenantes pour ce qui est de leurs relations institutionnelles qui ne relèvent que d’elles-mêmes. Les conditions me paraissent réunies, en effet, pour que la France continue d’entretenir des liens directs et privilégiés avec le Québec sans cesser d’entretenir avec le gouvernement fédéral des relations cordiales et confiantes264.

Abbiamo intenzione di mantenere questa relazione privilegiata [con il Québec] ma senza sostituirci, in nessun caso, alle parti interessate per quanto riguarda le rispettive relazioni istituzionali, che sono di loro esclusiva competenza. Le condizioni mi sembrano favorevoli, in effetti, perché la Francia continui a mantenere dei legami diretti e privilegiati con il Québec senza cessare di intrattenere relazioni cordiali e fiduciose con il governo federale.

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Innanzitutto, il riavvicinamento tra Parigi e Ottawa, che auspicava il nuovo presidente francese, si dimostrò fittizio. La Francia, infatti, mirava a costituire un consorzio franco-canadese che permettesse lo scambio di tecnologia e risorse nucleari tra i due Paesi ed era interessata ai giacimenti di gas naturale dell’Artico, che il Canada avrebbe potuto sfruttare. Eppure, anche il Canada, come il Québec, si dimostrò più interessato agli scambi culturali e nell’ambito dell’istruzione, piuttosto che agli scambi economici.

Considerato che l’interesse francese era innanzitutto economico, e vista la sostanziale reticenza del governo federale a concedere le proprie risorse, è chiaro che la cooperazione tra la Francia e il Québec – due comunità francofone separate dall’Oceano Atlantico – fu favorita.

Inoltre, nel 1981, le relazioni franco-quebecchesi avevano avuto modo di svilupparsi per più di 17 anni. De Gaulle e Giscard d’Estaing erano stati i maggiori promotori di queste relazioni e, nonostante il cambio di politica intrapreso da Mitterrand, queste relazioni continuarono a svilupparsi e a moltiplicarsi durante gli anni ’80. In altre parole, la cooperazione franco- quebecchese si dimostrò capace di sopravvivere alle tensioni politiche e, addirittura, conobbe un’età dell’oro.

Dalla seconda metà degli anni ’80, Francia e Québec si concentrarono particolarmente sull’organizzazione di scambi studenteschi interuniversitari. A questo scopo, il 17 maggio del 1984, Francia e Québec istituirono il Centre de

coopération interuniversitaire franco-québécois (CCIFQ). Nel 1986, i due governi

firmarono un accordo che estendeva la copertura sociale riservata agli studenti che usufruivano dei programmi di scambio tra i due paesi e l’OFQJ fu incaricato di gestire la logistica e l’accoglienza degli studenti.

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Il risultato fu che il numero degli studenti che parteciparono a questi scambi passò da solo due nel biennio 1984-85, a più di duecento nel 1988-89, fino a superare annualmente il migliaio dal 1997-98265.

L’Office franco-québécois pour la jeunesse, vero fiore all’occhiello della cooperazione franco-quebecchese, ebbe modo di confermare ancora una volta il proprio ruolo fondamentale durante le celebrazioni del 450° anniversario della scoperta del Canada. Per l’occasione, l’OFQJ propose di far attraversare l’Atlantico a 600 giovani francesi e canadesi a bordo di un transatlantico, lungo la rotta percorsa a suo tempo da Jacques Cartier. Nonostante una prima titubanza per i pericoli e i costi del progetto, l’iniziativa ebbe un successo enorme e ricevette grande risalto dalla stampa internazionale.

Anche le associazioni France-Québec e Québec-France266 cominciarono ad imporsi sempre più nella cooperazione tra i due paesi. La prima era nata nel 1968 a Parigi, per opera di Xavier Deniau, come “rifugio” di gaullisti favorevoli all’indipendenza del Québec, ma aveva anche organizzato, nel corso degli anni, visite di personalità quebecchesi in Francia e, in più, aveva creato una rete di gruppi regionali e fondato la rivista informativa France-Québec.

Nel 1971, Deniau si recò in visita a Québec e chiese a Jacques-Yvan Morin, uno dei fondatori di Québec-France, di costituire un’associazione simile alla sua. Lo scopo era avvicinare i due popoli attraverso associazioni totalmente apolitiche.

France-Québec e Québec-France ricevettero finanziamenti dai due governi, gli

scambi culturali aumentarono e negli anni ’80 furono organizzati anche scambi di lavoro stagionale (ad es. la raccolta di mele in Québec e la vendemmia in Francia).

Gli anni ’80 si distinsero dai periodi precedenti soprattutto per quanto riguarda la cooperazione economica: il numero di aziende francesi in Québec e quebecchesi in Francia si moltiplicò.

265 F. Bastien, Le poids de la coopération, p.160 266 Associazione fondata nel 1971 a Québec.

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Aumentarono le compartecipazioni imprenditoriali: Cascades, Bombardier e Quebecor, un trend che si sviluppò ulteriormente negli anni ’90. Anche se gli Stati Uniti erano ancora i primi nelle relazioni economiche del Canada, la Francia riuscì a ritagliarsi uno spazio rilevante all’interno dell’economia quebecchese, diventando uno dei partner commerciali più importanti della provincia. Tuttavia, questo moderato sviluppo che conobbero le relazioni economiche tra Francia e Québec, avvenne senza un grande intervento dei governi, ad eccezione dell’alluminieria Pechiney. Nel dicembre del 1980, l’azienda privata francese Pechiney valutò l’acquisto di un terreno di 200 ettari nella città quebecchese di Trois-Rivières per costruirvi un alluminieria. L’operazione sarebbe andata in porto solo a patto che l’azienda avesse potuto beneficiare di tariffe idroelettriche vantaggiose. Ma la Pechiney si trovò in difficoltà finanziarie e, nel 1982, il governo di Mitterrand decise di salvarla nazionalizzandola e finanziandone la ristrutturazione. Da quel momento i governi di Francia e Québec tentarono di accordarsi per la realizzazione del progetto. Tuttavia, le negoziazioni si rivelarono difficoltose, anche perché la Francia si trovava in un periodo di austerità e il progetto prevedeva un investimento pari a 5 miliardi di franchi. Comunque, una volta convinti i comunisti al governo e i sindacati, il progetto cominciò a prendere forma e fu firmato un accordo tra Mitterrand e Lévesque, in occasione di una visita di quest’ultimo a Parigi, nel 1983. Si trattò del più grande successo nella cooperazione economica franco-quebecchese, soprattutto se si considerano gli scarsi risultati ottenuti tra la Francia e il resto del Canada.

Per quanto riguarda l’organizzazione delle visite dei primi ministri, durante il governo di Mitterrand furono i funzionari stessi a ricordare le incombenze diplomatiche da rispettare. Si trattava, in pratica, di dare seguito ad una consuetudine di scambi ministeriali già consolidata durante i governi precedenti.

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Per questo motivo, il primo ministro francese Pierre Mauroy fu invitato a compiere un viaggio in Québec, dove ricevette un’accoglienza calorosa. Per non turbare gli equilibri, già fragili, Mauroy dovette organizzare una visita anche nel Canada anglofono dove, però, il trattamento fu ben diverso da quello ricevuto in Québec.

Negli anni ’80, il Québec riuscì quindi ad emergere nelle relazioni con la Francia sia per quanto riguarda la cooperazione economica (soprattutto grazie all’accordo tra Hydro-Québec e Péchiney), sia nelle relazioni politiche. Si può notare, perciò, una discrepanza tra la linea politica ufficiale di Mitterrand – che avrebbe preferito intensificare le relazioni con Ottawa – e la realtà degli scambi tra Francia e Québec. Un rapporto del Centre d’analyse et de prévision267, del 9 novembre 1982, scriveva in merito ai rapporti “triangolari” Parigi-Ottawa- Québec:

Vu de la France, le côté Paris-Québec est tracé d’un trait nettement plus épais que le côté Paris-Ottawa. […] Le Canada demeure fondamentalement un pays éloigné de la France […] cet éloignement tient au poids de l’influence anglo-saxonne […]. Dans ce contexte, dans l’ensemble peu favorable, le Québec représente un point d’ancrage d’un exceptionnel intérêt268.

Visto dalla Francia, il versante Parigi-Québec è segnato da un tratto nettamente più spesso rispetto al versante Parigi-Ottawa. […] Il Canada rimane fondamentalmente un paese lontano dalla Francia […] questo allontanamento è causato dal peso dell’influenza anglo-sassone […]. In questo contesto, nell’insieme poco favorevole, il Québec rappresenta un punto d’ancoraggio di eccezionale interesse.

Per questo motivo, il Ministero degli Affari Esteri avvertiva la presidenza che, preferire le relazioni con Ottawa, piuttosto che quelle con il Québec, sarebbe stata una scelta politica sbagliata.

Su questo consiglio del Ministero degli Esteri si basò, probabilmente, la decisione del primo ministro francese, Laurent Fabius, di mantenere lo status quo del consolato generale di Francia a Québec.

267 Organo che rientrava nelle competenze del Quai d’Orsay. 268 F. Bastien, Le poids de la coopération, p.172-173

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Infatti, alcuni ambasciatori francesi a Ottawa, tra cui Jean-Pierre Cabouat, avevano espresso la volontà di prendere il controllo del consolato di Québec, per unirlo a quello di Ottawa e uniformare così le relazioni Francia-Québec- Ottawa. Cabouat sembrava voler sminuire l’importanza della collaborazione con il Québec e riconsiderare le relazioni privilegiate con quest’ultimo. Perciò, egli decise di proporre una revisione dello statuto particolare del consolato di Québec, preparando un piano che prevedeva un accentramento delle risorse diplomatiche nell’ambasciata francese di Ottawa. Il nuovo console generale di Francia a Québec, Renaud Vignal, rispose al piano di azione proposto da Cabouat mettendo in dubbio l’importanza del Canada anglofono come partner politico ed economico francese; le relazioni dirette con il Québec, invece, avevano compiuto ottimi progressi nel corso degli anni.

Insomma, non esistevano elementi sufficienti per giustificare una revisione della politica estera francese a favore del governo federale. Lo statuto del consolato generale di Francia a Québec andava mantenuto tale perché gli scambi tra Francia e Québec avevano già dato buoni risultati, perciò, il 26 ottobre 1984, Fabius, in visita a Québec, confermò la situazione preesistente.

Questa decisione dimostra che, nonostante i mutamenti politici, le relazioni tra Francia e Québec erano ormai diventate una consuetudine ed erano i francesi stessi ad auspicare il mantenimento di un rapporto diretto e privilegiato con il Québec. Nonostante un minore impegno del governo Mitterrand nella cooperazione franco-quebecchese, le relazioni, ormai istituzionalizzate dal tempo, continuarono a svilupparsi e a rafforzarsi.

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