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Capitolo 3. Tecnologie ed Applicazioni nel Tempo e nello Spazio: Casi studio

2.5 Età del Ferro

Dur Šarrukin

Durante le operazioni di scavo e di sondaggio a Dur Šarrukin (attuale Khorsabad) ad opera di Botta tra il 1851 e il 1855, sono stati rinvenuti dei pezzi bronzei all’interno di alcuni ambienti del palazzo di Sargon II.373 Nello specifico si tratta di un picchetto di forma conica il quale era originariamente infisso nelle lastre di pietra parietali ed è stato rinvenuto ai piedi di uno dei grandi tori androcefali alati accanto alla porta F. Secondo l’interpretazione di Botta,374 tali oggetti avevano una funzione decorativa; tuttavia, alla luce dei dati esposti precedentemente, si può supporre che tale oggetto fosse un picchetto, probabilmente originariamente anima di un pomello utilizzato come sistema di chiusura.

Botta identifica con la medesima funzione decorativa anche chiodi e piccoli anelli bronzei, rinvenuti nei pressi di piccoli passaggi dal lato opposto della porta F.375 Per ciò che riguarda il numero elevato dei chiodi in bronzo rinvenuti sui piani pavimentali del complesso palatino, si può supporre che questi servissero a fissare le placche murali che fungevano da base ai pomelli, di cui non è stata rinvenuta traccia.

Per ciò che riguarda invece gli anelli bronzei, Curtis e Ponting forniscono una nuova chiave di lettura alla luce dei molteplici rinvenimenti anche all’interno delle strutture palatine di Nimrud.376 Questi oggetti metallici vengono definiti morsetti, termine con il quale si intende il fermo o il sostegno a forma di anello per la rotazione delle porte. Questo viene ricavato piegando una barretta metallica su sé stessa, formando di conseguenza due estremità parallele vicine tra loro.

372 Ibid., 14.

373 Curtis e Ponting, An Examination of Late Assyrian Metalwork with Special Reference to Nimrud, 16.

374 Vedi Paul E. Botta e Jules Mohl, Lettres de M. Botta sur ses découvertes à Khorsabad, près de Ninive

(Parigi: Imprimerie Royale, 1845), 68.

375

Curtis e Ponting, An Examination of Late Assyrian Metalwork with Special Reference to Nimrud, 16.

I morsetti venivano spesso utilizzati nel mondo antico per diversi scopi, come ad esempio elementi di giunzione per pezzi di mobilio o guide per elementi tubolari, tuttavia venivano principalmente adoperati nel meccanismo che regolava i cardini delle porte (Fig. 25).

Sulla base del luogo di rinvenimento e del diametro dei morsetti, è possibile riconoscerne l’utilizzo. In linea generale è stato osservato che pezzi con un diametro interno di 3 cm, venivano impiegati nel meccanismo della rotazione delle porte sulla pietra cardine; mentre i morsetti con dimensioni inferiori vengono solitamente classificati come elementi di giunzione per pezzi di mobilio.

17 morsetti (di cui uno in ferro e gli altri in bronzo) provenienti da Nimrud sono stati identificati come elementi accessori per le porte. Quattro provengono dal Palazzo nord-est e due di questi costituiscono un paio; altri sette morsetti bronzei e uno in ferro nell’Ezida e altri tre nel forte Salmanasser.377 Otto pezzi invece provengono da Khorsabad e sono stati rinvenuti nel Palazzo F. L’esemplare più grande è composto da due componenti fusi insieme, tecnica utilizzata largamente per gli oggetti di piccole dimensioni; mentre un altro pezzo più elaborato presenta un’ampia striscia continua ornata da tre flange. La lunghetta generale di questi pezzi varia da un minimo di 9.7 cm fino a raggiungere i 23.3 cm.

Fig. 25: Ricostruzione grafica dei vari tipi di morsetti metallici.

Questi morsetti venivano utilizzati come elementi accessori di un sistema di sostegno della porta: questi venivano posizionati alle due estremità dell’asta della porta, la quale spesso veniva rivestita in bronzo o in ferro. Alla base, il supporto fungeva da blocco all’asta della porta, la quale ruotava sulla pietra cardine che serviva come perno. Allo stesso modo occorreva un fermo per l’estremità superiore dell’asta. Questa parte era infatti solitamente provvista di un morsetto oppure di una staffa in pietra o in metallo ricavata sullo stipite della porta stessa.

Questa ipotesi è stata confermata dal ritrovamento in situ di una staffa è all’interno della tomba di Assurbanipal ad Assur,378 e di quattro grandi morsetti in bronzo provenienti dal palazzo di Mari, tutti associati con il sistema di supporto delle porte.379

Oltre a queste evidenze, a Dur Šarrukin, sono stati rinvenuti anche degli oggetti interpretati da Curtis e Ponting come dei rivestimenti dei montanti dei portoni, costituiti da calotte semisferiche bronzee. Evidenze certe sull’utilizzo di questi rivestimenti metallici sui montanti dei portoni sono state attestate a Ninive grazie a Campbell Thompson, il quale rinvenne questi oggetti in fondo a un pozzetto situato nel cortile del Tempio di Nabû.380

In base al luogo di rinvenimento di alcuni morsetti molto spessi, in corrispondenza di alcuni accessi del palazzo di Dur Šarrukin e di Nimrud, è stato inoltre ipotizzato che questi fungessero da guide per il sistema 3 (catenaccio). In questo caso l’utilizzo del sistema 3 può trovare una valida collocazione entro le grandi istituzioni come continuità dei meccanismi di Tchoga – Zanbil, anche se la mancanza di informazioni relativamente ai sistemi di chiusura di Dur Šarrukin non permette la formulazione di conclusioni concrete.

378 Vedi Andrae Walter, Das wiedererstandene Assur (Monaco: C. H. Beck Verlag, 1977), 139; Arndt Haller, Die

Gräber und Grüfe von Assur (Berlino: Gebr. Mann Verlag, 1954), 179 – 80.

379 Curtis e Ponting, An Examination of Late Assyrian Metalwork with Special Reference to Nimrud, 57.

380 Vedi Reginald Thompson e Richard Hutchinson, “The excavations on the Temple of Nabû at Nineveh”

Archaeologia LXXIX (1929): 106; Essad Nassouhi, “Textes divers relatifs à l’histoire de l’Assyrie” Osnabrück: Zeller

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