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Eurasismo e neo-eurasismo

Nel documento L’idea russa: un percorso intellettuale (pagine 37-41)

Capitolo I Lo Sviluppo storico

1.3 Gli eventi storici dal 1917 ad oggi

1.3.1 Eurasismo e neo-eurasismo

Un fenomeno di cui è interessante fare menzione è sicuramente quello dell’eurasimo anche chiamato eurasiatismo o, come lo definisce Vittorio Strada “movimento eurasiano”112

. Esso nacque intorno agli anni venti del Novecento come una tendenza culturale, frutto di studiosi di notevole valore, e solamente in un secondo momento acquistò un carattere propriamente politico che in Impero e Rivoluzione113 viene definito ambiguo a causa dell’infiltrazione dei servizi segreti sovietici, il che causò una crisi del movimento e portò alla fine degli anni venti alla conclusione dell’eurasismo originario.

109

V. STRADA, Impero e rivoluzione. Russia 1917-2017; Marsilio editori, Venezia, 2017, p. XIV.

110

L. MARCUCCI, Dieci anni che hanno sconvoltola Russia. Da Gorbačëv a Putin, Il Mulino, 2002, p. 73.

111

А. В. ГУЛЫГА, Глава перваяю Русская идея как постсовременная проблема//Творци русской

идей, Молодая гвардия, Москва, 2006.

112

V. STRADA, La questione russa. Identità e destino, Marsilio Editori, Venezia, 1991, p. 56.

113

34 L’Enciclopedia Treccani114

definisce questa come una corrente spirituale e politica, sorta in seno all’emigrazione russa dopo la prima guerra mondiale, che, sviluppando le posizioni degli slavofili, sostiene l’esistenza di un dissidio tra Occidente e Oriente, e la presenza preponderante in Russia di valori spirituali e culturali del mondo asiatico, spesso misticamente esaltati. Lo stesso Dugin, nel capitolo iniziale della sua opera Eurasia115 definisce l’eurasismo come una corrente ideologica e politico-sociale, unita dalla concezione della cultura russa come fenomeno non europeo che presenta una originale combinazione di tratti occidentali ed orientali, ma al tempo stesso, non si riduce né all’uno, né all’altro.

Leont’ev, con la sua opera Bizantismo e mondo slavo, è considerato il precursore di tale movimento per la sua teoria del bizantismo con la quale invita i russi ad unirsi ai popoli asiatici, ancora integri dal progressismo e dall’imborghesimento europei. Questo lo collega infatti con i fondatori dell’eursasimo che sono, come ci ricorda Dugin116

il filologo e linguista Nikolaj Trubetskoj, l’economista Pëtr Savitskij, lo storico Georgij Vernadskij, oltre a Florovskij, Alekseev e Il’in. Essi esiliarono dalla Russia in seguito all’affermazione dei bolscevichi e singolarmente o collegialmente, cominciarono ad interrogarsi sulla storia e la cultura russe, giungendo dunque ad elaborare la dottrina eurasista. Il libro che segnò la nascita del movimento è intitolato L’Europa e l’umanità, ed è stato scritto da Trubetskoj che, in maniera molto curiosa, come ci fa notare Strada117, parla quasi esclusivamente dell’Europa, lasciando sullo sfondo la Russia, che fu invece il tema centrale di tutto il movimento. La novità di quest’opera consisteva infatti nella tesi che la civiltà europea non fosse agonizzante e in via di decadenza come ormai molti pensavano, ma fosse invece trionfante e proprio per questo doveva essere decisamente combattuta dai popoli che ne avevano subito l’egemonia come la Russia. Ciò che doveva essere fatto era una sorta di lotta di liberazione combattuta sul piano culturale nei confronti dell’Europa, che aveva saputo imporre la propria supremazia e unicità culturale, rendendo le altre civiltà quasi delle “colonie”.

114

Enciclopedia Treccani.

115

A. DUGIN, Eurasia. La rivoluzione conservatrice in Russia, Pagine, Roma, 2015, p. 17.

116

Ivi.

117

35 L’eurasimo, come dice Dugin118

, ha guardato alla cultura russa come ad una civiltà originale, che riassume in sé non solo le esperienze dell’Occidente, ma in misura pari quelle dell’Oriente, collocando il popolo russo né fra i popoli europei, né fra quelli asiatici, ma facente parte di una comunità etnica eurasiatica del tutto originale, l’Eurasia appunto, da cui questo movimento trae il nome. La loro idea di base, ci spiega Strada119, consisteva in un antioccidentalismo rigoroso che li portava a delle tesi generali e particolari come ad esempio l’inaccettabilità del fatto che gli europei ponessero come universale la loro civiltà, pretesa che non è propria nemmeno della Russia, oltre il considerare i due secoli successivi a Pietro come una deviazione del percorso russo autentico, e vedere nella rivoluzione una sorta di rivolta delle masse contro la civiltà europea. L’Eurasia doveva così divenire non una mescolanza di Europa ed Asia, ma un’entità geografica a sé, un continente autonomo. La religione è invece individuata nel cristianesimo ortodosso, opposta alla religione occidentale che ha posto le basi della civiltà europea, che secondo gli eurasiani è giunta ormai alla sua fine.

Alla metà degli anni ’80 la società sovietica iniziava a perdere il suo orientamento, si sentiva la necessità di un cambiamento, ma nessuno sapeva da dove esso sarebbe provenuto. Dal fatto oggettivo della crisi del sistema sovietico si trasse la deduzione della superiorità del modello occidentale, e si iniziarono dunque delle riforme in tal senso. In contrapposizione a questo riformismo, incominciò confusamente a formarsi il modello concettuale del patriottismo post-sovietico, il neo-eurasismo. Esso sorse come fenomeno ideologico e politico proprio dopo la fine del regime comunista e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, viene ricordato in Eurasia120

, e divenne poco alla volta una delle principali direzioni dell’autocoscienza patriottica della Russia di questi anni. Il neo-eurasimo è rappresentato nella persona di Aleksandr Dugin, il quale ha recuperato i principi fondamentali dell’eurasimo e li ha trasformati in un programma ideologico e politico e in una visione del mondo. L’Eurasia sostiene ancora la necessità di integrazione politica e strategica dei paesi post-sovietici, ma non più in funzione anti-europea, bensì anti-statunitense, in un mondo politico che è comunque sempre in continua evoluzione.

118

A. DUGIN, Eurasia. La rivoluzione conservatrice in Russia, Pagine, Roma, 2015, p. 17.

119

V. STRADA, La questione russa. Identità e destino, Marsilio Editori, Venezia, 1991, p. 57.

120

36 Questi sono solo i presupposti teorici e storici che ci permetteranno di poter più facilmente accedere alle riflessioni che faremo successivamente e ci consentiranno di apprezzare maggiormente l’idea della Russia che verrà affrontata, attraverso i diversi autori, nei capitoli seguenti.

37

Nel documento L’idea russa: un percorso intellettuale (pagine 37-41)

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