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su Europa e Mediterraneo

Daniele M. Cananzi*

Incontro Sua Eccellenza Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico di Gerusalemme, all’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

--- Lei abita oramai da trent’anni in Terra Santa. Un territorio martoriato dai conflitti ma anche ricco di paradossi. Una realtà che, ad esempio, dimostra come il conflitto totale non possa esistere e anche lì dove c’è volontà di confliggere dimora anche una pragmatica necessità di riconoscere l’altro. Una terra lontana dall’Occidente europeo che segue logiche spesso difficili da comprendere per gli europei. Per questo appare interessante chiederLe come dal Medio Oriente è vista l’Europa e quale rilevanza, secondo Lei, l’Unione Europea potrebbe avere anche con riferimento al Medio Oriente.

- P.P.: L’Europa politica è percepita come una realtà molto lontana,

frammentata e ripiegata su di sé, dunque non come un interlocutore attendibile. Forse dal punto di vista commerciale le cose stanno diversamente e l’Europa è maggiormente presa in considerazione. Ma in generale è percepita come una realtà non rilevante.

Ritengo invece che, dal punto di vista culturale, l’Europa avrebbe delle prospettive enormi perché è storicamente e culturalmente vicina al Medio Oriente e quindi potrebbe accompagnare non soltanto lo sviluppo economico ma anche lo sviluppo politico di cui questi paesi hanno bisogno.

--- La seconda domanda attiene al Mediterraneo, oramai non più semplice mare e neanche confine naturale, ma spazio geopolitico che tende a estendersi verso il Medio Oriente in un’ottica post-braudeliana. In questa accezione geopolitica dal Mediterraneo la spinta è a superare il multiculturalismo per l’intercultura, ciò nonostante nei paesi dell’Unione Europea si levano voci critiche circa l’intercultura vista o come semplice auspicio irrealizzabile o come pratica non desiderabile. Cosa ci può dire dal Suo punto di osservazione?

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- P.P.: L’elemento interculturale e interreligioso è oramai inevitabile

io penso un pò in tutto il mondo; e non soltanto nell’area Mediterranea. Questo perché le migrazioni non si possono fermare, perché sono un fenomeno oltre che storico anche demografico che vede decine di milioni di persone che si spostano. E questo farà sì che il piano interreligioso e interculturale sarà una dinamica con la quale dovremo per forza fare i conti. Quindi dovremo imparare a gestire queste situazioni dal punto di vista culturale e sociale, oltre che religioso.

--- In questa prospettiva come vede la questione femminile?

- P.P.: La questione femminile è centrale, anche se non se ne parla mai.

Perché è uno dei criteri di interpretazione della realtà sociale e religiosa. Su questa questione si giocherà gran parte del futuro della nostra società.

--- In che senso? Può fare qualche esempio pratico per fare comprenderne meglio la portata?

- P.P.: Rispetto all’Europa, la pratica del dialogo interreligioso in

Terra Santa è convivenza, dunque pratica non teoria. In questo proprio le donne sono fondamentali perché in società molto tradizionali la donna è colei che tiene la famiglia, si trova, dunque, anche al centro della vita familiare e di conseguenza delle dinamiche sociali.

La Chiesa è molto presente nel territorio con servizi rilevanti come ad esempio scuole ed ospedali. La presenza delle suore si rivela essere fondamentale per il rapporto col territorio e tra varie comunità; se non ci fossero le suore sarebbe una tragedia proprio perché sono loro che tengono i rapporti con le famiglie. Le famiglie musulmane, per indicare un aspetto, se sanno che nella scuola ci sono le suore mandano i loro figli, le donne se hanno bisogno di parlare vanno dalle suore. Insomma le suore sono capaci di instaurare un dialogo con il cuore pulsante dei gruppi sociali, creare un rapporto molto concreto.

La ringrazio molto, anche perché vedere da fuori l’Europa aiuta a percepire meglio quelli che sono alcuni nodi fondamentali e alcune criticità e, contemporaneamente, essere portati nel vivo e nel concreto della vita rispetto a territori che noi possiamo vedere solo da fuori, aiuta a rivedere posizioni forse spesso troppo preconcette che impediscono una seria e serena analisi, anche delle emergenze in casa propria.

63 Abstract

L’intervista a Sua Eccellenza Pierbattista Pizzaballa fornisce elementi di particolare in- teresse sia sulla situazione mediorientale, sia su come l’Europa viene percepita dall’e- sterno. Tre i grandi temi affrontati: la rilevanza dell’Europa e dell’Unione Europea per il Medioriente, lo spazio geopolitico del Mediterraneo come bacino di pratiche intercul- turali e interreligiose e, infine, la questione femminile come risorsa inestinguibile per creare nuovi rapporti di comunità.

Parole chiave: Europa, Mediterraneo, Medioriente, interculturalità, inter-religiosità.

Abstract

The interview with His Excellency Pierbattista Pizzaballa provides important elements both on Middle East situation and external perception about Europe. There are three major themes addressed: the relevance of Europe and the European Union for the Mid- dle East, the geopolitical space of the Mediterranean Sea as a basin of intercultural and interreligious practices and, at last, the feminine question as an inextinguishable re- source to create new community relationships.

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OSSERVATORIO

SULL’AMMINISTRAZIONE

LOCALE

a cura di Osservatorio

per le autonomie locali Università Mediterranea

La rubrica apre il nuovo anno offrendo un articolo di Domenico Siclari sul nesso tra diritti fondamentali e diritto amministrativo, letto con spe- cifico riferimento al caso italiano.

Ad essere messo in discussione è il delicato equilibrio tra i diritti so- ciali, con relativo costo, e la loro sostenibilità, soprattutto in tempi di crisi economica.

La questione delicata eccede il diritto amministrativo e coinvolge vari settori di interesse disciplinare dall’indagine costituzionalistica a quella di teoria politica. Non basta l’affermazione, seppur di caratura costitu- zionale o internazionale, per garantire l’applicazione dei diritti con ef- fettività ed efficacia, ma non è possibile omettere di rendere effettivi ed efficaci tali diritti in un sistema giuridico come quello che nasce dalla cultura giuridica europea ed in particolare italiana. Ed è qui che l’equili- brio tra diritti e politiche si fa sentire, o dovrebbe farsi sentire.

Domenico Siclari è professore ordinario di diritto Amministrativo presso l’Università Dante Alighieri dove dirige il Dipartimento; le sue ri- cerche si sono occupate di ambiti di interesse diversi dal controllo del- la Corte dei Conti al processo sportivo alla tutela dei beni culturali. Tra le sue pubblicazioni: The new functional perspectives of the European Court of Auditors, in “European Review of Public Law”, 26 n. 4/2014; ¿El mundo salvarà la belleza, para que las bellezas salven el mundo? Reflexiones sobre la glocalizaziòn entre Italia y el sur de Àmerica, in “Revista Electronica Ibero- americana”, Centro de Estudios de Iberoamérica. Universidad Rey Juan Carlos, 1/2014; La corte dei conti europea nel sistema multilivello dei controlli, in Percorsi di Diritto Amministrativo, Napoli, 2012.

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Public Administration and Fundamental Rights:

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