• Non ci sono risultati.

Europa e Stati Uniti: un grido di protesta comune, ma con diverse modulazion

2.1

La scelta dei casi studio da analizzare è ricaduta su due fotografe attive in America, Barbara Kruger e Cindy Sherman, e una invece attiva in Italia, Verita Monselles, perché mentre la protesta contro la società patriarcale si è diffusa praticamente ovunque, ha anche creato risposte e modelli espressivi diversi.

È fondamentale ridare il potere dello sguardo alle artiste e alle donne di tutto il mondo, e non solo di una determinata fascia, perché è un potere che definisce e analizza la società e quest’analisi non sarebbe completa con solo una parte dello sguardo.

È vero che l’arte fatta dalle donne nel periodo selezionato è già uscita dalla lunga e faticosa fase di affermazione del suo diritto di esistenza, però ha ancora senso parlare di come si siano trasformate le discriminazioni e le difficoltà negli anni. Usare i punti di vista di tre artiste degli anni Ottanta è una scelta dettata dalla voglia di riportare alla luce determinate opinioni e modi di interpretare la società, modi che sono caratterizzanti di un periodo che vede lo spostamento dalla seconda alla terza ondata del femminismo.

Barbara Kruger e Cindy Sherman sono le due artiste più note e conosciute, quelle che più facilmente si trovano nei libri di storia e nelle mostre, quindi mostrano un punto di vista che era già stato apprezzato e accettato da molte persone.

Verita Monselles invece è un’artista che viene raramente analizzata e usata come modello per osservare l’evoluzione di stereotipi, società e femminismo, ma che può dare dei punti di vista molto interessanti.

30

Le tre artiste tra di loro sono molto diverse sia come stile, che come messaggi che vogliono comunicare e scelta di temi, mentre la Kruger fa dei lavori forti e provocatori, in modo addirittura aggressivo, la Sherman invece iniziava con delle fotografie più delicate e non stilisticamente corrette, e la Monselles metteva al centro della sua elaborazione fotografica i manichini e la disgregazione del modello maschile.

Una utilizza ancora oggi foto tratte da riviste e le modifica con scritte provocative, l’altra invece usava praticamente solo se stessa cambiando le sue fattezze con travestimenti e trucco, per finire con la terza che usava bambole e a volte la sua stessa figura come unica parte viva del quadro.

Sherman e Kruger vengono spesso prese come modelli per narrare l’arte delle donne, la prima perché si dedicava degli stereotipi dell’immagine e la seconda degli stereotipi della comunicazione.

A queste due figure più conosciute si unisce appunto la figura della Monselles, perché rappresentativa del panorama italiano, che si occupava degli stereotipi sulla figura materna e anche di molto altro.

Sia negli Stati Uniti che in Europa troviamo elementi comuni che riguardano le tematiche femministe, ma spesso si sviluppavano in modi diversi oppure in tempi diversi, dato che in Italia spesso e volentieri le innovazioni arrivavano con un deciso ritardo, dovuto forse a una resistenza degli ambienti artistici e istituzionali.

Il centro nevralgico dell’arte si era spostato dall’Europa all’America, che si ritrovava ad avere non solo artisti americani che sperimentavano, ma anche artisti europei fuggiti dalla guerra e che portavano con loro idee e innovazioni.

Questi artisti europei fecero da tramite e ponte con l’Europa, non solo per quanto riguardava l’arte, la sua concezione e il suo mercato, ma anche per quello che riguardava le ideologie, lo sviluppo di movimenti artistici e sociali e la ricerca di diritti umani e sociali.

Per quanto riguarda il femminismo, mentre in gran parte dell’Europa ci fu una diffusione simile, in Italia era fortissimo il controllo della Chiesa, che influenzava e tirava indietro lo sviluppo sociale e le lotte per i pari diritti di genere.

31

Si diffuse tra le varie frange del movimento femminista un deciso schieramento contro le idee cattoliche e le abitudini moraliste che condannavano sempre le donne, così come un gesto irriverente e considerato scandaloso, ovvero il gesto del triangolo fatto con le mani per rappresentare la vagina, un gesto che era e che è «un’affermazione di soggettività, di diritti, di libertà, serviva per smuovere le persone, perché le donne non erano uguali né davanti alla legge né nel lavoro»34 e

che veniva usato moltissimo durante le manifestazioni.

Un gesto femminista che si ritrova anche nel fotomontaggio di Verita Monselles

Paolina Borghese come Venere Contestatrice del 1977, una manipolazione

dissacrante della scultura neoclassica del Canova, una rielaborazione fotografica dove la figura è ripresa di spalle facendo il gesto della vagina, con uno sdoppiamento per far incrociare gli sguardi delle due figure, in una rappresentazione della donna che guarda un’altra donna.

Un opera che si inseriva in un tentativo di rivendicare un’identità diversa da quella di semplice emblema della bellezza femminile, per liberarsi dall’idea di essere semplice oggetto allo sguardo altrui.

Sia in Europa che in America il movimento delle suffragette portò alla conquista del voto per le donne, ma se negli Stati Uniti esso veniva approvato nel 1918, per vederlo approvato in Italia bisogna aspettare il 1945.

Il femminismo negli Stati Uniti è composto da diversi movimenti per ottenere i pari diritti economici, politici, culturali e sociali, e viene diviso in diverse ondate con caratteristiche e obiettivi separati.

In Europa si lotta inizialmente per i diritti politici, per poi allargare i temi anche al contesto familiare, mentre in Italia il movimento non era ancora strutturato allo stesso modo, e anche dopo si struttura in modo particolare, quasi in certi versi opposto.

Mentre in America si combatte contro la violenza sulle donne e si portano avanti temi come l’indipendenza sessuale, si comincia a richiedere che vengano distribuite più facilmente le pillole contraccettive, in Italia si volge lo sguardo verso il diritto di

34 Perna R., Bussoni I., Politiche del corpo, in Il gesto femministala rivolta delle donne nel corpo, nel

32

famiglia e ci sono pareri discordanti sul diritto all’aborto, che per alcune femministe potrebbe quasi danneggiare la libertà delle donne.

Per quanto riguarda il mondo dell’arte mentre in America dagli anni cinquanta vediamo soprattutto Espressionismo astratto e l’Action painting, in Europa gli artisti si legarono molto di più al disagio sociale dovuto alla guerra e nacquero correnti come l’Informale, e in Italia si arrivava ad aprirsi all’arte americana con l’Astrattismo.

Molti artisti italiani negli Stati Uniti furono apprezzati in modo notevole dal mondo dell’arte, e forse in quei luoghi cercavano nuovi stimoli più liberi e meno legati alle vecchie tradizioni.

Mentre in America artiste come Barbara Kruger trovavano nella fotografia un mezzo perfetto per esporre le proprie idee e convinzioni ovunque, sia nelle strade che nelle gallerie, altre invece cercavano di criticare lo standard hollywoodiano attraverso fotografie sempre più grottesche e forti, come Cindy Sherman.

In Europa il mezzo fotografico a causa della seconda guerra mondiale rimase più indietro, per un decennio usato come mezzo propagandistico di regime e forse alcuni non cercarono di usarlo subito come mezzo per portare avanti nuove battaglie sociali proprio per questo.

E anche quando viene usato per discorsi di tipo sociale come in Verita Monselles non sarà mai con l’aggressività politica o la crudezza visiva delle artiste americane.

33

Barbara Kruger e l’attivismo politico