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123 allineato in tutto l’arco temporale. Inoltre, il grafico conferma la riduzione nel primo periodo dell’A.A. 2019/2020 come visto precedentemente.

Figura 4.40: Tasso di soddisfazione medio di studenti e docenti sulle piattaforme utilizzate

124 con le performance didattiche più basse. Le medie voto delle due Coorti senza trattamento (2015 e 2016) e della Coorte con trattamento (2018) invece, presentano degli andamenti pressoché sovrapposti negli A.A. non interessati dalla pandemia, mentre a partire dal sopraggiungere della pandemia, le medie voto della Coorte 2018 crescono uniformemente rispetto alle altre due Coorti, suggerendo varie possibili chiavi di lettura del fenomeno: didattica da remoto o blended più efficace di quella tradizionale, criteri di valutazione dei docenti più laschi, metodo di valutazione più facilmente aggirabile dagli studenti o un cambiamento di offerta formativa.

La seconda parte di analisi, effettuata sul DB Incarico e Docente, ha mostrato innanzitutto un cambiamento dell’offerta formativa durante gli A.A. considerati nel lavoro, ma tuttavia, questo non è correlato al Covid-19 in sé essendo un fattore esogeno deciso anche degli anni prima. Il trend dei voti medi lascia emergere un fenomeno non tanto legato alla didattica, quanto agli esami sostenuti dagli studenti in periodi didattici diversi da quelli in cui gli esami sono di competenza, il che ha generato dei valori medi dei voti medi più alti per la Coorte 2018 già nel Iº p.d.

dell’A.A. 2019/2020, che non era ancora stato caratterizzato da didattica da remoto o blended. Inoltre, è stato osservato quello che precedentemente è definito come un effetto di trascinamento, nel caso in esame al rialzo, di tutti i Voti Medi della Coorte 2018 in concomitanza con la pandemia; tale effetto di trascinamento sulla media dei Voti medi è frutto di due differenti effetti che a loro volta si sovrastano:

• Effetto negativo: consiste nel maggior numero di crediti conseguiti dagli studenti appartenenti al primo quartile e cioè di quelli con performance didattiche più basse;

• Effetto: consiste nell’aumento di tutte le valutazioni degli studenti di ogni percentile, con un aumento ancora maggiore su quelli appartenenti ai percentili più alti e quindi con performance didattiche migliori.

125 L’effetto positivo in questo caso sovrasta quello negativo e ne consegue un effetto di trascinamento aggregato dei voti medi che tende ad essere al rialzo.

Relativamente ai risultati dei questionari CPD, le evidenze, seppur limitate dalle marcate differenze dei tassi di risposta nei vari anni accademici, si possono riassumere nei seguenti punti.

• La percentuale di coloro che dichiarano di frequentare tra il 75 e il 100% e appartengono alla coorte 2018 aumenta a partire dal primo periodo didattico erogato in pandemia. Inoltre, il fatto che nei periodi precedenti le percentuali siano sovrapposte a quelle delle altre coorti, aiuta a rendere più significative queste differenze. Questa analisi, seppur povera di evidenze consistenti, costituisce la ragione di uno studio più approfondito indirizzato a cogliere quanto possa aver realmente impattato la didattica online, non trascurando i probabili effetti della pandemia su studenti e docenti.

• Gli indici e i tassi di soddisfazione dell’insegnamento hanno evidenziato una mancata differenza tra gli insegnamenti della coorte 2015 e 2016. La coorte 2018 durante la pandemia ha rilasciato feedback differenti nei vari periodi didattici. In particolare, nonostante le ingenti difficoltà che ateneo e docenti hanno dovuto affrontare nel primo periodo di emergenza, gli studenti hanno rilasciato mediamente una soddisfazione buona, equiparabile a quella delle coorti precedenti. Negli ultimi due periodi didattici la soddisfazione è calata poiché probabilmente non sono state raggiunte le aspettative degli studenti, che auspicavano ad un netto miglioramento del servizio offerto.

• Gli indici e i tassi di soddisfazione del docente riproducono sostanzialmente risultati simili a quelli dell’insegnamento. Tuttavia, in questo caso, gli studenti sembra abbiano particolarmente apprezzato l’adeguamento improvviso dei docenti alla nuova modalità didattica, infatti, osservando i valori del secondo periodo didattico 2019/2020, i tassi e gli indici riflettono soddisfazioni nettamente migliori rispetto alle altre due coorti.

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• In queste tre statistiche sono confermate le ipotesi relative ad un possibile effetto di cambio di offerta formativa negli insegnamenti del primo anno erogati nel secondo periodo didattico.

• Il confronto tra le risposte di studenti e docenti ha evidenziato discordanze non trascurabili. In particolare, riguardo alla modalità di frequenza prevalente si osserva una differenza importante che denota comportamenti opposti da parte degli studenti: i docenti dichiarano che gli studenti hanno frequentato soprattutto in diretta CON interazione, mentre gli studenti dichiarano di aver frequentato in diretta SENZA interazione. Questa differenza indica una probabile falsa percezione del docente, che ha difficoltà nello stabilire quale sia la modalità di frequenza prevalente. Relativamente alla modalità di erogazione prevalente, le risposte sono concordanti, eccetto che per gli insegnamenti che interessano l’ultimo periodo didattico. La differenza è difficile da interpretare e con essa, anche l’eventuale dato corretto.

La modalità di erogazione prevalente ha messo in luce un primo periodo in cui la maggior parte degli insegnamenti ha erogato in diretta tramite piattaforma BBB. Una piccola percentuale ha utilizzato lezioni preregistrate per ovviare ai problemi di sovraccarico di rete che hanno caratterizzato il primo periodo didattico in pandemia. Nel secondo periodo interessato si è rafforzato l’uso della piattaforma BBB in diretta, mentre nell’ultimo periodo si evince un’inversione della modalità di erogazione prevalente: altre piattaforme IT, quali Zoom e Teams, hanno caratterizzato lo strumento di videoconferenza preferito. Questo dato potrebbe riflettere un tentativo fallito riguardo l’uso di competenze e strumenti interni a supporto dello strumento di erogazione della didattica.

Il tasso di soddisfazione delle piattaforme conferma quanto appena scritto.

Infatti, studenti e docenti, denotano una bassa percentuale di soddisfazione in corrispondenza del primo periodo dell’A.A. 2020/2021. A valle di questi risultati, a livello di ateneo o di singoli docenti si è deciso di utilizzare altre

127 piattaforme, evidentemente più efficienti. Questo spiegherebbe anche l’impennata della soddisfazione al 90% circa.

In ultimo, l’efficacia delle piattaforme integrative ha registrato un trend crescente nell’arco temporale considerato. I docenti, da persone prive di capacità innate all’insegnamento online, hanno probabilmente accumulato esperienza e migliorato l’utilizzo degli strumenti a disposizione.

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5 DISCUSSIONE A FRONTE DELL’ANALISI

DATI